Consultate
www.uil.it/immigrazione
. Aggiornamento quotidiano sui temi
di
interesse di cittadini e lavoratori stranieri
Newsletter periodica d’informazione
(aggiornata alla data del 14 giugno
2012)
Schengen: accordi UE per controlli alle frontiere interne
Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti pag.
2
Schengen, accordo UE per controlli alle
frontiere
pag.
2
Giurisprudenza – Cassazione: invalidità
anche a stranieri senza carta di soggiorno pag.
2
Discriminazioni – “Zingaropoli” –
Lega e Pdl condannati per razzismo pag.
3
CIE – Lo scandalo dei centri dove gli
ospiti diventano detenuti pag.
5
Costume – Straniere in Italia, tutti i
numeri pag.
7
Discriminazioni – L’asilo chide la porta
ai bimbi immigrati pag.
8
Internazionale – Mexico, un infierno para
los migrantes
pag.
9
Notizie in breve pag.10
A cura del
Servizio Politiche Territoriali della Uil
Dipartimento
Politiche Migratorie
Rassegna
ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL
Tel.
064753292- 4744753- Fax: 064744751
Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti
Roma,
15 giugno 2012, ore 10.00, via del Velabro, 5
Comitato
direttivo del Cir
(Giuseppe
Casucci)
Roma 19
giugno 2012 – Piazza S.Egidio, 1 – ore 10.00
CIR – Presentazione della
Ricerca sperimentale quali-quantitativa sul livello di integrazione dei
titolari di protezione internazionale
(Angela
Scalzo)
Madrid,
19-20 giugno 2012
ILO
– CES – EFFAT - Incontro su: " Lavoro dignitoso per le
lavoratrici e i lavoratori domestici"
(Giuseppe
Casucci, Ivana Veronese)
Roma,
28 giugno 2012, ore 10.00
Convegno
Uil e Ital regionale Lazio su immigrazione
(Guglielmo
Loy)
Roma, 4
luglio 2012, ore 10.00, via Guattani 13
Convegno
CNA: “l’impresa etnica nel periodo della crisi”
(Giuseppe
Casucci)
Roma,
12 luglio 2012, ore 09.30, sede Uil nazionale, sala 7° piano
Coordinamento
Nazionale Immigrati - Dibattito: “ Costruire un’identità ed una posizione
sindacale europea in materia migratoria”
(Anna
Rea, Luca Visentini, Guglielmo Loy, Alberto Sera, Giuseppe Casucci, Angela
Scalzo)
Partecipanti
ed Invitati:
Luca
Visentini, Segretario Confederale CES
Anna
Rea, Segretario Confederale UIL
Prof
Saverio Ruperto, Sottosegretario all’Interno, con delega sull’immigrazione
Natale
Forlani , Direttore Generale per l’Immigrazione, Ministero del Lavoro
Antonio
Golini, Demografo
Conclude:
Guglielmo Loy, Segr. Confederale UIL
Modera:
Giuseppe Casucci, Coord. Naz. Dipartimento Politiche Migratorie UIL
Libera
circolazione
EUROPA
I trattati di Schengen sono sempre più in pericolo. Il 7 giugno il Consiglio
dei ministri degli Interni europei, riunito a Lussemburgo, ha approvato due
regolamenti per il ripristino dei controlli delle frontiere interne dei Paesi dell'area di fronte a flussi
migratori eccezionali.
A poco più di un anno dalla crisi Italia-Francia
per l'ondata di tunisini al confine di Ventimiglia, è stato dato il via libera
a un provvedimento per la valutazione dei «casi eccezionali» in cui si potranno
ripristinare le frontiere e a un altro per le norme di verifica di tale valutazione.
FLUSSI ANOMALI NEL MIRINO. In questo modo uno Stato può chiedere il ripristino
dei controlli anche di fronte ad un andamento anomalo dei flussi migratori che
minaccia la stabilità dell'intero sistema di libera circolazione previsto da
Schengen.
Finora era prevista la chiusura, a discrezione
dei singoli Stati, solo per i casi di minaccia all'ordine pubblico e alla
sicurezza nazionale prevedibili (manifestazioni sportive o grandi eventi
internazionali) e non (terrorismo, guerre, ecc.).
