Newsletter periodica d’informazione

(aggiornata alla data del  14 febbraio 2012)

 

Estesa mobilitazione sindacale contro la tassa sui permessi di soggiorno

 

 

Sommario

 

o      Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti                                                                              pag. 2

o      Tassa sui permessi – Italia, sit in contro gli aumenti                                                                          pag. 2

o      Contro la “tassa di soggiorno” manifestazioni in tutta Italia                                                  pag. 3

o      Cgil,Cisl,Uil: “il governo faccia un passo indietro”                                                                pag. 4

o      Territori – Bolzano: protesta contro il caro permessi                                                               pag. 4

o      Territori – Venezia: “eliminare la tassa” – Brescia: sit-in in Piazza Duomo                              pag. 5

o      Territori – Genova: manifestazione in Prefettura                                                                                pag. 6

o      Territori – Napoli: presidio contro la tassa – Palermo davanti la Prefettura                              pag. 7

o      Immigrazione e Lavoro – Il contratto di soggiorno va in pensione                                            pag. 7

o      Società – Rapporto sulla coesione sociale 2011                                                                                   pag. 8

o      Stagionali – Assunzioni più veloci                                                                                                   pag. 9

o       Discriminazioni- La nuova social card esclude i rifugiati                                                      pag.10

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

Dipartimento Politiche Migratorie

Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.it                                                                                                      Anno X           n. 6



 

Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti

  


Roma, 16 febbraio 2012, ore 14.00, piazza S. Apostoli

Sit – In regionale davanti la Prefettura di Roma per protesta contro l’aumento della tassa di soggiorno per gli immigrati

(Guglielmo Loy, Giuseppe Casucci)

Roma, 16 febbraio 2012, ore 09.00, Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Via di Santa Maria 37

UNAR: Conferenza “contrasto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”

(Angela Scalzo)

Roma, 16 febbraio 2012, ore 11.00, sede CNEL

ONC: Presentazione alla stampa dell’VIII° Rapporto su indici di integrazione sociale degli stranieri in Italia”

(Giuseppe Casucci)

Roma, 23 febbraio 2012, ore 9.30, sede Cgil nazionale

Riunione tavolo nazionale immigrazione

(Giuseppe Casucci)

Roma, 23 febbraio 2012, ore 14.00, via Assisi 41

CIR – Focus group sul progetto: “Rifugiati: le strade dell’integrazione”

(Giuseppe Casucci)


 

Tassa sui permessi

 


Mobilitazione indetta da Cgil, Cisl,Uil

Italia, sit-in contro l’aumento della tassa sui permessi di soggiorno


Per centinaia di migliaia di cittadini stranieri l’entrata in vigore degli effetti del decreto Tremonti - Maroni con i nuovi aumenti per i rinnovi dei permessi di soggiorno è una vera e propria bastonata. Si tratta di cifre molto alte, che vanno dagli 80 fino ai 200 euro a persona. Una tassa che nessuno degli interessati ha esitato a definire “razzista” dato che, quando un cittadino italiano deve rinnovare un documento, paga una marca da bollo da 5,42 euro ed è fatta. “Perché per noi immigrati non è così?”. I rinnovi che presto scadranno sono circa 600mila ma, di questi, oltre la metà rischiano di non essere autorizzati a causa della crisi occupazionale. Il Governo Monti, che ha ereditato la nuova norma spacca immigrato, non sembra essere intenzionato a cancellarne i rincari e almeno perora sta solo affrontando la semplificazione delle procedure di rinnovo e di rilascio delle autorizzazioni. Tanto che i sindacati confederali hanno deciso di fare pressione sull’Esecutivo con una serie di presidi davanti alle Prefetture. I primi sono partiti oggi, come in Sicilia, nelle nove province, o in Toscana, e proseguiranno in tutta la penisola. Ma alcune manifestazioni sono già state portate in piazza, come a Napoli venerdì scorso, in quello che è stata ribattezzato il Mutanda Day. Sfidando freddo e pioggia, decine di immigrati hanno steso un filo davanti a piazza del Plebiscito e vi hanno appeso decine di mutande. Quindi hanno consegnato una lettera in prefettura, dove sono stati puntualizzati i motivi della protesta.
“Siamo in attesa che il Governo passi dalle parole ai fatti, sulla base di quanto dichiarato dal ministro Cancellieri che ha annunciato la volontà di intervenire in tempi brevi sulla normativa relativa ai permessi di soggiorno”, hanno dichiarato, in una nota congiunta, i segretari confederali di Cgil, Vera Lamonica, Cisl, Liliana Ocmin, e Uil, Guglielmo Loy. “La sovrattassa va quanto meno rimodulata – si legge nel comunicato – poiché così com’è non è accettabile né per il peso sulle famiglie immigrate, né per la sua finalizzazione. Inoltre è urgente che il governo intervenga rapidamente sulla durata del permesso di soggiorno per coloro che hanno perso il lavoro, concretizzando quanto più volte annunciato dai ministri Riccardi e Cancellieri. Riconfermiamo la richiesta al governo di aprire su questo, come sul complesso delle norme sull’immigrazione, a partire dal recepimento della direttiva Ue (la numero 52), un confronto di merito che porti a soluzioni efficaci e condivisibili”. Così, Cgil, Cisl e Uil sono in mobilitazione oggi e nei prossimi giorni, “per dare voce a chi è chiamato a pagare un costo sociale iniquo e per ribadire la necessità di affrontare attraverso strumenti organici, l’implementazione di politiche di integrazione degli immigrati e delle loro famiglie che sono presenti sul nostro territorio e che come tutti i cittadini, hanno dei doveri, ma anche dei diritti che vanno rispettati”.


