Consultate www.uil.it/immigrazione . Aggiornamento quotidiano sui temi

di interesse di cittadini e lavoratori stranieri

 

Newsletter periodica d’informazione

(aggiornata alla data del 14 giugno 2012)

 

  Schengen: accordi UE per controlli alle frontiere interne    

 

 

Sommario

 

Saiba mais... Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti                                                                       pag. 2

Saiba mais... Schengen, accordo UE per controlli alle frontiere                                                                                 pag. 2

Saiba mais... Giurisprudenza – Cassazione: invalidità anche a stranieri senza carta di soggiorno                      pag. 2

Saiba mais... Discriminazioni – “Zingaropoli” – Lega e Pdl condannati per razzismo                                        pag. 3

Saiba mais... CIE – Lo scandalo dei centri dove gli ospiti diventano detenuti                                                  pag. 5

Saiba mais... Costume – Straniere in Italia, tutti i numeri                                                                                pag. 7

Saiba mais... Discriminazioni – L’asilo chide la porta ai bimbi immigrati                                                                     pag. 8

Saiba mais... Internazionale – Mexico, un infierno para los migrantes                                                             pag. 9                   

Saiba mais... Notizie in breve                                                                                                                         pag.10

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

Dipartimento Politiche Migratorie

Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.it                                                                                                 Anno X -  n. 23



Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti


 

Roma, 15 giugno 2012, ore 10.00, via del Velabro, 5

Comitato direttivo del Cir

(Giuseppe Casucci)

Roma 19 giugno 2012 – Piazza S.Egidio, 1 – ore 10.00

CIR – Presentazione della Ricerca sperimentale quali-quantitativa sul livello di integrazione dei titolari di protezione internazionale

(Angela Scalzo)

Madrid, 19-20 giugno 2012

ILO – CES – EFFAT - Incontro su: " Lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici"

(Giuseppe Casucci, Ivana Veronese)

Roma, 28 giugno 2012, ore 10.00

Convegno Uil e Ital regionale Lazio su immigrazione

(Guglielmo Loy)

Roma, 4 luglio 2012, ore 10.00, via Guattani 13

Convegno CNA: “l’impresa etnica nel periodo della crisi”

(Giuseppe Casucci)

Roma, 12 luglio 2012, ore 09.30, sede Uil nazionale, sala 7° piano

Coordinamento Nazionale Immigrati - Dibattito: “ Costruire un’identità ed una posizione sindacale europea in materia migratoria”

(Anna Rea, Luca Visentini, Guglielmo Loy, Alberto Sera, Giuseppe Casucci, Angela Scalzo)


 


 

“Save the date:

12 luglio 2012

 

 


 

 


“Coordinamento Nazionale Immigrati

Roma, sede Uil nazionale, 7° piano, ore  09.30

Dibattito: “ Costruire un’identità ed una posizione sindacale europea in materia migratoria”

Partecipanti ed Invitati:

Luca Visentini, Segretario Confederale CES

Anna Rea, Segretario Confederale UIL

Prof Saverio Ruperto,  Sottosegretario all’Interno, con delega sull’immigrazione 

Natale Forlani , Direttore Generale per l’Immigrazione, Ministero del Lavoro

Antonio Golini, Demografo

Conclude: Guglielmo Loy, Segr. Confederale UIL  

Modera: Giuseppe Casucci,  Coord. Naz. Dipartimento Politiche Migratorie UIL


Libera circolazione


EUROPA

Schengen, accordo Ue per controlli alle frontiere

Può succedere in caso di flussi migratori eccezionali. È polemica.


bordo,  guardia, 
 presa a terra, 
 su,  mano. fotosearch 
- cerca foto, 
illustrazioni, 
immagini e foto 
clipartI trattati di Schengen sono sempre più in pericolo. Il 7 giugno il Consiglio dei ministri degli Interni europei, riunito a Lussemburgo, ha approvato due regolamenti per il ripristino dei controlli delle frontiere interne dei Paesi dell'area di fronte a flussi migratori eccezionali.
A poco più di un anno dalla crisi Italia-Francia per l'ondata di tunisini al confine di Ventimiglia, è stato dato il via libera a un provvedimento per la valutazione dei «casi eccezionali» in cui si potranno ripristinare le frontiere e a un altro per le norme di verifica di tale valutazione.
FLUSSI ANOMALI NEL MIRINO. In questo modo uno Stato può chiedere il ripristino dei controlli anche di fronte ad un andamento anomalo dei flussi migratori che minaccia la stabilità dell'intero sistema di libera circolazione previsto da Schengen.  
Finora era prevista la chiusura, a discrezione dei singoli Stati, solo per i casi di minaccia all'ordine pubblico e alla sicurezza nazionale prevedibili (manifestazioni sportive o grandi eventi internazionali) e non (terrorismo, guerre, ecc.).
COMMISSIONE DELUSA. Alla Commissione è affidato il ruolo di valutazione della richiesta degli Stati, ma la decisione finale spetta solo al Consiglio, ovvero ai governi.
La commissaria Cecilia Malmstrom non ha esitato a parlare di «delusione e mancanza di ambizione».
SCHULZ NON CI STA. E l'Europarlamento si è ribellato, perché i regolamenti sono stati approvati dal Consiglio modificando la base giuridica e ampliando la frattura tra l'istituzione che rappresenta i governi e l'assemblea elettiva europea.
Anche il presidente dell'Eurocamera, Martin Schulz, ha parlato di «profonda delusione» e di «comportamento controproducente», definendo questione «un serio incidente» interistituzionale.
BORGHEZIO CONTENTO. Dure critiche sono arrivate anche dai singoli gruppi, come il Ppe, i socialisti-democratici, i Verdi e i liberal-democratici dell'Alde.
Ha esultato invece la Lega Nord, con Mario Borghezio che ha detto: «Era ora».