COMMISSIONE DELUSA. Alla Commissione è affidato il ruolo di valutazione
della richiesta degli Stati, ma la decisione finale spetta solo al Consiglio,
ovvero ai governi.
La commissaria Cecilia Malmstrom non ha esitato
a parlare di «delusione e mancanza di ambizione».
SCHULZ NON CI STA. E l'Europarlamento si è ribellato, perché i
regolamenti sono stati approvati dal Consiglio modificando la base giuridica e
ampliando la frattura tra l'istituzione che rappresenta i governi e l'assemblea
elettiva europea.
Anche il presidente dell'Eurocamera, Martin
Schulz, ha parlato di «profonda delusione» e di «comportamento
controproducente», definendo questione «un serio incidente» interistituzionale.
BORGHEZIO CONTENTO. Dure critiche sono arrivate anche dai singoli gruppi,
come il Ppe, i socialisti-democratici, i Verdi e i liberal-democratici
dell'Alde.
Ha esultato invece la Lega Nord, con Mario
Borghezio che ha detto: «Era ora».
Immigrazione: Amnesty, accordo Italia-Libia per stop flussi
Un rapporto della Ong denuncia:”l’intesa viola diritti umani”
(ANSAMED) - ROMA - L'Italia ha
firmato un accordo "segreto" con il Consiglio di transizione libico
(CNT) per "limitare il flusso di immigrati". E' quanto denuncia un
rapporto - 'Sos Europe' - pubblicato oggi da Amnesty International che punta il
dito sull'intesa sottolineando che viola i diritti umani. I dettagli
dell'accordo non sono stati resi noti, ma secondo Amnesty, l'intesa - firmata
il 3 aprile scorso - autorizza le autorità italiane ad intercettare i
richiedenti asilo e a riconsegnarli ai soldati libici. Secondo
l'organizzazione, l'accordo viola gli obblighi dell'Italia derivanti dalla
Convenzione europea sui Diritti Umani perché non contiene misure di
salvaguardia dei diritti umani. "L'Italia, nella migliore delle ipotesi,
ha ignorato la terribile situazione dei migranti, dei rifugiati e dei
richiedenti asilo.
Nella peggiore, si è mostrata disposta a tollerare violazioni dei diritti umani
al fine di soddisfare egoismi politici nazionali", sostiene Amnesty.
L'Organizzazione sottolinea che i richiedenti asilo dall'Eritrea o dalla
Somalia, obbligati a tornare a Tripoli, rischiano di essere sottoposti ad abusi
e torture. Al momento la Libia non ha una politica sull' asilo e i migranti -
per la maggior parte provenienti dall'Africa sub-sahariana - sono trattati con
disprezzo. Lo scorso febbraio la Corte Europea per i diritti umani ha
condannato l'Italia per i respingimenti in mare, ricorda il rapporto,
sottolineando che la sentenza si riferiva al ritorno forzato in Libia nel 2009
di 11 somali e 13 eritrei (insieme ad altre 200 persone) a bordo di navi
italiane. L'Italia aveva sostenuto che l'operazione era un salvataggio, ma non
aveva neanche avvertito i migranti che stavano per essere rispediti in Libia,
sostenendo che gli accordi bilaterali con il Paese avevano dei precedenti nel
diritto internazionale. Ma per la Corte Europea - prosegue - chiunque salga a
bordo di una nave italiana deve essere soggetto alla Convenzione dei diritti
umani. Il governo ha quindi accettato la sentenza e si era impegnato al
"rispetto assoluto dei diritti umani e alla salvaguardia della vita degli
uomini in mare". E per Amnesty l'accordo del 3 aprile scorso rappresenta
una violazione di quell'impegno. (ANSAMED).
Giurisprudenza
Di Claudia Moretti, Aduc Immigrazione
Con sentenza n.4110 del 14 marzo 2012 la VI sezione della
Corte di Cassazione ha
stabilito che sarebbe discriminatorio non riconoscere l'emolumento
previdenziale INPS, ossia l'assegno
per l'invalidità civile, agli stranieri presenti sul nostro
territorio in modo regolare, per il sol fatto di non esser naturalizzati
cittadini italiani, o di non aver maturato i tempi di permanenza sul nostro
territorio e non possedere dunque il Permesso CE per soggiornanti di lungo
periodo.
