Newsletter periodica
d’informazione
(aggiornata alla data del
14 febbraio 2012)
Estesa mobilitazione sindacale contro
la tassa sui permessi di soggiorno
o
Dipartimento Politiche
Migratorie: appuntamenti pag. 2
o
Tassa sui permessi
– Italia, sit in contro gli aumenti pag. 2
o
Contro la “tassa di
soggiorno” manifestazioni in tutta Italia pag. 3
o
Cgil,Cisl,Uil: “il
governo faccia un passo indietro” pag. 4
o
Territori –
Bolzano: protesta contro il caro permessi
pag. 4
o
Territori –
Venezia: “eliminare la tassa” – Brescia: sit-in in Piazza Duomo
pag. 5
o
Territori –
Genova: manifestazione in Prefettura pag. 6
o
Territori –
Napoli: presidio contro la tassa – Palermo davanti la Prefettura pag. 7
o
Immigrazione e Lavoro
– Il contratto di soggiorno va in pensione pag. 7
o
Società –
Rapporto sulla coesione sociale 2011 pag. 8
o
Stagionali –
Assunzioni più veloci pag. 9
o
Discriminazioni- La nuova social card
esclude i rifugiati pag.10
A cura del
Servizio Politiche Territoriali della Uil
Dipartimento
Politiche Migratorie
Rassegna ad
uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL
Tel.
064753292- 4744753- Fax: 064744751
Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti
Roma, 16 febbraio 2012, ore 14.00, piazza
S. Apostoli
Sit – In regionale davanti la
Prefettura di Roma per protesta contro l’aumento della tassa di soggiorno per
gli immigrati
(Guglielmo Loy, Giuseppe Casucci)
Roma, 16 febbraio 2012, ore 09.00, Sala
Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Via di Santa Maria
37
UNAR: Conferenza “contrasto della
discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”
(Angela Scalzo)
Roma, 16 febbraio 2012, ore 11.00, sede
CNEL
ONC: Presentazione alla stampa
dell’VIII° Rapporto su indici di integrazione sociale degli stranieri in
Italia”
(Giuseppe Casucci)
Roma, 23 febbraio 2012, ore 9.30, sede
Cgil nazionale
Riunione tavolo nazionale
immigrazione
(Giuseppe Casucci)
Roma, 23 febbraio 2012, ore 14.00, via
Assisi 41
CIR – Focus group sul
progetto: “Rifugiati: le strade dell’integrazione”
(Giuseppe Casucci)
Tassa sui permessi
Per centinaia
di migliaia di cittadini stranieri l’entrata in vigore degli effetti del
decreto Tremonti - Maroni con i nuovi aumenti per i rinnovi dei permessi di
soggiorno è una vera e propria bastonata. Si tratta di cifre molto alte, che
vanno dagli 80 fino ai 200 euro a persona. Una tassa che nessuno degli
interessati ha esitato a definire “razzista” dato che, quando un cittadino
italiano deve rinnovare un documento, paga una marca da bollo da 5,42 euro ed è
fatta. “Perché per noi immigrati non è così?”. I rinnovi che presto scadranno
sono circa 600mila ma, di questi, oltre la metà rischiano di non essere
autorizzati a causa della crisi occupazionale. Il Governo Monti, che ha
ereditato la nuova norma spacca immigrato, non sembra essere intenzionato a
cancellarne i rincari e almeno perora sta solo affrontando la semplificazione
delle procedure di rinnovo e di rilascio delle autorizzazioni. Tanto che i
sindacati confederali hanno deciso di fare pressione sull’Esecutivo con una
serie di presidi davanti alle Prefetture. I primi sono partiti oggi, come in
Sicilia, nelle nove province, o in Toscana, e proseguiranno in tutta la
penisola. Ma alcune manifestazioni sono già state portate in piazza, come a
Napoli venerdì scorso, in quello che è stata ribattezzato il Mutanda Day.
Sfidando freddo e pioggia, decine di immigrati hanno steso un filo davanti a
piazza del Plebiscito e vi hanno appeso decine di mutande. Quindi hanno
consegnato una lettera in prefettura, dove sono stati puntualizzati i motivi
della protesta.
“Siamo in attesa che il Governo passi dalle parole ai fatti, sulla base di
quanto dichiarato dal ministro Cancellieri che ha annunciato la volontà di
intervenire in tempi brevi sulla normativa relativa ai permessi di soggiorno”,
hanno dichiarato, in una nota congiunta, i segretari confederali di Cgil, Vera
Lamonica, Cisl, Liliana Ocmin, e Uil, Guglielmo Loy. “La sovrattassa va quanto
meno rimodulata – si legge nel comunicato – poiché così com’è non è
accettabile né per il peso sulle famiglie immigrate, né per la sua
finalizzazione. Inoltre è urgente che il governo intervenga rapidamente sulla
durata del permesso di soggiorno per coloro che hanno perso il lavoro,
concretizzando quanto più volte annunciato dai ministri Riccardi e Cancellieri.
Riconfermiamo la richiesta al governo di aprire su questo, come sul complesso
delle norme sull’immigrazione, a partire dal recepimento della direttiva Ue (la
numero 52), un confronto di merito che porti a soluzioni efficaci e
condivisibili”. Così, Cgil, Cisl e Uil sono in mobilitazione oggi e nei
prossimi giorni, “per dare voce a chi è chiamato a pagare un costo sociale
iniquo e per ribadire la necessità di affrontare attraverso strumenti organici,
l’implementazione di politiche di integrazione degli immigrati e delle loro
famiglie che sono presenti sul nostro territorio e che come tutti i cittadini, hanno
dei doveri, ma anche dei diritti che vanno rispettati”.
