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Libri e Pubblicazioni : Edilizia: cresce la presenza di lavoratori stranieri
(22/12/11)

Nel settore delle costruzioni gli immigrati sono il 18% del totale dei lavoratori. Guadagnano meno degli italiani, sono occupati ai livelli più bassi e muoino di più. Tra loro, soprattutto al Centro-Nord, sta aumentando la sindacalizzazione. Sono i dati diffusi dal IV Rapporto Ires-Fillea sui lavoratori stranieri nel settore delle costruzioni.

Dai dati Istat relativi al 2010 emerge come il settore dlel costruzioni si confermi come quello con la maggiore presenza di lavoratori stranieri: sono complessivamente 349mila (36mila in più rispetto al 2009) e rappresentano il 18% del totale dei lavoratori. La loro presenza continua a crescere: infatti nel triennio 2008-2010 mentre gli italiani sono calati di oltre 100mila unità, gli stranieri sono cresciuti in valore assoluto di 62mila unità.

Nel settore è cresciuto del 5% il numero di imprese gestite da immigrati. Tuttavia, avverte la Fillea, spesso la scelta di diventare un lavoratore autonomo viene fatta dalla imprese e subita dal lavoratore che in questo modo perde le tutele e le garanzie del lavoro dipendente ed evita all’impresa di doversi occupare del suo costo.

Per quanto riguarda le retribuzioni, si registrano differenze tra lavoratori stranieri e italiani, differenze che si articolano anche rispetto alla distribuzione territoriale: se infatti un italiano del Centro-Nord guadagna in media 1.261 euro, lo straniero nella stessa area ne guadagna 1.166. La situazione è simile tra lavoratori italiani e stranieri del Sud: i primi percepiscono in media un salario di 1.108 euro, mentre i secondi di 986 euro.

Un ulteriore aspetto critico per la componente immigrata del comparto edile è quello riguardante il riconoscimento delle qualifiche: nel 2010 i dati CNCE mostrano come il 58% degli stranieri abbia lavorato con la qualifica di operaio comune rispetto al 31% dei lavoratori italiani.

Relativamente agli infortuni, i dati INAIL evidenziano come il settore delle costruzioni continui a essere tra i più rischiosi: circa il 21% degli infortuni registrati nel comparto riguardano lavoratori immigrati e il 12% degli infortuni denunciati da lavoratori non autoctoni è in edilizia. Nel caso degli infortuni mortali, il settore delle costruzioni continua a poter essere definito come “settore killer”. Anche in questo caso, gli stranieri sono i più coinvolti con 43 infortuni mortali ogni mille lavoratori contro i 35 degli italiani.

Infine un dato sulla sindalizzazione di questi lavoratori. Nel 2010 gli iscritti stranieri alla Fillea erano quasi 87mila, il 24% del totale. Ovviamente la maggioranza è iscritta nelle regioni centro-settentrionali e in alcuni casi, come nel Lazio, Veneto e Lombardia superano il 35% degli iscritti complessivi.

I lavoratori stranieri nel settore delle costruzioni. IV Rapporto Ires-Fillea, a cura di Emanuele Galossi – scheda di presentazione

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