Si tratta di una sentenza che si pone in linea con quanto già affermato dallaCorte
Costituzionale nella
pronuncia n. 187/2010 e ancor prima la Corte
Europea dei Diritti dell'Uomo (306/2008).
In entrambi i casi si affermavano (ed oggi vengono confermati dalla Cassazione)
due principi fondamentali:
1. ove si versi, in tema di provvidenza destinata a far fronte al sostentamento della
persona, qualsiasi discrimine tra cittadini e stranieri
regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato, fondato su requisiti
diversi dalle condizioni soggettive, finirebbe per risultare in contrasto con
il principio di non discriminazione sancito dall'art. 14 della
Convenzione Europea dei diritti dell'uomo (*), che l'Italia ha ratificato.
2. Al legislatore nazionale è consentito "subordinare,
non irragionevolmente, l'erogazione di determinate prestazioni -non inerenti a
rimediare a gravi situazioni di urgenza- alla
circostanza che il titolo di legittimazione dello straniero al soggiorno nel
territorio dello Stato ne dimostri il carattere non episodico e di
non breve durata (e
dunque il possesso della carta di soggiorno, oggi Pds Ce). Una volta, però, che il
diritto a soggiornare alle condizioni predette non sia in discussione, non si possono
discriminare gli stranieri, stabilendo, nei loro confronti, particolari
limitazioni per il godimento dei diritti fondamentali della persona,
riconosciuti invece ai cittadini".
Secondo la Corte di Cassazione, dunque, in applicazione dei suddetti principi,
occorre riconoscere anche allo straniero regolarmente presente sul territorio
nazionale, la possibilità di ottenere l'assegno di invalidità civile, che, “-attribuibile ai soli invalidi
civili nei confronti dei quali sia riconosciuta una riduzione della capacità
lavorativa di misura elevata ed erogabile in quanto il soggetto invalido non
presti alcuna attività lavorativa e versi nelle disagiate condizioni reddituali
stabilite dalla legge per il riconoscimento della pensione di inabilità- costituisce una
provvidenza destinata non già ad integrare il minor reddito dipendente dalle
condizioni soggettive, ma a fornire alla persona un minimo di sostentamento,
atto ad assicurarne la sopravvivenza.”Si tratta di un passo importante
verso l'affermazione del principio di non discriminazione, che farà discutere
chi, al contrario, aspira a tener fuori dai benefici dello Stato sociale e
previdenziale, gli stranieri. Non v'è dubbio, infatti che ciò comporti un
aggravio degli esborsi per il già disastrato bilancio pubblico. Ma è
altrettanto vero che, una volta che un cittadino straniero si trova in Italia,
lavora e paga le tasse, non vi sarebbe alcuna ragione per escluderlo dalle
forme di un'assistenza primaria qual è l'assegno di invalidità, se non appunto,
il sol fatto di essere straniero.
Il ché, si capisce, integrerebbe senz'altro discriminazione razziale, non
tollerabile neppur per esigenze di contenimento della spesa pubblica.
* Art. 14
Divieto di discriminazione
Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente
Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in
particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la
religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale
o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita
od ogni altra condizione.
Discriminazioni
Il
Tribunale di Milano sugli slogan usati dai due partiti prima della amministrative
del 2011: “offensivi e umilianti, favorivano l’odio contro Rom e Sinti”
Roma
- 13 giugno 2012 - Umberto Bossi dichiarò: "Mi impegnerò
contro Pisapia perché rischia di trasformare Milano in una zingaropoli" e
la Lega Nord ne fece subito un manifesto:"Milano zingaropoli con
Pisapia". Berlusconi inseguì l’alleato con un "appello"
pubblicato sul sito del Pdl: "Milano non può diventare una zingaropoli
piena di campi rom". Difficile dimenticare gli slogan usati dal centrodestra
nella campagna elettorale per amministrative del 2011 a Milano. Proprio per
quegli eccessi, l’associazione di volontariato Naga ha portato Pdl e
Lega in tribunale con
un’azione civile antidiscriminazione. Ora, dopo aver perso quelle elezioni, i
due partiti sono usciti sconfitti anche da quella causa e sono stati condannati
per aver offeso Rom e Sinti e per aver seminato (altro) odio contro di loro.
