Newsletter periodica
d’informazione
(aggiornata alla data del
15 marzo 2012)
“Immigrazione: in Italia dimezzati in dieci anni gli irregolari”
o
Dipartimento Politiche
Migratorie: appuntamenti pag. 2
o
RazzsNO! Giornata
internazionale contro il razzismo pag. 2
o
Società – In 10
anni, dimezzati in Italia gli
stranieri irregolari pag. 2
o
Sindacato –
Resoconto dell’incontro con il Ministro Riccardi pag. 3
o
UNAR – Catena
umana il 21 marzo contro il razzismo; intervista a Monnanni
pag. 4
o
Permesso a punti
– Accordo d’integrazione: i punti si controllano online pag. 5
o
Semplificazioni
– Addio ai certificati anche per gli immigrati. Ma dal 2013 pag. 5
o
UNAR –
Intervista a Massimiliano Monanni pag. 6
o
Cultura ed etica
– Razzismo nella Divina Commedia (sic!)
pag. 8
o
Rifugiati – Tavolo
asilo: soluzioni ragionevoli per migranti e profughi dalla Libia
pag.10
o
La presse étrangère
– Le Monde: “Terraferma: limpossibilité d’une île pag.11
A
cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil
Dipartimento
Politiche Migratorie
Rassegna
ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL
Tel.
064753292- 4744753- Fax: 064744751
Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti
Roma, 16 marzo 2012, ore 10, Via
Sant’Andrea delle Fratte
Presentazione proposta PD di
Legge quadro sull’immigrazione
(Giuseppe Casucci)
Bruxelles, 20 marzo 2012, ore 09.00
Riunione del “Gruppo
Migrazione ed Inclusione” della CES.
(Giuseppe Casucci)
Roma, 23 marzo 2012, ore 15.00,
via IV Novembre – sede Parlamento Europeo
Convegno Nodi “Lavoro di
cura: tra diritti e formazione in una città multiculturale”
(Giuseppe Casucci)
Contro
il razzismo
Società
IV rapporto dell’European migration
network
(www.libero.it/),
Roma, 14 marzo 2012 - Negli ultimi
10 anni la immigrazione irregolare in Italia si è ridotta di circa la metà. Se
nel 2000 la stima di poco 1 milione di irregolari poteva essere accettata come
vicina alla realtà (confermata anche dalla regolarizzazione del 2002)
attualmente tale presenza può essere ritenuta dimezzata. Il numero di
irregolari presenti in Italia è quindi di circa 500 mila, il 10% dei circa 5
milioni di stranieri regolarmente presenti. Lo dice il quarto rapporto
dell’European migration network “Canali migratori. Visti e flussi irregolari”. “L’immigrazione
irregolare, per il concomitante effetto delle più recenti modifiche normative e
per l’impatto della crisi, verosimilmente si è ridotta - si legge nel rapporto
- sia quantitativamente sia quanto alla sua incidenza sulla presenza
regolare, ed è stimabile al 1° gennaio 2011 attorno al 10% dei quasi 5 milioni
di cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia”. Gli studiosi
sottolineano però che resta ancora da approfondire il passaggio dalla
regolarità all’irregolarità e, in particolare, in “quale misura i titolari
degli oltre 600 mila permessi per lavoro e per famiglia, validi al 31 dicembre
2009 e non più rinnovati a distanza di un anno a causa dell’attuale crisi
economica, si siano trattenuti irregolarmente in Italia anziché rimpatriare”.
Un’area di irregolarità si riscontra in tutti i Paesi europei – si legge
ancora nel rapporto - e così avviene anche in Italia, Paese per il quale i
numeri riportati ridimensionano le stime fantasiose, che altro non fanno se non
alimentare la paura nella popolazione, allontanandosi dalla realtà”. Lo studio
spiega, inoltre, che in un paese come l’Italia la pressione alle frontiere è
consistente. Tuttavia, tra il 2002 e il 2010, la pressione dai paesi a forte spinta
migratoria è andata decrescendo, come si rileva dalla diminuzione delle persone
respinte alla frontiera (da 30.287 nel 2001 a 4.215 nel 2010) e dalla
diminuzione delle persone espulse (da 90.160 nel 2001 a 46.955 nel 2010).
