COMUNICATO STAMPA FONDAZIONE ISMU

 

XVIII RAPPORTO SULLE MIGRAZIONI 2012

e cerimonia di premiazione Ismu

Marted“ 11 dicembre 2012 – ore 9.00-12.15

Centro Congressi Fondazione Cariplo – Via Romagnosi 8 – Milano

 

 

1) IMMIGRATI IN ITALIA

Crescita zero. Al 1Ħ gennaio 2012 la popolazione straniera presente in Italia  stimata da Ismu in circa 5 milioni e 430mila unitˆ (regolari e non), per circa il 90% dei casi con dimora abituale (residenza) in un comune italiano. Rispetto al 1Ħ gennaio 2011, anno in cui si contavano 5 milioni e 403mila immigrati, si registra un crollo sul fronte della crescita dei presenti, che aumentano di sole 27mila unitˆ (+0,5%). La variazione quindi  talmente irrilevante che ci spinge a parlare di crescita pari a zero. L'incremento della popolazione straniera in Italia, infatti, non  mai stato cos“ basso come nel 2011. Sia nel 2008 sia nel 2009 infatti lĠaumento era stato di circa 500mila unitˆ. Le cause di questa stagnazione vanno cercate nel perdurare della crisi economica che ha investito l'Italia e l'Europa: si emigra sempre meno verso lĠItalia e soprattutto si emigra sempre meno per motivi di lavoro. Tant' che nel 2011 gli ingressi di cittadini extracomunitari per lavoro si sono ridotti di due terzi rispetto all'anno precedente; rimangono invece sostenuti quelli per ricongiungimento familiare (ridotti di solo un quinto) e aumentano quelli per richiedenti asilo e per motivi umanitari (dai 10mila concessi nel 2010 si  passati ai 43mila nel 2011).

Flussi in uscita: sempre pi italiani emigrano all'estero. Durante il 2011 il numero degli stranieri cancellati dalle nostre anagrafi  aumentato solo lievemente rispetto al 2010 per rientri ai paesi dĠorigine o per emigrazioni in uno Stato terzo (complessivamente circa 33mila pari allĠ1%). Sono per˜ aumentate le acquisizioni di cittadinanza italiana che nel 20011 sono state 70mila e le migrazioni per lĠestero di stranieri non iscritti in anagrafe tra cui anche irregolari. é aumentato anche il dato relativo agli italiani emigrati, divenuti 50mila nel 2011 con un aumento del 9% rispetto al 2010. Al 1Ħ gennaio 2012 i nostri connazionali allĠestero risultano essere pi di 4,2 milioni, cio poco meno degli stranieri in Italia.

Dal Nord al Sud flussi in diminuzione. Sul piano territoriale la riduzione dei nuovi flussi interessa in primo luogo le aree settentrionali in particolare quella del Nord-est, che registra un calo dei flussi del 50% (che passano da 170mila del 2010 a 83mila del 2011). Diminuzioni pi contenute si osservano per il Centro (-47%) e per il Sud (-32%). Le province con il maggior calo sono Bergamo (-65%), Reggio Emilia (-64%), Trento (-64%), Parma (-63%), Verona (-61%), Modena (-60%).

Meno irregolari. Al 1Ħ gennaio 2012 si stima che non hanno un valido titolo di soggiorno 326mila stranieri, 117mila in meno (-26%) rispetto ai 443mila stranieri stimati al 1Ħ gennaio 2011.

Rumeni i pi numerosi. Al vertice della graduatoria degli stranieri regolarmente presenti in Italia al 1Ħ gennaio 2012 provenienti dai Paesi a forte pressione migratoria, si conferma la Romania, con pi di 1 milione di presenti. Seguono il Marocco con 506mila e lĠAlbania con 491mila soggiornanti. In totale lo stock degli stranieri regolarmente presenti  valutato in 5 milioni e 104mila unitˆ, di cui 1 milione e 466mila si stima siano cittadini di uno stato membro della Ue e 3 milioni e 638mila siano extracomunitari. I non comunitari sono aumentati di 102mila unitˆ,

Minori in aumento. I minori passano dal 21,5% al 23,9%, sul totale degli extracomunitari residenti. In particolare la presenza dei minori extracomunitari nati nel nostro paese si accresce costantemente: secondo i dati del 2012 quelli nati in Italia sono ormai 500mila, e rappresentano il 60% del totale dei corrispondenti minori stranieri.