 

 


Contro la “tassa di soggiorno”

Sit – in, manifestazioni ed incontri in prefettura in decine di città in tutta Italia

Permessi di soggiorno, domani sit in in Sicilia contro la tassa sui rinnovi Dall’Alto Adige alla Sicilia, malgrado il clima inclemente, migliaia di lavoratori stranieri ed italiani si sono riuniti per protestare davanti le prefetture in decine di città. I sit – in sono stati organizzati da Cgil, Cisl e UIL per chiedere il ritiro della nuova tassa sui permessi di soggiorno.


Roma, 13 febbraio 2012 – Malgrado il tempo inclemente, a partire dallo scorso 10 febbraio, centinaia di strutture sindacali territoriali hanno risposto in tutta Italia all’appello alla mobilitazione lanciato da Cgil, Cisl e Uil per protestare contro l’aumento della tassa (fino a 200 €) necessaria – a partire da questo mese - per avere il permesso di soggiorno o il suo rinnovo. In molte città, malgrado la neve, centinaia di lavoratori hanno presidiato le piazze davanti le prefetture e – in molti casi – hanno ottenuto un incontro con il prefetto per chiedergli di farsi interprete delle proteste con il Ministero dell’Interno. “Siamo in attesa – hanno dichiarato in una nota le tre Confederazioni a livello nazionale - che il Governo passi dalle parole ai fatti, sulla base di quanto dichiarato dalla ministra Cancellieri che ha annunciato la volontà di intervenire in tempi brevi sulla normativa relativa ai permessi di soggiorno, ed in particolare sulla sovrattassa già entrata in vigore”. “La sovrattassa va quanto meno rimodulata, poiché così com'è non è accettabile, né per il peso sulle famiglie immigrate, né per la sua finalizzazione. Inoltre è urgente che il governo intervenga rapidamente sulla durata del permesso di soggiorno per coloro che hanno perso il lavoro, concretizzando  quanto più volte annunciato dai ministri Riccardi e Cancellieri”. “Riconfermiamo la richiesta al governo di aprire su questo, come sul complesso delle norme sull'immigrazione, a partire dal recepimento della direttiva EU n.52, un confronto di merito che porti a soluzioni efficaci e condivisibili”. Pubblichiamo una lista parziale delle manifestazioni realizzate ed alcune rinviate per cause climatiche. La mobilitazione continuerà per tutto il mese di febbraio.

Manifestazioni realizzate il 10 febbraio 2011.

Bolzano – Realizzato sit – in davanti al Commissariato del Governo, al termine del quale una delegazione ha incontrato il viceprefetto;

Trieste - Cause climatiche è stato fatto solo un comunicato unitario. 

Udine – Presidio realizzato dalle 11.00 alle 12.00 davanti alla Prefettura.

Venezia – Lo scorso 3 febbraio, una delegazione di Cgil, Cisl e Uil si è recata dal prefetto per sensibilizzarlo affinché si faccia portavoce presso il ministro Cancellieri sulla necessità di eliminare o almeno rivedere la nuova tassa sul permesso di soggiorno.

Padova – Realizzato sit - in con incontro in prefettura. 

Vicenza -  un sit in è stato organizzato in località  Contrà Gazzolle, per i lavoratori immigrati di Cgil Cisl e Uil che chiedono l'abolizione della nuova tassa in vigore dal 30 gennaio per finanziare i rimpatri“

Rovigo  Realizzato in mattinata sit - in con incontro in prefettura. 

Milano   Realizzato nel pomeriggio sit - in con incontro in prefettura. 

Lecco – Realizzato sit in davanti la Prefettura, dalle ore 17.00;

Bergamo - Sit in davanti alla prefettura, a partire dalle 16.00

Brescia  Cgil, Cisl, Uil hanno dato vita ad una manifestazione davanti alla Prefettura, dalle 10  alle 12;

Varese – Tenuto il presidio unitario davanti alla Prefettura, a partire dalle ore 14.30.

Torino - I sindacati hanno presidiato l’Ufficio Immigrazione della questura di Torino, poi una delegazione ha incontrato il prefetto. 

Genova - Iniziativa realizzata nel pomeriggio con  sit in dalle 16.30, con volantinaggio.

Modena – Incontro di una delegazione sindacale unitaria con il Prefetto;

Piacenza - I segretari cittadini di Cigl, Cisl e Uil, insieme con i responsabili dei rispettivi Uffici Immigrazione, sono stati ricevuti questa mattina dal Prefetto di Piacenza in occasione del sit-in che si è svolto a partire dalle 11;

Firenze – Cgil, Cisl, UIL hanno organizzato un  sit - in con incontro in prefettura dalle 11 alle 12. 

Prato – E’ stata mandata, da parte di Cgil, Cisl, Uil, al prefetto una lettera di protesta contro la tassa e per maggiore celerità sul rilascio permessi.

Napoli – Realizzata manifestazione in Piazza del Plebiscito, davanti alla Prefettura.

Reggio Calabria – Organizzato sit – in unitario davanti la prefettura. E' stato anche richiesto un incontro.

Palermo – Realizzato sit – in, a partire dalle ore 16.00, con incontro in prefettura;

Siracusa – Realizzato sit –in dalle 09.00 alle 11.00,  davanti a Prefettura;

Agrigento - Realizzato sit –in dalle 10.00 alle 13.30,  davanti a Prefettura;

Catania - Realizzato sit – in, a partire dalle ore 17.30, davanti a Prefettura;

Messina – Realizzato sit – in dalle 16.00 alle 18.00, davanti a Prefettura;

Enna – Realizzato sit – in davanti alla Prefettura a partire dalle ore 11.00

Trapani – Realizzato sit in  mattinata con incontro col prefetto;

Caltanissetta – Appuntamento a partire dalle ore 11.00 davanti la prefettura.