Contro la “tassa di soggiorno”
Sit – in, manifestazioni ed incontri in
prefettura in decine di città in tutta Italia
Dall’Alto Adige alla Sicilia, malgrado il
clima inclemente, migliaia di lavoratori stranieri ed italiani si sono riuniti
per protestare davanti le prefetture in decine di città. I sit – in sono
stati organizzati da Cgil, Cisl e UIL per chiedere il ritiro della nuova tassa
sui permessi di soggiorno.
Roma, 13 febbraio 2012 – Malgrado
il tempo inclemente, a partire dallo scorso 10 febbraio, centinaia di strutture
sindacali territoriali hanno risposto in tutta Italia all’appello alla
mobilitazione lanciato da Cgil, Cisl e Uil per protestare contro l’aumento
della tassa (fino a 200 €) necessaria – a partire da questo mese - per
avere il permesso di soggiorno o il suo rinnovo. In molte città, malgrado la
neve, centinaia di lavoratori hanno presidiato le piazze davanti le prefetture
e – in molti casi – hanno ottenuto un incontro con il prefetto per
chiedergli di farsi interprete delle proteste con il Ministero dell’Interno. “Siamo
in attesa – hanno dichiarato in una nota le tre Confederazioni a livello
nazionale - che il Governo passi dalle parole ai fatti, sulla base di quanto
dichiarato dalla ministra Cancellieri che ha annunciato la volontà di
intervenire in tempi brevi sulla normativa relativa ai permessi di soggiorno,
ed in particolare sulla sovrattassa già entrata in vigore”. “La sovrattassa va
quanto meno rimodulata, poiché così com'è non è accettabile, né per il peso
sulle famiglie immigrate, né per la sua finalizzazione. Inoltre è urgente che
il governo intervenga rapidamente sulla durata del permesso di soggiorno per
coloro che hanno perso il lavoro, concretizzando quanto più volte annunciato dai ministri Riccardi e
Cancellieri”. “Riconfermiamo la richiesta al governo di aprire su questo, come
sul complesso delle norme sull'immigrazione, a partire dal recepimento della
direttiva EU n.52, un confronto di merito che porti a soluzioni efficaci e
condivisibili”. Pubblichiamo una lista parziale delle manifestazioni realizzate
ed alcune rinviate per cause climatiche. La mobilitazione continuerà per tutto
il mese di febbraio.
Manifestazioni realizzate il 10
febbraio 2011.
Bolzano – Realizzato sit
– in davanti al Commissariato del Governo, al termine del quale una
delegazione ha incontrato il viceprefetto;
Trieste - Cause climatiche
è stato fatto solo un comunicato unitario.
Udine – Presidio
realizzato dalle 11.00 alle 12.00 davanti alla Prefettura.
Venezia – Lo scorso 3
febbraio, una delegazione di Cgil, Cisl e Uil si è recata dal prefetto per sensibilizzarlo affinché si faccia portavoce
presso il ministro Cancellieri sulla necessità di eliminare o almeno rivedere
la nuova tassa sul permesso di soggiorno.
Padova – Realizzato sit
- in con incontro in prefettura.
Vicenza - un sit in è stato organizzato in località Contrà
Gazzolle, per i lavoratori immigrati di Cgil Cisl e Uil che chiedono
l'abolizione della nuova tassa in vigore dal 30 gennaio per finanziare i
rimpatri“
Rovigo – Realizzato in mattinata sit - in con
incontro in prefettura.
Milano – Realizzato nel pomeriggio sit -
in con incontro in prefettura.
Lecco – Realizzato sit
in davanti la Prefettura, dalle ore 17.00;
Bergamo - Sit in davanti alla
prefettura, a partire dalle 16.00
Brescia – Cgil, Cisl, Uil hanno dato vita ad una
manifestazione davanti alla Prefettura, dalle 10 alle 12;
Varese – Tenuto il
presidio unitario davanti alla Prefettura, a partire dalle ore 14.30.
Torino - I sindacati
hanno presidiato l’Ufficio Immigrazione della questura di Torino, poi una
delegazione ha incontrato il prefetto.
Genova - Iniziativa realizzata
nel pomeriggio con sit in dalle
16.30, con volantinaggio.
Modena – Incontro di una
delegazione sindacale unitaria con il Prefetto;
Piacenza - I segretari cittadini di Cigl, Cisl e Uil, insieme con i
responsabili dei rispettivi Uffici Immigrazione, sono stati ricevuti questa
mattina dal Prefetto di Piacenza in occasione del sit-in che si è svolto a
partire dalle 11;
Firenze – Cgil, Cisl,
UIL hanno organizzato un sit - in
con incontro in prefettura dalle 11 alle 12.
Prato – E’ stata mandata,
da parte di Cgil, Cisl, Uil, al prefetto una lettera di protesta contro la tassa
e per maggiore celerità sul rilascio permessi.
Napoli – Realizzata
manifestazione in Piazza del Plebiscito, davanti alla Prefettura.
Reggio Calabria – Organizzato
sit – in unitario davanti la prefettura. E' stato anche richiesto un
incontro.
