15 giugno 2012

Cancellieri: i permessi di soggiorno sono “molto costosi rispetto alla loro durata”.
Il ministro dell’Interno favorevole alla cittadinanza per le seconde generazioni che abbiano seguito un ciclo di studi in Italia.
Immigrazioneoggi, 15-06-202
“Dobbiamo impegnarci al massimo per garantire i diritti ma dobbiamo essere rispettosi della legalità. Non possiamo concepire dei comportamenti illegali che generano paura nella popolazione che poi si chiude a riccio”. È quanto ha dichiarato il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, intervenendo ieri al Senato al convegno organizzato dai radicali italiani dal titolo Immigrazione, una sfida e un necessità.
Secondo il ministro, l’Italia ha fatto leggi importanti sull’immigrazione ma occorre “fare di più”. Per questo, la titolare del Viminale si è detta favorevole alla cittadinanza agli immigrati secondo il principio “ius soli temperato”, ovvero quando l’immigrato è nato in Italia ma ha anche seguito un percorso culturale, un ciclo di studi in Italia. “Si tratta di una mia opinione - ha sottolineato Cancellieri - poiché la questione appartiene al Parlamento”. Per quanto riguarda il problema dei costi dei permessi di soggiorno, il ministro Cancellieri ha inoltre aggiunto che “sono molto costosi rispetto alla durata del permesso, ma ogni modifica deve passare attraverso il Parlamento al quale dovrà essere chiesta una valutazione sui tempi”.



Per la Corte di giustizia europea il cittadino di Paese terzo non può rientrare solo con un “permesso di soggiorno provvisorio”.
I giudici interpretano la nozione di “visto di ritorno” del Trattato di Schengen.
Immigrazioneoggi, 15-06-2012
Il cittadino di un Paese terzo che sia in possesso di un permesso di soggiorno temporaneo rilasciato da uno Stato membro, in attesa di una decisione sulla sua domanda di soggiorno o sulla sua domanda d’asilo, e che lascia il territorio dello Stato nel quale ha introdotto la sua domanda, non può rientrarvi con la sola copertura del suo documento di soggiorno provvisorio.
Lo ha stabilito ieri una sentenza della Corte di giustizia europea, nell’ambito di un ricorso formulato dall’Associazione nazionale d’assistenza alle frontiere per gli stranieri di Parigi (Anafe) nei confronti del Consiglio di Stato francese diretto all’annullamento di una circolare ministeriale del 21 settembre 2009 che vieta il rientro, in Francia, dei cittadini di Paesi terzi soggetti all’obbligo del visto, titolari soltanto di un permesso di soggiorno temporaneo rilasciato in attesa dell’esame di una prima domanda di permesso di soggiorno o di una domanda d’asilo, e che non sono in possesso di un visto di ritorno rilasciato dalle autorità consolari. Nella sentenza la Corte Ue interpreta la nozione di “visto di ritorno”, che costituisce un’autorizzazione nazionale che può essere rilasciata al cittadino di un Paese terzo che non è in possesso né di un permesso di soggiorno, nè di un visto, nè di un visto con validità territoriale limitata ai sensi del codice dei visti , che gli consente di lasciare uno Stato membro per un determinato scopo per rientrarvi successivamente.
Il Trattato Schengen, spiega la Corte, deve essere interpretato nel senso che uno Stato membro, che rilascia al cittadino di un Paese terzo un “visto di ritorno”, non può limitare l’ingresso nello spazio Schengen ai soli punti del suo territorio nazionale.



Falsi permessi immigrati da studio professionale, arresti
Centinaia pratiche illegali scoperte da polizia Treviso
(ANSA) - TREVISO, 15 GIU - La squadra mobile di Treviso ha scoperto uno studio professionale che avrebbe istruito centinaia di pratiche ad hoc che, dietro somme di denaro, consentivano agli immigrati di rimanere in Italia.
Con le false pratiche venivano fatte assunzioni fittizie in ditte fallite, inesistenti o intestate a stranieri. Tre le persone arrestate un ragioniere titolare dello studio, un suo collaboratore ed un ex imprenditore.



«Il Comune toglie le panchine per non far sedere gli immigrati»
I gruppi di minoranza protestano contro la rimozione di due panchine in piazza Sette martiri. «Le Guardie padane hanno parlato della presenza di immigrati come di un problema». Il sindaco: polemica strumentale, l'unico problema è che da lì non si riesce a passare
Corrriere della sera, 15-06-2012
Secondo le opposizioni è «un atto razzista, da Lega padrona». Secondo il sindaco leghista Corrado Centurelli è invece «un atto di buon senso, richiesto dai cittadini». È polemica, aspra, a Terno d'Isola (Bergamo). Da pochi giorni l'Amministrazione comunale ha rimosso le panchine tra piazza Sette martiri e via Mercato. Un paio di «sedili» a disposizione del pubblico. E la reazione dei tre gruppi di minoranza non si è fatta attendere. «Gli amministratori leghisti di Terno d'Isola tolgono le panchine dalla piazza 7 martiri perché si siedono gli extracomunitari. Razzismo, incapacità di gestire l'ordine pubblico, illegalità. Giù le mani da Terno, stop alla Lega padrona». Questo scrivono le opposizioni.
«Le guardie padane, durante la rimozione ordinata dal Comune, hanno spiegato alle persone presenti che la scelta dipendeva dalla presenza costante di immigrati» aggiunge Luigi Sorzi, candidato sindaco sconfitto al voto nel 2009.
Reagisce anche il segretario provinciale del Pd Gabriele Riva con Giacomo Angeloni, responsabile Integrazione del partito: «Ancora una volta la Lega distrugge invece di costruire».
Il sindaco leghista Alessandro Centurelli, avvocato, non ci sta: «Parlino tutti quanto vogliono. Le polemiche strumentali sono destinate a crollare da sole. Le due panchine rimosse si trovano su un passaggio piuttosto stretto, non nel punto più largo della piazza. Lì spesso si ritrovano alcuni immigrati, ma non è questo il problema, assolutamente: fanno capannello, sono in molti, e spesso le persone non riescono a passare da quella strada. Il problema è viabilistico e di passaggio. Il resto non c'entra proprio nulla»

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