Inoltre, il rapporto ricorda non solo l’abbassamento del livello della
irregolarità a seguito della regolarizzazione del 2002 (703 mila domande
presentate, per lo più accolte) ma anche l’effetto di svuotamento esercitato
dalla regolarizzazione del 2009, che ha riguardato il settore dell’assistenza
alla famiglia e alle persone (295 mila domande pervenute). Le quote annuali
degli ingressi per lavoro sono state pari a 520 mila nel 2006, 170 mila nel
2007, 150 mila nel 2008, nessuna nel 2009 (carenza in parte supplita dalla
regolarizzazione varata nel settore familiare). Nel 2010 non vi è stata
operativamente alcuna quota, poiché quella di 98.080 ingressi decisa nel mese
di dicembre è stata attuata nell’anno successivo. “Merita un maggiore apprezzamento
– aggiunge l’EMN - la riflessione sul quadro analitico degli approcci
esistenti, dei meccanismi e delle misure implementate a livello nazionale per
limitare l’immigrazione irregolare. Accanto alle politiche di pre-ingresso e di
soggiorno rivestono, infatti, un ruolo fondamentale anche le misure di
controllo e contrasto dell’immigrazione irregolare”. Le risposte pratiche sono
state suddivise in quattro categorie: le misure precedenti l’ingresso, i
controlli alla frontiera, l’attività di contrasto effettuata all’interno del
territorio nazionale e, infine, le strategie di uscita dall’irregolarità una
volta constatata la presenza non autorizzata del cittadino straniero. “È
fondamentale tenere presente il forte nesso tra immigrazione irregolare ed
economia sommersa, che incrementa l’evasione sia fiscale che contributiva,
sfalsa una leale concorrenza, pregiudica i livelli di tutela e sottopone gli
immigrati sprovvisti di permesso (e non solo loro) a un deprecabile
sfruttamento, da contrastare con fermezza”.
Sindacato
Incontro tra il “tavolo immigrazione” ed il Ministro per
l’integrazione Andrea Riccardi Resoconto
A cura del Dipartimento Politiche Migratorie UIL
Roma,
15 marzo 2012 – Si è tenuto ieri, presso la sede del Ministero per la
Cooperazione internazionale e l’integrazione, l’incontro tra il Ministro Andrea
Riccardi e le associazioni componenti il Tavolo Immigrazione (10 membri, tra
cui i sindacati ed altre associazioni di ispirazione laica e religiosa).
L’incontro era stato sollecitato dallo stesso Tavolo Immigrazione a febbraio. Per
parte ministeriale, oltre al Prof. Riccardi, era presente il prefetto Mario Morcone. Per la Uil hanno
partecipato il Segretario Confederale Guglielmo Loy, Giuseppe Casucci ed Angela
Scalzo. I temi dell’incontro erano stati anticipati da una lettera inviata dal
Tavolo Immigrazione al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, con
l’obiettivo di riaprire il confronto ed affrontare i moltissimi problemi in
campo migratorio, dopo anni di assenza di dialogo effettivo su questi temi tra
l’Esecutivo e il mondo della società civile.
Tra le questioni proposte:
1. Il blocco
dei flussi d’ingresso per motivi di lavoro nel 2012 e la necessità di dare
risposte all’estesa area di irregolarità, appesantitasi negli ultimi due anni
dalla crisi economica e dall’arrivo di profughi dal Nord Africa; per questi
ultimi l’urgenza è data dalla vicina scadenza dei permessi di protezione
temporanea (5 aprile). In questo senso bisogna accelerare la ratifica della
direttiva 52/2009/CE, che permette percorsi di emersione individuale per i
cittadini stranieri irregolari;
2. la
necessità di approvare in tempi brevi e certi il provvedimento di allungamento
della durata dei permessi di soggiorno (compreso quello per ricerca di
occupazione); rivedere anche il provvedimento di aumento delle tasse sui permessi
stessi;
3. i
problemi connessi alla lunga detenzione nei centri di identificazione ed
espulsione di migranti irregolari, anche in contrasto con lo spirito e le norme
contenute nella direttiva n.115/2008 sui rimpatri.
