Accade in quel di Borgomanero, paesone di quasi 22 mila anime in provincia di Novara. Nelle tre scuole materne del centro storico, non c'è posto per i figli degli immigrati. Fuori! Raus! I genitori cerchino loro un banchetto nelle scuole sparse nelle diverse frazioni del Comune. Sono quaranta, tutti stranieri i bimbi ai quali sono state sbarrate le porte delle materne del centro. Il Consiglio di circolo ha deciso di dare la precedenza agli alunni con cittadinanza italiana. Cosa che appare in contrasto con gli articoli 2, 3 e 34 della Costituzione e con l'articolo 45 del Dpr 394 del 1999, in cui si precisa che “i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione...nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani”.
Questa storia poco edificante è stata rivelata dall'agenzia di stampa Redattore Sociale. A Borgomanero le scuole materne sono sei, ma c'è un sovraffollamento nelle tre centrali, di Corso Roma, via delle Scuole e via Pascoli. Il dirigente scolastico, Teresa Valsesia, si difende così: «Non vogliamo discriminare nessuno, è solo un problema di spazi. Abbiamo chiesto alla Regione Piemonte di poter istituire una sezione in più nelle scuole del centro. L'altra soluzione è che il Comune istituisca una navetta per il trasporto dei bambini nelle frazioni. A quel punto toglieremmo il criterio della cittadinanza». Ottimo principio: se c'è la navetta, allora anche gli italiani andranno nelle frazioni. Altrimenti, i bimbi stranieri...si attacchino al tram.
«Molte mamme rinunciano a mandare i bimbi a scuola, non potendo accompagnarli in auto nelle scuole delle frazioni» racconta Mbacke Khady, presidente dell'associazione Donne per l'integrazione. Ne è nata una lettera di protesta al dirigente scolastico, firmata da una ventina di genitori, anche di nazionalità italiana. Si è mossa pure l'Asgi, Associazione dei giuristi dell'immigrazione, che ha invitato la direzione didattica ha revocare la delibera di Circolo del 15 febbraio scorso, altrimenti avvierà, assieme ai genitori dei bambini esclusi, una causa antidiscriminatoria in base all'articolo 44 del Testo unico dell'immigrazione.
I genitori sono decisi ad arrivare sino alla Commissione europea. «Mio figlio è nato in Italia: come posso spiegargli che lui non può andare a scuola perché io e mia moglie siamo romeni?» si domanda Cojocaru Bogdan. Un modo per stroncare la tentazione di comportamenti come quello di Borgomanero in realtà c'è: decidersi finalmente ad approvare la legge che taglia i tempi per concedere la cittadinanza italiana ai bimbi nati in Italia o giunti da noi quando erano molto piccoli. Oggi, per essere eguali agli altri, debbono aspettare fino a 18 anni, e poi hanno un anno di tempo per presentare la domanda.