Densitˆ. La densitˆ pi elevata si osserva al Nord, con la punta massima, a livello regionale, di 10,3 cittadini extra Ue per ogni cento residenti in Emilia Romagna. Mentre a livello provinciale, i valori pi alti, tra il 12 e il 15% del totale degli abitanti dei rispettivi territori, si rilevano nelle province di Prato, Reggio Emilia, Brescia, Modena e Mantova.

Crescono i soggiornanti di lungo periodo. I dati dell'ultimo quinquennio mostrano come due terzi dei 252mila cittadini non comunitari entrati in Italia nel 2007 risultano ancora presenti nel 2012 con un valido permesso di soggiorno. Circa il 20% di chi  entrato nel 2007 ha rinnovato il soggiorno in una provincia diversa da quella di emissione iniziale. Le province che riescono a trattenere di pi gli immigrati sul loro territorio sono: Bolzano (95%), Genova, Aosta e Imperia (90%), Trento (89%), Milano (88%), Roma (87%). Molte province del Sud invece sono solo una porta di passaggio:  il caso di Crotone (che trattiene solo il 32% di coloro che hanno ottenuto il permesso di soggiorno nel 2007), Caltanisetta (46%), Foggia (50%), Potenza (53%) e Trapani (56%).

Nel 2041 1,6milioni di anziani stranieri. Il rallentamento della crescita registratosi nell'ultimo biennio se, da un lato, legittima l'ipotesi di un futuro meno turbolento, dall'altro non mette in discussione l'immagine di un paese sempre pi popolato da residenti stranieri. Si prevede infatti che i residenti stranieri aumenteranno di circa 6 milioni tra il 2012 e il 2041, con un'incidenza che passerebbe dall'attuale 8% al 18%. Si calcola inoltre che gli anziani (over 65) passeranno dagli attuali 100mila a oltre 1,6 milioni nel 2041, fino a raggiungere i tre milioni a fine 2060. Si profila un fenomeno quello Òdell'invecchiamento importatoÓ attraverso i flussi migratori netti che avrˆ conseguenze dirette nel sistema previdenziale. Nei prossimi decenni si assisterˆ infatti all'ingresso in etˆ anziana di un crescente numero di soggetti che potranno contare solo su una modesta contribuzione ai fini pensionistici e si troveranno a dipendere da e a gravare sulle risorse di welfare.

 

2) LAVORO

Cresce l'occupazione straniera nonostante la crisi. In uno scenario di recessione e crisi economica, il livello di occupazione degli stranieri ha continuato a crescere e quello italiano a diminuire, esattamente come avvenuto negli anni precedenti. Il mercato del lavoro italiano non cessa quindi di creare nuovi posti di lavoro Òda immigratiÓ (oltre 170mila solo nell'ultimo anno). é tuttavia il tasso di disoccupazione a mostrare il peggioramento del quadro occupazionale degli immigrati. Il tasso di disoccupazione degli stranieri registra infatti, secondo i dati della Direzione generale dell'immigrazione del Ministero del Lavoro, un ulteriore aumento negli ultimi dodici mesi (dall'11,6% al 12,1%).

La maggior parte degli stranieri ha un lavoro subordinato. Il rapporto di lavoro degli stranieri  soprattutto di tipo dipendente (gli autonomi sono solo il 14,2% degli extra Ue e lĠ11,5% degli stranieri comunitari, mentre tra gli italiani la stessa ÒvoceÓ raggiunge il 26,2%). Da segnalare anche unĠincidenza di contratti temporanei tra gli stranieri pi alta della media (16,1% e 12,8% rispettivamente per lavoratori Ue ed extra Ue, contro il 9,6% degli italiani) e una concentrazione nel settore industriale (soprattutto in quello tradizionale delle costruzioni, dove la presenza di occupati stranieri  doppia rispetto agli italiani). Circa nove occupati extra Ue su dieci (otto su dieci tra i comunitari) sono operai (anche qui unĠincidenza pi che doppia rispetto a quella che si registra tra gli italiani). Analoga l'incidenza legata alla posizione di impiegato: uno su due italiani occupati  impiegato, ma soltanto il 13,4% degli stranieri Ue e lĠ8,5% degli extra Ue lo sono. Il divario si allarga ancora di pi passando a considerare quadri e dirigenti: sommate insieme le due categorie assorbono il 10% degli italiani occupati, ma solo il 2,4% degli stranieri Ue e uno sparuto 0,6% dei lavoratori extra Ue.