"Il neologismo "zingaropoli" adottato quale slogan ha valenza
chiaramente dispregiativa, in quanto i gruppi etnici zingari (rom e sinti)
vengono utilizzati come emblema di negatività e pericolo da fuggire" scrive nella
sentenza il giudice
Orietta Miccichè. "Emerge con chiarezza la valenza gravemente offensiva e
umiliante di tale espressione che ha l’effetto di violare la dignità dei gruppi
etnici sinti e rom, ma altresì di favorire un clima intimidatorio e
ostile nei loro confronti". Inutile, in questo caso, appellarsi alla
libertà di pensiero prevista dall’articolo 21 della Costituzione, come ha fatto
il Pdl durante il processo. La sentenza sottolinea infatti che se questa entra
in contrasto con i principi di uguaglianza e pari dignità di tutti i cittadini,
sono questi a prevalere, “in quanto principi fondanti della stessa Repubblica”.
Dalla Costituzione in realtà è arrivato un aiutino a Silvio Berlusconi e
Umberto Bossi, sui quali il giudice non si potuto pronunciare direttamente, dal
momento che “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere
delle opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni”. Ma questo non ha
salvato Lega Nord e Popolo delle Libertà, che hanno fatto da gran cassa alle
parole dei loro leader con manifesti e pubblicazione su internet. Le
conclusioni del tribunale di Milano? Innanzitutto ha dichiarato il
"carattere discriminatorio" di quel "Milano zingaropoli"
utilizzato in campagna elettorale. Ha quindi ordinato la pubblicazione della
sentenza sul corriere della Sera a spese di Pdl e Lega, condannando i due
partiti anche al rimborso delle spese legali. "Per la prima volta in
Italia viene depositato un provvedimento giudiziario che condanna dei partiti
politici per discriminazione. È per noi una vittoria molto importante e
vorremmo fosse intesa come un messaggio molto chiaro contro la normalizzazione
dell'emarginazione e delle pratiche di esclusione sociale a cui purtroppo siamo
stati abituati" commenta Pietro Massarotto, Presidente del Naga.
"Speriamo – aggiunge - che questo rappresenti un passo verso
l’effettiva tutela delle minoranze nel nostro Paese, ma quello che più speriamo
è di non dover mai più intervenire per questo genere di discriminazioni
'istituzionali'".
Elvio
Pasca
Roma,
13 giugno 2012 - - Per la prima
volta nella sua storia, il titolo di Miss Italia sarà assegnato anche alle
ragazze straniere che vivono nel nostro Paese e si chiamerà Miss Italia nel
Mondo Edizione Speciale. Secondo stime (come riportato dal dossier statistico
sulle immigrazioni della Caritas e della Fondazione “Migrantes”), circa cinque
milioni di persone straniere abitano in mezzo a noi, anzi hanno proprio qui la
loro residenza. Parlano la nostra lingua e spesso i nostri dialetti, sono contribuenti,
mandano i loro figli nelle nostre scuole, che sono anche le loro, tra i nostri
ragazzi. E, quindi, hanno l’istruzione e la cultura del Paese che li ospita,
lavorano nelle fabbriche e negli uffici. Insomma, fanno tutto o quasi come noi.
Patrizia Mirigliani, di fronte ad un fenomeno planetario senza precedenti nella
storia, come quello delle migrazioni di nuova generazione (il numero di
migranti viene censito in 214 milioni in tutto il mondo) ritiene che sia giunto
il momento di rendere omaggio a questi cittadini, i quali esercitano un ruolo
rilevante nel supplire alle carenze strutturali a livello demografico e
occupazionale. La patron della bellezza dedica alle figlie di questi cittadini
un riconoscimento storico e prezioso, il
titolo di Miss Italia, aperto a coloro che sono arrivate da noi da tutti i
continenti, sospendendo per una volta il concorso riservato dal 1991 alle
candidate di origine italiana residenti all’estero. Le candidate tra i 18 e i
26 anni che possono partecipare a questa nuova manifestazione sono 314 mila.
