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Attualità : Ocse: immigrazione in calo. Preoccupazione per la carenza di persone in età lavorativa
(04/07/12)

Nel 2010 l’immigrazione nei paesi OCSE si è ridotta del 2,5% rispetto all’anno precedente. I paesi che ne hanno risentito di più sono stati gli Stati Uniti e quelli europei. Nel 2015, avverte l’OCSE nel rapporto “2012 International Migration Outlook”, i migranti non saranno sufficienti a rispondere alle richieste di manodopera del mercato del lavoro dei paesi membri.

Nel 2010 l’immigrazione negli Stati Uniti è calata dell’8% mentre nei paesi europei dell’OCSE del 3%. E’ invece cresciuta del 10% in Canada, Corea e Messico.

Nel suo ultimo rapporto, l’OCSE spiega che gli sviluppi del mercato del lavoro e i flussi migratori sono strettamente collegati. Il calo della domanda è il primo fattore che ha determinato la riduzione del numero dei migranti durante la crisi. Tuttavia, avverte l’Organizzazione, è necessario porre estrema attenzione ai futuri bisogni del mercato del lavoro e all’integrazione dei migranti, soprattutto dei più giovani che rappresentano i più colpiti. I migranti più giovani infatti ottengono molto più spesso dei nativi contratti part-time o temporanei.

L’OCSE ricorda il ruolo fondamentale dell’immigrazione nel mercato del lavoro dei paesi che ne fanno parte, un ruolo che diventerà ancor più importante una volta che andranno in pensione i baby-boomers. Nel 2015, avverte l’Organizzazione, i migranti potranno non essere sufficienti a rispondere alle richieste di manodopera del mercato del lavoro dei paesi membri OCSE, soprattutto quelli europei.

Altro dato interessante riguarda la quota di migranti provenienti dall'Asia tra quelli che raggiungono i paesi dell'OCSE che è salita dal 27% nel 2000 al 31% nel 2010. Inoltre il 25% degli studenti internazionali nei paesi dell'OCSE è cinese e indiano. Nel lungo termine, dal momento che l'Asia sta sviluppando posti di lavoro più attraenti per i lavoratori più qualificati dall'estero, i paesi OCSE potrebbero seriamente avere problemi nell’attirare questa tipologia di lavoratori.

Secondo l’OCSE, per permettere un miglior funzionamento dei mercati del lavoro è necessario in primis sfruttare meglio le competenze dei migranti per soddisfare la crescente domanda di lavoratori qualificati. Senza tuttavia dimenticare le politiche di integrazione e in questo senso soprattutto quelle che riguardano alcuni gruppi più vulnerabili come i giovani immigrati poco qualificati, a più alto rischio di disoccupazione di lunga durata. Inoltre è necessario prestare attenzione in materia di assunzione internazionale ai settori dove l'occupazione è fortemente ciclica e mantenere aperti i canali che permettono l’ingresso di lavoratori migranti per i settori professionali che continuano a presentare carenza di manodopera.

Per informazioni:
www.oecd.org/migration/imo

Altri materiali:
Country notes: recent changes in migration movements and policies – Italy

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