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Attualità : I migranti visti dagli italiani: l'indagine dell’Istat
(13/07/12)

Il 60% degli italiani afferma che gli immigrati nel nostro paese sono trattati meno bene degli italiani. Quasi il 90% ritiene che non sia giustificabile trattare meno bene un lavoratore perché immigrato. Tuttavia il 55% afferma che “nell’attribuzione degli alloggi popolari, a parità di requisiti, gli immigrati dovrebbero essere inseriti nella graduatoria dopo gli italiani”, mentre il 48,7% condivide l’affermazione secondo la quale “in condizioni di scarsità di lavoro, i datori di lavoro dovrebbero dare la precedenza agli italiani”. Questi alcuni dei risultati dell’indagine Istat “I migranti visti dai cittadini”, finanziata dal Dipartimento per le Pari Opportunità.

Il 60% dei rispondenti è molto o abbastanza d’accordo nel ritenere che “la presenza degli immigrati è positiva perché permette il confronto con altre culture”. Altrettanti (63%) sono d’accordo con l’affermazione che “gli immigrati sono necessari per fare il lavoro che gli italiani non vogliono fare”. Tuttavia il 35% ritiene che gli immigrati tolgono lavoro agli italiani e il 65,2% che gli immigrati siano troppi.

L’aumento di matrimoni e unioni miste è considerato positivamente dal 30,4% dei rispondenti, a fronte di un quinto circa (20,4%) che considera negativamente questo fenomeno. Se però è la propria figlia a sposare un immigrato la situazione cambia. Per esempio, il 59,2% degli intervistati avrebbe molti problemi e il 25,4% qualche problema se il futuro coniuge fosse un Rom/Sinti. Le percentuali si collocano, rispettivamente, al 37,2% e al 31,7% nel caso di un romeno.

Per la maggioranza non è un problema avere uno straniero come vicino. Tuttavia il 68,4% non vorrebbe avere come vicino un Rom/Sinti: al secondo e al terzo posto tra i vicini meno graditi si collocano i romeni (indicati dal 25,6%) e gli albanesi (24,8%).
Sulla convivenza religiosa, la maggioranza (59,3%) esprime una posizione di tolleranza, dichiarandosi poco o per niente d’accordo con l’affermazione secondo la quale “le pratiche religiose di alcuni immigrati minacciano il nostro modo di vivere”, anche se il 26,9% è contrario all’apertura di altri luoghi di culto nei pressi della propria abitazione e il 41,1% all’apertura di una moschea.

Riguardo al tema della cittadinanza, il 72,1% è favorevole al suo riconoscimento alla nascita ai figli di immigrati nati nel nostro Paese. Il 91,4% ritiene giusto che gli immigrati, che ne facciano richiesta, ottengano la cittadinanza italiana dopo un certo numero di anni di residenza regolare nel nostro Paese: sono sufficienti 5 anni per il 38,2% dei rispondenti, ne occorrono 10 per il 42,3%. Mentre sul diritto di voto alle elezioni comunali, il 42,6% si dichiara molto o abbastanza d’accordo nel conferirlo agli immigrati che risiedono da alcuni anni in Italia, anche se non hanno la cittadinanza italiana.

L’indagine è stata condotta su un campione di 7.725 famiglie distribuite in 660 comuni italiani. Per ciascuna famiglia campione è stato intervistato un solo componente, estratto casualmente tra i componenti di età compresa tra i 18 e i 74 anni. I giovani, soprattutto se donne, e i residenti nel Centro Italia mostrano una maggiore apertura nei confronti degli immigrati su tutte le dimensioni indagate.

I migranti visti dai cittadini

File allegati: testo indagine istat.pdf 
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