“Ho deciso - spiega Patrizia Mirigliani - di far vivere a queste ragazze il
fascino, la curiosità di Miss Italia e di assegnare a una di loro un titolo che
rispecchia la linea seguita in passato da mio padre Enzo nell’ambito del
Concorso, cogliendo i cambiamenti e le trasformazioni che la storia ci offre.
Quello delle migrazioni, come è stato scritto, è un salto di civiltà che ci ha
trasportati in un universo senza frontiere e senza distanze. E noi, che
rappresentiamo una parte importante del mondo femminile - che ha un ruolo di
primo piano anche nel fenomeno della migrazione ed è un elemento di
integrazione decisivo - avvertiamo l’esigenza di adeguarci a questi tempi”.
Come riferisce una recente pubblicazione dell’Organizzazione internazionale per
le Migrazioni, nel nostro Paese, nel 1861, anno dell’Unità, su 22.182.000 di
residenti, gli stranieri erano 89.000 (uno ogni 250, cioè lo 0,4%). Nel 1951,
anno del primo censimento del Dopoguerra, su 47.516.000 residenti, gli
stranieri erano 130.000 e superarono l’incidenza dell’ 1% soltanto nel 1991
(625.000 su 56.778.000). Da allora in Italia è cominciata la grande
immigrazione che ha superato un milione di unità (1.334.889) nel 2001. Nell’ultimo
anno, l’aumento del loro numero, nonostante la crisi, è stato di 335.258 unità;
vi sono stati inoltre 66 mila casi di acquisizione della nostra cittadinanza.
La loro ripartizione territoriale è la seguente: Nord Ovest 35,00%; Nord Est 26,3%,
Centro 25,2%, Sud e Isole 13,5%.
Le
ragazze straniere residenti in Italia di età tra i 18 e i 26 anni (l’età per
partecipare a Miss Italia e, quindi, a questo nuovo titolo).
Sono
4.208.977 invece gli italiani residenti all’estero e iscritti all’apposita
anagrafe (AIRE). Citiamo questo dato per mettere in evidenza ciò che viene
spesso ricordato: l’Italia da qualche tempo è (anche) meta di immigrazione, ma
non ha mai smesso di essere un Paese da cui si è partiti - alla ricerca di
impieghi o esistenze più soddisfacenti - soprattutto alla volta dell’Europa e delle
Americhe. Ancora oggi lasciano il nostro Paese circa 50 mila persone ogni anno.
Il volto dell’Italia del prossimo futuro è già visibile nelle regioni dove
l’incidenza degli immigrati ha raggiunto il 10% (Emilia Romagna, Umbria,
Lombardia, Veneto) o si aggira sul 9% (Trentino Alto Adige, Toscana, Marche e
Lazio): a metà secolo, gli stranieri potranno essere 12,4 milioni con una
incidenza del 18% sui residenti e, successivamente, più numerosi.
