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di interesse di cittadini e lavoratori stranieri

 

Newsletter periodica dinformazione

(aggiornata alla data del 10 maggio 2012)

 

Diritti di cittadinanza: otto immigrati su 10 vorrebbero votare in Italia

 

Indagine di Immigrant Citizens Survey – ICS

 

Sommario

 

Saiba mais... Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti                                                                       pag. 2

Saiba mais... Diritti di cittadinanza – Immigrati, l80% vuole votare                                                                 pag. 2

Saiba mais... Cittadinanza – Appello a Bruxelles concedete la cittadinanza agli stranieri nati in UE              pag. 3

Saiba mais... Societ – Rimesse, un capitale da 7,4 miliardi di                                                                                  pag. 4

Saiba mais... Societ – Censimento: spariti 800 mila immigrati?                                                                                  pag. 5

Saiba mais... Tratta – Mediterraneo, un mare di schiave. Convegno a Roma                                                pag. 6

Saiba mais...  Saiba mais... Foreign Press – Immigration at Heathrow: barriers to entry                                                pag.7

    

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

Dipartimento Politiche Migratorie

Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.it                                                                                                 Anno X -  n.18



Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti


Roma, 10 maggio 2012, ore 15.00, Biblioteca del Senato, piazza della Minerva, 38

Convegno: DallEmergenza Nord Africa ad un Sistema nazionale di accoglienza. Lezioni apprese ad un anno dalla crisi"

(Giuseppe Casucci)

Roma, 11 maggio 2012, ore 09.30, via Buonarroti 12

Seminario - Rom e Sinti in Italia:  dalla solidariet al riconoscimento come lavoratori 

(Giuseppe Casucci)

Roma, 14 maggio 2012, ore 16.00, Scuola primaria G.G. Belli

Associazione Nessun Luogo Lontano - Convegno su minori stranieri: mozioni dal mondo

(Giuseppe Casucci, Angela Scalzo)

Roma, 16 maggio 2012, ore 17.00, sede ISFOL

Isfol: Tavolo di lavoro sulla valutazione sensibile alle  diverse forme di discriminazione

(Angela Scalzo)

Roma, 17 maggio 2012, ore 14.30, c/o Abitart Hotel

CIR e EMHRN - Tavola rotonda: la risposta italiana a migranti e richiedenti asilo: la dimensione interna e la dimensione esterna

(Giuseppe Casucci)

Roma, 22 maggio 2012, ore 15, sede Parlamento UE

Rete Nirva – Il Rimpatrio Volontario Assistito e la Reintegrazione: cooperazione tra i Paesi di destinazione e quelli di origine

(Giuseppe Casucci)

Madrid, 19-20 giugno 2012

ILO – CES – EFFAT - Incontro su: " Lavoro dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori domestici"

(Giuseppe Casucci, Ivana Veronese)


 

Diritti di cittadinanza


Immigrati, l'80% vuole votare e partecipare alla vita del PaeseImmigrati, l'80% vuole votare
e partecipare alla vita del Paese

quanto emerge dall'Immigrant Citizens Survey (ICS), prima indagine transnazionale sui livelli d'integrazione in sette Paesi Ue. di VLADIMIRO POLCHI, www.repubblica.it


Roma, 9 maggio 2012 -  - Ha difficolt a trovare lavoro e a imparare la lingua, ma vuole partecipare alla vita politica e sociale del Paese in cui vive. Ecco cosa distingue un immigrato che sta in Italia, da chi risiede nel resto d'Europa. Un dato per tutti: l'80% degli "stranieri d'Italia" reclama l'estensione del diritto di voto. Un desiderio accomuna per la maggioranza dei migranti d'Europa (tre su quattro): diventare cittadini del Paese di residenza. quanto emerge dall'Immigrant Citizens Survey (ICS), prima indagine transnazionale sui livelli d'integrazione in sette Paesi Ue. 
Un sondaggio internazionale. Lo studio ha raccolto le opinioni di 7.743 cittadini extracomunitari residenti nei seguenti Stati: Belgio (Anversa, Bruxelles, Liegi), Francia (Lione e Parigi), Germania (Berlino e Stoccarda), Ungheria (Budapest), Italia (Milano e Napoli), Portogallo (Faro, Lisbona e Setubal) e Spagna (Barcellona e Madrid). ICS dunque la prima indagine transnazionale, effettuata da ottobre 2011 a gennaio 2012, per valutare in che modo gli immigrati vivono l'integrazione in 15 diverse citt. In l'Italia, lo studio stato condotto dalla Fondazione Ismu. Vediamo i risultati.
Come sono arrivati in Italia? Una buona parte d'immigrati a Napoli e Milano racconta di essere arrivata senza documenti (come anche quelli di Barcellona e Madrid), mentre nel resto d'Europa la maggioranza degli intervistati dichiara di essersi avvalsa del ricongiungimento familiare. In Italia oltre la met dei migranti afferma che vivere assieme alla famiglia li aiuta a sentirsi pi coinvolti nella comunit locale. 
Il lavoro. Mentre nel resto d'Europa pi della met degli immigrati dichiara di lavorare per imprese private, Napoli risulta in controtendenza: qui pi della met risponde di essere impiegata come persona di servizio o domestica (a Milano la quota scende a un quarto). I Paesi in cui pi difficile trovare lavoro sono il Portogallo e l'Italia (hanno avuto difficolt dal 70 all'80% degli intervistati). Napoli e Milano sono inoltre le citt europee in cui gli immigrati si sentono pi sovraqualificati rispetto al lavoro che svolgono (agli ultimi posti troviamo Berlino, Liegi e Stoccarda). Non un caso se in Italia sono pochissimi (meno del 10%) i migranti che hanno chiesto il riconoscimento delle proprie qualifiche professionali. 
La lingua. Il 60-70% degli immigrati di Italia, Portogallo e Francia ha difficolt a imparare la lingua del posto. Il motivo principale la mancanza di tempo nel 50% degli intervistati in Italia e la poca motivazione nel 32%. 
La partecipazione politica. In Italia una percentuale compresa tra il 70 e l'80% disposta a votare. La percentuale pi alta di chi pensa che sarebbero necessari pi parlamentari con un background d'immigrazione si trova a Milano (quasi il 90%), seguita da Berlino e Napoli. L'Italia presenta inoltre le pi alte percentuali di partecipazione tra gli immigrati alla vita civica dopo il Belgio: a Milano il 14,6% iscritto al sindacato (contro il 5,5% della popolazione locale); a Napoli il 3,2% dice di essere iscritto a un partito politico (in linea con la media nazionale che del 3,7%).  Ed Napoli la citt europea dove gli immigrati hanno una maggiore conoscenza (pi dell'80%) delle organizzazioni di immigrati.      
I soddisfatti. Gli immigrati, su una scala da 0 a 10, hanno espresso il grado di soddisfazione in merito alla loro vita quotidiana. Quelli che vivono a Milano sono soddisfatti della loro vita quanto la popolazione locale (6.5), a Napoli il valore scende a meno di 6. A Milano si ritengono pi soddisfatti del proprio lavoro (pi di 7) e molto ottimisti sulla propria salute (quasi 8).



L'INIZIATIVA DI SASSLI E DEL RIO

L'appello a Bruxelles: Concedete la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Ue

Tra i firmatari la Montalcini e Prodi. Poi appuntamento a Roma per il 31 maggio per una manifestazione


Il volantino dell'appelloMilano, 10 maggio 2012 - Una direttiva europea che inviti tutti gli stati membri all'approvazione di leggi nazionali per garantire ai figli degli stranieri nati in un paese europeo il diritto della cittadinanza per ius soli(diritto del suolo). l'obiettivo dell'appello Chi nasce qui di qui promosso dall'europarlamentare David Sassli e dal presidente dell'Anci e sindaco di Reggio Emilia, Graziano del Rio.

DIRITTI DEI BAMBINI - Nel testo dell'appello - che tra i suoi firmatari vede, fra gli altri, Rita Levi Montalcini, Romano Prodi, Stefano Rodot, Andrea Camilleri, Nicola Piovani, Carlo Verdone, Claudio Baglioni, Piero Fassino - si sottolinea come in Europa milioni di bambini, figli di migranti, nascano e crescano nei paesi membri senza godere del diritto all'uguaglianza e tantomeno dello status di cittadini. Una situazione in forte contrasto con quanto sancito dalle Nazioni Unite a proposito del diritto dei bambini ad essere protetti e rispettati. A Bruxelles i firmatari chiedono dunque di garantire questi diritti e di incoraggiare il coordinamento tra i governi affinch concedano la cittadinanza per ius soli ed evitino discriminazioni nell'accesso ai diritti fondamentali.

IN ITALIA UN MILIONE DI MINORI - In Italia, dove il numero dei non cittadini nati nel nostro paese sfiora oramai il milione e dove numerose sono state le prese di posizione, a cominciare da quella del Presidente Napolitano, a favore del riconoscimento dello status di cittadino a chi nasce sul suolo nazionale, stata recentemente presentata uniniziativa di legge popolare che chiede di riformare la normativa attualmente in vigore (legge 91/92) estendendo lapplicazione dello ius soli. Riconoscere la cittadinanza a ragazzi che sono nati e cresciuti in un paese diverso da quello di origine dei loro genitori - spiegano Sassli e Del Rio - ma che di questo paese parlano la lingua, che in questo paese studiano, consumano e si relazionano non semplicemente un atto di buon senso ma una battaglia di civilt imprescindibile per un paese che voglia definirsi democratico e in grado di affrontare le sfide del futuro.

L'INIZIATIVA A ROMA- Poi, oltre all'appello, per portare all'attenzione dell'opinione pubblica la questione, per il 31 maggio stata organizzata una manifestazione a Roma in piazza San Silvestro con musica e interventi delle comunit straniere residenti in Italia, del mondo dell'associazionismo italiano e cattolico, i rappresentanti sindacali e politici. Il tutto senza bandiere e colori. Perch la cittadinanza un diritto di tutti.

Redazione Online http://www.corriere.it/


 

Flussi dingresso


Flussi, allo studio unagenzia per la programmazione triennale

Disegno di legge presentato a palazzo Madama da 68 parlamentari di Pd, Pdl e Udc


Roma, 7 maggio 2012. Un' agenzia composta da cinque esperti designati dal presidente del Consiglio, con il compito di fissare con cadenza triennale le quote di ingresso degli immigrati nel nostro Paese.

E' quanto prevede un disegno di legge presentato a palazzo Madama da 68 parlamentari di Pd, Pdl e Udc, che vede come primo firmatario il senatore del Pd Massimo Livi Bacci. Una programmazione pluriennale, spiega l'esponente del centrosinistra, per poter gestire nel medio periodo i flussi di entrata, ma anche per "depotenziare la carica partigiana che il dibattito sull'immigrazione ha assunto negli ultimi anni, riportando in primo piano l'interesse del Paese".

Tra i compiti dell'Agenzia e' prioritaria l'elaborazione del Documento programmatico pluriennale, aggiornato annualmente, da presentare a governo e Parlamento per le deliberazioni in materia di immigrazione. Il Documento indica i tetti numerici degli ingressi, i profili degli immigrati, le priorita' di ammissione, in collaborazione con le articolazioni dello Stato che si occupano di immigrazione. All'Agenzia anche il compito di indicare princi'pi e i criteri di lavoro, basati sulle analisi demografiche, economiche, sociali e sull'utilizzo degli indicatori disponibili.

I componenti dell'Agenzia, secondo la proposta del Pd, durano in carica quattro anni e non possono essere confermati per piu' di una volta. Per tutta la durata dell'incarico, non possono esercitare, direttamente o indirettamente, nessuna attivita' professionale o di consulenza, essere amministratori o dipendenti di soggetti pubblici o privati, ne' ricoprire cariche elettive o governative o altri uffici pubblici di qualsiasi natura, ne' ricoprire incarichi per conto di un'associazione o di un partito o movimento politico. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono collocati fuori ruolo per l'intera durata dell'incarico.

"Molti immigrati, oggi la maggioranza, pur non accedendo alla cittadinanza -sottolinea Livi Bacci- restano a lungo nel nostro Paese; hanno legami familiari, hanno figli che crescono in Italia, sono titolari di diritti, a loro fanno capo rapporti economici e di lavoro. Sono parte costitutiva, perci, della societ italiana, anche se non ne hanno la cittadinanza".

 Per questo, rileva l'esponente del Pd, le decisioni sull'immigrazione, devono essere basate "su una visione ampia del fenomeno, orientata al lungo periodo, sottratta all'esclusiva considerazione delle necessit e delle opportunit contingenti, guardando alla compatibilit tra richieste del mercato del lavoro, orientamenti macroeconomici e capacit d'integrazione". I fondi necessari al lavoro dell'Agenzia sono quantificati, nella proposta, in 10 milioni di euro l'anno.


 

Societ

 


Rimesse: un capitale da 7,4 miliardi di euro

Studio della Fondazione Leone Moressa


Roma, 7 maggio 2012 - Gli stranieri che vivono in Italia hanno fatto defluire nel 2011 7,4 miliardi di euro di rimesse, registrando un aumento del 12,5% rispetto allanno precedente. Mediamente ogni straniero in Italia invia nel proprio paese 1.618 euro allanno, destinati per lo pi in Asia e in Cina per la precisione. Si stima che i cinesi che risiedono in Italia riescono a mantenere 800mila connazionali in Patria. Roma, Milano, Napoli e Prato sono le province da cui defluisce il maggior importo di rimesse verso lestero. Questi i risultati principali di uno studio della Fondazione Moressa (www.fondazioneleonemoressa.org) che ha analizzato i flussi monetari transitati per i canali di intermediazione regolare in uscita dallItalia da parte degli stranieri che vivono nel nostro paese. Il volume delle rimesse. Nel 2011 il flusso monetario in uscita dallItalia stato pari a 7,4 miliardi di euro, in aumento rispetto allanno precedente del 12,5%. In aumento anche il valore delle rimesse calcolate a livello procapite: mediamente ciascuno straniero invia nel proprio Paese di origine poco pi di 1.600 euro annui, in aumento rispetto ai 1.552 euro registrati nel 2010. Per riuscire a quantificare il volume delle rimesse basti pensare che lammontare complessivo del denaro in uscita dallItalia equivale allo 0,47% del Pil nazionale: anche in questo caso tale incidenza aumentata rispetto allo 0,42% rilevato lanno precedente. Destinazione delle rimesse. LAsia il continente maggiormente beneficiario delle rimesse che escono dallItalia. Infatti con quasi 4 miliardi di euro, la macroarea asiatica concentra il 52% di tutti i flussi monetari; della rimanente parte, il 24,4% rimane allinterno dei confini europei, il 12,1% prende la via americana e l11,5% quella africana. Rispetto al 2010 quasi tutte le destinazioni hanno subito un aumento in termini di rimesse inviate: il continente asiatico ha ricevuto dagli stranieri in Italia il 23,4% in pi di denaro, le Americhe il 5,2% in pi, lAfrica il 3,1% e il continente europeo l1,6%. Tra tutti i Paesi, la Cina quello a cui viene inviato il maggior volume di rimesse con 2,5 miliardi di euro, seguito da Romania (894 milioni di euro), Filippine (601 milioni di euro) e Marocco (299 milioni di euro). Le principali nazioni di destinazione mostrano un aumento nellultimo anno, ad eccezione delle Filippine che mostrano un -19,1%. Per la Cina la variazione si attesta addirittura al +39,7%, per la Romania si tratta del +3% e per il Marocco il +5,8%. In quanto a rimesse procapite, ciascun cinese residente in Italia invia in Patria poco pi di 12mila euro a testa, valore pi elevato tra tutte le nazionalit. Questo significa che ogni cinese in Italia mantiene 3,9 cinesi in Patria e che a livello complessivo si tratta di oltre 800 mila di cinesi. Con 4.484 euro di rimesse procapite i filippini sostengono una comunit in patria di 394 mila concittadini, i bengalesi di 629 mila soggetti, i senegalesi di 348 mila persone.

Il dettaglio provinciale. Roma la provincia dalla quale defluisce il maggior volume di rimesse verso lestero: si tratta di 2 miliardi di euro, pari a oltre un quarto di tutte le rimesse che escono dallItalia. Seguono a ruota Milano, Napoli e Prato. Per tali province la prima nazionalit di destinazione la Cina, ma tra tutte Prato larea in cui la quasi totalit delle rimesse defluisce verso il paese asiatico: il 91% di tutte le rimesse della provincia. La Romania invece il primo paese di destinazione delle rimesse di Torino e Treviso, mentre per le Filippine si tratta di Bologna (solo per citare le prime citt).

Le rimesse dagli stranieri rappresentano un cruciale fattore di garanzia e di crescita per le economie in via di sviluppo – affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa - Occorre considerare il migrante come un soggetto artefice dellallocazione efficiente delle risorse nei Paesi pi arretrati. Il riconoscimento nazionale e internazionale della rimessa come vettore di co-sviluppo ha contribuito nel tempo a ridurre il costo del servizio di money tranfert, facendo diventare pi trasparenti e competitive le attivit dei molteplici operatori che operano in questo settore. E anche per questo motivo che, nellultimo anno, si evidenziato un aumento considerevole del volume delle rimesse. E vero daltro canto che, guardando allItalia, i 7,4 miliardi di mandati allestero, prodotti nel territorio nazionale, non sono stati spesi o investiti in loco. Per poter contare su queste risorse per i consumi interni e per i processi di investimento, serve che gli immigrati siano nelle condizioni di costruire un progetto di vita nel nostro Paese, anche attraverso la realizzazione di un percorso complessivo di integrazione sociale, economica e lavorativa.

>> Vedere le tabelle allegate



Censimento. Sindoni (Istat): Immigrati spariti? Andati via o diventati irregolari

Ottocentomila stranieri registrati allanagrafe non hanno risposto al censimento e ora rischiano la cancellazione


Roma – 9 maggio 2012 – Tra i primi risultati del censimento della popolazione diffusi qualche giorno fa dallIstat ce nՏ uno che lascia perplessi. I cittadini stranieri contati dai questionari  sono 3.769.518, mentre quelli che risultavano  iscritti alle anagrafi dei Comuni italiani il 1 gennaio scorso erano 4.570.317.Mancano allappello circa ottocentomila persone. come se fossero spariti di colpo tutti gli abitanti di una citt grande quasi come Torino.Che fine hanno fatto? Cerchiamo di capirlo con Giuseppe Sindoni, responsabile  del servizio censimento della popolazione Istat.

Innanzitutto, questi dati sono definitivi? 
"No, sono provvisori, perch manca il riscontro completo con i questionari cartacei ancora non arrivati al centro di acquisizione dati. Ogni Comune ci ha per gi inviato, in tempo reale, i dati riepilogativi, compreso quello sugli stranieri, e quindi non ci aspettiamo grossi scostamenti. I dati definitivi sulla popolazione legale arriveranno a fine anno".

Anche dalle grandi citt vi hanno comunicato tutti i dati riepilogativi?
Per dodici comuni (Cagliari, Firenze, Livorno, Messina, Milano, Napoli, Perugia, Prato, Ravenna, Roma, Salerno e Torino n.d.r.) abbiamo solo un dato stimato, perch non avevano ancora finito.

Come lo avete stimato?
"In base allandamento riscontrato fino a quel momento. Semplificando al massimo: se in quatto settimane hanno contato 100 stranieri, abbiamo stimato che nelle due settimane necessarie per smaltire gli ultimi questionari ne avrebbero contati altri 50. A Milano, Roma e Napoli questa tecnica potrebbe per aver portato a un contare meno stranieri di quelli effettivamente presenti".

Perch? 
"Perch in queste citt i Comuni si sono fatti aiutare da mediatori culturali e associazioni per raccogliere i questionari dei cittadini stranieri, che sono stati riconsegnati pi tardi e quindi lavorati per ultimi. Siamo quindi un po corti. Riteniamo per di non aver contato solo alcune decine di migliaia di persone, sul totale italiano recuperemo comunque pochissimo".

Come si spiega, allora, la sparizione di 800 mila immigrati? 

"Con la maggiore mobilit di popolazione straniera, che rende pi difficile per i Comuni tenere aggiornate le anagrafi. Se un cittadino straniero decide di trasferirsi in un altro Paese, difficilmente lo comunica al Comune, che non lo deregistra finch non arriva un nuovo censimento e quindi lo considera residente anche se se ne andato da anni".

E se invece che allestero se ne va in un altro Comune?
"Abbiamo messo in campo un sistema per recuperare questi casi, utilizzando dei segnali di presenza che ci arrivavano ad esempio dagli elenchi dei permessi di soggiorno o da quelli dellanagrafe tributaria. Nei grandi comuni, basandoci sulla rilevazione dei numeri civici, abbiamo anche mandato dei rilevatori a bussare alle porte delle abitazioni alle quali non erano stati inviati questionari.  Questo ci ha permesso di censire oltre 170mila immigrati che erano presenti pur non essendo registrati allanagrafe".

Cosa vi assicura che tutti gli immigrati hanno davvero ricevuto e compilato il questionario del censimento?

"Noi adesso stiamo facendo la cosiddetta indagine di qualit. un censimento tradizionale, porta  a porta, in alcune aree  a campione del territorio, per capire chi stato censito tra quelli che dovevano essere censiti. Questo ci permetter di quantificare eventuali errori del conteggio".

Fino alla fine di questa ulteriore indagine, quindi, non si potr davvero sapere quanti immigrati regolari non ci sono pi? 
"Dobbiamo naturalmente aspettare che termini lindagine qualittiva. L aspettativa che abbiamo per che la stragrande maggioranza di quegli ottocentomila immigrati sono persone che sono andate in un altro Paese, che sono tornate in patria o che sono ancora qui ma non hanno pi un permesso di soggiorno valido e quindi non fanno pi parte della popolazione obiettivo del censimento".

Che atteggiamento avete riscontrato tra gli immigrati censiti?
"Abbiamo avuto feedback piuttosto sporadici e quindi non possiamo trarre conclusioni generalizzate. In linea di massima cՏ stata collaborazione, soprattutto quando stato chiaro che non rispondere poteva comportare delle sanzioni. Su questo aspetto abbiamo avuto molte richieste di informazioni,  a Roma si erano diffuse anche voci incontrollate secondo le quali chi non riconsegnava il questionario rischiava la prigione"

Che rischi corrono, realmente, gli ottocentomila "assenti"? 
"Ogni comune far unulteriore verifica per capire se dimorano ancora sul territorio, dopodich, se non li trova, li dovr cancellare dagli elenchi anagrafici".

Se si sono trasferiti in altri comuni  il fatto di essere cancellati dallanagrafe del comune di provenienza impedir loro di iscriversi allanagrafe del nuovo Comune? 

"No. Se sono stati censiti in altro comune, questo li inviter ad iscriversi in anagrafe, se non sono stati censiti comunque potranno comunque chiedere liscrizione. Anche in questi casi il Comune dovr  fare le solite verifiche".

Quali sono i risultati principali del censimento degli immigrati? 
"Innanzitutto che rispetto al censimento del 2001 sono quasi triplicati, cos come la loro incidenza sulla popolazione italiana, salita dal 2,3 al 6,3% e che la distribuzione sul territorio, concentrata per due terzi al nord, confermata. Ci sono poi tantissime situazioni locali importanti, dal 16% di immigrati registrato tra gli abitanti di una grande citt come Brescia al 36% che abbiamo trovato nella piccola Rocca De Giorgi, in provincia di Pavia.  Di sicuro, quasi esclusivamente merito dellimmigrazione se negli ultimi dieci anni cresciuta la popolazione in Italia".

Elvio Pasca


 


Migranti,   convegno a Roma:

Mediterraneo: un mare di schiave  

Il 10/5, visita operatrici da Mo per protezione migranti


 (ANSAmed) – Roma, 8 maggio 2012  - Protezione e assistenza ai migranti, ma anche lotta contro la tratta di esseri umani. Sono questi i temi che saranno tratati nel corso dell'incontro dal titolo ''Mediterraneo, un mare di schiave'', che si terra' giovedi' prossimo a Roma, nella sede del Parlamento Europeo. Il convegno organizzato in occasione della visita - dall'8 al 15 maggio - di una delegazione di operatrici sociali egiziane, giordane e libanesi, impegnate in politica e nella protezione di lavoratrici migranti e rifugiate, in Italia per studiare il sistema vigente, avra' inizio alle ore 15.00. Durante la loro missione, le operatrici incontreranno anche i responsabili immigrazione di CGIL, Gruppo Abele, Caritas e di enti locali particolarmente attenti a queste tematiche, come il Comune di Napoli e il Comune di Pisa, nonche' altre importanti realta' italiane impegnate nella protezione delle vittime di tratta su tutto il territorio italiano.

L'arrivo di questa delegazione fa parte di un piu' ampio programma - ''Una risposta olistica al traffico, violenza e sfruttamento delle lavoratrici migranti nel Mashrek'' - messo a punto nel 2011 da Un ponte per..., in collaborazione con la Jordanian Women's Union, per contrastare il fenomeno della violenza e dello sfruttamento delle lavoratrici migranti in Medio Oriente, sia attraverso il rafforzamento del quadro normativo e dei servizi di protezione legale e sociale, sia offrendo servizi di assistenza psicologica. All'evento, prenderanno parte esperti delle due sponde del Mediterraneo fra cui rappresentanti dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Roma), le cooperative Be Free e Parsec, e la Casa dei diritti sociali.
(ANSAmed).

 


 

Foreign Press


The EconomistImmigration at Heathrow

 

Barriers to entry

Apr 30th 2012, 14:52 by A.B.


WHAT on earth is happening at Heathrow? Twelve weeks before the Olympics begin—and bring with them a further surge through the arrivals halls—it seems Britain's border agency, UKBA, is struggling to cope with the number of passengers landing at peak times at Britain's biggest airport. People are regularly waiting up to two hours to pass through immigration. And on Saturday BAA, which owns Heathrow (but is not responsible for immigration), duly resorted to handing out leaflets apologising for the situation and suggesting that passengers complain to the Home Office. Marc Owen, the director of UKBA operations at Heathrow, was none too impressed by this tactic. The Daily Telegraph saw emails he sent to BAA threatening to escalate the matter with ministers, and asking it to stop passengers taking pictures of the queues. "The leaflet is not all right with us," he wrote. "It is both inflammatory and likely to increase tensions in arrivals halls especially in the current atmosphere." The slowdown at immigration is linked to a row last autumn over passport checks. Previously, a relaxation of these checks had been agreed between the Home Office and UKBA, but UKBA ended up going further then the government had expected, and reduced staff numbers in the process. The subsequent brouhaha led to the resignation of the then head of the agency, Brodie Clark, and the reinstatement of full passport checks. Recent events suggest that UKBA is not in a position to carry out full passport checks at busy times with the staffing it has in place at Heathrow. Angered by the experiences of their passengers, airlines that use the airport have joined the debate. "We bring them [passengers] here in great shape, but they then face huge queues because of a manpower shortage," said James Hogan of Etihad. "It is not a question of efficiency, it is question of resources." BAA and the Border Force, the part of UKBA that manages entry into the country, issued a defensive statement on Sunday that said: "The majority of passengers pass through immigration control quickly but there are sometimes delays at airports for a range of reasons. To which my response would be: passengers understand the possibility of delays; but they also know the difference between those delays that are part-and-parcel of the travelling experience, and those that indicate disorganisation. When they spend hours standing in queues in front of unmanned immigration booths, they are going to think the worst.