Immigrazione: Amnesty, accordo Italia-Libia per stop flussi

Un rapporto della Ong denuncia:”l’intesa viola diritti umani”


Un gommone di immigrati dal nord africa 

(ANSAMED) - ROMA - L'Italia ha firmato un accordo "segreto" con il Consiglio di transizione libico (CNT) per "limitare il flusso di immigrati". E' quanto denuncia un rapporto - 'Sos Europe' - pubblicato oggi da Amnesty International che punta il dito sull'intesa sottolineando che viola i diritti umani. I dettagli dell'accordo non sono stati resi noti, ma secondo Amnesty, l'intesa - firmata il 3 aprile scorso - autorizza le autorità italiane ad intercettare i richiedenti asilo e a riconsegnarli ai soldati libici. Secondo l'organizzazione, l'accordo viola gli obblighi dell'Italia derivanti dalla Convenzione europea sui Diritti Umani perché non contiene misure di salvaguardia dei diritti umani. "L'Italia, nella migliore delle ipotesi, ha ignorato la terribile situazione dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Nella peggiore, si è mostrata disposta a tollerare violazioni dei diritti umani al fine di soddisfare egoismi politici nazionali", sostiene Amnesty. L'Organizzazione sottolinea che i richiedenti asilo dall'Eritrea o dalla Somalia, obbligati a tornare a Tripoli, rischiano di essere sottoposti ad abusi e torture. Al momento la Libia non ha una politica sull' asilo e i migranti - per la maggior parte provenienti dall'Africa sub-sahariana - sono trattati con disprezzo. Lo scorso febbraio la Corte Europea per i diritti umani ha condannato l'Italia per i respingimenti in mare, ricorda il rapporto, sottolineando che la sentenza si riferiva al ritorno forzato in Libia nel 2009 di 11 somali e 13 eritrei (insieme ad altre 200 persone) a bordo di navi italiane. L'Italia aveva sostenuto che l'operazione era un salvataggio, ma non aveva neanche avvertito i migranti che stavano per essere rispediti in Libia, sostenendo che gli accordi bilaterali con il Paese avevano dei precedenti nel diritto internazionale. Ma per la Corte Europea - prosegue - chiunque salga a bordo di una nave italiana deve essere soggetto alla Convenzione dei diritti umani. Il governo ha quindi accettato la sentenza e si era impegnato al "rispetto assoluto dei diritti umani e alla salvaguardia della vita degli uomini in mare". E per Amnesty l'accordo del 3 aprile scorso rappresenta una violazione di quell'impegno. (ANSAMED).


 

Giurisprudenza


Cassazione: assegno di invalidità civile anche a stranieri senza carta di soggiorno