Palermo – Realizzato sit
– in, a partire dalle ore 16.00, con incontro in prefettura;
Siracusa – Realizzato sit
–in dalle 09.00 alle 11.00,
davanti a Prefettura;
Agrigento - Realizzato sit
–in dalle 10.00 alle 13.30,
davanti a Prefettura;
Catania - Realizzato sit –
in, a partire dalle ore 17.30, davanti a Prefettura;
Messina – Realizzato sit
– in dalle 16.00 alle 18.00, davanti a Prefettura;
Enna – Realizzato sit –
in davanti alla Prefettura a partire dalle ore 11.00
Trapani – Realizzato sit
in mattinata con incontro col
prefetto;
Caltanissetta – Appuntamento a
partire dalle ore 11.00 davanti la prefettura.
Ravenna - Iniziativa spostata a
sabato 18 febbraio 2012. Sit
– in davanti la Prefettura dalle 11.00 alle 12.00.
Bologna - Manifestazione
spostata per motivi climatici
Rimini – Manifestazione spostata per
motivi climatici;
Abruzzo – Cgil, Cisl e Uil
regionali hanno inviato alle prefetture cittadine un documento in cui si chiede
il ritiro della tassa sui permessi di soggiorno. La mobilitazione è stata
rinviata a causa del cattivo tempo;
Roma – L’iniziativa è
stata spostata a giovedì 16 febbraio (ore 11.00) piazza S. Apostoli. E'
stato richiesto incontro con Prefetto.
Cgil, Cisl, Uil al Governo:
rivedere la soprattassa sul permesso di soggiorno – Comunicato stampa
Roma, 10 febbraio
2012 - Cgil, Cisl e UIL, richiedono ai Ministri competenti una decisa revisione
della sopratassa sul permesso di soggiorno e della sua finalizzazione e
chiedono al Governo di avviare da subito un confronto serio con le Parti
Sociali per trovare soluzioni condivise, ragionevoli, equilibrate ed eque
al fenomeno dell’immigrazione, per evitare così situazioni di disagio
diffuso a quanti, lavoratori e famiglie, presenti onestamente sul nostro
territorio, contribuiscono al benessere economico e sociale del Paese.
Con l’introduzione della soprattassa si richiede alle famiglie immigrate un
sforzo economico oneroso e insostenibile. La soprattassa, non tiene conto delle
difficoltà di coloro che hanno perso il lavoro o che sono in cerca di
occupazione così come non tiene in considerazione la composizione ed il reddito
del nucleo familiare degli immigrati. E’ inoltre iniquo che gli immigrati
debbano pagare di più un servizio che lo Stato non riesce a fornire nei tempi
di legge previsti. Per questo Cgil, Cisl e Uil, sono in mobilitazione oggi e
nei prossimi giorni, per dare voce a chi è chiamato a pagare un costo sociale
iniquo e per ribadire la necessità di affrontare attraverso strumenti organici,
l’implementazione di politiche di integrazione degli immigrati e delle loro
famiglie che sono presenti sul nostro territorio e che come tutti i cittadini,
hanno dei doveri, ma anche dei diritti che vanno rispettati.
Dai territori
Alto Adige
Bolzano, protesta immigrati per il
<caro> permessi
Bolzano, 11 febbraio 2012 – La
finanziaria d’agosto, firmata dall’ex ministro Tremonti, ha portato agli
aumenti del bollo sui permessi di soggiorno. Dallo scorso 30 gennaio, la norma
è entrata in vigore, oggi un permesso fino a sei mesi costa 80 euro, fino ad un
anno ne costa 100, e oltre il forfait è di 200. Troppo, lamentano le
organizzazioni sindacali confederate. La protesta è scattata ieri su tutto il
territorio nazionale e a Bolzano i diversi rappresentanti dei sindacati Cgil,
Cisl e Uil hanno organizzato un presidio di fronte al Commissariato del Governo,
per esprimere tutto il loro dissenso verso la sovrattassa che, come
sottolineano loro stessi, ancora una volta colpirà solo le fasce più deboli. <
Quello che vogliono da Roma è un vero e proprio furto nei confronti degli immigrati
– ha commentato Artan Mullaymeri, responsabile servizio immigrati della
UIL- non è accettabile: è una decisione presa senza pensare a quanto possa
gravare non solo sul singolo , ma sulle famiglie , che già debbono fare molti
sacrifici per arrivare alla fine del mese>. A Presente anche il presidente
della Rete dei diritti senza voce, Bassamba Diaby, che ha ottenuto di essere
ricevuto dal vice prefetto per consegnare una lettera indirizzata alle quattro
più alte cariche dello Stato. <Il bollo, così come è configurato – si
legge nella lettera – rappresenta un’ingiusta tassa sulla legalità, che
finirà per emarginare chi, in condizioni di povertà ma senza aver fatto nulla
di male, non potrà fare altro che rassegnarsi allo stato di
clandestinità>.
