10 gennaio 2012


Lavoratori prima di tutto. Un primo passo nella direzione giusta
l'Unità, 10-01-2012  
Saleh Zaghloul
Il decreto Salva-Italia interviene anche sui permessi di soggiorno dei migranti e lo fa positivamente modificando il Testo Unico: «In attesa del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno (…), il lavoratore straniero può legittimamente soggiornare nel territorio dello Stato e svolgere temporaneamente l’attività lavorativa». Si tratta di una buona prassi adottata dal 2001 a Genova (unica città in Italia) e dal 2006 in tutta Italia. Nel 2001 la Cgil di Genova aveva contrattato l’emanazione di tre circolari da parte dei centri per l’impiego, Asl e anagrafe con cui si disponeva la validità della ricevuta della presentazione della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno ai fini lavorativi, di assistenza sanitaria e di iscrizione anagrafica. Il 5 agosto 2006 Giuliano Amato (all’epoca al Viminale) estendeva quella disposizione a tutto il territorio nazionale.
Con l’approvazione del decreto Salva-Italia questa prassi amministrativa intelligente viene elevata al rango di provvedimento di legge risolvendo non pochi problemi interpretativi. È inoltre significativo che questa misura sia inserita nella manovra economica che intende “salvare” il nostro paese, perché segnala l’importanza del contributo del lavoro dei migranti alla crescita. Infatti, riconoscendo la regolarità del soggiorno si combatte il lavoro nero dei migranti e si difendono i contratti di lavoro regolari. Ci sarebbero molti altri provvedimenti di consolidamento della regolarità del soggiorno e di ampliamento dei diritti di cittadinanza, che avrebbero un effetto moltiplicatore sulla possibilità dei migranti di contribuire alla crescita del Paese, rendendolo allo stesso tempo più vivibile e più civile. L’auspicio è che questo sia soltanto un primo passo nella giusta direzione.



LA RISORSA STRANIERA
la Repubblica, 10-01-2012
TITO BOERI
A QUANTO pare la riforma dell'immigrazione non fará parte della fase 2 del governo. Eppure sarebbe una riforma in grado di aumentare il potenziale di crescita della nostra economia e capace di tagliare sprechi di denaro pubblico. Il momento politico, con la Lega all'opposizione, sembra propizio per interventi mirati, pragmatici, che taglino molta burocrazia inutile migliorando l'utilizzo di capitale umano già presente nel nostro Paese.
E attraendo cervelli e mano-dopera qualificata. Il fatto stesso ditrattare di immigrazione nell'ambito di un pac-chetto per la crescita segnerebbe una svolta importante per il Paese. Sarebbe il segnale di un cambiamento di prospettiva, un rovesciamento dell'atteggiamento politico e culturale sin qui prevalente, che ha visto nell'immigrazione solo gli sbarchi di
clandestini a Lampedusa e i danni legati alla criminalità.L'immigrazione, se ben gestita, può aiutarci a tornare a crescere e contribuire a farci superare la crisi del debito.
Il governo Monti si è sin qui occupato di immigrazione con riferimento alla tassa introdotta nell'ottobre scorso da Tremonti a carico degli immigrati che chiedono il rinnovo del loro permesso di soggiorno. Si tratta di un contributo elevato in rapporto a quanto richiesto in altri Paesi per pratiche di questo tipo, che si aggiunge ai costi già sostenuti dagli immigrati per ottenere il permesso in formato elettronico, all'imposta di bollo e a quanto versato a Poste italiane per inoltrare la richiesta. In totale si arriva a 272 euro nel caso dei permessi per i soggiornanti di lungo período, quando il reddito medio mensile degli immigrati in attesa di regolarizzare il permesso di soggiorno e che trovano lavoro in Italia è di circa 700 euro. Hanno fatto bene perciò i ministri Cancellieri e Riccardi a rivedere la norma, introducendo una serie di esenzioni per gli immigrati con basso reddito.
È giusto chiedere agli immigrati di contribuire ai costi amministrativi legati alla regolarizzazione della loro posizione e a un percorso di formazione e integrazione che li porti all'acquisizione della cittadinanza italiana. Ma la norma prevede che solo il 15 per cento delle somme riscosse col contributo sia destinata a coprire le spese amministrative per il rinnovo del permesso. Tutto il resto dei gettito serve a finanziare (per il 50%) le spese di espulsione degli immigrati irregolari, le spese per la sicurezza e l'ordine pubblico (20%) e gli esami che serviranno per decidere sulla revoca dei permesso di soggiorno e l'e-spulsione dello straniero nell' âmbito dei cosiddetto "accordo di integrazione" (15%). In altre parole, la legge chiede all'immigrato che vuole regolarizzare la propria posizione di coprire i costilegati a norme volte solo a rendere più difficile la permanenza degli immigrati nel nostro Paese.
