17 dicembre 2012

Dopo la “Primavera araba” più di 70 mila migranti arrivati in Italia
In arrivo dall’Africa una nuova marea umana
L’allarme del ministero dell’Interno: ci aspettiamo un boom di sbarchi
La Stampa, 17-12-2012
Guido Ruotolo
Flusso continuo Decine di migliaia di migranti sono arrivati in Italia negli ultimi due anni sui barconi
Un campanello d’allarme. Che preoccupa. Quei cinquecento immigrati che sono arrivati sabato a Lampedusa, rappresentano un segnale per nulla tranquillizzante. Intanto perché i report della intelligence e degli apparati di polizia di frontiera segnalano ai confini sud dell’area del Maghreb, in particolare della Libia, eserciti di immigrati che premono alle frontiere.
Sono uomini e donne, bambini e anziani che fuggono dai conflitti del Mali, del Niger, della Nigeria, insomma del Sahel e del Corno d’Africa. Preoccupa poi la nostra intelligence l’«assembramento» di moltitudini di immigrati nelle due enclave spagnole i di Ceuta e Melilla (in Marocco).
Era già successo a metà dei primi anni Duemila, quando l’irrigidirsi della Guardia Civil spagnola di fronte alla pressione di migliaia e migliaia di immigrati alla frontiera, portò a decine di morti di poveracci che tentavano di saltare le reti di confine. E quel flusso che si spostava in Europa, attraverso la porta d’ingresso spagnola, trovò un nuovo sbocco trasferendosi in Libia.
Segnali, le pressioni alle frontiere subsahariane della Libia, e a quelle delle enclave di Ceuta e Melilla, raccontano di possibili crisi umanitarie alle porte, di migliaia di disperati in fuga dai conflitti.
Gli sbarchi di sabato si sono trasformati così in un campanello d’allarme. Perché l’ospitalità di Lampedusa ormai non è in grado di garantire una loro dignitosa permanenza, in attesa dei rimpatri e delle espulsioni. Sabato sera erano presenti, nell’unica struttura d’accoglienza operativa dell’isola, 900 immigrati a fronte di una capienza di 250 posti letto e dopo che in 200 erano stati trasferiti in struttura della Sicilia.
Va detto subito che il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, segue con molta attenzione l’evolversi della soluzione, avendo ben chiaro in testa che ci potremmo trovare a breve a dover gestire anche una eventuale emergenza umanitaria che si potrebbe presentare con migliaia e migliaia di profughi in movimento dalla Siria, se in quel Paese la crisi dovesse drammaticamente precipitare nelle prossime ore.
In questi mesi, il ministero dell’Interno, la Protezione Civile, le agenzie internazionali per la protezione umanitaria sono riusciti a governare l’emergenza del 2011, quando la «Primavera araba» e le rivoluzioni in Tunisia, Libia ed Egitto, portarono sulle coste siciliane oltre 61.000 profughi (28.019 giunti dalla Tunisia e 28.318 dalla Libia).
Quest’anno, i dati della Polizia di frontiera segnalano 13.023 immigrati sbarcati fino al 15 dicembre. In particolare: 5.176 a Lampedusa, 2.707 in Sicilia. E poi quasi 2.600 in Puglia e 2.000 in Calabria.
Un quinto rispetto all’anno precedente, quando furono massicci gli arrivi dai paesi della «Primavera araba». Quasi 12.500 degli oltre 28.000 arrivati dalla Tunisia hanno ottenuto permessi di soggiorno umanitari, e di questi 6000 sono stati convertiti in permessi di soggiorno ordinari.
Alla Commissione straordinaria per la tutela e promozione dei diritti umani del Senato, il 27 novembre scorso è stata sentita il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. Questa la fotografia sullo stato dell’arte dei profughi del 2011: «Al momento risultato assistite oltre 17.500 persone nei Centri di accoglienza diffusa localizzati nelle diverse regioni, poco più di 2000 presenti nel Centro di accoglienza di Mineo, Catania, e oltre 6200 presenti nelle strutture di prima accoglienza e per richiedenti asilo che ormai oltrepassano la capienza massina delle strutture di accoglienza».
Naturalmente, le posizioni di molti profughi arrivati dalla Libia e provenienti dal Corno d’Africa o dal Sahel che hanno chiesto protezione umanitaria, sono state valutate dalle specifiche commissioni che valutano le richieste. Dal primo agosto del 2011 al 30 ottobre scorso, hanno esaminato complessivamente 39.000 domande, con un esito di accoglimento di circa il 41%.
Nel suo intervento a Palazzo Madama, il ministro Cancellieri ha voluto sottolineare: «Senza voler assegnare alle cifre un significato univoco, è pur vero che l’incidenza percentuale degli stranieri sui fenomeni di delittuosità in generale, nel 2009 era pari al 31,76%, ha subito una leggera ma costante flessione nei circa tre anni successivi arrivando al 31,25% dei primi nove mesi del 2012».
La fase di emergenza per la gestione dell’ondata di profughi del 2011 si esaurirà il 31 dicembre prossimo. Il Tavolo di coordinamento tra le diverse istituzioni sta producendo ipotesi concrete di soluzione per la gestione della massa di profughi. Si va dall’ampliamento della capacità di accoglienza del Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati (da 3.000 a 5.000 posti di accoglienza) ; alle misure a favore di un rimpatrio condiviso, intanto per 1.500 immigrati con un sussidio di 400 euro a testa e una indennità di reintegrazione di 1.100 euro; a interventi di inclusione socio-lavorativa per almeno 1.000 immigrati.