4. la
necessità di riprendere il dibattito sulla riforma della legge sulla
cittadinanza e della normativa sull’immigrazione.
5. Infine:
affrontare il tema delle condizioni di accoglienza ed integrazione dei
richiedenti asilo, oggi quasi assenti nelle politiche dello Stato ed affidate
al lavoro dell’associazionismo;
Il ministro Riccardi ha
accolto con favore la proposta di istituire un tavolo di confronto, con
caratteri interministeriali. In questo senso si è impegnato a convocare
riunioni con la presenza dei Ministeri dell’Interno e del Welfare. Il tavolo
dovrà poi trovare momenti articolati di lavoro in modo da affrontare in
profondità i molti temi in discussione, negli ambiti e con gli interlocutori
giusti. Nel merito, il Ministro
non ha nascosto le difficoltà nell’accelerare l’operatività di provvedimenti
necessari a correggere alcune impostazioni relative a norme introdotte dal
precedente Esecutivo: in particolare il pacchetto sicurezza, in relazione a
temi quali l’aumento pesante delle tasse per i permessi di soggiorno e l’accordo
d’integrazione con il meccanismo complesso del permesso a punti. “La tassa - è
stata la risposta ad una nostra richiesta di modifica - non può essere
eliminata in quanto c’è un problema di risorse a cui lo Stato non può
rinunciare”: “ma il suo impatto - ha
assicurato Riccardi - verrà diluito con una maggior durata dei permessi di
soggiorno”. Quest’ultimo provvedimento però, inserito inizialmente nel testo
del decreto semplificazioni, ha subito un primo blocco dal Parlamento ed ora
dovrebbe essere ripresentato nell’ambito della riforma del mercato del lavoro.
Non ci sono, però, tempi certi di approvazione del testo proposto dall’Esecutivo
che viene incontro alle richieste sindacali ma che, in sede di discussione
parlamentare, potrebbe subire pesanti modifiche. C’è la disponibilità e
l’impegno del governo, sia alla ratifica della direttiva 52, sia sulla
necessità di trovare soluzioni per i circa 60 mila tra migranti e profughi
arrivati dal Nord Africa nel 2011. Con quali strumenti ed indicazioni, si
discuterà anche nell’ambito del tavolo di confronto. Forte motivazione del
Ministro anche ad affrontare il tema delle condizioni di accoglienza, vita e
lavoro dei rifugiati e richiedenti asilo. Non mancano le difficoltà, invece,
sul fronte della riforma della cittadinanza, sulla quale lo stesso ministro ha
fatto di recente azione di forte stimolo verso il Parlamento. “E’ comunque una
materia sul quale le posizioni dei partiti sono alquanto diverse e su cui il
Governo non intende agire con una proposta propria”, ha rilevato Riccardi. Il
Ministro ha chiesto a sindacati ed
associazioni di continuare nell’azione di lobby politica verso le forze
parlamentari perché riprenda un dialogo ormai interrotto dal dicembre 2009.
Nel suo intervento Guglielmo
Loy si è detto preoccupato sul fatto che il Governo, essendo
fortemente impegnato sul fronte delle grandi urgenze economiche e finanziarie,
finisca per prestare poca attenzione
a problemi che però riguardano ormai quasi un decimo della nostra
popolazione. “In questo senso, ha rilevato Loy - va apprezzato lo sforzo fatto
dal Ministro Riccardi nel proporre nell’ambito del Governo temi per noi
cruciali quali la riforma della cittadinanza e la necessità di una governance vera
dell’immigrazione”. “Ma non ci si può aspettare – ha risposto il
dirigente UIL a Riccardi - che la società civile ottenga i risultati che il suo
stesso Ministero persegue con difficoltà”. “E ormai urgente – ha continuato
Loy – affrontare il tema migratorio con uno sguardo d’insieme: intanto
verso una normativa intricata ed inefficace che è urgente riformare; bisogna
poi correggere gli effetti di norme in vigore che finiscono per complicare
inutilmente la vita dei cittadini stranieri, ma anche degli sportelli unici e
delle questure già oberati da competenze che meglio sarebbe delegare agli enti
locali”. “Non si sa ancora – ha osservato Loy – che impatto avrà su
questi uffici il complicato meccanismo della gestione del permesso a punti. Certo
è, però, che queste strutture sono già ora fortemente sotto stress e non riescono
a consegnare il permesso se non dopo troppi mesi”. Loy ha confermato che la proposta di
raddoppio della durata dei permessi di soggiorno verrà ora inserita nella
partita del mercato del Lavoro. “Invito però il Ministro Riccardi e tutto il
Governo a premere perché la proposta venga approvata quanto prima e senza
snaturamenti”. Il dirigente UIL ha concluso il suo intervento ringraziando il
Ministro per la grande disponibilità al dialogo e per la messa in funzione di un prezioso strumento di
confronto. Al termine della riunione è stato deciso che il tavolo verrà
riconvocato in pochi giorni per proseguire nell’approfondimento dei problemi e
delle proposte di soluzioni.
No al razzismo
L’UNAR – Ufficio Nazionale
Anti discriminazioni Razziali ti invita ad unirti alla
"Catena Umana"
che il 21 marzo alle 10.30 circonderà le piazze ed i monumenti di 35
città italiane per dire "No a tutti i razzismi"
UNAR
- Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali promuove, dal 21 al
28 marzo 2012, Ia VIII Settimana di Azione Contro il Razzismo, con
un fitto calendario di iniziative di
sensibilizzazione e animazione territoriale in molte regioni d’ltalia. In
particolare, mercoledì 21 marzo, per Ia
“Giornata Mondiale contro il Razzismo”
promossa dalle Nazioni Unite, sarà organizzata, alla stessa ora in
32 città italiane, una “Catena Umana” intorno ai monumenti-simbolo del
nostro Paese. Una lunga catena di studenti, insegnanti, giovani e
rappresentanti delle comunità straniere e delle associazioni che
operano nel campo delle discriminazioni, nonché di cittadini che vorranno
parteciparvi, cingerà i nostri monumenti nazionali, intonando
un inno contro il razzismo e per Ia
fratellanza comune, indossando una maglia con lo slogan “No a tutti
i razzismi”. A Roma l’evento avrà luogo intorno al Colosseo, alle ore
10.30 precise, dove Ia catena di partecipanti canterà il brano “One
Love” di Bob Marley, accompagnata dall’Orchestra “Arcobaleno” della Scuola
Media Sperimentale “ G. Mazzini ” di Roma. Seguiranno i saluti delle
autorità intervallati da letture e testimonianze.
L’appuntamento
è per il 21 marzo alle ore 10,30 nelle città di Torino, Milano, Venezia,
Bologna, Firenze, Roma, Salerno, Bari, Rosarno, Palermo, solo per citare
le piazze più importanti. Il programma definitivo delle rispettive
manifestazioni sarà disponibile sul sito www.unar.it a
partire dal 10 marzo.
Clicca
qui per scaricare il programma.
Permesso a punti
Per
conoscere in ogni momento la propria situazione ci si può collegare al portale
https//: accordointegrazione.dlci.interno.it
Di
Elvio Pasca, www.stranieriinitalia.it
Roma
– 12 marzo 2012 – Magari bastasse una firma. Sottoscrivere
l’accordo di integrazione è solo il primo passo, il più semplice. Il difficile
inizia dopo, quando bisogna rispettare gli impegni presi e rigare dritto.
Nel nuovo sistema in
vigore dal 10 marzo 2012 per
tutti i nuovi arrivati in Italia, il comportamento di ogni immigrato è legato a
un punteggio, che può crescere o diminuire. Si parte con sedici punti, che
entro due anni devono diventare almeno trenta. Chi non ce la fa ha solo un
altro anno per recuperare, altrimenti viene espulso. Due tabelle dettagliate
spiegano cosa fa guadagnare o perdere punti, ma non ci sarà bisogno di
appuntarsi tutto su un block notes per tenere d’occhio la propria situazione.
Collegandosi al portale https//: accordointegrazione.dlci.interno.it gestito dal Ministero dell’Interno è
infatti possibile scoprire in ogni momento quanti punti si hanno e quindi
quanto manca ancora per la promozione.
Per
entrare per la prima volta sul portale bisogna utilizzare le credenziali
provvisorie ottenute dalla Questura o dallo Sportello Unico dopo la firma
dell’accordo, che permettono di completare una procedura di registrazione. Per
gli ingressi successivi si possono usare e-mail e password personali, qui
trovate le istruzioni del
Ministero dell’Interno.
Speciale Accordo
di integrazione e Permesso a Punti
Semplificazioni
Roma
– 13 marzo 2012 - Dall’anno prossimo anche gli immigrati non dovranno più
allegare certificati originali alle domande per i permessi di soggiorno o alle
altre pratiche che li riguardano. Come già avviene per gli italiani e i
comunitari, i cittadini extracomunitari potranno infatti autocertificare tutti
i dati che la pubblica amministrazione è già in grado di verificare da sola. La
svolta è contenuta nel disegno di legge di conversione del decreto sulle
semplificazioni, che oggi otterrà il via libera dalla Camera dei Deputati. Il
testo, su cui il governo la scorsa settimana ha posto e ottenuto la fiducia,
dovrà però passare anche al Senato per il via libera definitivo prima di
entrare in vigore. Per capire la portata della novità, conviene fare un passo
indietro. Dal primo gennaio, infatti, è in vigore una norma che impedisce agli
uffici pubblici di richiedere o rilasciare certificati da utilizzare nei rapporti
con la Pubblica Amministrazione che contengono dati già in possesso di altri
uffici pubblici. Questo ha esteso ulteriormente l’uso delle dichiarazioni
sostitutive, cioè delle autocertificazioni. A frenare gli entusiasmi degli
immigrati che speravano di risparmiarsi qualche fila è però arrivata a fine gennaio una circolare del
ministero dell’Interno. Chiarisce che comunque rimane in vigore una
norma contenuta nel Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa e nel
regolamento di attuazione del Testo Unico sull’immigrazione secondo la
quale “i cittadini di stati non appartenenti all’Unione regolarmente soggiornanti
in Italia, possono utilizzare le dichiarazioni sostitutive […]fatte salve le
speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la
disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero”. Poche righe, ma
fondamentali. Significano, per esempio, che i certificati del casellario
giudiziale e quello dei carichi pendenti sono ancora indispensabili per
chiedere la carta di soggiorno, i disoccupati che chiedono un permesso per
attesa occupazione devono continuare a presentare il certificato di iscrizione
al collocamento e agli studenti serve quello dell’università per rinnovare il
loro permesso. Durante la conversione del decreto semplificazione, un
emendamento presentato dal Partito Democratico ha però eliminato le eccezioni previste
dal Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa e dal regolamento di
attuazione del Testo Unico sull’immigrazione. Quindi, “i cittadini di stati non
appartenenti all’Unione regolarmente soggiornanti in Italia, possono utilizzare
le dichiarazioni sostitutive” anche nelle pratiche previste dalla
burocrazia dell’immigrazione. La novità entrerà in vigore solo dal 1 gennaio
2013. Intanto, il ministero dell’Interno e quello per la Pubblica
amministrazione definiranno come far acquisire d’ufficio i dati a Questure e
Prefetture. La moratoria è indispensabile, perché ad oggi , senza un
collegamento tra banche dati, si rischierebbe di allungare paradossalmente i
tempi delle pratiche. Una Questura alle prese con il rinnovo di un permesso per
studio, ad esempio, per verificare un’autocertificazione dovrebbe chiedere
all’università di inviargli un resoconto degli esami sostenuti da chi ha
presentato la domanda, bloccando la pratica fino alla risposta. L’anno prossimo
tutto si dovrebbe invece risolvere in pochi clic.
Ecco le novità inserite nel ddl di conversione del decreto
sulle semplificazioni:
Articolo 17.
(Semplificazione in materia di
assunzione di lavoratori extra UE e di documentazione amministrativa per gli
immigrati).
4-bis. All'articolo 3, comma 2, del testo unico di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, le parole: «, fatte salve
le speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la
disciplina dell'immigrazione e la condizione dello straniero» sono
soppresse.
4-ter. All'articolo 2, comma 1, del
regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999,
n. 394, e successive modificazioni, le parole: «, fatte salve le disposizioni
del testo unico o del presente regolamento che prevedono l'esibizione o la
produzione di specifici documenti» sono soppresse.
4-quater. Le disposizioni di cui ai
commi 4-bis e 4-ter acquistano efficacia a far data dal 1° gennaio
2013.
4-quinquies. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro
novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del
presente decreto, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e
la semplificazione, sono individuate le modalità per l'acquisizione d'ufficio
dei certificati del casellario giudiziale italiano, delle iscrizioni relative
ai procedimenti penali in corso sul territorio nazionale, dei dati anagrafici e
di stato civile, delle certificazioni concernenti l'iscrizione nelle liste di
collocamento del lavoratore licenziato, dimesso o invalido, di quelle
necessarie per il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di studio nonché
le misure idonee a garantire la celerità nell'acquisizione della
documentazione.
Di Alberto Colaiacomo
Oltre mille
segnalazioni di discriminazione giunte all’Unar nel corso del 2011, un
incremento del 30% rispetto all’anno precedente. È il dato di maggior rilievo
che emerge dalla Relazione sulla parità di trattamento e la xenofobia e
discriminazione in Italia che avete presentato al Parlamento.
D.
Secondo lei il dato si spiega con la crescita di episodi discriminanti oppure
per una migliore e più capillare presenza dell’Ufficio che lei dirige?
Monnanni - L’Unar del 2012 è completamente diverso da quello che ho
trovato nel 2009. Proprio partendo da un bilancio di quanto fatto nel corso dei
primi anni di attività dalla sua istituzione, l’Ufficio è stato integralmente
ripensato e riorganizzato. Non più come un ufficio “nazionale” avulso dal
territorio e dalla società civile, ma come una “cabina di regia” dove trovano
spazio tutti i soggetti pubblici e privati che lavorano quotidianamente per
prevenire e combattere le discriminazioni. Di qui una rinnovata fiducia, che ha
portato al raddoppio delle testimonianze da parte di cittadini su eventi a sfondo
razzista in soli due anni, al triplicarsi delle istruttorie, di cui oltre un
terzo aperte autonomamente dall’Unar. Direi quindi, grande capacità di far
emergere i fenomeni di razzismo, perlopiù sommersi, fenomeni che però sono
comunque in aumento.
D. Due gli ambiti in cui emergono in modo particolare gli episodi
che riguardano i cittadini stranieri: i media ed il mondo del lavoro. Perché
secondo lei?
Monnanni - Il dato del settore “Media” è indubbiamente eloquente. Si
tratta però non solo di fenomeni di stereotipizzazione degli stranieri o di
altri target a rischio di discriminazione e pregiudizio, ma soprattutto del
propagarsi irrefrenabile di xenofobia e razzismo on line, a partire da social
networks e blog. Unar ha deciso di contrastare con decisione questi fenomeni e
lo fa con efficacia in stretta collaborazione con la Polizia postale, anche se
esistono limiti normativi che potranno essere superati solo attraverso la
ratifica, da noi sollecitata, del Protocollo addizionale alla Convenzione sul
cybercrime del Consiglio d’Europa. Sul lavoro l’Unar, grazie ad un accordo
operativo con le organizzazioni sindacali e datoriali ha svolto una intensa
attività di sensibilizzazione che ha condotto ad azioni positive e iniziative
pilota. Tutte queste iniziative hanno iniziato a dare frutti, facendo
incrementare le segnalazioni in materia di discriminazioni nei luoghi di
lavoro. La crisi economica, poi, acuisce la situazione ed oggettivamente ha
influito.
D. Numerosi sono stati i pronunciamenti dell’Unar contro i provvedimenti
degli enti locali per le politiche sociali discriminanti verso gli stranieri.
Oltre alle censure si sta pensando a misure per informare meglio gli
amministratori?
Monnanni - Riteniamo che gli amministratori siano già ben informati e
non crediamo certo che la maggioranza delle istruttorie di questo tipo dipenda
da assenza di informazione sulla normativa. Ciò non toglie che, in ogni
contesto, l’Unar svolge sempre e comunque una diffusa azione informativa e di
prevenzione. Lo stesso strumento dei protocolli che abbiamo sottoscritto con
numerosi enti locali va in questo senso. Dalla seconda metà del 2011 poi,
proprio al fine di prevenire il diffondersi di condotte discriminatorie da
parte di altre pubbliche amministrazioni, in particolare ma non solo locali,
l’Unar emana delle vere e proprie raccomandazioni in cui si affrontano
globalmente temi che sono stati oggetto ricorrente delle istruttorie
dell’Ufficio. Siamo partiti dai servizi sociali, per poi passare all’edilizia
residenziale pubblica, alle assicurazioni “etniche”, alla residenza anagrafica.
La funzione delle raccomandazioni è appunto “preventiva” serve ad evitare che
altri Comuni o pubbliche amministrazioni incorrano in condotte discriminatorie.
Proprio per questo le diffondiamo anche tramite le Prefetture e gli organismi
di rappresentanza del sistema delle autonomie locali.
D. Dopo aver lanciato l’allarme per le compagnie assicurative che
penalizzavano i cittadini immigrati nelle polizze Rc-auto, l’ultimo Rapporto
denuncia anche le pratiche discriminatorie delle agenzie immobiliari. Come
pensate di intervenire?
Monnanni - Stiamo pensando di aprire un tavolo di lavoro congiunto e
proporre un codice di condotta per le agenzie. Ma allo stesso tempo, anche
sulla base di una ricerca pilota già svolta in una regione, riteniamo sia
necessario pervenire ad uno studio approfondito della materia anche al fine di
individuare ulteriori soluzioni anche di tipo legislativo.
D. Da qualche settimana il Governo italiano ha presentato alla
Commissione europea la “Strategia di inclusione per rom, sinti e caminanti”. Un
documento programmatico che vede proprio nell’Unar un punto di riferimento per
l’attuazione del piano…
Monnanni - Sì. A mio avviso, quando con voto unanime l’Unar è stato
scelto dal coordinamento interministeriale del Dipartimento per le politiche
dell’Unione europea, si è proprio tenuto conto dell’autorevolezza e della
expertise che l’Unar è riuscito a far crescere in questi ultimi anni. Abbiamo
redatto una strategia che per la prima volta è stata davvero condivisa con la
società civile, in primis le rappresentanza dei Rom e dei Sinti, lodata
dall’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati e definita
“coraggiosa” dalla rappresentanza istituzionale delle Regioni. C’è un grande
lavoro da fare, tutti insieme e con decisione per ribaltare una concezione
“emergenziale” che oltre ad essere stata dichiarata illegittima dal Consiglio
di Stato è stata ripetutamente censurata dagli organismi internazionali e nel
cui ambito come Unar siamo intervenuti in diverse singole occasioni di evidente
discriminazione. In questo senso l’impegno assunto dal ministro Riccardi in
prima persona nella guida del tavolo interministeriale di indirizzo politico e
la sua prossima presenza a Bruxelles il 22 marzo alla sessione straordinaria
convocata dalla Commissione europea proprio per discutere la piattaforma sui
Rom danno il senso della svolta, assolutamente inedita, che l’Italia sta
facendo su un tema cosi difficile.