Dal 30 gennaio, con
la pubblicazione del decreto degli ex ministri Tremonti e Maroni, il costo
della pratica di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno per gli immigrati
è aumentato con una tassa aggiuntiva da 80 a 200 euro, che va ad aggiungersi ai
precedenti 70. Una famiglia di quattro persone adulte arriva così a
superare la spesa di 1.000 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno. È una
tassa ingiusta e discriminatoria, denunciano Cgi, Cisl e Uil di Venezia: "Colpisce pesantemente i
lavoratori stranieri e le foro famiglie che già contribuiscono con il loro
lavoro, le imposte e i contributi al fabbisogno economico del paese. A questo,
si aggiunge la beffa: con la metà di queste risorse, gli immigrati regolarmente
soggiornanti pagheranno i costi di rimpatrio degli immigrati irregolari. Siamo
in attesa che il governo passi dalle parole ai fatti, sulla base di quanto
dichiarato dal ministro dell'Interno Cancellieri, che ha annunciato la volontà
di intervenire in tempi brevi sulla normativa relativa ai permessi di
soggiorno, in particolare sulla sovrattassa già entrata in vigore". "La sovrattassa va eliminata o quanto meno rimodulata – continuano i confederali –, poiché non è accettabile né
per il peso sulle famiglie immigrate né per la sua finalizzazione. La crisi
investe pesantemente questo territorio, 9.000 posti di lavoro “bruciati” negli
ultimi 3 anni, e i lavoratori stranieri, presenti in modo massiccio in appalti
e subappalti, oltre a perdere il posto di lavoro, spesso sono privi di
ammortizzatori sociali. Inoltre, è urgente che il governo intervenga
rapidamente sulla durata del permesso di soggiorno per coloro che hanno perso
il posto di lavoro, concretizzando quanto più volte annunciato dai ministri
Riccardi e Cancellieri. Riconfermiamo la richiesta al governo di aprire su
questo, come sul complesso delle norme sull’immigrazione, a partire dal
recepimento della direttiva Eu n. 52, un confronto di merito che porti a
soluzioni efficaci e condivisibili". Su queste basi, una delegazione di
Cgil Cisl e Uil di Venezia il 3 febbraio si è recata dal prefetto per
sensibilizzarlo affinché si faccia portavoce presso il ministro Cancellieri.
di Alessandro Gatta Brescia Today
Più il
tempo passa e più mi sento bresciano. Abbiamo scelto tre storie per raccontare il
presidio al Broletto, dove Cgil, Cisl e Uil uniti alle associazioni migranti
hanno voluto manifestare la loro indignazione contro la sovrattassa imposta
agli immigrati sui permessi di soggiorno, un ulteriore balzello che porta il contributo a un
totale compreso tra gli 80 e i 200 euro. Una protesta che è andata in scena
davanti a tutte le Prefetture d'Italia. "Siamo di fronte a una forzatura
che deve essere per forza rimodulata - ci spiega Giovanna Mantelli della Cisl -
e che penalizza pesantemente tutte le categorie, creando solo nuove problematiche.
E a questa sovrattassa si aggiungono tempi spesso lunghissima: la Questura sta
facendo un gran lavoro, ma solo a Brescia si contano 40mila immigrati, e c'è tanto arretrato
da smaltire. Per questo chiediamo una maggiore attenzione da parte del
ministero nei confronti di una Provincia come la nostra. La prima storia è
quella di Mustapha, in Italia da più di 22 anni, solo qualche anno in meno di chi sta scrivendo questo
pezzo. Lui il lavoro ce l'ha ma non può che essere solidale con chi sta peggio:
"Già costava caro prima, ora ci hanno messo anche questa sovrattassa
esagerata. Chi richiede il permesso di soggiorno per la prima volta dovrà
pagare più di 227 euro! E chi è ancora in attesa di occupazione invece dovrà
sborsare 107,5 euro.. Se non lavoro vuol dire che non ho soldi, se non lavoro
non ho entrate".“La seconda storia è quella di Wang
Shengping, da 18 anni in Italia e da 14 anni cittadina italiana.
Ha fatto l'assistente sociale e sanitaria, ora è mediatrice culturale, con un
figlio già grande. "Questa tassa non è giusta, soprattutto in un momento
di crisi come questo dove si fatica ad arrivare a fine mese. Non potevo non
essere qua oggi, io comprendo profondamente le difficoltà dei migranti, capisco
i loro problemi. Li ho dovuti affrontare anch'io". Un tema sempre attuale
in una Provincia che in alcune zone conta un numero di immigrati che il
percentuale supera il 20% della popolazione. "Proprio per questo chiediamo
un forte investimento per il territorio bresciano - ci spiega invece Damiano
Galletti della Cgil - la prima Provincia italiana per numero di immigrati.
Serve una struttura in grado di reggerli questi numeri, numeri in continuo
aumento". Obiettivi condivisi, tra sindacati e associazioni: "Il
ministro Cancellieri ha già dimostrato molta sensibilità, speriamo che
comprenda la gravità della situazione. Bisogna cancellare l'aumento
indiscriminato delle tasse sui permessi di soggiorno, e bisogna cominciare a
mettere mano alla Bossi-Fini. Legare il permesso di soggiorno al lavoro in un
momento di crisi non può che aumentare la clandestinità e dunque il lavoro nero. Una modalità illegale che non deve essere interesse
dello Stato. La terza storia è quella di Benaissa Hanchi, già noto alle
cronache bresciane come il coraggioso immigrato che tempo fa è salito sulla cupola della Loggia. In attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, si
barcamena tra un lavoro e l'altro, tra Bergamo e Dello, tra montacarichi e
giardini. "Faccio quello che posso, cerco sempre di dare il massimo. Ora
aspetto il permesso di soggiorno perché io voglio restare qui. Dopo
dieci anni comincio a sentirmi bresciano". Più il tempo passa e più mi sento bresciano.“
Genova, 10 fabbraio 2011 - Si sono riuniti a
decine oggi pomeriggio, nonostante il freddo pungente e il vento implacabile,
davanti alla Prefettura di Genova, per protestare contro la nuova tassa sui
permessi di soggiorno per i lavoratori immigrati "Una tassa profondamente
ingiusta - commentano i manifestanti - perchè colpisce gente che lavora e che
deve già pagare le tasse, l'affitto,e, il più delle volte, mantenere anche una
famiglia. Inoltre si tratta di una tassa individuale che si dovrebbe pagare ad
ogni rinnovo del permesso, e se pensiamo ad una famiglia composta da 4 o 5
persone, e che può arrivare fino a 200 € a testa, provate ad immaginare la
cifra considerevole che si troverebbe a dover sborsare un nucleo familiare già
in difficoltà" La manifestazione, promossa da Cgil, Cisl e Uil è ancora in
corso, mentre i rappresentanti dei sindacati sono stati ricevuti dal Prefetto
di Genova.