Immigrati nel fango, senza bagni: tendopoli da incubo E a San Ferdinando sta per scattare lo sgombero
Lunedì mattina il prefetto firma l'ordinanza, dopo che l'ispezione dell'azienda sanitaria ha certificato le condizioni indegne nelle quali sono costretti a vivere i braccianti accorsi nella piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Ma poi ci saranno mille persone disperate che non sapranno dove andare a dormire
il Quotidiano della Calabria, 17-12-2012
MICHELE ALBANESE
SAN FERDINANDO – L’ordinanza di sgombero della baraccopoli e della tendopoli  in cui vivono quasi mille migranti di origine africana è pronta è stata emessa dal sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi  lunedì mattina.  Una conseguenza della relazione che è stata fatta arrivare al comune pianigiano dalla responsabile del servizio ispettivo sull’igiene sanitaria dell’Asp Beatrice Forchì a conclusione di una visita nella tendopoli e nella baraccopoli posta nell’area industriale di San Ferdinando.
Una relazione pesantissima quella dell’Asp che certifica l’assoluta inadeguatezza del campo di accoglienza e soprattutto evidenzia i grandissimi rischi igienico sanitaria in zona. Sia la tendopoli ma soprattutto la baraccopoli costituiscono ferite inaccettabili  sul piano umano. Mille migranti vivono in condizioni che definire precarie sarebbe solo un eufemismo. Vivono nel fango, senza acqua e senza servizi igienici. Una vergogna certificata questa volta anche dai responsabili sanitari. Il sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi  quindi così come aveva annunciato sarà “costretto” ad emettere un’ordinanza di sgombero della tendopoli e della baraccopoli a garanzie della salute di chi ci vive.  E’ sarà un pugno nello stomaco a chi tra le istituzioni a cominciare dalla  Regione e dal Governo in tutti questi mesi si sono lavati le mani dell’emergenza umanitaria e delle condizioni dei migranti, costretti a vivere come bestie.
«Il mio  - ha detto Madafferi – non sarà un atto di vigliaccheria nei confronti di questi uomini disperati perché io per primo da mesi cerco aiuto e nessuno tranne il vescovo Milito e il prefetto Piscitelli mi ha voluto prestare attenzione. Ho gridato per mesi, ho bussato a tutte le porte ma nessuno mi ha aperto. Oggi l’Asp mi mette con le spalle al muro ed io non posso fare altrimenti anche a garanzia dei migranti che si sono stanziati». La decisione di Madafferi indubbiamente provocherà polemiche a non finire e costringerà lo Stato ad intervenire. Ma occorre procedere con la speranza che qualcuno decida di intervenire. Ovviamente non potrà essere il solo vigile urbano di San Ferdinando a far rispettare l’ordinanza di sgombero, dovranno farlo polizia e carabinieri e forse anche l’esercito. Perché per gestire mille uomini disperati certamente occorrerà l’esercito ed in forze. E la sola ipotesi che ciò possa davvero avvenire farebbe nascere i brividi alle istituzioni democratiche italiane che diventerebbero lo zimbello e la vergogna del mondo. Vedremo cosa accadrà e chi si assumerà la responsabilità di quello che potrebbe accadere.
Ma intanto occorre fare subito qualcosa. Madafferi aveva anche annunciato le sue dimissioni dopo l’emissione dell’ordinanza di sgombero, ma è stato bloccato dai suoi colleghi sindaci della Piana. « Se c’è da dimettersi lo faremo tutti insieme» gli hanno detto nel corso dell’assemblea dell’altro ieri a Melicuccà. « E lo faremo simbolicamente davanti alla tendopoli e alla baraccopoli della vergogna. Per dimostrare che qui lo Stato democratico ha fallito». I sindaci intanto hanno assunto l’impegno di devolvere un mese di indennità di carica ciascuno da destinare ai migranti. Soldi che aggiunti a quelli stanziati dalla Diocesi serviranno a far fronte alla fame dei migranti che giacciono “al freddo e al gelo” . «Sempre lunedì vedremo di aprire un conto corrente e cominciare ad organizzarci insieme alla Caritas – ha concluso Madafferi , poi vedremo cosa accadrà. Quel che è certo e che istituzioni nazionali e  regionali  rischiamo di fare figuracce davanti al mondo».