Il nostro Paese sta già chiedendo un contributo fiscale molto rilevante agli immigrati, anche senza contare questo ennesimo balzello lasciatoci in eredità da Giulio Tremonti. La pressione fiscale ha da noi raggiunto quasi il 50 per cento, portando via metà del reddito generato da tutti coloro che operano in Italia, immigrati compresi. Potrebbero decidere di andare a lavorare altrove, privando di assistenza molti anziani non più autosufficienti e impedendo cosi ai loro famigliari di lavorare. Dovrem-mo, a fronte di tutto questo, impegnarci a favorire la progressione sociale e professionale degli immigrati che vogliono lavorare legalmente da noi. Non è solo una questione di equità. Ci servirá per tornare a crescere, utilizzando meglio il capitale umano che è già da noi e incentivando l'arrivo di immigrazione più qualificata.
Oggi questa progressione è bloccata dagli ostacoli imposti dalla legge Bossi-Fini all'immigrato che vuole cambiare lavoro per aumentare il proprio reddito, dalla difficoltà di ottenere il riconoscimento dei titoli di studio e dei titoli professionali acquisiti all'estero e dall'impossibilità di accedere ai concorsi pubblici. Sono tutte norme che servono unicamente a proteggere i lavoratori italiani maggiormente istruiti dalla concorrenza degli immigrati. Queste norme impediscono, ad esempio, ai medici che vengono dall'estero di operare nel nostro Paese. nonostantel'invecchiamento della popolazione ci ponga di fronte a una crescente carenza di personale medico in molte specialità. Impediscono la progressione anche degli immigrati di seconda ge-nerazione, quelli su cui tipicamente si cementa l'integrazione delle minoranze nei Paesi di accoglienza.
Per incentivare i figli degli immigrati a integrarsi e a investire in istruzione, bisognerebbe invece premiarli concedendo loro il permesso di soggiorno di lungo período o addirittura la cittadinanza in caso di merito scolastico. Per attrarre talenti da noi bisognerebbe garantire a chi si iscrive a un dottorato in Italia di avere un visto per tutta la durata del proprio corso di studi invece di dover passare lunghe giornate in questura per farsi rinnovare un visto che spesso arriva quando è già scaduto. E poi, al termine dei percorso di studio, bisognerebbe offrire agli stranieri che hanno avuto il dottorato in Italia un permesso di soggiorno che permetta loro di cercare (o di crearsi) un lavoro all'altezza delle proprie competenze. Il principio deve essere quello di coinvolgere le scuole e le università nella valutazione e nella selezione degli immigrati. Hanno tutti gli in-centivi a scegliere bene i propri studenti. E sono in grado di compiere queste valutazioni molto meglio della burocrazia creata dalla Lega per i continui rinnovi dei permessi di soggiorno, per fornire corsi di educazione civica (di un giorno!) agli immigrati e per valutarne i progressi nell'apprendere la lingua e la cultura italiana.



"Ebrei perseguitati perché rompic..." condannato ex direttore della 'Voce'
Davide Mattellini e l'editore del quotidiano di Mantova dovranno risarcire con 80mila euro
la comunità ebraica per un articolo antisemita del 2005. La somma andrà in beneficenza
la Repubblica, 10-01-2012
GREGORIO ROMEO
"Ebrei perseguitati perché rompic..." condannato ex direttore della 'Voce'
"A me comincia a nascere il sospetto che un popolo per aver subito quaranta persecuzioni in duemila anni, sempre 'vittima' non dev'essere stato. Quanto meno un po' rompicoglioni lo è". Sono frasi come questa, di sapore antisemita, che hanno convinto la Corte d'appello di Brescia a condannare Davide Mattellini (ex direttore della Voce di Mantova) e Vidiemme (cooperativa editrice del quotidiano) a un cospicuo risarcimento danni in favore della comunità ebraica. La polemica esplode l'estate del 2005, quando la Voce pubblica il controverso articolo intitolato 'Ora anche gli ebrei contro la croce', un pezzo sul simbolo della Croce Rossa, storicamente contestato dallo Stato di Israele (non dal punto di vista religioso, ma come emblema dell'organizzazione umanitaria internazionale).