Ravenna - Iniziativa spostata a sabato 18 febbraio 2012.  Sit – in davanti la Prefettura dalle 11.00 alle 12.00.

Bologna - Manifestazione spostata per motivi climatici

Rimini –   Manifestazione spostata per motivi climatici;

Abruzzo – Cgil, Cisl e Uil regionali hanno inviato alle prefetture cittadine un documento in cui si chiede il ritiro della tassa sui permessi di soggiorno. La mobilitazione è stata rinviata a causa del cattivo tempo;

Roma – L’iniziativa è stata spostata a giovedì 16 febbraio (ore 11.00) piazza S. Apostoli. E' stato richiesto incontro con Prefetto. 



Cgil, Cisl, Uil al Governo: rivedere la soprattassa sul permesso di soggiorno – Comunicato stampa


Roma, 10 febbraio 2012 - Cgil, Cisl e UIL, richiedono ai Ministri competenti una decisa revisione della sopratassa sul permesso di soggiorno e della sua finalizzazione e chiedono al Governo di avviare da subito un confronto serio con le Parti Sociali per trovare soluzioni condivise, ragionevoli, equilibrate ed eque  al  fenomeno dell’immigrazione, per evitare così situazioni di disagio diffuso a quanti, lavoratori e famiglie, presenti onestamente sul nostro territorio,  contribuiscono al benessere economico e sociale del Paese. Con l’introduzione della soprattassa si richiede alle famiglie immigrate un sforzo economico oneroso e insostenibile. La soprattassa, non tiene conto delle difficoltà di coloro che hanno perso il lavoro o che sono in cerca di occupazione così come non tiene in considerazione la composizione ed il reddito del nucleo familiare degli immigrati. E’ inoltre iniquo che gli immigrati debbano pagare di più un servizio che lo Stato non riesce a fornire nei tempi di legge previsti. Per questo Cgil, Cisl e Uil, sono in mobilitazione oggi e nei prossimi giorni, per dare voce a chi è chiamato a pagare un costo sociale iniquo e per ribadire la necessità di affrontare attraverso strumenti organici, l’implementazione di politiche di integrazione degli immigrati e delle loro famiglie che sono presenti sul nostro territorio e che come tutti i cittadini, hanno dei doveri, ma anche dei diritti che vanno rispettati.


Dai territori

 


Alto Adige

Bolzano, protesta immigrati per il <caro> permessi


Bolzano, 11 febbraio 2012 – La finanziaria d’agosto, firmata dall’ex ministro Tremonti, ha portato agli aumenti del bollo sui permessi di soggiorno. Dallo scorso 30 gennaio, la norma è entrata in vigore, oggi un permesso fino a sei mesi costa 80 euro, fino ad un anno ne costa 100, e oltre il forfait è di 200. Troppo, lamentano le organizzazioni sindacali confederate. La protesta è scattata ieri su tutto il territorio nazionale e a Bolzano i diversi rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un presidio di fronte al Commissariato del Governo, per esprimere tutto il loro dissenso verso la sovrattassa che, come sottolineano loro stessi, ancora una volta colpirà solo le fasce più deboli. < Quello che vogliono da Roma è un vero e proprio furto nei confronti degli immigrati – ha commentato Artan Mullaymeri, responsabile servizio immigrati della UIL- non è accettabile: è una decisione presa senza pensare a quanto possa gravare non solo sul singolo , ma sulle famiglie , che già debbono fare molti sacrifici per arrivare alla fine del mese>. A Presente anche il presidente della Rete dei diritti senza voce, Bassamba Diaby, che ha ottenuto di essere ricevuto dal vice prefetto per consegnare una lettera indirizzata alle quattro più alte cariche dello Stato. <Il bollo, così come è configurato – si legge nella lettera – rappresenta un’ingiusta tassa sulla legalità, che finirà per emarginare chi, in condizioni di povertà ma senza aver fatto nulla di male, non potrà fare altro che rassegnarsi allo stato di clandestinità>. 


 

 


Venezia: sindacati, eliminare tassa permesso di soggiorno

I sindacati: “Una famiglia di immigrati dovrà spendere oltre 1.000 euro per il rinnovo”

