Gli studenti internazionali in Italia e in Europa e il loro impatto

 Seminario internazionale, Venezia, 8 giugno 2012, ore 11,00-17,30


Bozza di comunicato stampa per la mattina del 7 giugno 2012, ore 10.30


Per studenti internazionali si intendono i cittadini di un paese che per motivi di studio si recano in un altro paese. Sono 3,7 milioni nel mondo, dei quali oltre 1 milione e 200 mila nell’UE a 27. Dopo la Gran Bretagna, che primeggia con mezzo milione di presenze, seguono con 250.000/300.000 studenti la Francia e la Germania e con più di 50.000 l’Italia in compagnia della Spagna, dell’Austria e della Svizzera. 

A  questo importante aspetto del fenomeno migratorio è dedicato un seminario internazionale di studio organizzato dall’European Migration Network Italia (EMN) in collaborazione con il Ministero dell’Interno. L’evento si terrà il giorno 8 giugno presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con la partecipazione delle delegazioni di 8 Stati membri: Austria, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Svezia e Ungheria (orario: 11,00-17,30, Aula Magna di Ca’ Dolfin, Dorsoduro 3825/E).

Oltre all’Università, che aprirà i lavori con l’intervento del Magnifico Rettore, parteciperanno i rappresentanti della Prefettura, della Questura, del Comune, della Regione Veneto e della Caritas di Venezia. Per gli studi preparatori, inoltre, hanno collaborato il Centro Studi Idos, e i ricercatori collegati, il Centro Nazionale Ricerche/Istituto per le ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali, la Fondazione Leone Moressa e l’Ong Intersos.

Dai lavori preparatori è emerso che, da una parte, i paesi caratterizzati da un più vivace dinamismo economico sono quelli che hanno un maggior numero di studenti internazionali (la loro incidenza è dell’8,6% in ambito UE, del 10,7% in Germania e 21,6% nel Regno Unito), dall’altro in Italia l’incidenza è molto ridotta (3,8%) con 64.704 universitari nel corrente anno accademico: 1 cittadino straniero ogni 22 immatricolati all’Università, 1 ogni 26 iscritti complessivi e 1 ogni 37 laureati

Si concentrano in prevalenza nel Centro Italia, attratti dalle Università di Perugia, Siena, Pisa, Firenze e specialmente Roma, dove una fonte di attrazione sono anche le università pontificie per circa 10.000 tra seminaristi, sacerdoti e religiose esteri. Ma anche altre università costituiscono un polo d’attrazione, da Milano a Torino, da Padova a Venezia e Trieste, senza dimenticare Napoli e Bari nel Meridione. Le facoltà più frequentate sono Economia, Medicina e Chirurgia (totalizzano circa la metà degli iscritti), mentre a Lettere e Filosofia spetta una quota del 10%. Questi alcuni dei numerosi dati raccolti dal Centro Studi e Ricerche Idos.

La graduatoria per nazionalità include solo in misura ridotta paesi a forte pressione migratoria (Romania, Albania, Camerun) e in maniera più consistente paesi a sviluppo avanzato (Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone e diversi paesi europei). In posizione intermedia si collocano diversi altri paesi (Iran, Turchia, Russia, Israele, India, Marocco, Tunisia, Serbia, Croazia, Pakistan) e ciò attesta quanto resti da fare affinché le migrazioni diventino un ponte a livello culturale, obiettivo raggiungibile a condizione di superare diversi fattori ostativi (chiusure normative, strozzature burocratiche, carenza di servizi e scarsità di risorse).

Studiare in Italia costa agli studenti esteri 718,5 milioni di euro, secondo gli esiti di una ricerca che la Fondazione Leone Moressa esporrà nel corso del seminario di Venezia, tra tasse, materiale didattico, vitto, alloggio e altre spese accessorie. A questa dimensione economica si aggiunge quella propulsiva che come “cervelli” sono in grado di svolgere, sia in Italia che nei loro paesi, attuando una circolazione positiva come auspicato dall’ong Intersos nel suo contributo.

Molti aspetti restano da approfondire e perciò il Cnr/Irpps ha lanciato la compilazione di un questionario, che gli studenti internazionali possono compilare anche on-line (www.irpps.cnr.it/it/eventi/indagine-sugli-studenti-universitari-non-comunitari).

Le relazioni del seminario saranno sintetizzate in una scheda che nel corso della mattinata dell’8 giugno verrà pubblicata sul sito www.emnitaly.it.


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