"Accontentare i sottanoni degli arabi o gli israeliani con i trecciolini che si inzuccano contro un muro - scriveva Mattellini sul tema - è una bestemmia bella e buona". La comunità ebraica scelse di replicare con una lettera spedita al quotidiano, definendo "antisemite" le righe del direttore. Il quale, nella risposta alla lettera, sparò a zero: "Un popolo per aver subito quaranta persecuzioni in duemila anni, sempre 'vittima' non dev'essere stato. Quanto meno un po' rompicoglioni lo è". A questo punto Comunità ebraica di Mantova e Ucei ricorsero al tribunale, che tuttavia in primo grado condannò Davide Mattellini e Vidiemme al risarcimento di una cifra puramente simbolica (più
pesante, invece, la condanna per un lettore della Voce, anche lui citato in giudizio e autore di una lettera pubblicata sul quotidiano e definita dai giudici "palesemente razzista").
Poche settimane fa, la sentenza della Corte d'appello di Brescia che ribalta il primo grado, definisce le parole dell'ex direttore "diffamatorie, volte indubbiamente a finalità di discriminazione razziale e religiosa" e condanna Mattellini e Vidiemme a risarcire con quasi 80mila euro la comunità ebraica. Mattellini non è più direttore della Voce (già nel 2005, in seguito alle polemiche sugli articoli "antisemiti", fu sospeso dall'Ordine dei giornalisti), ma continua a collaborare con il quotidiano di Mantova. "Questa è una sentenza molto ingiusta - commenta - Chi mi conosce bene sa che posso essere provocatorio e polemico, ma mai e poi mai razzista o antisemita. Insomma, si sta organizzando una Norimberga per alcune battutacce da bar".
Il vicepresidente della Comunità ebraica di Mantova, Emanuele Colorni, apprezza invece la sentenza del tribunale: "Erano state utilizzate parole violente, evidentemente antisemite. I soldi del risarcimento verranno devoluti in beneficenza". Risarcimento che rischia di mettere in ginocchio le casse della Voce di Mantova: "In quegli articoli sono state usate parole sbagliate - spiega il direttore Romano Gandossi - e so che quando si sbaglia è giusto pagare. Ma il nostro è un piccolo quotidiano locale: e un risarcimento così oneroso ci mette in difficoltà".



Napolitano: “Solidarietà alla comunità cinese”
Il Capo dello Stato visita in ospedale Zheng Lia, unica superstite dell’agguato di Roma. "Soddisfatto per impegno nelle indagini". Oggi corteo da Piazza Vittorio
Stanieri in italia, 10-01-2012
Roma – 10 gennaio 2012 – “Sono molto soddisfatto dell'impegno con cui lo Stato italiano, le rappresentanze del governo, delle forze dell'ordine e la magistratura stanno conducendo le indagini per assicurare alla giustizia i criminali che si sono resi responsabili di questo orrendo crimine”.
Lo ha detto  ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo la visita in ospedale a Zheng Lia, la donna cinese il cui marito e' stato ucciso insieme alla figlia di pochi mesi nell'agguato di qualche giorno fa a Roma. "E' qualcosa che dobbiamo a noi stessi - ha aggiunto Napolitano -, un dovere che abbiamo verso l'Italia e anche un dovere che abbiamo verso il popolo e la comunità cinese"
"Questa visita – ha spiegato il Capo dello Stato - vuole essere nello stesso tempo un gesto di amicizia verso il grande popolo cinese e di solidarieta' verso la comunita' cinese che opera pacificamente e costruttivamente in Italia".
Oggi a Roma si manifesterà per  esprimere solidarietà ai familiari delle vittime e chiedere più sicurezza. Un corteo partirà alle 15.00 da piazza Vittorio (dove i negozi gestiti da cinesi chiuderanno in segno di lutto) e una fiaccolata muoverà alle 17.00 dal Parco Almagià  per confluire poi in un'unica manifestazione fino a Largo Perestrello, poco distante dal luogo in cui Zhou Zeng e la figlioletta Joy di pochi mesi sono stati uccisi.



Boeri: "Una riforma dell’immigrazione per far crescere l’Italia"
L’economista: "Perché il governo non l’ha inserita nella fase due? Tagliare la burocrazia e utilizzare meglio il capitale umano"
Stranieri in Italia, 10-01-2012
Roma – 10 gennaio 2012 - Tagliare la burocrazia e migliorare l’utilizzo del capitale umano attraendo cervelli e manodopera qualificata.