Sulla vicenda dei
permessi di soggiorno per i lavoratori migranti, Cgil, Cisl e Uil dichiarano
quindi di essere in attesa che il Governo passi dalle parole ai fatti, sulla
base di quanto dichiarato dalla ministra Cancellieri, che ha annunciato la
volontà di intervenire in tempi brevi sulla normativa, ed in particolare sul
super balzello entrato in vigore lo scorso 30 gennaio. Per Cgil, Cisl e Uil la
sovrattassa va infatti immediatamente ritirata perché considerata
inaccettabile, sia per il peso che grava sulle famiglie immigrate, ansia per la
sua finalizzazione. "Si tratta di una nuova gabella già entrata in vigore
che appesantisce il diritto a rimanere in Italia dei cittadini stranieri -
dichiarano i sindacati - La norma prevede tre diversi livelli di tassazione che
prima non esistevano: 80,100,200 euro. Inoltre alla tassa in oggetto non
corrisponde né la certezza dei tempi di fruizione, né la qualità del servizio,
né alcun principio di equità. E’ necessario quindi che il governo intervenga
rapidamente sulla durata del permesso di soggiorno per coloro che hanno perso
il lavoro, concretizzando quanto più volte annunciato dai ministri Riccardi e
Cancellieri. Riconfermiamo la richiesta al governo di aprire su questo tema,
come sul complesso delle norme sull'immigrazione, a partire dal recepimento
della direttiva EU n.52, un confronto di merito che porti a soluzioni efficaci
e condivisibili. Questa sovrattassa è uno dei prodotti nefasti del pacchetto
sicurezza i cui contenuti sono stati censurati dalla stessa Europa, é
sproporzionata rispetto al reddito medio di una famiglia straniera, è illogico
un aumento dei costi per un servizio che lo Stato non è in grado di fornire nei
tempi stabiliti dalla legge (20 giorni). Per queste ragioni, oltre al danno di
ritardi insopportabili, si infligge ai cittadini stranieri la beffa di pagare
di più per favorire, non l’integrazione, ma ordine pubblico e rimpatri".
Sotto
una pioggia incessante circa duecento immigrati hanno preso parte al presidio
davanti alla Prefettura in piazza Plebiscito, indetto in tutte le città
italiane da Cgil, Cisl e Uil, per protestare contro la “gabella” sul permesso
di soggiorno decisa dal precedente esecutivo: dagli 80 ai 200 euro per
richiesta e rinnovo. I manifestanti: “Così ci spingono verso la clandestinità”.
Edward, nigeriano, è a Napoli da sei anni, lavora come fattorino: “Per essere
qui oggi ho rinunciato alla mia paga giornaliera, un sacrificio per quello che
guadagno”, dice, “Ma ho sempre tenuto ad essere in regola. E ora con questa
nuova tassa non so se ce la farò”. Come lui sono in tanti in piazza a temere di
scivolare nella clandestinità. Dopo anni di lavoro, contributi e tasse pagate.
“Perché a differenza dei miei colleghi italiani sono obbligato a pagare questi
200 euro in più? Per il disturbo di essere straniero?”, si chiede Alex,
burkinabè. E’ in città dal 2000, già per due volte si è accodato alle lunghe
file alla Posta per rinnovare il permesso di soggiorno. “Mi erano scaduti i
contratti e ho vissuto l’angoscia dei sei mesi che mi separavano dal
diventare clandestino se non ne avessi trovato un altro. Ora subisco questa nuova
discriminazione. Dovremmo pagare sia io che mia moglie senza avere la certezza
che i nostri sacrifici servano almeno a garantire un futuro migliore a nostra
figlia”. Tra i manifestanti sono in tanti quelli che dicono di non avercelo più
un lavoro. Alcuni hanno ancora un permesso di soggiorno valido, altri sono già
scivolati nell’irregolarità. E’il caso di Emmanuel, ghanese: “Con la crisi chi
mi fa un contratto? Ora sono un libero professionista, per così dire, cerco la
giornata alle rotonde. Sono qui con due fratelli che pagheranno circa 400 euro.
Dopo cinque anni dovrei tornarmene da solo al Paese, non posso permettermelo”.
I sindacati. La supertassa, come la chiamano i manifestanti,
è stata voluta dagli ex ministri Maroni e Tremonti. E il nuovo governo aveva
annunciato una marcia indietro che fino a questo momento non c’è stata. I
sindacati ora promettono battaglia: ne chiedono l’abolizione o quanto meno una
rimodulazione. “Dal governo ci erano giunte rassicurazioni, e invece niente. Si
tratta di una forma di discriminazione fiscale. E’ una norma che spinge i
migranti verso la clandestinità, altro che tanto decantata integrazione”,
attacca il responsabile regionale Immigrazione della Cgil Jamal Qaddorah.
Sull’impiego del ricavato della nuova imposta punta il dito Saady Mohamed della
Cisl: “Il fondo sarà destinato solo in minima parte alle politiche di
accoglienza e allo sportello unico per i migranti. La parte più cospicua sarà
invece investita a favore delle forze dell’ordine e per i respingimenti, in aperta
violazione delle leggi europee. Ce la stanno mettendo tutta per spingere gli
immigrati verso l’irregolarità e l’invisibilità. Da loro lo stato pretende
doveri e non concede diritti”. Parole dure anche da parte della rappresentante
della Uil Luciana Del Fico. “Gli stranieri extracomunitari contribuiscono a
formare l’11 percento del nostro Pil. Svolgono molto spesso lavori umili e
sottopagati, come si può pensare di spremerli ulteriormente. Occorrerebbe anzi
prolungare da 6 mesi a un anno il termine dei permessi di soggiorno in caso di
perdita di occupazione”.