Quaranta bimbi
non ammessi alle scuole d'infanzia del centro storico di Borgomanero. Una
delibera della direzione scolastica prevede come criterio di precedenza la
cittadinanza italiana. L’Asgi: "È una discriminazione, se non la eliminano
li portiamo in tribunale"
Roma
– 12 giugno 2012 - Prima i bambini italiani. È la regola che a
Borgomanero, in provincia di Novara, rischia di chiudere le porte delle scuole
d’infanzia del centro storico a una quarantina di figli di immigrati. A mandare
questi bambini in fondo alle graduatorie di ammissione è unadelibera presa
all’unanimità lo
scorso febbraio dal consiglio di circolo, l’organo che riunisce
rappresentanti dei docenti e dei genitori degli alunni. Dice che i criteri di
precedenza per le iscrizioni sono: "1. Cittadinanza italiana 2. Residenza
nel comune di Borgomanero 3. Presenza di fratelli già iscritti ecc." Bimbi
e bimbe magari nati e cresciuti nel comune piemontese, ma con mamma e papà
immigrati, mancano necessariamente del primo requisito, quindi devono
mettersi in coda. Una prassi, ha spiegato il dirigente scolastico Tersa
Valsesia ai genitori degli esclusi, che "è stata sempre utilizzata anche
negli anni scorsi, nel momento in cui il numero degli iscritti era superiore
alla possibilità di accoglienza". Quella regola sembra però la più
classica delle discriminazioni, quindi sarebbe contraria alla legge, oltre che
particolarmente odiosa. La pensa così anche l’Associazione Studi Giuridici
sull’immigrazione, che ha scritto un dettagliato parere e
lo ha inviato alla direzione didattica statale di Borgomanero, all’ufficio
scolastico regionale del Piemonte, ai Ministri dell’Istruzione e
dell’Integrazione e all’UNAR. "Il criterio di preferenza fondato sulla
cittadinanza italiana nell’ammissione delle richieste di iscrizione alle scuole
per l’infanzia – segnalano gli esperti dell’Asgi - viene a determinare
una illegittima discriminazione diretta. Le persone con
cittadinanza straniera vengono ad essere trattate meno favorevolmente delle
persone con cittadinanza italiana solo ed esclusivamente a causa della
loro nazionalità ovvero della loro condizione di stranieri, e tale disparità
di trattamento viene ad essere attuata in un ambito attinente al diritto
all’educazione quale diritto umano fondamentale". L’associazione ha quindi
chiesto alla direzione scolastica di revocare la delibera, minacciando, in caso
contrario, un’azione civile antidiscriminazione insieme ai genitori degli
esclusi. Intanto ha inviato anche una comunicazione alla Commissione
europea per sottolineare il contrasto tra la strana regola“prima gli
italiani” e le norme comunitarie.
Elvio Pasca,
Stranieri in Italia
Schengen
(http://it.euronews.com/),
Strasburgo, 13 giugno 2012 -
La riforma del trattato Schengen sulla libera circolazione delle persone
è diventata terreno di scontro tra Parlamento europeo e presidenza danese del
Consiglio. Alla plenaria di Strasburgo, i capigruppo dei principali partiti
hanno detto che non ci stanno a farsi esautorare dagli stati membri. “Ho detto
ieri al primo ministro danese che, per quanto riguarda il mio gruppo
parlamentare, la presidenza danese è terminata”, ha affermato il capogruppo dei
popolari, Joseph Daul, aggiungendo in tono ironico: “Mi chiedo perché i vari
ministri non si siano spinti fino a introdurre i visti di ingresso tra ogni
paese, così potremmo controllare le frontiere ancora meglio”. L’accordo
raggiunto giovedì scorso dai ministri degli Interni dell’Unione consentirebbe
ai governi di decidere quando reintrodurre i controlli alle frontiere senza
tener conto del parere del Parlamento. Verdi e liberali minacciano di ricorrere
alla Corte di Giustizia. “E’ guerra aperta tra le istituzioni europee e il
Consiglio – sostiene Daniel Cohn Bendit – Da un lato ci dicono che
la Commissione deve monitorare i bilanci degli stati e che serve maggiore
sovranità europea. Ma poi, a sorpresa, su Schengen, ci viene detto che il
controllo spetta solamente agli stati”. L’esigenza di una riforma del trattato
Schengen si era manifestata un anno fa, quando il contenzioso tra Italia e
Francia sui permessi per i migranti aveva messo in luce i limiti del sistema
attuale, che lascia ai singoli stati la possibilità di reintrodurre i controlli
alle frontiere per motivi di ordine pubblico. La Repubblica del 9 giugno 2012
Internazionale
El
México de los migrantes es, según testimonios dados a conocer hoy por la Comisión Interamericana de
Derechos Humanos (CIDH), un país donde madres, esposas, hermanos