Sono gi obiettivi di una riforma dell’immigrazione necessaria, che però il governo Monti non ha inserito nella fase due della sua azione. Eppure, scrive oggi Tito Boeri su Repubblica, una riforma “sarebbe in grado di aumentare il potenziale di crescita della nostra economia e di tagliare sprechi di denaro pubblico”.
“Il fatto stesso di trattare di immigrazione nell’ambito di un pacchetto per la crescita – sottolinea l’economista – sarebbe il segnale di un cambiamento di prospettiva, un rovesciamento dell´atteggiamento politico e culturale sin qui prevalente, che ha visto nell´immigrazione solo gli sbarchi di clandestini a Lampedusa e i danni legati alla criminalità. L´immigrazione, se ben gestita, può aiutarci a tornare a crescere e contribuire a farci superare la crisi del debito”.
Secondo Boeri “il nostro Paese sta già chiedendo un contributo fiscale molto rilevante agli immigrati, anche senza contare questo ennesimo balzello lasciatoci in eredità da Giulio Tremonti [la tassa sui permessi di soggiorno n.d.r.”. La pressione fiscale ha da noi raggiunto quasi il 50 per cento, portando via metà del reddito generato da tutti coloro che operano in Italia, immigrati compresi. Potrebbero decidere di andare a lavorare altrove, privando di assistenza molti anziani non più autosufficienti e impedendo così ai loro famigliari di lavorare”.
Bisognerebbe invece “ favorire la progressione sociale e professionale degli immigrati che vogliono lavorare legalmente da noi”. Oggi però “questa progressione è bloccata dagli ostacoli imposti dalla legge Bossi-Fini all´immigrato che vuole cambiare lavoro per aumentare il proprio reddito, dalla difficoltà di ottenere il riconoscimento dei titoli di studio e dei titoli professionali acquisiti all´estero e dall´impossibilità di accedere ai concorsi pubblici”.
Ne fanno le spese anche le seconde generazioni. “su cui tipicamente si cementa l´integrazione delle minoranze nei Paesi di accoglienza”.”Per incentivare i figli degli immigrati a integrarsi e a investire in istruzione, bisognerebbe invece premiarli concedendo loro il permesso di soggiorno di lungo periodo o addirittura la cittadinanza in caso di merito scolastico”.
Per attrarre cervelli dall’estero, Boeri propone poi “di garantire a chi si iscrive a un dottorato in Italia di avere un visto per tutta la durata del proprio corso di studi”, e al termine di questo “un permesso di soggiorno che permetta loro di cercare (o di crearsi) un lavoro all´altezza delle proprie competenze”.
“Il principio – conclude l’economista - deve essere quello di coinvolgere le scuole e le università nella valutazione e nella selezione degli immigrati. Hanno tutti gli incentivi a scegliere bene i propri studenti. E sono in grado di compiere queste valutazioni molto meglio della burocrazia creata dalla Lega”.



“Per la Lega Nord i soldi non hanno razza”
Maghdi Abo Abia
Il partito di Bossi attacca gli immigrati, salvo poi fare affari sottobanco con i paesi africani. E Internet non gradisce
Giornalettismo, 09-01-2012
“No alla Polenta, si al Cous Cous”. Forse la prossima volta ci starebbe un bel manifesto “Pecunia non olet”. Al di là delle dichiarazioni di facciata, si vede che alla Lega non dispiace poi tanto avere a che fare con l’Africa, visto gli investimenti in Tanzania resi pubblici dal Secolo XIX. Ma come l’hanno presa gli utenti di Internet?
TWITTER - Su Twitter l’argomento trova partecipi molti utenti, e non tutti approvano l’operato di Francesco Belsito, segretario amministrativo federale e tesoriere del Carroccio attraverso le operazioni finanziarie coordinate da Banca Aletti. Non manca l’umorismo legato all’ “odio” leghista nei confronti di negri, immigrati e terroni, i quali poi tornano utili se bisogna fare su un paio di soldini.
Fondi della #Lega finiscono in Tanzania. Fuori dalle mappe padane, che sotto il Po riportano un generico “Hic sunt terrones”. #padania
La #Lega investe in Tanzania. Lì infatti si trovano gli ultimi esemplari affini ai leghisti: le testuggini di ca**o
No aspetta, quindi ci sono trote anche in #Tanzania?
Lega investe in Tanzania. Fondi Negri
Trota:”Babbo,dov’è la Tanzania?” U.:”Non so,ma dicono che in canottiera si sta benissimo…!!!”