http://www.rassegna.it/


Dal 30 gennaio, con la pubblicazione del decreto degli ex ministri Tremonti e Maroni, il costo della pratica di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno per gli immigrati è aumentato con una tassa aggiuntiva da 80 a 200 euro, che va ad aggiungersi ai precedenti 70. Una famiglia di quattro persone adulte arriva così a superare la spesa di 1.000 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno. È una tassa ingiusta e discriminatoria, denunciano Cgi, Cisl e Uil di Venezia: "Colpisce pesantemente i lavoratori stranieri e le foro famiglie che già contribuiscono con il loro lavoro, le imposte e i contributi al fabbisogno economico del paese. A questo, si aggiunge la beffa: con la metà di queste risorse, gli immigrati regolarmente soggiornanti pagheranno i costi di rimpatrio degli immigrati irregolari. Siamo in attesa che il governo passi dalle parole ai fatti, sulla base di quanto dichiarato dal ministro dell'Interno Cancellieri, che ha annunciato la volontà di intervenire in tempi brevi sulla normativa relativa ai permessi di soggiorno, in particolare sulla sovrattassa già entrata in vigore". "La sovrattassa va eliminata o quanto meno rimodulata – continuano i confederali –, poiché non è accettabile né per il peso sulle famiglie immigrate né per la sua finalizzazione. La crisi investe pesantemente questo territorio, 9.000 posti di lavoro “bruciati” negli ultimi 3 anni, e i lavoratori stranieri, presenti in modo massiccio in appalti e subappalti, oltre a perdere il posto di lavoro, spesso sono privi di ammortizzatori sociali. Inoltre, è urgente che il governo intervenga rapidamente sulla durata del permesso di soggiorno per coloro che hanno perso il posto di lavoro, concretizzando quanto più volte annunciato dai ministri Riccardi e Cancellieri. Riconfermiamo la richiesta al governo di aprire su questo, come sul complesso delle norme sull’immigrazione, a partire dal recepimento della direttiva Eu n. 52, un confronto di merito che porti a soluzioni efficaci e condivisibili". Su queste basi, una delegazione di Cgil Cisl e Uil di Venezia il 3 febbraio si è recata dal prefetto per sensibilizzarlo affinché si faccia portavoce presso il ministro Cancellieri.


 

 

 

 


Brescia - In Piazza Duomo per dire no alle nuove tasse sul permesso di soggiorno

Sindacati e associazioni dei migranti in piazza per rivendicare equità e giustizia sociale. Contro la nuova sovrattassa che alza i costi del permesso di soggiorno fino a 200 euro: "Siamo bresciani anche noi"

di Alessandro Gatta Brescia Today

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Più il tempo passa e più mi sento bresciano. Abbiamo scelto tre storie per raccontare il presidio al Broletto, dove Cgil, Cisl e Uil uniti alle associazioni migranti hanno voluto manifestare la loro indignazione contro la sovrattassa imposta agli immigrati sui permessi di soggiorno, un ulteriore balzello che porta il contributo a un totale compreso tra gli 80 e i 200 euro. Una protesta che è andata in scena davanti a tutte le Prefetture d'Italia. "Siamo di fronte a una forzatura che deve essere per forza rimodulata - ci spiega Giovanna Mantelli della Cisl - e che penalizza pesantemente tutte le categorie, creando solo nuove problematiche. E a questa sovrattassa si aggiungono tempi spesso lunghissima: la Questura sta facendo un gran lavoro, ma solo a Brescia si contano 40mila immigrati, e c'è tanto arretrato da smaltire. Per questo chiediamo una maggiore attenzione da parte del ministero nei confronti di una Provincia come la nostra. La prima storia è quella di Mustapha, in Italia da più di 22 anni, solo qualche anno in meno di chi sta scrivendo questo pezzo. Lui il lavoro ce l'ha ma non può che essere solidale con chi sta peggio: "Già costava caro prima, ora ci hanno messo anche questa sovrattassa esagerata. Chi richiede il permesso di soggiorno per la prima volta dovrà pagare più di 227 euro! E chi è ancora in attesa di occupazione invece dovrà sborsare 107,5 euro.. Se non lavoro vuol dire che non ho soldi, se non lavoro non ho entrate".“La seconda storia è quella di Wang Shengping, da 18 anni in Italia e da 14 anni cittadina italiana. Ha fatto l'assistente sociale e sanitaria, ora è mediatrice culturale, con un figlio già grande. "Questa tassa non è giusta, soprattutto in un momento di crisi come questo dove si fatica ad arrivare a fine mese. Non potevo non essere qua oggi, io comprendo profondamente le difficoltà dei migranti, capisco i loro problemi. Li ho dovuti affrontare anch'io". Un tema sempre attuale in una Provincia che in alcune zone conta un numero di immigrati che il percentuale supera il 20% della popolazione. "Proprio per questo chiediamo un forte investimento per il territorio bresciano - ci spiega invece Damiano Galletti della Cgil - la prima Provincia italiana per numero di immigrati. Serve una struttura in grado di reggerli questi numeri, numeri in continuo aumento". Obiettivi condivisi, tra sindacati e associazioni: "Il ministro Cancellieri ha già dimostrato molta sensibilità, speriamo che comprenda la gravità della situazione. Bisogna cancellare l'aumento indiscriminato delle tasse sui permessi di soggiorno, e bisogna cominciare a mettere mano alla Bossi-Fini. Legare il permesso di soggiorno al lavoro in un momento di crisi non può che aumentare la clandestinità e dunque il lavoro nero. Una modalità illegale che non deve essere interesse dello Stato. La terza storia è quella di Benaissa Hanchi, già noto alle cronache bresciane come il coraggioso immigrato che tempo fa è salito sulla cupola della Loggia. In attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, si barcamena tra un lavoro e l'altro, tra Bergamo e Dello, tra montacarichi e giardini. "Faccio quello che posso, cerco sempre di dare il massimo. Ora aspetto il permesso di soggiorno perché io voglio restare qui. Dopo dieci anni comincio a sentirmi bresciano". Più il tempo passa e più mi sento bresciano.“


   

Genova - Manifestazione in Prefettura contro la tassa sui permessi di soggiorno


Immigrati - Manifestazione in Prefettura contro la tassa sui permessi di soggiornoGenova, 10 fabbraio 2011 - Si sono riuniti a decine oggi pomeriggio, nonostante il freddo pungente e il vento implacabile, davanti alla Prefettura di Genova, per protestare contro la nuova tassa sui permessi di soggiorno per i lavoratori immigrati "Una tassa profondamente ingiusta - commentano i manifestanti - perchè colpisce gente che lavora e che deve già pagare le tasse, l'affitto,e, il più delle volte, mantenere anche una famiglia. Inoltre si tratta di una tassa individuale che si dovrebbe pagare ad ogni rinnovo del permesso, e se pensiamo ad una famiglia composta da 4 o 5 persone, e che può arrivare fino a 200 € a testa, provate ad immaginare la cifra considerevole che si troverebbe a dover sborsare un nucleo familiare già in difficoltà" La manifestazione, promossa da Cgil, Cisl e Uil è ancora in corso, mentre i rappresentanti dei sindacati sono stati ricevuti dal Prefetto di Genova.

Sulla vicenda dei permessi di soggiorno per i lavoratori migranti, Cgil, Cisl e Uil dichiarano quindi di essere in attesa che il Governo passi dalle parole ai fatti, sulla base di quanto dichiarato dalla ministra Cancellieri, che ha annunciato la volontà di intervenire in tempi brevi sulla normativa, ed in particolare sul super balzello entrato in vigore lo scorso 30 gennaio. Per Cgil, Cisl e Uil la sovrattassa va infatti immediatamente ritirata perché considerata inaccettabile, sia per il peso che grava sulle famiglie immigrate, ansia per la sua finalizzazione. "Si tratta di una nuova gabella già entrata in vigore che appesantisce il diritto a rimanere in Italia dei cittadini stranieri - dichiarano i sindacati - La norma prevede tre diversi livelli di tassazione che prima non esistevano: 80,100,200 euro. Inoltre alla tassa in oggetto non corrisponde né la certezza dei tempi di fruizione, né la qualità del servizio, né alcun principio di equità. E’ necessario quindi che il governo intervenga rapidamente sulla durata del permesso di soggiorno per coloro che hanno perso il lavoro, concretizzando quanto più volte annunciato dai ministri Riccardi e Cancellieri. Riconfermiamo la richiesta al governo di aprire su questo tema, come sul complesso delle norme sull'immigrazione, a partire dal recepimento della direttiva EU n.52, un confronto di merito che porti a soluzioni efficaci e condivisibili. Questa sovrattassa è uno dei prodotti nefasti del pacchetto sicurezza i cui contenuti sono stati censurati dalla stessa Europa, é sproporzionata rispetto al reddito medio di una famiglia straniera, è illogico un aumento dei costi per un servizio che lo Stato non è in grado di fornire nei tempi stabiliti dalla legge (20 giorni). Per queste ragioni, oltre al danno di ritardi insopportabili, si infligge ai cittadini stranieri la beffa di pagare di più per favorire, non l’integrazione, ma ordine pubblico e rimpatri".


 

 

 

 

 

 

 


Napoli, presidio contro la tassa sul permesso di soggiorno


fotoSotto una pioggia incessante circa duecento immigrati hanno preso parte al presidio davanti alla Prefettura in piazza Plebiscito, indetto in tutte le città italiane da Cgil, Cisl e Uil, per protestare contro la “gabella” sul permesso di soggiorno decisa dal precedente esecutivo: dagli 80 ai 200 euro per richiesta e rinnovo. I manifestanti: “Così ci spingono verso la clandestinità”. Edward, nigeriano, è a Napoli da sei anni, lavora come fattorino: “Per essere qui oggi ho rinunciato alla mia paga giornaliera, un sacrificio per quello che guadagno”, dice, “Ma ho sempre tenuto ad essere in regola. E ora con questa nuova tassa non so se ce la farò”. Come lui sono in tanti in piazza a temere di scivolare nella clandestinità. Dopo anni di lavoro, contributi e tasse pagate. “Perché a differenza dei miei colleghi italiani sono obbligato a pagare questi 200 euro in più? Per il disturbo di essere straniero?”, si chiede Alex, burkinabè. E’ in città dal 2000, già per due volte si è accodato alle lunghe file alla Posta per rinnovare il permesso di soggiorno. “Mi erano scaduti i contratti e ho vissuto l’angoscia dei sei mesi che mi separavano  dal diventare clandestino se non ne avessi trovato un altro. Ora subisco questa nuova discriminazione. Dovremmo pagare sia io che mia moglie senza avere la certezza che i nostri sacrifici servano almeno a garantire un futuro migliore a nostra figlia”. Tra i manifestanti sono in tanti quelli che dicono di non avercelo più un lavoro. Alcuni hanno ancora un permesso di soggiorno valido, altri sono già scivolati nell’irregolarità. E’il caso di Emmanuel, ghanese: “Con la crisi chi mi fa un contratto? Ora sono un libero professionista, per così dire, cerco la giornata alle rotonde. Sono qui con due fratelli che pagheranno circa 400 euro. Dopo cinque anni dovrei tornarmene da solo al Paese, non posso permettermelo”.

 I sindacati. La supertassa, come la chiamano i manifestanti, è stata voluta dagli ex ministri Maroni e Tremonti. E il nuovo governo aveva annunciato una marcia indietro che fino a questo momento non c’è stata. I sindacati ora promettono battaglia: ne chiedono l’abolizione o quanto meno una rimodulazione. “Dal governo ci erano giunte rassicurazioni, e invece niente. Si tratta di una forma di discriminazione fiscale. E’ una norma che spinge i migranti verso la clandestinità, altro che tanto decantata integrazione”, attacca il responsabile regionale Immigrazione della Cgil Jamal Qaddorah. Sull’impiego del ricavato della nuova imposta punta il dito Saady Mohamed della Cisl: “Il fondo sarà destinato solo in minima parte alle politiche di accoglienza e allo sportello unico per i migranti. La parte più cospicua sarà invece investita a favore delle forze dell’ordine e per i respingimenti, in aperta violazione delle leggi europee. Ce la stanno mettendo tutta per spingere gli immigrati verso l’irregolarità e l’invisibilità. Da loro lo stato pretende doveri e non concede diritti”. Parole dure anche da parte della rappresentante della Uil Luciana Del Fico. “Gli stranieri extracomunitari contribuiscono a formare l’11 percento del nostro Pil. Svolgono molto spesso lavori umili e sottopagati, come si può pensare di spremerli ulteriormente. Occorrerebbe anzi prolungare da 6 mesi a un anno il termine dei permessi di soggiorno in caso di perdita di occupazione”.

Le badanti. Un tempo quello del collaboratore domestico tra i tanti lavori svolti dai migranti era quello che a Napoli dava maggiori garanzie di regolarizzazione. Ora non è più così, a sentire un gruppo di badanti. “Prima le famiglie tendevano a fare contratti, ora con la crisi preferiscono pagare a nero oppure lasciano l’onere dei contributi al lavoratore. 350 euro trimestrali al minimo della paga”, spiega Pilar Saavedra, peruviana, responsabile di uno sportello di assistenza per Sudamericani. Negli ultimi tre anni tra i 12mila latino-americani in città calcola una perdita di posti di lavoro ufficiale superiore al 30 percento. “In realtà si preferisce lavorare a nero. Come biasimare chi deve portare avanti una famiglia con 600 euro al mese?”.  

Luca Romano  


 


Palermo: sit-in contro tassa sui permessi di soggiorno


di Markez

11 febbraio 2012Si è tenuto lo scorso venerdì 10 febbraio, a partire dalle ore 16, davanti alla Prefettura di Palermo, il sit-in organizzato da Cgil Cisl e Uil per protestare contro la tassa sui rinnovi del permesso di soggiorno degli immigrati.  ”E’ un colpo insopportabile per le tasche delle famiglie degli immigrati – hanno spiegato Zaher Darwish, Responsabile del settore immigrazione della Cgil palermitana, Mimmo Di Matteo Segretario provinciale Cisl con delega all’immigrazione e Karem Basile del Coordinamento immigrazione della Uil – intendiamo così sollecitare il governo nazionale ad aprire un confronto con le parti sociali sulla normativa relativa alla durata dei permessi di soggiorno, e in particolare sulla sopratassa già entrata in vigore”. Gli immigrati dovranno versare 100 euro in più per il permesso, 200 per la carta di soggiorno.


 

Immigrazione e Lavoro


Il contratto di soggiorno non serve più, ora lo dice la legge

LUNEDÌ 13 FEBBRAIO 2012 -  Il decreto legge sulle semplificazioni manda definitivamente in soffitta il modello Q. È sufficiente la comunicazione di assunzione 


Roma – 13 febbraio 2012 – Chi assume un lavoratore straniero non deve più spedire il contratto di soggiorno (modello q) allo sportello Unico per l’immigrazione, è sufficiente fare la comunicazione di assunzione. Lo aveva già detto qualche mese fa il ministero dell’Interno, da qualche giorno lo dice anche la legge. Secondo il testo unico sull’immigrazione, datore di lavoro e lavoratore straniero devono stipulare un contratto di soggiorno (modello q) con i dati di entrambi e le condizioni del rapporto di lavoro. In più, il datore dichiara che il lavoratore ha un alloggio e si impegna a rimborsare allo Stato le spese per un eventuale rimpatrio. Dallo scorso aprile, tutte queste informazioni sono però presenti anche nella comunicazione obbligatoria di assunzione (modello Unificato Lav). Per evitare inutili doppioni, a fine novembre il Viminale aveva spiegato in una circolare che i datori di lavoro, comprese le famiglie che si avvalgono di colf, badanti o babysitter, non dovevano più spedire il modello Q agli Sportelli Unici. Il decreto-legge sulle semplificazioni arrivato giovedì scorso in Gazzetta Ufficiale ha ribadito il contenuto di quella circolare, dandogli forza di legge. Ecco, nel dettaglio, cosa dice l’articolo 17 comma 1 del : DECRETO-LEGGE 9 febbraio 2012, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo):

“La comunicazione obbligatoria di cui all'articolo 9-bis, comma 2, del decreto-legge 1° ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, assolve, a tutti gli effetti di legge, anche agli obblighi di comunicazione della stipula del contratto di soggiorno per lavoro subordinato concluso direttamente tra le parti per l'assunzione di lavoratore in possesso di permesso di soggiorno, in corso di validità, che abiliti allo svolgimento di attività di lavoro subordinato di cui all'articolo 5-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286”.

Elvio Pasca


 

Società


Ministero del Lavoro, Istat, Inps

Rapporto sulla coesione sociale 2011

Italia, un Paese di vecchi in crescita solo grazie agli immigrati.


(dal sito dell’Istat) Roma, 13 febbraio 2012 - Siamo 60 milioni di italiani. Più precisamente  al 1° gennaio 2011 sono 60 milioni e 626mila i residenti in Italia, 286mila in più dell’anno precedente.

 E’ la fotografia scattata dal secondo rapporto sulla coesione sociale elaborato a tre: ministero del Lavoro, istat e Inps. Con l’obiettivo di fornire, in modo particolare ai policy maker, a chi prende decisioni e governa,  le indicazioni basilari per conoscere le situazioni economiche e sociali sulle quali intervenire per migliorare le condizioni di vita delle persone. In sintesi vediamo alcuni dati.