Di Claudia Moretti, Aduc Immigrazione


Con sentenza n.4110 del 14 marzo 2012 la VI sezione della Corte di Cassazione ha stabilito che sarebbe discriminatorio non riconoscere l'emolumento previdenziale INPS, ossia l'assegno per l'invalidità civile, agli stranieri presenti sul nostro territorio in modo regolare, per il sol fatto di non esser naturalizzati cittadini italiani, o di non aver maturato i tempi di permanenza sul nostro territorio e non possedere dunque il Permesso CE per soggiornanti di lungo periodo.
Si tratta di una sentenza che si pone in linea con quanto già affermato dallaCorte Costituzionale nella pronuncia n. 187/2010 e ancor prima la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (306/2008). In entrambi i casi si affermavano (ed oggi vengono confermati dalla Cassazione) due principi fondamentali:
1. ove si versi, in tema di provvidenza destinata a far fronte al sostentamento della persona, qualsiasi discrimine tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato, fondato su requisiti diversi dalle condizioni soggettive, finirebbe per risultare in contrasto con il principio di non discriminazione sancito dall'art. 14 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo (*), che l'Italia ha ratificato.
2. Al legislatore nazionale è consentito "subordinare, non irragionevolmente, l'erogazione di determinate prestazioni -non inerenti a rimediare a gravi situazioni di urgenza- alla circostanza che il titolo di legittimazione dello straniero al soggiorno nel territorio dello Stato ne dimostri il carattere non episodico e di non breve durata (e dunque il possesso della carta di soggiorno, oggi Pds Ce). Una volta, però, che il diritto a soggiornare alle condizioni predette non sia in discussione, non si possono discriminare gli stranieri, stabilendo, nei loro confronti, particolari limitazioni per il godimento dei diritti fondamentali della persona, riconosciuti invece ai cittadini".
Secondo la Corte di Cassazione, dunque, in applicazione dei suddetti principi, occorre riconoscere anche allo straniero regolarmente presente sul territorio nazionale, la possibilità di ottenere l'assegno di invalidità civile, che, “-attribuibile ai soli invalidi civili nei confronti dei quali sia riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa di misura elevata ed erogabile in quanto il soggetto invalido non presti alcuna attività lavorativa e versi nelle disagiate condizioni reddituali stabilite dalla legge per il riconoscimento della pensione di inabilità- costituisce una provvidenza destinata non già ad integrare il minor reddito dipendente dalle condizioni soggettive, ma a fornire alla persona un minimo di sostentamento, atto ad assicurarne la sopravvivenza.”Si tratta di un passo importante verso l'affermazione del principio di non discriminazione, che farà discutere chi, al contrario, aspira a tener fuori dai benefici dello Stato sociale e previdenziale, gli stranieri. Non v'è dubbio, infatti che ciò comporti un aggravio degli esborsi per il già disastrato bilancio pubblico. Ma è altrettanto vero che, una volta che un cittadino straniero si trova in Italia, lavora e paga le tasse, non vi sarebbe alcuna ragione per escluderlo dalle forme di un'assistenza primaria qual è l'assegno di invalidità, se non appunto, il sol fatto di essere straniero. 
Il ché, si capisce, integrerebbe senz'altro discriminazione razziale, non tollerabile neppur per esigenze di contenimento della spesa pubblica.

* Art. 14 
Divieto di discriminazione 
Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione. 


 

Discriminazioni


“Zingaropoli”. Lega Nord e PdL condannati per razzismo

Il Tribunale di Milano sugli slogan usati dai due partiti prima della amministrative del 2011: “offensivi e umilianti, favorivano l’odio contro Rom e Sinti”


Roma -  13 giugno 2012  - Umberto Bossi dichiarò: "Mi impegnerò contro Pisapia perché rischia di trasformare Milano in una zingaropoli" e la Lega Nord ne fece subito un manifesto:"Milano zingaropoli con Pisapia". Berlusconi inseguì l’alleato con un "appello" pubblicato sul sito del Pdl: "Milano non può diventare una zingaropoli piena di campi rom". Difficile dimenticare gli slogan usati dal centrodestra nella campagna elettorale per amministrative del 2011 a Milano. Proprio per quegli eccessi, l’associazione di volontariato Naga  ha portato Pdl e Lega in tribunale con un’azione civile antidiscriminazione. Ora, dopo aver perso quelle elezioni, i due partiti sono usciti sconfitti anche da quella causa e sono stati condannati per aver offeso Rom e Sinti e per aver seminato (altro) odio contro di loro. "Il neologismo "zingaropoli" adottato quale slogan ha valenza chiaramente dispregiativa, in quanto i gruppi etnici zingari (rom e sinti) vengono utilizzati come emblema di negatività e pericolo da fuggire" scrive nella sentenza il giudice Orietta Miccichè. "Emerge con chiarezza la valenza gravemente offensiva e umiliante di tale espressione che ha l’effetto di violare la dignità dei gruppi etnici sinti e rom,  ma altresì di favorire un clima intimidatorio e ostile nei loro confronti". Inutile, in questo caso, appellarsi alla libertà di pensiero prevista dall’articolo 21 della Costituzione, come ha fatto il Pdl durante il processo. La sentenza sottolinea infatti che se questa entra in contrasto con i principi di uguaglianza e pari dignità di tutti i cittadini, sono questi a prevalere, “in quanto principi fondanti della stessa Repubblica”. Dalla Costituzione in realtà è arrivato un aiutino a Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, sui quali il giudice non si potuto pronunciare direttamente, dal momento che “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni”. Ma questo non ha salvato Lega Nord e Popolo delle Libertà, che hanno fatto da gran cassa alle parole dei loro leader con manifesti e pubblicazione su internet. Le conclusioni del tribunale di Milano? Innanzitutto ha dichiarato il "carattere discriminatorio" di quel "Milano zingaropoli" utilizzato in campagna elettorale. Ha quindi ordinato la pubblicazione della sentenza sul corriere della Sera a spese di Pdl e Lega, condannando i due partiti anche al rimborso delle spese legali. "Per la prima volta in Italia viene depositato un provvedimento giudiziario che condanna dei partiti politici per discriminazione. È per noi una vittoria molto importante e vorremmo fosse intesa come un messaggio molto chiaro contro la normalizzazione dell'emarginazione e delle pratiche di esclusione sociale a cui purtroppo siamo stati abituati" commenta Pietro Massarotto, Presidente del Naga. "Speriamo – aggiunge - che questo rappresenti un passo verso l’effettiva tutela delle minoranze nel nostro Paese, ma quello che più speriamo è di non dover mai più intervenire per questo genere di discriminazioni 'istituzionali'".

