Il libro di Nadan Petrovic Rifugiati, profughi, sfollati denso e agile, ricco di informazioni e di piacevole lettura. Solo chi ha vissuto esperienze e acquisito conoscenze non superficiali pu proporci un lavoro interessante e .. Ce lo ricorda Predrag Matvejević nella sentita postfazione, nella quale ricorda che il lavoro anche il frutto, oltre che di unesperienza sul campo anche del percorso privato dellautore, che arrivato in Italia nel 1992 a seguito degli eventi bellici nella ex Yugoslavia. Capitalizzando la sua esperienza professionale nel settore giuridico. Egli segue da vicino la levolversi della prassi, della legislazione, in un primo momento come beneficiario delle stesse, in seguito come coprotagonista della costruzione del sistema stesso. Infatti Nadan Petrovic ha ricoperto lincarico di Responsabile del sistema nazionale asilo, tra gli altri anche di consulente del Capo Dipartimento per limmigrazione del Ministero dellInterno. Non a caso, il libro ha meritato le presentazioni di Laurens Jolles delegato Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati del sud Europa) e di Jos Angel Oropeza, Direttore dellUfficio di coordinamento per il Mediterraneo dellOIM.
Il tema affrontato nel libro di Nadan Petrovic Rifugiati, profughi, sfollati di grande rilevanza da un punto di vista politico e civile. La rilevanza del fenomeno oramai evidente anche sotto laspetto statistico. A fianco dellincremento esponenziale del numero di cittadini stranieri residenti in Italia (dal mezzo milione circa del 1987, raddoppiato nel decennio successivo, agli attuali 4.000.000) si registra gi da anni una crescita costante di richieste di protezione internazionale: 31.097 domande presentate nel 2008 a fronte delle 10.348 del 2006 e delle 12.703 del 2007 a dimostrazione del passaggio definitivo di status dellItalia da Paese demigrazione ma anche desilio a Paese di immigrazione e di asilo. Proprio nel 2008 il nostro Paese si collocato al quarto posto tra le mete prescelte dai richiedenti protezione internazionale, subito dopo gli Stati Uniti, Canada e Francia. Nadan Petrovic propone unanalisi dellevoluzione della legislazione e delle prassi realizzate nellambito della tutela del diritto dasilo in Italia, dalla Costituzione del 1948 fino ai suoi pi recenti sviluppi[1].
Nello stesso periodo di riferimento, particolare attenzione altres posta al processo di armonizzazione delle politiche europee sullasilo e alla loro influenza sulle attuali politiche nazionali in materia. Parallelamente al panorama legislativo italiano, viene infatti riportato nel dettagliato il percorso di armonizzazione delle politiche europee sullasilo, volto alla creazione di uno spazio unico in materia di politiche di immigrazione e asilo (unattenzione particolare dedicata al processo di recepimento delle Direttive UE che non solo hanno portato a modificare la normativa nazionale in vigore adeguandola a quanto richiesto dal diritto comunitario, ma ha completamente rivoluzionato il quadro preesistente).
Oltre al doppio binario nazionale ed europeo, lanalisi si articola su pi piani fra loro interconnessi ‒ da quello storico-politico a quello giuridico e sociologico ‒ al fine di descrivere i molteplici aspetti che attraversano e compongono il quadro eterogeneo e multiforme dellasilo restituendone tutta la complessit.
Lanalisi infatti non trascura di considerare la posizione assunta dalle istituzioni centrali, dalle autonomie locali e dal terzo settore di fronte ad una situazione a lungo caratterizzata dalla mancanza di punti di riferimento legislativi organici e chiari e dalla totale assenza di politiche e strumenti di accoglienza, assistenza e integrazione di richiedenti asilo e rifugiati. Lo scritto – pur affrontando criticamente i difetti di un approccio emergenziale alla materia, coincidente soprattutto con i periodi di maggiore incidenza degli sbarchi ‒ non manca di valorizzare loriginalit del modello italiano di accoglienza, basato su un sistema di governance multilivello ossia sulla realizzazione di interventi decentrati ed integrati, promossi dagli enti locali attraverso lattivazione di reti territoriali basate sul dialogo fra centro e periferie e sulla partecipazione degli attori pubblici e privati presenti sul territorio.
. Laurens Jolles
che non mancano di cogliere unitamente in queste pagine possiamo identificare quali siano le lacune del sistema e ricavare importanti spunti di riflessione su quali possano essere i prossimi passi per giungere ad un reale miglioramento del processo di accoglienza e di integrazione. Le lacune del nostro sistema non mancano, e non coinvolgono il sistema solo dal punto di vista giuridico, qui il giudizio non coinvolge lautore ma scaturisce dalla mia se pur breve esperienza diretta di Direttore Generale dellimmigrazione del Ministero del Lavoro, nonch dallinteresse e dallimpegno sulla materia alla meritevole attenzione e alle iniziative delle amministrazioni locali! Allattivit del Ministero dellInterno si accompagnato un progressivo svuotamento del ruolo dellAmministrazione Centrale del Lavoro e del Welfare, senza distinzioni di fasi e maggioranze politiche. Ne conseguita levidente frammentazione e disomogeneit delle politiche di accoglienza e integrazione, limite principale. Anche lanalisi di Nadan Petrovic pur non giungendo a conclusioni cos, aiuta a cogliere la problematicit.
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Non da ultimo, nelle conclusioni lautore, partendo dai risultati della ricerca ma anche dalla sua esperienza professionale (egli ha ricoperto, tra gli altri, lincarico di Responsabile del Programma Nazionale Asilo, di Direttore del Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti asilo e Rifugiati nonch di consulente del Capo Dipartimento per lImmigrazione del Ministero dellInterno), non manca di avanzare alcune proposte di prospettive future al fine di meglio definire il fenomeno alla luce degli recenti sviluppi.
Questo lavoro anche il frutto – oltrech di unesperienza sul campo - di un percorse privato dellautore che arriva in Italia nel 1992 a seguito degli eventi bellici in ex Jugoslavia. Capitalizzando la sua esperienza professionale nel settore giuridico - con specializzazione in diritto internazionale umanitario - egli segue da vicino levolversi delle prassi e della legislazione, in un primo momento come beneficario delle stesse, in seguito come co-protagonista della costruzione del sistema stesso.
[1] Lo scritto prende avvio dallesame dellevoluzione della disciplina nazionale sul diritto dasilo affrontando cronologicamente il quadro giuridico di riferimento a partire dal Dettato Costituzionale (art. 10 comma 3) e dalla legge n. 722/54 di ratifica della Convenzione di Ginevra sul riconoscimento dello status di rifugiato. La dissertazione procede quindi nella trattazione dei provvedimenti legislativi varati nel corso degli anni 70 e 80 per far fronte agli arrivi dei primi gruppi di rifugiati de facto (comprese le eccezioni applicate al cosiddetto principio di riserva geografica) per arrivare, infine, a prendere in esame la legge 39/90 (nota anche come legge Martelli) che pone le basi di un embrionale sistema dasilo nazionale. Il quadro normativo completato dallanalisi delle ultime disposizioni legislative in materia, quali la legge 189/02 ed i relativi regolamenti attuativi e la Direttiva interministeriale sui minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo.