Consultate
www.uil.it/immigrazione
. Aggiornamento quotidiano sui temi
di
interesse di cittadini e lavoratori stranieri
Newsletter periodica dinformazione
(aggiornata alla data del 10 maggio 2012)
Diritti di cittadinanza: otto immigrati su 10 vorrebbero votare in
Italia
Indagine
di Immigrant Citizens Survey – ICS
Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti pag.
2
Diritti di cittadinanza – Immigrati,
l80% vuole votare pag.
2
Cittadinanza – Appello a Bruxelles
concedete la cittadinanza agli stranieri nati in UE pag.
3
Societ – Rimesse, un capitale da 7,4
miliardi di pag.
4
Societ – Censimento: spariti 800 mila
immigrati? pag.
5
Tratta – Mediterraneo, un mare di
schiave. Convegno a Roma pag. 6
Foreign
Press – Immigration at Heathrow: barriers to entry pag.7
A cura del
Servizio Politiche Territoriali della Uil
Dipartimento
Politiche Migratorie
Rassegna ad
uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL
Tel.
064753292- 4744753- Fax: 064744751
Dipartimento
Politiche Migratorie: appuntamenti
Roma, 10
maggio 2012, ore 15.00, Biblioteca del Senato, piazza della Minerva, 38
Convegno:
DallEmergenza Nord Africa ad un Sistema nazionale di accoglienza. Lezioni
apprese ad un anno dalla crisi"
(Giuseppe
Casucci)
Roma, 11
maggio 2012, ore 09.30, via Buonarroti 12
Seminario
- Rom e Sinti in Italia: dalla
solidariet al riconoscimento come lavoratori
(Giuseppe
Casucci)
Roma,
14 maggio 2012, ore 16.00, Scuola primaria G.G. Belli
Associazione
Nessun Luogo Lontano - Convegno su minori stranieri: mozioni dal mondo
(Giuseppe
Casucci, Angela Scalzo)
Roma,
16 maggio 2012, ore 17.00, sede ISFOL
Isfol:
Tavolo di lavoro sulla valutazione sensibile alle diverse forme di discriminazione
(Angela
Scalzo)
Roma,
17 maggio 2012, ore 14.30, c/o Abitart Hotel
CIR
e EMHRN - Tavola rotonda: la risposta italiana a migranti e richiedenti asilo:
la dimensione interna e la dimensione esterna
(Giuseppe
Casucci)
Roma,
22 maggio 2012, ore 15, sede Parlamento UE
Rete Nirva
– Il Rimpatrio Volontario Assistito e la Reintegrazione: cooperazione
tra i Paesi di destinazione e quelli di origine
(Giuseppe
Casucci)
Madrid,
19-20 giugno 2012
ILO
– CES – EFFAT - Incontro su: " Lavoro dignitoso per le
lavoratrici e i lavoratori domestici"
(Giuseppe
Casucci, Ivana Veronese)
Diritti
di cittadinanza
Milano,
10 maggio 2012 - Una direttiva europea che inviti tutti gli stati membri
all'approvazione di leggi nazionali per garantire ai figli degli stranieri nati
in un paese europeo il diritto della cittadinanza per ius soli(diritto del suolo). l'obiettivo dell'appello Chi nasce qui di qui promosso dall'europarlamentare David
Sassli e dal presidente dell'Anci e sindaco di Reggio Emilia, Graziano del
Rio.
DIRITTI DEI BAMBINI - Nel testo dell'appello - che tra i
suoi firmatari vede, fra gli altri, Rita Levi Montalcini, Romano Prodi, Stefano
Rodot, Andrea Camilleri, Nicola Piovani, Carlo Verdone, Claudio Baglioni,
Piero Fassino - si sottolinea come in Europa milioni di bambini, figli di
migranti, nascano e crescano nei paesi membri senza godere del diritto
all'uguaglianza e tantomeno dello status di cittadini. Una situazione in forte
contrasto con quanto sancito dalle Nazioni Unite a proposito del diritto dei
bambini ad essere protetti e rispettati. A Bruxelles i firmatari chiedono
dunque di garantire questi diritti e di incoraggiare il coordinamento tra i
governi affinch concedano la cittadinanza per ius soli ed
evitino discriminazioni nell'accesso ai diritti fondamentali.
IN ITALIA UN MILIONE DI MINORI - In Italia, dove il numero dei non
cittadini nati nel nostro paese sfiora oramai il milione e dove numerose sono
state le prese di posizione, a cominciare da quella del Presidente Napolitano,
a favore del riconoscimento dello status di cittadino a chi nasce sul suolo
nazionale, stata recentemente presentata uniniziativa di legge popolare che
chiede di riformare la normativa attualmente in vigore (legge 91/92) estendendo
lapplicazione dello ius soli.
Riconoscere la cittadinanza a ragazzi che sono nati e cresciuti in un paese
diverso da quello di origine dei loro genitori - spiegano Sassli e Del Rio -
ma che di questo paese parlano la lingua, che in questo paese studiano,
consumano e si relazionano non semplicemente un atto di buon senso ma una
battaglia di civilt imprescindibile per un paese che voglia definirsi
democratico e in grado di affrontare le sfide del futuro.
L'INIZIATIVA A ROMA- Poi, oltre all'appello, per portare
all'attenzione dell'opinione pubblica la questione, per il 31 maggio stata
organizzata una manifestazione a Roma in piazza San Silvestro con musica e
interventi delle comunit straniere residenti in Italia, del mondo
dell'associazionismo italiano e cattolico, i rappresentanti sindacali e
politici. Il tutto senza bandiere e colori. Perch la cittadinanza un diritto
di tutti.
Flussi
dingresso
Disegno di legge presentato a
palazzo Madama da 68 parlamentari di Pd, Pdl e Udc
Roma, 7 maggio 2012. Un' agenzia
composta da cinque esperti designati dal presidente del Consiglio, con il
compito di fissare con cadenza triennale le quote di ingresso degli immigrati
nel nostro Paese.
E' quanto prevede un disegno di legge
presentato a palazzo Madama da 68 parlamentari di Pd, Pdl e Udc, che vede come
primo firmatario il senatore del Pd Massimo Livi Bacci. Una programmazione
pluriennale, spiega l'esponente del centrosinistra, per poter gestire nel medio
periodo i flussi di entrata, ma anche per "depotenziare la carica
partigiana che il dibattito sull'immigrazione ha assunto negli ultimi anni,
riportando in primo piano l'interesse del Paese".
Tra i compiti dell'Agenzia e'
prioritaria l'elaborazione del Documento programmatico pluriennale, aggiornato
annualmente, da presentare a governo e Parlamento per le deliberazioni in
materia di immigrazione. Il Documento indica i tetti numerici degli ingressi, i
profili degli immigrati, le priorita' di ammissione, in collaborazione con le
articolazioni dello Stato che si occupano di immigrazione. All'Agenzia anche il
compito di indicare princi'pi e i criteri di lavoro, basati sulle analisi
demografiche, economiche, sociali e sull'utilizzo degli indicatori disponibili.
I componenti dell'Agenzia, secondo la
proposta del Pd, durano in carica quattro anni e non possono essere confermati
per piu' di una volta. Per tutta la durata dell'incarico, non possono
esercitare, direttamente o indirettamente, nessuna attivita' professionale o di
consulenza, essere amministratori o dipendenti di soggetti pubblici o privati,
ne' ricoprire cariche elettive o governative o altri uffici pubblici di qualsiasi
natura, ne' ricoprire incarichi per conto di un'associazione o di un partito o
movimento politico. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono collocati
fuori ruolo per l'intera durata dell'incarico.
"Molti immigrati, oggi la
maggioranza, pur non accedendo alla cittadinanza -sottolinea Livi Bacci-
restano a lungo nel nostro Paese; hanno legami familiari, hanno figli che
crescono in Italia, sono titolari di diritti, a loro fanno capo rapporti
economici e di lavoro. Sono parte costitutiva, perci, della societ italiana,
anche se non ne hanno la cittadinanza".
Per questo, rileva l'esponente
del Pd, le decisioni sull'immigrazione, devono essere basate "su una
visione ampia del fenomeno, orientata al lungo periodo, sottratta all'esclusiva
considerazione delle necessit e delle opportunit contingenti, guardando alla
compatibilit tra richieste del mercato del lavoro, orientamenti macroeconomici
e capacit d'integrazione". I fondi necessari al lavoro dell'Agenzia sono
quantificati, nella proposta, in 10 milioni di euro l'anno.
Societ
Studio
della Fondazione Leone Moressa
Roma, 7
maggio 2012 - Gli stranieri che vivono in Italia hanno fatto defluire nel 2011
7,4 miliardi di euro di rimesse, registrando un aumento del 12,5% rispetto
allanno precedente. Mediamente ogni straniero in Italia invia nel proprio
paese 1.618 euro allanno, destinati per lo pi in Asia e in Cina per la
precisione. Si stima che i cinesi che risiedono in Italia riescono a mantenere
800mila connazionali in Patria. Roma, Milano, Napoli e Prato sono le province
da cui defluisce il maggior importo di rimesse verso lestero. Questi i
risultati principali di uno studio della Fondazione Moressa (www.fondazioneleonemoressa.org)
che ha analizzato i flussi monetari transitati per i canali di intermediazione
regolare in uscita dallItalia da parte degli stranieri che vivono nel nostro
paese. Il volume delle rimesse. Nel 2011 il flusso monetario in uscita
dallItalia stato pari a 7,4 miliardi di euro, in aumento rispetto allanno
precedente del 12,5%. In aumento anche il valore delle rimesse calcolate a
livello procapite: mediamente ciascuno straniero invia nel proprio Paese di
origine poco pi di 1.600 euro annui, in aumento rispetto ai 1.552 euro
registrati nel 2010. Per riuscire a quantificare il volume delle rimesse basti
pensare che lammontare complessivo del denaro in uscita dallItalia equivale
allo 0,47% del Pil nazionale: anche in questo caso tale incidenza aumentata
rispetto allo 0,42% rilevato lanno precedente. Destinazione delle rimesse.
LAsia il continente maggiormente beneficiario delle rimesse che escono
dallItalia. Infatti con quasi 4 miliardi di euro, la macroarea asiatica
concentra il 52% di tutti i flussi monetari; della rimanente parte, il 24,4%
rimane allinterno dei confini europei, il 12,1% prende la via americana e
l11,5% quella africana. Rispetto al 2010 quasi tutte le destinazioni hanno
subito un aumento in termini di rimesse inviate: il continente asiatico ha
ricevuto dagli stranieri in Italia il 23,4% in pi di denaro, le Americhe il
5,2% in pi, lAfrica il 3,1% e il continente europeo l1,6%. Tra tutti i
Paesi, la Cina quello a cui viene inviato il maggior volume di rimesse con
2,5 miliardi di euro, seguito da Romania (894 milioni di euro), Filippine (601
milioni di euro) e Marocco (299 milioni di euro). Le principali nazioni di
destinazione mostrano un aumento nellultimo anno, ad eccezione delle Filippine
che mostrano un -19,1%. Per la Cina la variazione si attesta addirittura al
+39,7%, per la Romania si tratta del +3% e per il Marocco il +5,8%. In quanto a
rimesse procapite, ciascun cinese residente in Italia invia in Patria poco pi
di 12mila euro a testa, valore pi elevato tra tutte le nazionalit. Questo
significa che ogni cinese in Italia mantiene 3,9 cinesi in Patria e che a
livello complessivo si tratta di oltre 800 mila di cinesi. Con 4.484 euro di
rimesse procapite i filippini sostengono una comunit in patria di 394 mila
concittadini, i bengalesi di 629 mila soggetti, i senegalesi di 348 mila
persone.
Il dettaglio
provinciale. Roma la provincia dalla quale defluisce il maggior volume di
rimesse verso lestero: si tratta di 2 miliardi di euro, pari a oltre un quarto
di tutte le rimesse che escono dallItalia. Seguono a ruota Milano, Napoli e
Prato. Per tali province la prima nazionalit di destinazione la Cina, ma tra
tutte Prato larea in cui la quasi totalit delle rimesse defluisce verso il
paese asiatico: il 91% di tutte le rimesse della provincia. La Romania invece
il primo paese di destinazione delle rimesse di Torino e Treviso, mentre per le
Filippine si tratta di Bologna (solo per citare le prime citt).
Le rimesse
dagli stranieri rappresentano un cruciale fattore di garanzia e di crescita per
le economie in via di sviluppo – affermano i ricercatori della
Fondazione Leone Moressa - Occorre considerare il migrante come un
soggetto artefice dellallocazione efficiente delle risorse nei Paesi pi
arretrati. Il riconoscimento nazionale e internazionale della rimessa come
vettore di co-sviluppo ha contribuito nel tempo a ridurre il costo del servizio
di money tranfert, facendo diventare pi trasparenti e competitive le attivit
dei molteplici operatori che operano in questo settore. E anche per questo
motivo che, nellultimo anno, si evidenziato un aumento considerevole del
volume delle rimesse. E vero daltro canto che, guardando allItalia, i 7,4
miliardi di mandati allestero, prodotti nel territorio nazionale, non sono
stati spesi o investiti in loco. Per poter contare su queste risorse per i
consumi interni e per i processi di investimento, serve che gli immigrati siano
nelle condizioni di costruire un progetto di vita nel nostro Paese, anche
attraverso la realizzazione di un percorso complessivo di integrazione sociale,
economica e lavorativa.
Ottocentomila stranieri
registrati allanagrafe non hanno risposto al censimento e ora rischiano la
cancellazione
Roma
– 9 maggio 2012 – Tra i primi risultati del censimento della
popolazione diffusi qualche giorno fa dallIstat ce nՏ uno che lascia
perplessi. I cittadini stranieri contati dai questionari sono 3.769.518,
mentre quelli che risultavano iscritti alle anagrafi dei Comuni italiani
il 1 gennaio scorso erano 4.570.317.Mancano allappello circa ottocentomila
persone. come se fossero spariti di colpo tutti gli abitanti di una citt
grande quasi come Torino.Che fine hanno fatto? Cerchiamo di capirlo con
Giuseppe Sindoni, responsabile del servizio censimento della popolazione
Istat.
Innanzitutto, questi dati sono
definitivi?
"No, sono provvisori, perch manca il riscontro completo con i questionari
cartacei ancora non arrivati al centro di acquisizione dati. Ogni Comune ci ha
per gi inviato, in tempo reale, i dati riepilogativi, compreso quello sugli
stranieri, e quindi non ci aspettiamo grossi scostamenti. I dati definitivi
sulla popolazione legale arriveranno a fine anno".
Anche dalle grandi citt vi hanno
comunicato tutti i dati riepilogativi?
Per dodici comuni (Cagliari, Firenze, Livorno, Messina, Milano, Napoli,
Perugia, Prato, Ravenna, Roma, Salerno e Torino n.d.r.) abbiamo solo un dato
stimato, perch non avevano ancora finito.
Come lo avete stimato?
"In base allandamento riscontrato fino a quel momento. Semplificando al
massimo: se in quatto settimane hanno contato 100 stranieri, abbiamo stimato
che nelle due settimane necessarie per smaltire gli ultimi questionari ne
avrebbero contati altri 50. A Milano, Roma e Napoli questa tecnica potrebbe
per aver portato a un contare meno stranieri di quelli effettivamente
presenti".
Perch?
"Perch in queste citt i Comuni si sono fatti aiutare da mediatori
culturali e associazioni per raccogliere i questionari dei cittadini stranieri,
che sono stati riconsegnati pi tardi e quindi lavorati per ultimi. Siamo
quindi un po corti. Riteniamo per di non aver contato solo alcune decine di
migliaia di persone, sul totale italiano recuperemo comunque pochissimo".
Come si spiega, allora, la sparizione
di 800 mila immigrati?
"Con la
maggiore mobilit di popolazione straniera, che rende pi difficile per i
Comuni tenere aggiornate le anagrafi. Se un cittadino straniero decide di
trasferirsi in un altro Paese, difficilmente lo comunica al Comune, che non lo
deregistra finch non arriva un nuovo censimento e quindi lo considera
residente anche se se ne andato da anni".
E se invece che allestero se ne va in
un altro Comune?
"Abbiamo messo in campo un sistema per recuperare questi casi, utilizzando
dei segnali di presenza che ci arrivavano ad esempio dagli elenchi dei
permessi di soggiorno o da quelli dellanagrafe tributaria. Nei grandi comuni,
basandoci sulla rilevazione dei numeri civici, abbiamo anche mandato dei
rilevatori a bussare alle porte delle abitazioni alle quali non erano stati
inviati questionari. Questo ci ha permesso di censire oltre 170mila
immigrati che erano presenti pur non essendo registrati allanagrafe".
Cosa vi assicura che tutti gli
immigrati hanno davvero ricevuto e compilato il questionario del censimento?
"Noi
adesso stiamo facendo la cosiddetta indagine di qualit. un censimento
tradizionale, porta a porta, in alcune aree a campione del
territorio, per capire chi stato censito tra quelli che dovevano essere
censiti. Questo ci permetter di quantificare eventuali errori del
conteggio".
Fino alla fine di questa ulteriore
indagine, quindi, non si potr davvero sapere quanti immigrati regolari non ci
sono pi?
"Dobbiamo naturalmente aspettare che termini lindagine qualittiva. L
aspettativa che abbiamo per che la stragrande maggioranza di quegli
ottocentomila immigrati sono persone che sono andate in un altro Paese, che
sono tornate in patria o che sono ancora qui ma non hanno pi un permesso di soggiorno
valido e quindi non fanno pi parte della popolazione obiettivo del
censimento".
Che atteggiamento avete riscontrato tra
gli immigrati censiti?
"Abbiamo avuto feedback piuttosto sporadici e quindi non possiamo trarre
conclusioni generalizzate. In linea di massima cՏ stata collaborazione,
soprattutto quando stato chiaro che non rispondere poteva comportare delle
sanzioni. Su questo aspetto abbiamo avuto molte richieste di
informazioni, a Roma si erano diffuse anche voci incontrollate secondo le
quali chi non riconsegnava il questionario rischiava la prigione"
Che rischi corrono, realmente, gli
ottocentomila "assenti"?
"Ogni comune far unulteriore verifica per capire se dimorano ancora sul
territorio, dopodich, se non li trova, li dovr cancellare dagli elenchi
anagrafici".
Se si sono trasferiti in altri
comuni il fatto di essere cancellati dallanagrafe del comune di
provenienza impedir loro di iscriversi allanagrafe del nuovo Comune?
"No. Se
sono stati censiti in altro comune, questo li inviter ad iscriversi in
anagrafe, se non sono stati censiti comunque potranno comunque chiedere
liscrizione. Anche in questi casi il Comune dovr fare le solite
verifiche".
Quali sono i risultati principali del
censimento degli immigrati?
"Innanzitutto che rispetto al censimento del 2001 sono quasi triplicati,
cos come la loro incidenza sulla popolazione italiana, salita dal 2,3 al 6,3%
e che la distribuzione sul territorio, concentrata per due terzi al nord,
confermata. Ci sono poi tantissime situazioni locali importanti, dal 16% di
immigrati registrato tra gli abitanti di una grande citt come Brescia al 36%
che abbiamo trovato nella piccola Rocca De Giorgi, in provincia di
Pavia. Di sicuro, quasi esclusivamente merito dellimmigrazione se negli
ultimi dieci anni cresciuta la popolazione in Italia".
Elvio Pasca
Il
10/5, visita operatrici da Mo per protezione migranti
(ANSAmed) – Roma, 8 maggio
2012 - Protezione e assistenza ai
migranti, ma anche lotta contro la tratta di esseri umani. Sono questi i temi
che saranno tratati nel corso dell'incontro dal titolo ''Mediterraneo, un mare
di schiave'', che si terra' giovedi' prossimo a Roma, nella sede del Parlamento
Europeo. Il convegno organizzato in occasione della visita - dall'8 al 15
maggio - di una delegazione di operatrici sociali egiziane, giordane e
libanesi, impegnate in politica e nella protezione di lavoratrici migranti e
rifugiate, in Italia per studiare il sistema vigente, avra' inizio alle ore
15.00. Durante la loro missione, le operatrici incontreranno anche i
responsabili immigrazione di CGIL, Gruppo Abele, Caritas e di enti locali
particolarmente attenti a queste tematiche, come il Comune di Napoli e il
Comune di Pisa, nonche' altre importanti realta' italiane impegnate nella
protezione delle vittime di tratta su tutto il territorio italiano.
L'arrivo di questa delegazione fa parte di un piu' ampio programma - ''Una
risposta olistica al traffico, violenza e sfruttamento delle lavoratrici
migranti nel Mashrek'' - messo a punto nel 2011 da Un ponte per..., in
collaborazione con la Jordanian Women's Union, per contrastare il fenomeno
della violenza e dello sfruttamento delle lavoratrici migranti in Medio
Oriente, sia attraverso il rafforzamento del quadro normativo e dei servizi di
protezione legale e sociale, sia offrendo servizi di assistenza psicologica.
All'evento, prenderanno parte esperti delle due sponde del Mediterraneo fra cui
rappresentanti dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM),
dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Roma), le
cooperative Be Free e Parsec, e la Casa dei diritti sociali.
(ANSAmed).
Foreign
Press
Apr 30th 2012, 14:52 by A.B.
WHAT on earth is happening at Heathrow? Twelve weeks
before the Olympics begin—and bring with them a further surge through the
arrivals halls—it seems Britain's border agency, UKBA, is struggling to
cope with the number of passengers landing at peak times at Britain's biggest
airport. People are regularly waiting up to two hours to pass through
immigration. And on Saturday BAA, which owns Heathrow (but is not responsible
for immigration), duly resorted to handing out leaflets apologising for the
situation and suggesting that passengers complain to the Home Office. Marc Owen,
the director of UKBA operations at Heathrow, was none too impressed by this
tactic. The Daily Telegraph saw emails he sent to BAA threatening to escalate the matter with
ministers, and asking it to stop passengers taking pictures of the queues.
"The leaflet is not all right with us," he wrote. "It is both
inflammatory and likely to increase tensions in arrivals halls especially in
the current atmosphere." The slowdown at immigration is linked to a row last autumn over passport checks. Previously, a
relaxation of these checks had been agreed between the Home Office and UKBA,
but UKBA ended up going further then the government had expected, and reduced
staff numbers in the process. The subsequent brouhaha led to the resignation of
the then head of the agency, Brodie Clark, and the reinstatement of full
passport checks. Recent events suggest that UKBA is not in a position to carry
out full passport checks at busy times with the staffing it has in place at
Heathrow. Angered by the experiences of their passengers, airlines that use the
airport have joined the debate. "We bring them [passengers] here in great
shape, but they then face huge queues because of a manpower shortage," said
James Hogan of Etihad. "It is not a question of efficiency, it is question
of resources." BAA and the Border Force, the part of UKBA that manages
entry into the country, issued a defensive statement on Sunday that said:
"The majority of passengers pass through immigration control quickly but
there are sometimes delays at airports for a range of reasons. To which my
response would be: passengers understand the possibility of delays; but they
also know the difference between those delays that are part-and-parcel of the
travelling experience, and those that indicate disorganisation. When they spend
hours standing in queues in front of unmanned immigration booths, they are
going to think the worst.