Le badanti. Un tempo quello del collaboratore domestico tra
i tanti lavori svolti dai migranti era quello che a Napoli dava maggiori
garanzie di regolarizzazione. Ora non è più così, a sentire un gruppo di
badanti. “Prima le famiglie tendevano a fare contratti, ora con la crisi
preferiscono pagare a nero oppure lasciano l’onere dei contributi al
lavoratore. 350 euro trimestrali al minimo della paga”, spiega Pilar Saavedra,
peruviana, responsabile di uno sportello di assistenza per Sudamericani. Negli
ultimi tre anni tra i 12mila latino-americani in città calcola una perdita di
posti di lavoro ufficiale superiore al 30 percento. “In realtà si preferisce
lavorare a nero. Come biasimare chi deve portare avanti una famiglia con 600
euro al mese?”.
Luca
Romano
di Markez
11
febbraio 2012 - Si è tenuto lo
scorso venerdì 10 febbraio, a partire dalle ore 16, davanti
alla Prefettura di Palermo, il
sit-in organizzato
da Cgil Cisl e Uil per protestare contro la tassa sui rinnovi del permesso di soggiorno degli
immigrati. ”E’ un colpo
insopportabile per le tasche delle famiglie degli immigrati – hanno spiegato Zaher Darwish,
Responsabile del settore immigrazione della Cgil palermitana, Mimmo Di Matteo
Segretario provinciale Cisl con delega all’immigrazione e Karem Basile del
Coordinamento immigrazione della Uil – intendiamo così sollecitare il
governo nazionale ad aprire un confronto con le parti sociali sulla normativa
relativa alla durata dei permessi di soggiorno, e in particolare sulla sopratassa già
entrata in vigore”. Gli immigrati dovranno versare 100 euro in più per il permesso, 200 per la carta di
soggiorno.
Immigrazione e Lavoro
LUNEDÌ 13
FEBBRAIO 2012 - Il decreto
legge sulle semplificazioni manda definitivamente in soffitta il modello Q. È
sufficiente la comunicazione di assunzione
Roma – 13 febbraio 2012 –
Chi assume un lavoratore straniero non deve più spedire il contratto di
soggiorno (modello q) allo sportello Unico per l’immigrazione, è sufficiente
fare la comunicazione di assunzione. Lo aveva già detto qualche mese fa il
ministero dell’Interno, da qualche giorno lo dice anche la legge. Secondo il
testo unico sull’immigrazione, datore di lavoro e lavoratore straniero devono
stipulare un contratto di soggiorno (modello q) con i dati di entrambi e le
condizioni del rapporto di lavoro. In più, il datore dichiara che il lavoratore
ha un alloggio e si impegna a rimborsare allo Stato le spese per un eventuale
rimpatrio. Dallo scorso aprile, tutte queste informazioni sono però presenti
anche nella comunicazione obbligatoria di assunzione (modello Unificato Lav).
Per evitare inutili doppioni, a fine novembre il
Viminale aveva spiegato in una circolare che i datori di lavoro, comprese le
famiglie che si avvalgono di colf, badanti o babysitter, non dovevano più
spedire il modello Q agli Sportelli Unici. Il decreto-legge
sulle semplificazioni arrivato
giovedì scorso in Gazzetta Ufficiale ha ribadito il contenuto di quella
circolare, dandogli forza di legge. Ecco, nel dettaglio, cosa dice l’articolo
17 comma 1 del : DECRETO-LEGGE 9 febbraio 2012, n. 5 (Disposizioni urgenti in
materia di semplificazione e di sviluppo):
“La comunicazione obbligatoria di cui all'articolo 9-bis, comma 2,
del decreto-legge 1° ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla
legge 28 novembre 1996, n. 608, assolve, a tutti gli effetti di legge, anche
agli obblighi di comunicazione della stipula del contratto di soggiorno per
lavoro subordinato concluso direttamente tra le parti per l'assunzione di
lavoratore in possesso di permesso di soggiorno, in corso di validità, che
abiliti allo svolgimento di attività di lavoro subordinato di cui all'articolo
5-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286”.
Elvio Pasca
Società
(dal
sito dell’Istat) Roma, 13 febbraio 2012 - Siamo 60 milioni di italiani. Più
precisamente al 1° gennaio 2011 sono 60 milioni e 626mila i residenti in
Italia, 286mila in più dell’anno precedente.
E’
la fotografia scattata dal secondo rapporto sulla coesione sociale elaborato a
tre: ministero del Lavoro, istat e Inps. Con l’obiettivo di fornire, in modo
particolare ai policy maker, a chi prende decisioni e governa, le
indicazioni basilari per conoscere le situazioni economiche e sociali sulle quali
intervenire per migliorare le condizioni di vita delle persone. In sintesi
vediamo alcuni dati.
Siamo sempre di più ma
c’è un motivo. L’incremento della popolazione è dovuto al saldo attivo
del movimento migratorio con l’estero (+6,3 per mille), che compensa l’effetto
negativo del saldo naturale. Il saldo complessivo è del +4,7 per mille.
Gli stranieri residenti nel nostro Paese sono 4 milioni e 570 mila (+335 mila rispetto all’anno
precedente) e costituiscono circa l’8% della popolazione. Le cittadinanze straniere
maggiormente rappresentate (sempre al 1° gennaio 2011) sono quella romena (969
mila residenti), la comunità albanese (483 mila residenti) e quella marocchina
(452 mila residenti).
Nascono più bambini fuori
del matrimonio. Nel 2010 sono stati iscritti in Anagrafe circa 562 mila
nati. Un bambino su quattro (25,4%) è nato al di fuori del matrimonio, il
doppio di quanti erano dieci anni prima. Ogni 100 nati iscritti in Anagrafe nel
2009, 18 hanno almeno un genitore straniero; di questi, 14 hanno i genitori
entrambi stranieri. Il numero medio di figli per donna si attesta a 1,41, con
valori pari a 2,23 per le donne straniere e a 1,31 per quelle italiane.
Meno matrimoni, trend in
discesa degli ultimi anni. In Italia sono stati celebrati circa 231
mila matrimoni (anno 2009), 16 mila in meno rispetto all’anno precedente; si
conferma quindi il trend discendente degli ultimi anni. Crescono, invece, i
matrimoni celebrati con rito civile, i quali sono ormai più di un terzo del
totale (37,2%), triplicati rispetto al 1980.
Ci si sposa di meno e
sempre più tardi: l’età media al primo matrimonio è di 33,1
anni per gli uomini e di 30,1 anni per le donne (anno 2009), con uno
spostamento in avanti di circa 6 anni rispetto al 1980.
Ci si separa di più, si
va dal giudice sempre più spesso.Nel 2009 le separazioni legali sono
state circa 86 mila (+2,1% rispetto a un anno prima) e i divorzi 54 mila
(+0,2%). L’instabilità coniugale è in continua crescita: nel 1980 ogni 1.000
matrimoni si registravano 91 separazioni e 37 divorzi, nel 2009 se ne contano
rispettivamente 373 e 236.
Siamo più anziani e
longevi. Continua ad aumentare anche l’aspettativa di vita della
popolazione italiana, pari a 79,2 anni per gli uomini e a 84,4 per le donne,
con un guadagno rispettivamente di circa nove e sette anni in confronto a
trent’anni prima. Il trend è crescente anche per le persone in età avanzata: un
uomo di 65 anni può aspettarsi di vivere altri 18,4 anni e una donna altri 21,4
anni, un ottantenne altri 8,4 e una ottantenne 10,1 anni. A livello
territoriale, l’area del Paese più longeva è quella del Centro nord.
Poche nascite e tanti
anziani. I bassi
livelli di fecondità, congiuntamente al notevole aumento della sopravvivenza,
rendono l’Italia uno dei paesi più vecchi al mondo. Al 1 gennaio 2011 si
registrano 144,5 anziani ogni 100 giovani. E’ un trend destinato a crescere:
secondo le previsioni attuali, nel 2050 ci saranno 256 anziani ogni 100
giovani. L’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione di 65
anni e più e la popolazione fino a 14 anni) è passato da 111,6 nel 1995 a 144,5
nel 2011. Questa tendenza proseguirà anche nei prossimi anni: secondo le stime,
l’indice sarà pari a 205,3 nel 2030, a 256,3 nel 2050. Il Sud (Isole escluse)
si conferma l’area territoriale più giovane del Paese: l’indice di vecchiaia è
pari a 119,3, rispetto a 158,5 del Nord-ovest e 160,4 del Centro. Cresce anche
l’indice di dipendenza, misurato dal rapporto percentuale fra la popolazione in
età non attiva (0-14 anni e 65 e più) e quella in età attiva (15-64 anni), che
passa dal 45,5% del 1995 al 52,3 del 2011. Nel 2050 questo rapporto dovrebbe
salire a 84,7.
Allegati
pdf (137 KB)
Volume I a cura del Ministero del Lavoro
pdf (908 KB)
Volume II a cura di Istat, Inps e Min. Lavoro
pdf (791 KB)
zip (2 MB)
Lavoratori stagionali
In vigore il
decreto semplificazioni. Chi ha una nuova offerta di lavoro potrà essere
assunto senza dover prima tornare in patria.
Di Elvio
Pasca, http://www.stranieriinitalia.it/
Roma –
10 febbraio 2012 – Assunzioni più veloci e meno burocrazia per i
lavoratori stagionali extracomunitari, manodopera indispensabile per i settori
dell'agricoltura e turismo, grazie alle novità in vigore da oggi previste al
decreto legge sulle semplificazioni. Per semplificare le assunzioni
dei “veterani”, viene introdotto un meccanismo di silenzio assenso. Se lo
Sportello Unico per l'Immigrazione non risponde entro venti giorni alla
richiesta presentata dal datore di lavoro, questa “si intende accolta” e quindi
al lavoratore può essere subito rilasciato il visto per l'Italia. Questa norma riguarda però solo le
domande per lavoratori stagionali già autorizzati a entrare in Italia l'anno
precedente, regolarmente assunti dallo stesso datore di lavoro e tornati in
patria alla scadenza del permesso. Velocizza, insomma, le pratiche per i
lavoratori di fiducia richiamati ogni anno in Italia dalle stesse
imprese. La novità più incisiva riguarda però gli stagionali che, ad esempio
alla fine di un raccolto, hanno una nuova opportunità di lavoro stagionale,
presso la stessa impresa o presso un'altra.
Se il loro permesso è ancora valido, potranno essere subito
assunti e il permesso verrà rinnovato per tutta la durata del nuovo incarico,
fermo restando il limite massimo di nove mesi di permanenza in Italia.