Diminuisce la domanda di immigrati ad alta qualificazione professionale. Insieme a poche altre eccezioni tra cui Spagna, Grecia e Messico, lĠItalia  in controtendenza rispetto alla crescita registrata nellĠultimo decennio in tutti gli altri Paesi Ocse della quota di immigrati ad alta qualificazione professionale. Le previsioni di nuove assunzioni programmate per il 2011 e rilevate attraverso il Sistema informativo Excelsior, confermano che circa la metˆ dei posti di lavoro non richiede nessuna formazione specifica, mentre solo il 4,5% richiede un livello di istruzione universitario (nel caso delle assunzioni di carattere stagionale questi valori passano addirittura rispettivamente al 56% e allo 0,5%).

 

3) GLI ALUNNI STRANIERI

Nell'anno scolastico 2011/2012 gli alunni stranieri sono 755.939[1]. Gli alunni con cittadinanza non italiana corrispondono allĠ8,4% del totale della popolazione studentesca (+6,4% rispetto allĠanno precedente). Riguardo alla cittadinanza, ai primi posti ci sono i rumeni (141mila) seguiti dagli albanesi (103mila) e dai marocchini (96mila). é la scuola primaria a raccogliere la maggioranza degli iscritti (9,5% sul totale degli iscritti alle primarie), anche se lĠaumento annuo pi significativo ha riguardato ancora una volta le scuole secondarie di secondo grado. Cresce inoltre il numero di alunni figli di immigrati nati in Italia: nel 2011/2012 rappresentano il 44,2% degli alunni con cittadinanza non italiana, per un totale di 334.284 presenze.

Il primato va alla Lombardia. La Lombardia si conferma la prima regione per il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana, il 24,4% del totale degli alunni con cittadinanza non italiana, infatti,  iscritto nelle scuole lombarde (184.592 studenti). Seguono il Veneto, con lĠ11,8% (89.367 studenti), e lĠEmilia Romagna con lĠ11,5% (86.944 studenti).

Gli studenti con cittadinanza non italiana si concentrano nellĠistruzione tecnica e professionale. I dati inoltre mettono in rilievo che esistono notevoli differenze nelle preferenze scolastiche tra gli italiani e gli stranieri, che rendono ancora pi evidente il fenomeno della canalizzazione formativa degli stranieri. Mentre infatti gli alunni stranieri nati allĠestero si concentrano negli istituti professionali (40,4%) e negli istituti tecnici (38%), seguiti a distanza dal binomio liceo classico–liceo scientifico (13,4%), allĠestremo opposto gli italiani prediligono i licei classico o scientifico (35%), gli istituti tecnici (33,3%) e, in misura minore, quelli professionali (18,9%).

Molti si iscrivono alla formazione professionale. In base ai dati Isfol presentati nellĠultimo Rapporto Ismu nell'anno scolastico 2010/2011  emerso un dato interessate: 27.628 allievi di nazionalitˆ straniera hanno frequentato i percorsi di istruzione e formazione professionale per l'assolvimento dell'obbligo di istruzione e formazione, concentrati soprattutto in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte. Gli allievi stranieri, nelle diciassette regioni e province autonome monitorate, rappresentano il 15,2% degli iscritti dei percorsi triennali, a fronte di una media del 7,2% di studenti con nazionalitˆ non italiana nelle scuole di secondo grado. A questi si aggiungono i giovani frequentanti i corsi monitorati dal Servizio istruzione degli adulti: 11.694 minori frequentano i Ctp (Centri territoriali permanenti per lĠeducazione degli adulti), 229 sono iscritti ai corsi serali presso le scuole secondarie di secondo grado e 970 frequentano le scuole carcerarie.

Le ragazze straniere abbandonano precocemente gli studi pi delle italiane. Elevata la percentuale di abbandoni di stranieri: tra i 18-24enni nel 2010 la quota di stranieri che ha abbandonato prematuramente gli studi o la formazione professionale  stata del 43,8%, a fronte del 16,4% degli italiani. Il divario tra italiani e stranieri  pi accentuato nella componente femminile: il 42,1% delle giovani straniere, contro il 12,7% delle italiane (+29,4%), a fronte del 45,6% dei maschi stranieri contro il 19,9% degli italiani (+25,7%). Questi ragazzi potrebbero ingrossare le fila dei Neet (Not in education, employment, or training: giovani che nŽ studiano nŽ lavorano) e che possono diventare, in tempi di crisi economica, sociale e occupazionale, unĠemergenza sociale. In futuro potrebbe persino accadere che i figli ottengano titoli di studio inferiori ai loro padri.