I soldi la Lega in Tanzania esporta. Pecunia non olet, e non ha razza: s’anche i brokers sono negri, non importa
FACEBOOK - Di tutt’altro tenore le posizioni su Facebook, almeno a vedere le reazioni degli utenti del gruppo “Minzolini Fan Club“, secondo i quali non è poi così sbagliato investire in Tanzania, anche se ti chiami Lega Nord e passi il tuo tempo a lottare contro gli immigrati, proponendo per loro anche i forni crematori.
….Sarà perché il Governo Monti non ispira fiducia, condivido la loro opinione. Sarebbe bello cmq sapere quanti italiani sono della stessa opinione??? Personalmente penso tantissimi!!!
anche io sono dell’idea di Bossi.. magari proprio Tanzania mi sembra eccessivo, ma all’estero ci sono fondi convenienti e seri..
SE AVESSI CAPITALI DA INVESTIRE FAREI COSI’ ANCH’IO, NON DAREI SOLDI ALLE NOSTR BANCHE CHE INVECE DI AIUTARE IMPRESE E PRIVATI CI SPECULANO!!!!
ALL’ESTERO? NO, MEGLIO IN CASA – Qualcun altro invece attacca questa decisione, sostenendo come, in momenti di crisi, bisogna far girare l’economia del Paese, anche se non ci si fida poi tanto di Monti, mentre invece c’è chi continua ad attaccare la sinistra, come se questa avesse davvero qualcosa da dire…
 Basta che non vadano a finire come la vicenda di CrediEuroNord…che lì non sono stati delle cime! Per adesso li quadrini me li tengo dove so io…
in questa Italia che è il nostro Paese….BISOGNA creare lavoro…se i risparmi li porti da un’altra parte…mi dici come fai???? Con cosa apri le attività…con cosa paghi ?????La svalutazione sarà sicuramente a minor rischio compensata da interesi compensativi….ma se poi devi alla fine comprare in Italia…cosa fai???? Vai con la carriola piena di carta straccia a fare acquisti????NO! A mio avviso il Governo, qualun que esso sia… (ed io spero che il prossimo sia di una DESTRA VERA!!) deve fare in modo da INCORAGGIARE al massimo l’impiego di capitali sul nostro territorio e penalizzare tutte attività svolte all’estero da imprenditori italiani!!!! Se non arriveremo a cose del genere non solo staremo sempre peggio…ma il serpe continuerà a mordersi la coda!!!!Potrei continuare all’infinito……!
 ….se il Governo Berlusconi secondo la sinistra nuoceva all’Italia, il Governo Monti continua, non fa nessuna differenza. A mio avviso é la sinistra che deve cambiare atteggiamento e volere veramente il bene del Paese, non collaborare con strategie che lo opprime ancora di più!!! Buon pranzo e lieta giornata a tutti:-)!



Immigrazione:Israele, carcere senza processo per clandestini
Parlamento approva nuova legge draconiana, polemiche e critiche
(ANSAmed) - TEL AVIV, 10 GEN - Il parlamento israeliano (knesset) ha varato oggi nuove norme sull'immigrazione illegale che inaspriscono le pene nei confronti dei clandestini e contemplano la possibilita' di detenzioni preventive, senza processo, fino a tre anni.
L'iniziativa - oggetto di critiche e polemiche - si inserisce in un piu' generale inasprimento della legislazione contro l'immigrazione clandestina promosso dal governo di Benyamin Netanyahu e dalla maggioranza di destra che lo sostiene. Fra le conseguenze piu' controverse, e' prevista l'estensione a immigrati e richiedenti asilo di norme draconiane introdotte nei decenni scorsi contro l'infiltrazione di potenziali terroristi e condanne fino all'ergastolo per clandestini colpevoli di reati rilevanti contro il patrimonio.
Il ministero dell'Interno ha difeso la linea dura ricordando gli ultimi dati sull'aumento del flusso di immigrati in arrivo in Israele dall'Africa attraverso il Sinai (spesso con l'obiettivo di raggiungere poi l'Occidente): dati illustrati di recente con allarme dallo stesso premier Netanyahu.
L'opposizione parlamentare di sinistra e alcuni deputati della minoranza araba hanno invece denunciato i nuovi provvedimenti come ''anti-democratici'', in contrasto con i principi internazionali basilari di tutela dei migranti. Diverse organizzazioni non governative israeliane impegnate sul fronte dei diritti umani hanno a loro volta accusato la destra di governo d'essere ossessionata da qualsiasi fenomeno possa intaccare - anche solo in teoria - ''l'identita' ebraica'' del Paese. E hanno comunque bollato come sproporzionate e discriminatorie alcune delle norme approvate oggi. (ANSAmed).

Share/Save/Bookmark