Sopratutto, potranno mettersi al lavoro senza dover prima tornare in patria a
chiedere un nuovo visto di ingresso. Il
decreto parla poi delle autorizzazioni triennali all'ingresso per i
lavoratori che sono stati già in Italia, una novità in vigore dallo scorso
anno. E specifica una volta per tutte che "la richiesta
di assunzione, per le annualità successive
alla prima, può essere effettuata da un datore di lavoro anche diverso” da
quello che ha ottenuto la prima autorizzazione.
Discriminazioni
L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione
(Asgi) analizza il decreto Semplifica l’Italia nella parte in cui regolamenta
la nuova carta acquisti, o social card, e denuncia: viene estesa ai cittadini
comunitari e a chi ha il permesso di soggiorno, ma lascia ancora fuori i
rifugiati e i titolari di protezione sussidiaria. Non solo: il Governo informa
sul web che la carta varrà per i cittadini comunitari purché dell’area
Schengen, escludendo dunque dal beneficio i cittadini britannici, irlandesi,
romeni, bulgari e ciprioti, limitazione “contraria ai principi fondamentali di
uguaglianza tra i cittadini membri dell’UE” e irragionevole. La carta, insomma,
anche nella nuova sperimentazione, continua a essere discriminatoria.
L’associazione ricorda che il decreto prevede la sperimentazione di una nuova social card,
destinata alle famiglie in difficoltà economica, che affiancherà la vecchia
carta acquisti del 2008. Quest’ultima dunque continuerà a essere distribuita:
sono 40 euro al mese per circa un milione e 300mila cittadini italiani. La
gestione della nuova social card sarà affidata ai Comuni con più di 250 mila
abitanti, avrà durata di un anno e potrà contare su risorse per 50 milioni di
euro, prese dal fondo generale della Social card ordinaria. Entro tre mesi
saranno definiti i criteri di identificazione di chi potrà usare la nuova
social card. Nel frattempo, ci sono tre novità: saranno i Comuni con più di 250 mila abitanti a fare da intermediari nella
distribuzione della carta acquisti (sono quindi coinvolte le 12 città italiane
di maggiori dimensioni: Milano, Torino, Venezia, Verona, Genova, Bologna,
Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania e Palermo); l’importo non sarà uguale per tutti, ma
differenziato a seconda del nucleo familiare e del costo della vita nei comuni
coinvolti; la nuova social card sperimentale “andrà a beneficio anche dei
cittadini comunitari e dei cittadini extracomunitari titolari di un
“permesso CE per soggiornanti di lungo periodo” (la cosiddetta “carta di
soggiorno”)”.
Su questo punto si concentra l’Asgi, che denuncia come
“anche la nuova versione della ‘carta acquisti’continua ad escludere dalla sua fruizione i
rifugiati politici e i titolari della protezione sussidiaria,
in aperta violazione del principio di parità di trattamento”. L’associazione
ricorda che ad aprile 2011 aveva presentato alla Commissione europea un
esposto in
cui denunciava alle autorità europee il diniego all’accesso dei cittadini UE,
dei lungo soggiornanti e dei rifugiati alla “carta acquisti” e dei lungo
soggiornanti all’assegno per i nuclei familiari numerosi. Per l’associazione,
le nuove disposizioni sono carenti in quanto “la nuova ‘carta acquisti’ non
sostituisce quella precedente, ma si affianca -in via sperimentale nei soli
comuni con più di 250 mila abitanti- a quella già in vigore che continua dunque
a trovare applicazione sull’intero territorio nazionale rimanendo inalterati i
requisiti discriminatori di accesso fondati sulla cittadinanza italiana e
dunque contrari al diritto dell’Unione europea e ai principi costituzionali di
uguaglianza”. C’è poi il problema che la nuova carta acquisti continua
a escludere i rifugiati politici e i titolari di protezione sussidiaria.
“Si confida, pertanto, che in sede di dibattito parlamentare di conversione del
decreto-legge, potranno essere definitivamente rimossi i profili discriminatori
contrari al diritto europeo e ai principi costituzionali di eguaglianza
contenuti nella ‘carta acquisti’ istituita nel 2008, così come potrà
essere ugualmente rimossa l’ illegittima esclusione dei rifugiati e dei
titolari di protezione sussidiaria”, scrive l’associazione.
L’Asgi si sofferma però anche su quanto presente sul sito online del Governo, aggiornato a oggi,
si legge che “la nuova social card andrà a beneficio anche dei cittadini comunitari (purché dell’area Schengen) e deicittadini extracomunitari titolari di un “permesso CE per
soggiornanti di lungo periodo” (la cosiddetta “carta di soggiorno”)”. Perché solo area Schengen?
Per l’Associazione, “appare davvero incomprensibile come
il Governo, varando il nuovo provvedimento, annunci sul proprio sito web
che la nuova carta acquisti verrà in ogni caso estesa ai soli cittadini di Paesi membri dell’UE che fanno parte dello
‘Spazio Schengen’, con l’esclusione che ne conseguirebbe dunque dei cittadini
britannici, irlandesi, ma anche di romeni, bulgari e ciprioti.
Una tale limitazione, oltreché contraria ai principi fondamentali di
uguaglianza tra i cittadini membri dell’UE e allo stesso dettato normativo del
D.L., risulterebbe del tutto irragionevole e priva di qualsivoglia razionale
giustificazione. Si confida pertanto che, al riguardo, si sia trattato di uno
spiacevole errore che il Governo vorrà chiarire al più
presto”.