 

 

 

 

4) CRIMINALITË E DEVIANZA DEGLI IMMIGRATI

Nel 2011 le persone denunciate in totale sono 930.521, di cui 295.785 stranieri, ovvero il 31,8% , in linea con gli anni scorsi (solo nel 2008 cĠ stato il picco del +35%). Rispetto al 2010 lĠaumento  del 7,8% (da 274.364 a 295.785), poco superiore a quello degli italiani (del 7%). EĠ una variazione non significativa dovuta, per ipotesi, a una maggiore incisivitˆ delle forze dellĠordine.

Aumentano i furti e le rapine. La crisi economica incide sui tipi di reato degli stranieri: il peggioramento delle loro condizioni di vita li porta a commettere soprattutto crimini legati alla sopravvivenza. La maggior parte dei denunciati, infatti, commette reati contro il patrimonio, in aumento rispetto al 2010 (i furti segnano +31,8%, le rapine +38,1%), una quota minore  dedita a delitti contro la persona (omicidi, violenze sessuali, ecc.) che registrano un -5,1% sul 2010. In particolare gli stranieri commettono per lo pi furti in esercizi commerciali, il 59,5% (+15,6% sul 2010), furti in abitazione, 48,7% (+52,5% ) e rapine in abitazione, 48,7% (+43,6%).

Cala l'incidenza dei detenuti stranieri. Al 31 agosto 2012 gli stranieri detenuti sono il 35,9%, 23.773 su un totale di 66.271, stabili rispetto al 2011 quando erano il 36%. Si tratta perlopi di marocchini (4.620, 19,4% dei detenuti stranieri), rumeni (3.656, 15,4%), tunisini (3.001, 12,6%), albanesi (2.829, 11,9%), nigeriani (1.073, 4,5%), algerini (668, 2,8%), egiziani (542, 2,3%), ex jugoslavi (450, 1,9%), senegalesi (408, 1,7%) e cinesi (322, 1,4%).
Stranieri sfavoriti.
In base al piano carceri, contro il sovraffollamento, a fine agosto 2012 tra i detenuti usciti gli stranieri sono il 27,2%. Considerato che i condannati in via definitiva stranieri sono circa il 33% e mediamente scontano pene pi brevi, il beneficio  concesso di pi agli italiani. Gli stranieri detenuti sono sfavoriti perchŽ pi spesso sono in prigione senza una condanna definitiva: in carcere ogni cento condannati stranieri, ce ne sono altri 82 imputati (cio in attesa di giudizio), mentre ogni cento italiani condannati ci sono 58 imputati.

 

5) COME E' VISTA L'IMMIGRAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA

L'attuale crisi economico-finanziaria ha deviato l'attenzione dell'opinione pubblica sui temi economici. Infatti in base ai dati raccolti dalla Commissione europea e presentati nell'Eurobarometro 2012, per i cittadini europei l'immigrazione  tra gli ultimi problemi che in questo momento affliggono l'Europa, mentre prima della primavera del 2011 l'immigrazione era considerata dal 20% degli intervistati uno dei problemi pi importanti. Oggi a preoccupare di pi i cittadini Ue sono in ordine di importanza: la situazione economica (54% per cento degli intervistati), lo stato delle finanze pubbliche (34%), la disoccupazione (32%), l'inflazione (15%), e infine l'immigrazione (9%) e l'influenza della Ue nel mondo (7%). In particolare in Italia il 42% degli intervistati considera che la crisi economica  la prioritˆ che il nostro governo deve affrontare mentre solo il 3% pensa che la prioritˆ sia l'immigrazione. Questa tendenza  confermata dalle indagini dell'Osservatorio europeo sulla sicurezza: negli ultimi cinque anni in Italia il tema immigrazione associato a quello della criminalitˆ ha registrato una discesa di ben 23 punti percentuali in termini di incidenza sul livello attuale di vita, al contrario delle emergenze economiche che registrano un aumento di oltre 28 punti percentuali.

 

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[1]   I dati dell'anno scolastico 2011/2012 sono stati resi noti dal Miur nell'ottobre 2012, dopo la stesura del XVIII Rapporto nazionale sulle migrazioni 2012 della Fondazione Ismu.