Siamo sempre di più ma c’è un motivo. L’incremento della popolazione è dovuto al saldo attivo del movimento migratorio con l’estero (+6,3 per mille), che compensa l’effetto negativo del saldo naturale. Il saldo complessivo è del +4,7 per mille.  Gli stranieri residenti nel nostro Paese sono 4 milioni e 570 mila (+335 mila rispetto all’anno precedente) e costituiscono circa l’8% della popolazione. Le cittadinanze straniere maggiormente rappresentate (sempre al 1° gennaio 2011) sono quella romena (969 mila residenti), la comunità albanese (483 mila residenti) e quella marocchina (452 mila residenti).

Nascono più bambini fuori del matrimonio. Nel 2010 sono stati iscritti in Anagrafe circa 562 mila nati. Un bambino su quattro (25,4%) è nato al di fuori del matrimonio, il doppio di quanti erano dieci anni prima. Ogni 100 nati iscritti in Anagrafe nel 2009, 18 hanno almeno un genitore straniero; di questi, 14 hanno i genitori entrambi stranieri. Il numero medio di figli per donna si attesta a 1,41, con valori pari a 2,23 per le donne straniere e a 1,31 per quelle italiane.

Meno matrimoni, trend in discesa degli ultimi anni. In Italia sono stati celebrati circa 231 mila matrimoni (anno 2009), 16 mila in meno rispetto all’anno precedente; si conferma quindi il trend discendente degli ultimi anni. Crescono, invece, i matrimoni celebrati con rito civile, i quali sono ormai più di un terzo del totale (37,2%), triplicati rispetto al 1980.

Ci si sposa di meno e sempre più tardi: l’età media al primo matrimonio è di 33,1 anni per gli uomini e di 30,1 anni per le donne (anno 2009), con uno spostamento in avanti di circa 6 anni rispetto al 1980.

Ci si separa di più, si va dal giudice sempre più spesso.Nel 2009 le separazioni legali sono state circa 86 mila (+2,1% rispetto a un anno prima) e i divorzi 54 mila (+0,2%). L’instabilità coniugale è in continua crescita: nel 1980 ogni 1.000 matrimoni si registravano 91 separazioni e 37 divorzi, nel 2009 se ne contano rispettivamente 373 e 236.

Siamo più anziani e longevi. Continua ad aumentare anche l’aspettativa di vita della popolazione italiana, pari a 79,2 anni per gli uomini e a 84,4 per le donne, con un guadagno rispettivamente di circa nove e sette anni in confronto a trent’anni prima. Il trend è crescente anche per le persone in età avanzata: un uomo di 65 anni può aspettarsi di vivere altri 18,4 anni e una donna altri 21,4 anni, un ottantenne altri 8,4 e una ottantenne 10,1 anni. A livello territoriale, l’area del Paese più longeva è quella del Centro nord.

Poche nascite e tanti anziani. I bassi livelli di fecondità, congiuntamente al notevole aumento della sopravvivenza, rendono l’Italia uno dei paesi più vecchi al mondo. Al 1 gennaio 2011 si registrano 144,5 anziani ogni 100 giovani. E’ un trend destinato a crescere: secondo le previsioni attuali, nel 2050 ci saranno 256 anziani ogni 100 giovani. L’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione fino a 14 anni) è passato da 111,6 nel 1995 a 144,5 nel 2011. Questa tendenza proseguirà anche nei prossimi anni: secondo le stime, l’indice sarà pari a 205,3 nel 2030, a 256,3 nel 2050. Il Sud (Isole escluse) si conferma l’area territoriale più giovane del Paese: l’indice di vecchiaia è pari a 119,3, rispetto a 158,5 del Nord-ovest e 160,4 del Centro. Cresce anche l’indice di dipendenza, misurato dal rapporto percentuale fra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 e più) e quella in età attiva (15-64 anni), che passa dal 45,5% del 1995 al 52,3 del 2011. Nel 2050 questo rapporto dovrebbe salire a 84,7. 

Allegati

Nota per la stampa

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Volume I a cura del Ministero del Lavoro

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Volume II a cura di Istat, Inps e Min. Lavoro

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Tavole del volume II

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 Lavoratori stagionali


Assunzioni più veloci per i lavoratori stagionali

In vigore il decreto semplificazioni. Chi ha una nuova offerta di lavoro potrà essere assunto senza dover prima tornare in patria.

Di Elvio Pasca, http://www.stranieriinitalia.it/


Roma – 10 febbraio 2012 – Assunzioni più veloci e meno burocrazia per i lavoratori stagionali extracomunitari, manodopera indispensabile per i settori dell'agricoltura e turismo, grazie alle novità in vigore da oggi previste al decreto legge sulle semplificazioni. Per semplificare le assunzioni dei “veterani”, viene introdotto un meccanismo di silenzio assenso. Se lo Sportello Unico per l'Immigrazione non risponde entro venti giorni alla richiesta presentata dal datore di lavoro, questa “si intende accolta” e quindi al lavoratore può essere subito rilasciato il visto per l'Italia.  Questa norma riguarda però solo le domande per lavoratori stagionali già autorizzati a entrare in Italia l'anno precedente, regolarmente assunti dallo stesso datore di lavoro e tornati in patria alla scadenza del permesso. Velocizza, insomma, le pratiche per i lavoratori di fiducia richiamati  ogni anno in Italia dalle stesse imprese. La novità più incisiva riguarda però gli stagionali che, ad esempio alla fine di un raccolto, hanno una nuova opportunità di lavoro stagionale, presso la stessa impresa o presso un'altra.  Se il loro permesso è ancora valido,  potranno essere subito assunti e il permesso verrà rinnovato per tutta la durata del nuovo incarico, fermo restando il limite massimo di nove mesi di permanenza in Italia. Sopratutto, potranno mettersi al lavoro senza dover prima tornare in patria a chiedere un nuovo visto di ingresso.  Il decreto parla  poi delle autorizzazioni triennali all'ingresso per i lavoratori che sono stati già in Italia, una novità in vigore dallo scorso anno. E specifica una volta per tutte che "la  richiesta  di  assunzione,  per   le   annualità successive alla prima, può essere effettuata da un datore di  lavoro anche diverso” da quello che ha ottenuto la prima autorizzazione. 


