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Libri e Pubblicazioni : Fondazione Ismu: fino a 15mila euro per raggiungere l'Italia
(13/12/11)

E’ salato il conto che molti migranti e rifugiati sono costretti a pagare per arrivare in Italia: secondo stime della Fondazione Ismu diffuse nell’ultimo Rapporto sulle migrazioni 2011, pagano 7-10mila euro per i viaggi dalle coste dell’Africa subsahariana, 1-2mila euro per il passaggio tra Tunisia o Egitto o Libia e Italia, e fino a 15mila euro per le tratte dall’Afghanistan o dall’Iran.

Il Rapporto, presentato ieri a Milano, riferisce che nei primi 7 mesi del 2011 sono sbarcati in Italia 51.881 immigrati. Considerando un costo medio a persona che va tra i 4mila e gli 8mila euro, la Fondazione Ismu ha provato a calcolare il fatturato prodotto dagli smugglers mediterranei che trafficano con l’Italia: solo nei primi sette mesi del 2011 si aggirerebbe tra un minimo di 207 milioni e 524mila euro e un massimo di 415 milioni e 48mila ero. Tutto ciò equivale a un fatturato annuo che va dai 355 milioni e 755mila euro a 711 milioni e 511mila euro.

Interessanti anche i dati sul decreto flussi 2010-2011. Secondo le informazioni fornite dal Ministero dell’Interno sulle domande presentate a fine gennaio di quest’anno, il numero di richieste supera di sei volte il numero delle quote. Infatti per quanto riguarda il lavoro subordinato e le attività di collaborazione familiare e di assistenza alle persone destinate ai 19 paesi destinatari di quote di ingresso privilegiate, il numero di domande presentate è stato di 325mila ovvero sei volte di più dei posti disponibili (52.080 permessi). La mansione per la quale si è registrato il più alto afflusso di domande è quella di collaboratore/collaboratrice familiare (62,5%), seguita da quelle da lavoro alle dipendenze delle imprese (28,9%), mentre rimane molto indietro l’occupazione di assistente domiciliare (8,6%).

Inatteso nella graduatoria paesi di provenienza è il primo posto del Bangladesh, di cui né i dati ufficiali, né le ricerche di settore hanno mai documentato una rilevante partecipazione al mercato del lavoro domestico. Seguono Marocco, India ed Egitto. Soltanto al quinto posto Sri Lanka, al settimo Filippine, all’ottavo Ucraina e al nono Perù, nazionalità di cui è ben noto l'insediamento nel settore.

Milano si conferma la provincia più dinamica dell’Italia, con il 13% del complesso delle domande di nuovi ingressi, distanziando Roma di circa 17mila unità.

Per quanto riguarda i permessi per l’ingresso di persone non provenienti dai 19 paesi destinatari di un trattamento privilegiato e riferite esplicitamente al lavoro domestico, le domande pervenute sono state 61.130, poco più del doppio rispetto alle 30mila quote disponibili. Anche qui la mansione di collaboratore/collaboratrice familiare prevale nettamente, con l’87,5% delle richieste d’ingresso. Più della metà delle domande riguarda una sola nazionalità, quella cinese (53,3%), finora estranea al settore domestico-assistenziale.

Nella scheda sintetica del XVII Rapporto nazionale sulle migrazioni 2011, la Fondazione Ismu fornisce anche i dati relativi alle presenze, al lavoro e alla scuola.

File allegati: cs_rapporto ismu.pdf 
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