y hermanas viven un calvario al buscar durante meses e incluso años "a sus
seres queridos"; un territorio donde ocurren violaciones sexuales
individuales y masivas; donde se perpetran secuestros con fines de extorsión y
otros para explotar sexualmente a la víctima, y donde no se denuncian los
ilícitos por miedo a "sufrir represalias de parte de la delincuencia
organizada o de agentes estatales". Por ello, y preocupada por la
"grave situación de seguridad que viven los migrantes, tanto extranjeros
como mexicanos, en su tránsito por México", la CIDH ha presentado hoy al
Estado mexicano un pliego de 13 recomendaciones preliminares para que se
"garantice de manera inmediata la vida y la integridad personales de los
migrantes mediante acciones concretas que faciliten el tránsito seguro de
todos". Entre las sugerencias del máximo organismo vigilante de los
derechos humanos de América destacan la propuesta de convertir en una excepción
los casos de detención de los indocumentados, otorgar un visado de 180 días a
los migrantes y abrir las estaciones migratorias del Gobierno a la supervisión
de la sociedad civil. Después de una visita de 10 días de una delegación
integrada por cuatro personas -encabezada por el chileno Felipe González,
relator de los trabajadores migratorios de la CIDH-, el organismo denunció que
en México los sin papeles "son víctimas de asesinatos,
desapariciones, secuestros y violaciones sexuales" y, en el caso de los
extranjeros, también de discriminación. La delegación de la Comisión Interamericana
de Derechos Humanos visitó cuatro Estados de la llamada "ruta del
migrante" (Oaxaca, Chiapas, Veracruz y Tamaulipas), territorio donde miles
de indocumentados se juegan la vida cada año en su intento por llegar a Estados
Unidos. Se calcula que unas 400.000 personas transitan por suelo mexicano
anualmente. De ellos, según cálculos de diversos organismos, incluida la
oficina del Ombudsman de México, hasta 20.000 personas al año serían víctimas
de secuestro por bandas criminales, particularmente de Los Zetas. Al presentar
sus recomendaciones preliminares, el relator González apuntó que se van con un
sentimiento mixto. Ponderó que las autoridades mexicanas les mostraron una
serie de iniciativas que denotan avances, pero que la realidad que pudieron
palpar es dramática. "Hay una serie de avances cuya efectividad está por
demostrarse", apuntó González a la prensa. "La Relatoría manifiesta
su preocupación en cuanto a que la Ley de Migración no incorpora el principio
de la excepcionalidad de la detención", asentaron en el documento. Por
ello exigieron a los legisladores mexicanos que al establecer el reglamento de
dicha ley se especifique esa política. El relator señaló además que dotar de un
permiso de entrada a México a los migrantes extranjeros ayudaría a "lograr
que la integridad personal y el derecho a la vida se respeten. Se trataría de
un permiso de 180 días de duración para que al menos en México estén en
situación de seguridad". Entre las recomendaciones, la CIDH pide
establecer centros de atención a migrantes, facilitar medios de transporte
seguros, garantizar la seguridad en todas las terminales de transporte y en los
albergues (donde muchas veces ocurren los secuestros), que cualquier organismo
civil acreditado pueda visitar las estaciones migratorias para verificar la
integridad de los ahí retenidos, proteger a los defensores de los derechos
humanos de los migrantes y la protección de las víctimas y los testigos de
delitos contra migrantes. Aunque trabajarán en la formulación final de las
recomendaciones, González fue claro al sentenciar que "este es el momento
para que se produzcan estos cambios".
Las
recomendaciones de la CIDH surgieron después de recibir cientos de testimonios
de migrantes secuestrados que lograron escapar de grupos donde había centenares
como ellos, y de otros que atestiguaron "matanzas de decenas de personas
durante su cautiverio [...] así como de personas, como los integrantes de la
caravana de centroamericanos Paso a Paso hacia la Paz, que buscan a sus
familiares que intentaron emigrar y de los cuales no tienen noticia desde hace
meses e incluso años".
Notizie in breve (da Immigrazione oggi) |
14 giugno 2012 Amnesty International: “l’Europa non sta promuovendo e
rispettando i diritti dei migranti”. Miss Italia nel Mondo: al via oggi le iscrizioni al concorso
di bellezza dedicato alle giovani di origine straniera. 13 giugno 2012 13 giugno 2012 |