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Libri e Pubblicazioni : Fondazione Leone Moressa: crescono le imprese con titolare straniero, ma dilaga l'attività in nero
(03/01/12)

Nel 2011 gli imprenditori stranieri sono aumentati del 5,7% rispetto all’anno precedente. Non è la stessa cosa se si guarda agli italiani dove si è registrato un calo dell’1,4%. A detta degli imprenditori autoctoni la sensazione è che le imprese gestite da immigrati non rispettino appieno le normative, c’è anche un problema di concorrenza sleale e soprattutto di dilagante abusivismo e attività in nero. Questi alcuni dei risultati di una ricerca della Fondazione Leone Moressa che ha indagato la percezione delle concorrenza delle imprese con titolare straniero tra 600 imprenditori italiani.


Sono 400mila gli imprenditori stranieri in Italia a giugno 2011, con un incremento rispetto al 2010 del 5,7%. Mentre i titolari italiani sono calati dell1,4%. Le province con maggiore presenza di immigrati nell’imprenditoria sono Roma (8%), Milano (6,8%) e Torino (5,1%). Il peso degli stranieri sul totale degli imprenditori è più forte a Prato (dove 1 imprenditore su 4 è straniero), seguono Treviso (16,8%), Firenze (15,2%) e Roma (14,8%).

Dall’indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa emerge che secondo gli intervistati le aziende con titolari stranieri rappresentano un problema in particolare per la concorrenza sleale legata alla vendita di prodotti e servizi a minor prezzo (57,5%) e di bassa qualità (15,1%) che determinano una svalutazione dei prodotti Made in Italy (27,4%). Tra tutti i settori di attività i più colpiti dalla concorrenza sleale sembrano essere il comparto tessile, del commercio, i bar e i ristoranti.

Altro problema è rappresentato dallo scarso rispetto delle normative. Mentre infatti il 70% delle imprese italiane rispetterebbe la norme sulla sicurezza (nel 76,8% dei casi), i contratti di lavoro (76,7%) e la normativa fiscale (71,4), le imprese con titolari stranieri rispetterebbero le norme sulla sicurezza solo nel 37,5% dei casi, i contratti di lavoro nel 36,6% dei casi e le normative fiscali nel 30,2% dei casi.

Per arginare questo problema, gli imprenditori intervistati suggeriscono l’incremento dei controlli da parte degli organi competenti, specie sulla fiscalità e sulle condizioni di lavoro, addirittura proponendo di limitare le concessioni dei permessi agli esercizi stranieri (13,8%).

Ma il problema maggiore risulta essere l’abusivismo e le attività in nero. In particolare il 59,6% degli intervistati ritiene che tali attività siano dannose per la propria azienda, mentre la concorrenza straniera risulta problematica per appena il 10,1% del campione. Il fenomeno risulterebbe abbastanza diffuso dal momento che il 38,3% è a conoscenza di attività in nero o abusive, in particolare nell’edilizia (50%) e nel commercio (40,9%).

Comunicato stampa

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