Autocertificazione per i cittadini stranieri: rinviata di sei mesi la possibilità di autocertificare i documenti anche per i procedimenti in materia di immigrazione.
L’ulteriore proroga è contenuta in un emendamento alla Legge Stabilità.
Immigrazioneoggi, 17-12-2012
Slitta di sei mesi la possibilità per i cittadini stranieri non appartenenti a un Paese dell’Ue di utilizzare le dichiarazioni sostitutive anche per i provvedimenti contemplati dal testo unico immigrazione, come previsto dalla legge n. 35 del 2012 dello scorso aprile. La facilitazione, che sarebbe dovuta entrare in vigore il 1 gennaio 2013, subirà un rinvio per effetto di un emendamento alla Legge di Stabilità proposto dai relatori in Commissione bilancio al Senato.
Lo slittamento si è reso necessario in quanto, a meno di due settimane dalla scadenza di legge, non risulta ancora adottato il decreto del Ministro dell’interno per individuare le modalità per l’acquisizione d’ufficio dei certificati del casellario giudiziale italiano, delle iscrizioni relative ai procedimenti penali in corso sul territorio nazionale, dei dati anagrafici e di stato civile, delle certificazioni concernenti l’iscrizione nelle liste di collocamento del lavoratore licenziato, dimesso o invalido, di quelle necessarie per il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di studio nonché le misure idonee a garantire la celerità nell’acquisizione della documentazione.



Il Tribunale di Roma dichiara la natura discriminatoria del maxiconcorso della scuola per il reclutamento di personale docente.
Riconosciuto ad una cittadina croata, familiare di cittadino comunitario, il diritto a concorrere al bando per il reclutamento di 11.500 docenti.
Immigrazioneoggi, 17-12-2012
Il Tribunale di Roma ha dichiarato la natura discriminatoria della condotta tenuta dal Ministero dell’istruzione nei confronti di una cittadina croata, familiare di cittadino comunitario e titolare di permesso di soggiorno per lungo periodo, per non essere stata ammessa a partecipare al concorso per personale docente.
Il Giudice – si legge in un comunicato dell’Asgi – ha ricordato che il familiare di cittadino dell’Ue e il soggiornante di lungo periodo godono, ai sensi del d.lgs. 30/2007 e della direttiva comunitaria 109/2003, gode degli stessi diritti dei cittadini italiani anche riguardo all’accesso al pubblico impiego con la sola esclusione delle attività che implicano l’esercizio di potestà pubbliche nel cui ambito “non rientrano i posti di docente delle scuole pubbliche di ordine e grado… ed è evidente che il diritto di svolgere siffatte attività, nel caso in cui si accede per concorso, implica il diritto a partecipare alla relativa selezione”.
Il Tribunale di Roma, quindi, ha ordinato all’Amministrazione di rimuovere gli effetti della discriminazione consentendo, senza indugio, alla cittadina extracomunitaria di partecipare alle prove preselettive fissate per il 17 e 18 dicembre.
I legali dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), che hanno sostenuto le ragioni della ricorrente con il contributo dell’Open Society Foundations, pur soddisfatti del risultato positivo conseguito, proseguiranno l’azione giudiziale intrapresa, impugnando, per conto dell’Associazione, con l’intervento della Rete G2-Seconde Generazioni, la sentenza nella parte in cui, richiamandosi ad una superata sentenza della Corte di cassazione n. 2470/2006, già definita “isolata” dalla Corte costituzionale nell’ordinanza n. 139/2011, ha negato che il diritto a non essere discriminati nell’accesso al lavoro sia da riconoscere a tutti i lavoratori regolarmente presenti in Italia e che il ruolo delle associazioni per la promozione dei diritti riguardi anche la tutela giudiziale delle discriminazioni collettive per nazionalità.



Grecia, almeno 21 immigrati morti nel naufragio di Lesbo
L'imbarcazione era affondata nella notte fra giovedì e venerdì al largo dell'isola greca di Lesbo. La guardia costiera ellenica ha ripreso le ricerche dei dispersi
Today, 17-12-2012
Almeno ventuno persone sono morte nel naufragio di un'imbarcazione con a bordo degli immigrati clandestini, affondata nella notte fra giovedì e venerdì al largo dell'isola greca di Lesbo: lo ha reso noto il Ministero della Marina mercantile ellenico secondo il quale vi sarebbe al momento un unico sopravvissuto, mentre i dispersi sono sei.
Secondo le testimonianze dell'unico clandestino sopravvissuto - tratto in salvo venerdì - all'appello mancherebbero almeno undici persone; stando alla televisione di Stato ellenica fra i dispersi vi sono due donne e due bambini.
La guardia costiera ellenica ha ripreso le ricerche dei dispersi; l'imbarcazione era partita dalle coste turche e sarebbe naufragata a causa delle cattive condizioni meteorologiche. La nazionalità delle vittime - tutte uomini - non è ancora stata resa nota.

Share/Save/Bookmark