Lo scandalo dei centri di identificazione dove gli ospiti diventano detenutiScarica la sentenza

Elvio Pasca


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


http://inchieste.repubblica.it/ 

Lo scandalo dei centri di identificazione dove gli ospiti diventano detenuti


Sono 12 le prigioni amministrative italiane e c'è in programma di aprirne altre 4. Piene di persone che non hanno commesso reati ma dovranno restarci anche 18 mesi.  Da Trapani a Gradisca d'Isonzo è un sistema infernale con appalti milionari e violazioni dei diritti umani. Una task force governativa per verificare le condizioni


Il ministero dell'Interno ha annunciato, in questi giorni, una task force per verificare le condizioni di detenzione. Il Partito democratico manda una delegazione di parlamentari a ispezionare le strutture dall'11 al 25 giugno. "Un nuovo tipo di istituzione totale" li ha chiamati l'Ong Medici per i diritti umani. "Cattivi cestini" che producono mele marce, istituzioni che rendono cattivi e razzisti in cui si diventa 'non persone', scrive Clelia Bartoli, docente di Diritti Umani all'Università di Palermo nel libro "Razzisti per legge. L'Italia che discrimina". Sono i Cie, i Centri di detenzione amministrativa per stranieri senza permesso di soggiorno e stanno alla base delle politiche europee ed italiane sull'immigrazione. In Italia stanno spuntando come funghi. Da Trapani a Gradisca d'Isonzo, ce ne sono 12 aperti e altri 4 in programma a breve e medio termine. Trapani è l'unica città ad averne due sul suo territorio, ma il governo pianifica di aprirne un terzo. La location scelta è la pista abbandonata dell'ex aeroporto militare Chinisia. E se nella città siciliana le istituzioni locali non si sono pronunciate, a Bari invece il comune e la Regione Puglia hanno appoggiato l'azione legale degli avvocati Luigi Paccione e Alessio Carlucci che hanno chiamato il ministero dell'Interno sul banco degli imputati per avere istituito "un carcere non dichiarato, extra ordinem". Il tribunale del capoluogo pugliese ha accettato la loro azione popolare, con cui chiedono la chiusura del Cie. L'udienza per le violazioni dei diritti umani si terrà l'11 luglio. 
LA MAPPA DEI CIE 