 

Discriminazioni


Immigrati, Asgi: nuova social card ancora discriminatoria, esclude rifugiati


L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) analizza il decreto Semplifica l’Italia nella parte in cui regolamenta la nuova carta acquisti, o social card, e denuncia: viene estesa ai cittadini comunitari e a chi ha il permesso di soggiorno, ma lascia ancora fuori i rifugiati e i titolari di protezione sussidiaria. Non solo: il Governo informa sul web che la carta varrà per i cittadini comunitari purché dell’area Schengen, escludendo dunque dal beneficio i cittadini britannici, irlandesi, romeni, bulgari e ciprioti, limitazione “contraria ai principi fondamentali di uguaglianza tra i cittadini membri dell’UE” e irragionevole. La carta, insomma, anche nella nuova sperimentazione, continua a essere discriminatoria. L’associazione ricorda che il decreto prevede la sperimentazione di una nuova social card, destinata alle famiglie in difficoltà economica, che affiancherà la vecchia carta acquisti del 2008. Quest’ultima dunque continuerà a essere distribuita: sono 40 euro al mese per circa un milione e 300mila cittadini italiani. La gestione della nuova social card sarà affidata ai Comuni con più di 250 mila abitanti, avrà durata di un anno e potrà contare su risorse per 50 milioni di euro, prese dal fondo generale della Social card ordinaria. Entro tre mesi saranno definiti i criteri di identificazione di chi potrà usare la nuova social card. Nel frattempo, ci sono tre novità: saranno i Comuni con più di 250 mila abitanti a fare da intermediari nella distribuzione della carta acquisti (sono quindi coinvolte le 12 città italiane di maggiori dimensioni: Milano, Torino, Venezia, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania e Palermo); l’importo non sarà uguale per tutti, ma differenziato a seconda del nucleo familiare e del costo della vita nei comuni coinvolti; la nuova social card sperimentale “andrà a beneficio anche dei cittadini comunitari  e dei cittadini extracomunitari titolari di un “permesso CE per soggiornanti di lungo periodo” (la cosiddetta “carta di soggiorno”)”.

Su questo punto si concentra l’Asgi, che denuncia come “anche la nuova versione della ‘carta acquisti’continua ad escludere dalla sua fruizione i rifugiati politici e i titolari della protezione sussidiaria, in aperta violazione del principio di parità di trattamento”. L’associazione ricorda che ad aprile 2011 aveva presentato alla Commissione europea un esposto in cui denunciava alle autorità europee il diniego all’accesso dei cittadini UE, dei lungo soggiornanti e dei rifugiati alla “carta acquisti” e dei lungo soggiornanti all’assegno per i nuclei familiari numerosi. Per l’associazione, le nuove disposizioni sono carenti in quanto “la nuova ‘carta acquisti’ non sostituisce quella precedente, ma si affianca -in via sperimentale nei soli comuni con più di 250 mila abitanti- a quella già in vigore che continua dunque a trovare applicazione sull’intero territorio nazionale rimanendo inalterati i requisiti discriminatori di accesso fondati sulla cittadinanza italiana e dunque contrari al diritto dell’Unione europea e ai principi costituzionali di uguaglianza”. C’è poi il problema che la nuova carta acquisti continua a escludere i rifugiati politici e i titolari di protezione sussidiaria. “Si confida, pertanto, che in sede di dibattito parlamentare di conversione del decreto-legge, potranno essere definitivamente rimossi i profili discriminatori contrari al diritto europeo e ai principi  costituzionali di eguaglianza contenuti nella ‘carta acquisti’  istituita nel 2008, così come potrà essere ugualmente rimossa l’ illegittima esclusione dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria”, scrive l’associazione.

L’Asgi si sofferma però anche su quanto presente sul sito online del Governo, aggiornato a oggi, si legge che “la nuova social card andrà a beneficio anche dei cittadini comunitari (purché dell’area Schengen) e deicittadini extracomunitari titolari di un “permesso CE per soggiornanti di lungo periodo” (la cosiddetta “carta di soggiorno”)”. Perché solo area Schengen?

Per l’Associazione, “appare davvero incomprensibile come il Governo, varando il nuovo provvedimento,  annunci sul proprio sito web che la nuova carta acquisti verrà in ogni caso estesa ai soli cittadini di Paesi membri dell’UE che fanno parte dello ‘Spazio Schengen’, con l’esclusione che ne conseguirebbe dunque dei cittadini britannici, irlandesi, ma anche di romeni, bulgari e ciprioti. Una tale limitazione, oltreché contraria ai principi fondamentali di uguaglianza tra i cittadini membri dell’UE e allo stesso dettato normativo del D.L., risulterebbe del tutto irragionevole e priva di qualsivoglia razionale giustificazione. Si confida pertanto che, al riguardo, si sia trattato di uno spiacevole errore che il Governo vorrà chiarire al più presto”.