"Cie" è un acronimo per addetti ai lavori. Non si possono chiamare "carceri", sono "centri di identificazione e di espulsione". Dentro non ci sono "reclusi", ma "ospiti" in attesa di un documento, un passaporto, un lasciapassare che non arriva mai. I migranti che fuggono non "evadono" perché non stanno commettendo un reato, "si allontanano arbitrariamente". Le rivolte per guadagnarsi la libertà diventano "danneggiamenti". È il linguaggio della burocrazia. Serve a dare un'apparenza di normalità tecnica a un sistema violento, repressivo e kafkiano, iniziato con l'istituzione dei Cpt (Centri di permanenza temporanea) della legge Turco-Napolitano e degenerato nei Cie, centri di identificazione e di espulsione, voluti da Roberto Maroni quando era ministro dell'Interno. I giorni di detenzione previsti all'inizio erano 60, poi sono triplicati per due volte, passando a sei mesi nel 2009, a 18 mesi nell'agosto 2011. È il tempo massimo previsto dalla direttiva europea sui rimpatri per casi eccezionali, ma in Italia è stato recepito come la regola. Un anno e mezzo dietro triple file di sbarre alte da cinque a sette metri, telecamere che registrano ogni movimento e la sorveglianza di carabinieri, poliziotti, finanzieri e militari. Poco importa se le gabbie sono dipinte di giallo, se i muri delle stanze sono colorati di blu o di rosso. Chi sta dentro ha un unico pensiero per 24 ore al giorno: come riuscire a scappare. Sente di subire un trattamento ingiusto perché non ha commesso reati per finire in gabbia. Dentro le celle, a differenza del carcere, non si può tenere niente: una sedia, una matita, una penna. Perfino i tappi delle bottiglie sono vietati. Ogni piccolo oggetto può essere usato per autolesionismo. Ci si taglia, ci si cuce la bocca, si ingoiano pile e altri corpi estranei. Così, sperano i rinchiusi dei Cie, andranno in ospedale e da lì sarà più facile scappare.  Ozio forzato perché non c'è nulla da fare, disagio e frustrazione perché nessuno sa quanto tempo esattamente dovrà stare rinchiuso in attesa di un rimpatrio che forse arriverà domani, o forse non arriverà mai. Molti escono per scadenza dei termini con un foglio di via, collezionano decine di espulsioni e poi rientrano nel Cie al successivo controllo dei documenti. "L'unico modo per sfogare la rabbia è spaccare qualcosa che c'è intorno. Si genera così violenza contro gli arredi o contro se stessi" dice Alberto Barbieri, coordinatore dei Medu (Medici per i diritti umani). Nel Cie di Torino Barbieri ha scoperto "una cosa grottesca": l'agility dog. Una volta a settimana, "i reclusi vengono fatti assistere agli spettacoli di cani che saltano nei cerchi e fanno percorsi a ostacoli". A Torino nel 2011 ci sono stati 156 atti di autolesionismo, 100 per ingestione di corpi estranei e 56 per ferite di arma da taglio. Un terzo dei reclusi assume psicofarmaci. Senza prescrizione di uno psichiatra. Anche a Roma, nel centro di Ponte Galeria, il 50 per cento dei trattenuti è sotto ansiolitici.  Nel rapporto "Le sbarre più alte", Medu riferisce che nel Cie capitolino sono stati internati 820 romeni negli ultimi due anni. Prima nazionalità per presenze nel 2010 e terza nel 2011. Un abuso evidente, visto che i romeni non hanno bisogno del permesso di soggiorno perché sono cittadini europei. I governi sono convinti di non poter fare a meno dei centri di identificazione e di espulsione. Ma in tempi di spending review, sembrano un inutile spreco sulla pelle di alcune migliaia di indesiderati sociali. Le cifre parlano chiaro: si stima che gli immigrati irregolari in Italia siano circa 500 mila. Ma in totale nel 2010 sono entrate nei Cie circa 7 mila persone, di cui solo il 48 per cento è stato rimpatriato. Il sottosegretario all'Interno Saverio Ruperto, lo scorso 10 maggio, ha detto alla Camera che la percentuale è salita al 50 per cento nel 2011, ma ha fornito un dato incompleto perché non si sa il numero di trattenuti nei Cie dopo il 2010, né quanti rimpatri sono stati fatti e verso quali Paesi. Sempre secondo il sottosegretario, gli interventi di ampliamento e costruzione di nuovi Cie porteranno a 700 nuovi posti, il totale sale così a circa 2000.  Da quando i tempi di detenzione si sono allungati, servono altre strutture. Nessuno considera il fatto che l'inasprimento della pena ha sortito effetti contrari a quello che si voleva ottenere. Il numero degli ingressi e dei rimpatri continua a diminuire. Questo vuol dire che il sistema si avvita su se stesso, internando sempre e solo alcune categorie di persone. Basta guardare l'esempio di Ponte Galeria, dove i reclusi sono stati 3.206 nel 2009, 2.172 nel 2010 e 2.049 nel 2011. La percentuale dei rimpatriati, sul totale delle presenze nel centro capitolino, è passata dal 48% del 2009 al 47% del 2010, al 39% nel 2011. In compenso, le rivolte, le fughe di massa e le repressioni violente come quelle che si vedono nel video esclusivo, sono all'ordine del giorno in tutti i centri italiani.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

Costume


Prima pagina: Ansa.it

Straniere in Italia, tutti i numeri

Le ragazze tra i 18 e i 26 anni che possono partecipare a Miss Italia straniera sono 314 mila


Straniere in italia, tutti i numeri

Roma, 13 giugno 2012 -  - Per la prima volta nella sua storia, il titolo di Miss Italia sarà assegnato anche alle ragazze straniere che vivono nel nostro Paese e si chiamerà Miss Italia nel Mondo Edizione Speciale. Secondo stime (come riportato dal dossier statistico sulle immigrazioni della Caritas e della Fondazione “Migrantes”), circa cinque milioni di persone straniere abitano in mezzo a noi, anzi hanno proprio qui la loro residenza. Parlano la nostra lingua e spesso i nostri dialetti, sono contribuenti, mandano i loro figli nelle nostre scuole, che sono anche le loro, tra i nostri ragazzi. E, quindi, hanno l’istruzione e la cultura del Paese che li ospita, lavorano nelle fabbriche e negli uffici. Insomma, fanno tutto o quasi come noi. Patrizia Mirigliani, di fronte ad un fenomeno planetario senza precedenti nella storia, come quello delle migrazioni di nuova generazione (il numero di migranti viene censito in 214 milioni in tutto il mondo) ritiene che sia giunto il momento di rendere omaggio a questi cittadini, i quali esercitano un ruolo rilevante nel supplire alle carenze strutturali a livello demografico e occupazionale. La patron della bellezza dedica alle figlie di questi cittadini un riconoscimento storico e prezioso, il titolo di Miss Italia, aperto a coloro che sono arrivate da noi da tutti i continenti, sospendendo per una volta il concorso riservato dal 1991 alle candidate di origine italiana residenti all’estero. Le candidate tra i 18 e i 26 anni che possono partecipare a questa nuova manifestazione sono 314 mila. “Ho deciso - spiega Patrizia Mirigliani - di far vivere a queste ragazze il fascino, la curiosità di Miss Italia e di assegnare a una di loro un titolo che rispecchia la linea seguita in passato da mio padre Enzo nell’ambito del Concorso, cogliendo i cambiamenti e le trasformazioni che la storia ci offre. Quello delle migrazioni, come è stato scritto, è un salto di civiltà che ci ha trasportati in un universo senza frontiere e senza distanze. E noi, che rappresentiamo una parte importante del mondo femminile - che ha un ruolo di primo piano anche nel fenomeno della migrazione ed è un elemento di integrazione decisivo - avvertiamo l’esigenza di adeguarci a questi tempi”. Come riferisce una recente pubblicazione dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni, nel nostro Paese, nel 1861, anno dell’Unità, su 22.182.000 di residenti, gli stranieri erano 89.000 (uno ogni 250, cioè lo 0,4%). Nel 1951, anno del primo censimento del Dopoguerra, su 47.516.000 residenti, gli stranieri erano 130.000 e superarono l’incidenza dell’ 1% soltanto nel 1991 (625.000 su 56.778.000). Da allora in Italia è cominciata la grande immigrazione che ha superato un milione di unità (1.334.889) nel 2001. Nell’ultimo anno, l’aumento del loro numero, nonostante la crisi, è stato di 335.258 unità; vi sono stati inoltre 66 mila casi di acquisizione della nostra cittadinanza. La loro ripartizione territoriale è la seguente: Nord Ovest 35,00%;  Nord Est 26,3%, 
Centro 25,2%, Sud e Isole 13,5%.

Le ragazze straniere residenti in Italia di età tra i 18 e i 26 anni (l’età per partecipare a Miss Italia e, quindi, a questo nuovo titolo). 

Sono 4.208.977 invece gli italiani residenti all’estero e iscritti all’apposita anagrafe (AIRE). Citiamo questo dato per mettere in evidenza ciò che viene spesso ricordato: l’Italia da qualche tempo è (anche) meta di immigrazione, ma non ha mai smesso di essere un Paese da cui si è partiti - alla ricerca di impieghi o esistenze più soddisfacenti - soprattutto alla volta dell’Europa e delle Americhe. Ancora oggi lasciano il nostro Paese circa 50 mila persone ogni anno. Il volto dell’Italia del prossimo futuro è già visibile nelle regioni dove l’incidenza degli immigrati ha raggiunto il 10% (Emilia Romagna, Umbria, Lombardia, Veneto) o si aggira sul 9% (Trentino Alto Adige, Toscana, Marche e Lazio): a metà secolo, gli stranieri potranno essere 12,4 milioni con una incidenza del 18% sui residenti e, successivamente, più numerosi.


 

 

 

 

 

 

 

 


“Prima gli italiani”. L'asilo chiude le porte ai figli degli immigrati

Quaranta bimbi non ammessi alle scuole d'infanzia del centro storico di Borgomanero. Una delibera della direzione scolastica prevede come criterio di precedenza la cittadinanza italiana. L’Asgi: "È una discriminazione, se non la eliminano li portiamo in tribunale"


Roma – 12 giugno 2012 - Prima i bambini italiani. È la regola che a Borgomanero, in provincia di Novara, rischia di chiudere le porte delle scuole d’infanzia del centro storico a una quarantina di figli di immigrati. A mandare questi bambini in fondo alle graduatorie di ammissione è unadelibera presa all’unanimità lo scorso febbraio  dal consiglio di circolo, l’organo che riunisce rappresentanti dei docenti e dei genitori degli alunni. Dice che i criteri di precedenza per le iscrizioni sono: "1. Cittadinanza italiana 2. Residenza nel comune di Borgomanero 3. Presenza di fratelli già iscritti ecc." Bimbi e bimbe magari nati e cresciuti nel comune piemontese, ma con mamma e papà immigrati, mancano necessariamente del primo requisito, quindi  devono mettersi in coda. Una prassi, ha spiegato il dirigente scolastico Tersa Valsesia ai genitori degli esclusi, che "è stata sempre utilizzata anche negli anni scorsi, nel momento in cui il numero degli iscritti era superiore alla possibilità di accoglienza". Quella regola sembra però la più classica delle discriminazioni, quindi sarebbe contraria alla legge, oltre che particolarmente odiosa. La pensa così anche l’Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione, che ha scritto un dettagliato parere e lo ha inviato alla direzione didattica statale di Borgomanero, all’ufficio scolastico regionale del Piemonte, ai Ministri dell’Istruzione e dell’Integrazione e all’UNAR. "Il criterio di preferenza fondato sulla cittadinanza italiana nell’ammissione delle richieste di iscrizione alle scuole per l’infanzia – segnalano gli esperti dell’Asgi - viene a determinare una  illegittima  discriminazione diretta. Le persone con cittadinanza straniera vengono ad essere trattate meno favorevolmente delle persone con cittadinanza italiana solo ed esclusivamente a causa della loro  nazionalità ovvero della loro condizione di stranieri, e tale disparità di trattamento viene ad essere attuata in un ambito attinente al diritto all’educazione quale diritto umano fondamentale". L’associazione ha quindi chiesto alla direzione scolastica di revocare la delibera, minacciando, in caso contrario, un’azione civile antidiscriminazione insieme ai genitori degli esclusi. Intanto ha inviato anche una comunicazione alla Commissione europea  per sottolineare il contrasto tra la strana regola“prima gli italiani” e le norme comunitarie.

Elvio Pasca, Stranieri in Italia


 

Schengen


Schengen, Parlamento Ue minaccia ricorso a Corte Giustizia


(http://it.euronews.com/), Strasburgo, 13 giugno 2012 -   La riforma del trattato Schengen sulla libera circolazione delle persone è diventata terreno di scontro tra Parlamento europeo e presidenza danese del Consiglio. Alla plenaria di Strasburgo, i capigruppo dei principali partiti hanno detto che non ci stanno a farsi esautorare dagli stati membri. “Ho detto ieri al primo ministro danese che, per quanto riguarda il mio gruppo parlamentare, la presidenza danese è terminata”, ha affermato il capogruppo dei popolari, Joseph Daul, aggiungendo in tono ironico: “Mi chiedo perché i vari ministri non si siano spinti fino a introdurre i visti di ingresso tra ogni paese, così potremmo controllare le frontiere ancora meglio”. L’accordo raggiunto giovedì scorso dai ministri degli Interni dell’Unione consentirebbe ai governi di decidere quando reintrodurre i controlli alle frontiere senza tener conto del parere del Parlamento. Verdi e liberali minacciano di ricorrere alla Corte di Giustizia. “E’ guerra aperta tra le istituzioni europee e il Consiglio – sostiene Daniel Cohn Bendit – Da un lato ci dicono che la Commissione deve monitorare i bilanci degli stati e che serve maggiore sovranità europea. Ma poi, a sorpresa, su Schengen, ci viene detto che il controllo spetta solamente agli stati”. L’esigenza di una riforma del trattato Schengen si era manifestata un anno fa, quando il contenzioso tra Italia e Francia sui permessi per i migranti aveva messo in luce i limiti del sistema attuale, che lascia ai singoli stati la possibilità di reintrodurre i controlli alle frontiere per motivi di ordine pubblico. La Repubblica del 9 giugno 2012


Internazionale

 


el país

México, un infierno para los migrantes

La Comisión Interamericana de Derechos Humanos pide al Gobierno de Felipe Calderón que garantice la vida de los 'sin papeles' a su paso por el país


El México de los migrantes es, según testimonios dados a conocer hoy por la Comisión Interamericana de Derechos Humanos (CIDH), un país donde madres, esposas, hermanos y hermanas viven un calvario al buscar durante meses e incluso años "a sus seres queridos"; un territorio donde ocurren violaciones sexuales individuales y masivas; donde se perpetran secuestros con fines de extorsión y otros para explotar sexualmente a la víctima, y donde no se denuncian los ilícitos por miedo a "sufrir represalias de parte de la delincuencia organizada o de agentes estatales". Por ello, y preocupada por la "grave situación de seguridad que viven los migrantes, tanto extranjeros como mexicanos, en su tránsito por México", la CIDH ha presentado hoy al Estado mexicano un pliego de 13 recomendaciones preliminares para que se "garantice de manera inmediata la vida y la integridad personales de los migrantes mediante acciones concretas que faciliten el tránsito seguro de todos". Entre las sugerencias del máximo organismo vigilante de los derechos humanos de América destacan la propuesta de convertir en una excepción los casos de detención de los indocumentados, otorgar un visado de 180 días a los migrantes y abrir las estaciones migratorias del Gobierno a la supervisión de la sociedad civil. Después de una visita de 10 días de una delegación integrada por cuatro personas -encabezada por el chileno Felipe González, relator de los trabajadores migratorios de la CIDH-, el organismo denunció que en México los sin papeles "son víctimas de asesinatos, desapariciones, secuestros y violaciones sexuales" y, en el caso de los extranjeros, también de discriminación. La delegación de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos visitó cuatro Estados de la llamada "ruta del migrante" (Oaxaca, Chiapas, Veracruz y Tamaulipas), territorio donde miles de indocumentados se juegan la vida cada año en su intento por llegar a Estados Unidos. Se calcula que unas 400.000 personas transitan por suelo mexicano anualmente. De ellos, según cálculos de diversos organismos, incluida la oficina del Ombudsman de México, hasta 20.000 personas al año serían víctimas de secuestro por bandas criminales, particularmente de Los Zetas. Al presentar sus recomendaciones preliminares, el relator González apuntó que se van con un sentimiento mixto. Ponderó que las autoridades mexicanas les mostraron una serie de iniciativas que denotan avances, pero que la realidad que pudieron palpar es dramática. "Hay una serie de avances cuya efectividad está por demostrarse", apuntó González a la prensa. "La Relatoría manifiesta su preocupación en cuanto a que la Ley de Migración no incorpora el principio de la excepcionalidad de la detención", asentaron en el documento. Por ello exigieron a los legisladores mexicanos que al establecer el reglamento de dicha ley se especifique esa política. El relator señaló además que dotar de un permiso de entrada a México a los migrantes extranjeros ayudaría a "lograr que la integridad personal y el derecho a la vida se respeten. Se trataría de un permiso de 180 días de duración para que al menos en México estén en situación de seguridad". Entre las recomendaciones, la CIDH pide establecer centros de atención a migrantes, facilitar medios de transporte seguros, garantizar la seguridad en todas las terminales de transporte y en los albergues (donde muchas veces ocurren los secuestros), que cualquier organismo civil acreditado pueda visitar las estaciones migratorias para verificar la integridad de los ahí retenidos, proteger a los defensores de los derechos humanos de los migrantes y la protección de las víctimas y los testigos de delitos contra migrantes. Aunque trabajarán en la formulación final de las recomendaciones, González fue claro al sentenciar que "este es el momento para que se produzcan estos cambios".

Las recomendaciones de la CIDH surgieron después de recibir cientos de testimonios de migrantes secuestrados que lograron escapar de grupos donde había centenares como ellos, y de otros que atestiguaron "matanzas de decenas de personas durante su cautiverio [...] así como de personas, como los integrantes de la caravana de centroamericanos Paso a Paso hacia la Paz, que buscan a sus familiares que intentaron emigrar y de los cuales no tienen noticia desde hace meses e incluso años".


 

Notizie in breve  

(da Immigrazione oggi)

14 giugno 2012

Amnesty International: “l’Europa non sta promuovendo e rispettando i diritti dei migranti”.
L’organizzazione per i diritti umani ha presentato ieri il rapporto “Sos Europe”. Accuse all’Italia: i respingimenti in Libia avvenuti in un contesto senza trasparenze.
14 giugno 2012
Schengen: dura posizione della Commissione Ue. Per Barroso “il Consiglio ha mandato il segnale sbagliato nel momento sbagliato”.
La libera circolazione è un settore vitale della costruzione europea.
14 giugno 2012

Miss Italia nel Mondo: al via oggi le iscrizioni al concorso di bellezza dedicato alle giovani di origine straniera.
Fino al 24 luglio sarà possibile aderire alla selezione. La finale il 9 settembre a Montecatini in diretta su Rai Uno.
14 giugno 2012
 Nel centro storico di Genova aperto il primo presidio sanitario multilingue.
Servizi di infermieristica, infettivologia, psicologia, psichiatria e mediazione culturale.
14 giugno 2012
 Monza: un corso di italiano “business” per aspiranti imprenditori stranieri.
È l’iniziativa promossa da Camera di commercio e Prefettura della provincia brianzola.
13 giugno 2012
Lombardia: il Consiglio vota no alla mozione che chiede l’impegno della Regione per la cittadinanza alle seconde generazioni.
Iniziativa delle opposizioni, votano contro Lega Nord e la maggior parte dei conglieri Pdl.

13 giugno 2012
Ancora sei mesi di proroga per i precari degli uffici immigrazione.
Lo ha annunciato il ministro Cancellieri incontrando i sindacati per parlare del percorso di spending review.

13 giugno 2012
Schengen: lotta tra Consiglio e Parlamento. I deputati annunciano il ricorso alla Corte di giustizia europea.
Dure critiche nella plenaria di ieri contro il ministro della giustizia danese Morten Bodskov.