D. Dal 21 al 28 marzo l’Unar organizza la “VIII Settimana di
azione contro il razzismo”, un appuntamento tradizionale di sensibilizzazione.
Quali le novità di quest’anno?
Monnanni - Come dicevo all’inizio dell’intervista, l’Unar è cresciuto
molto dal 2009 ad oggi. Per questo abbiamo deciso, anziché di sostenere
iniziative pur lodevoli, ma realizzate da altri, di promuovere direttamente una
grande manifestazione che si svolgerà contemporaneamente in 35 città italiane.
Il 21 marzo, giornata internazionale contro il razzismo, alle ore 10.30 il
Colosseo a Roma e tanti altri storici monumenti italiani saranno idealmente e
materialmente abbracciati e circondati da altrettante “catene umane” contro
tutti i razzismi. A comporle saranno ragazze e ragazzi, italiani e stranieri
insieme a tutti coloro che vorranno unirsi a noi. Ma la VIII Settimana contro
il razzismo prevede anche attività teatrali – tra cui il 19 marzo una
serata speciale gratuita al Teatro Eliseo di Roma dedicato ai ragazzi
senegalesi assassinati a Firenze in cui Ascanio Celestini ci parlerà di razzismo
– sportive, culturali e nei luoghi di lavoro. Infine il 2 e il 3 aprile
l’Unar promuove una conferenza internazionale sul tema “Media e
discriminazioni” nel corso della quale insieme alla Federazione nazionale della
Stampa e all’Ordine dei giornalisti andremo a mettere a punto una nuova
strategia di prevenzione e contrasto, anche sulla base del panorama europeo di
cui ci parleranno giornalisti di rilievo e rappresentanti delle Nazioni unite e
del Consiglio d’Europa, oltre ai ministri Fornero e Riccardi.
Cultura ed etica
(da un
commento di Iris Press) Roma, 13 marzo 2012 - La Divina Commedia sarebbe islamofobica e omofoba.
Insomma, Dante Alighieri ci ha consegnato un’opera che è una sorta di summa del
razzismo. La denuncia è arrivata da Gherush92,
comitato di professori che tutela
i diritti umani. Le affermazioni della presidente della organizzazione, Sereni , sono obiettivamente lungimiranti, in
un’ottica di marketing.
Da un lato hanno reso conosciuta la sua organizzazione, sino a ieri anonima,
dall’altro hanno sortito anche l’effetto di far parlare del capolavoro di
Dante. Insomma, le analisi
sulla Divina Commedia sono state un spot formidabile per Gherush92, una rarità
in tempi di disattenzione verso la cultura. Gli
esempi proposti da Sereni sono ovviamente suffragati da alcuni passaggi citati
dall’opera del sommo poeta. Allora il capolavoro dantesco è davvero razzista, ci
si potrebbe chiedere. Risposta: se lo si estrapola dal contesto storico,
sociale e culturale in cui è stato scritto, sì. Ma l’errore è nella premessa analitica: un’opera scritta 700
anni fa non può essere indagata ed interpretata usando un’ottica esclusivamente
contemporanea, applicando valori e metri di misura nostrani. Tanto per capirci:
oggi non ci sono più né Guelfi né Ghibellini ed – a quel tempo –
chi non era di Firenze veniva trattato come “straniero” o peggio e non godeva
certo di diritti di cittadinanza. Infine, appare alquanto surreale l’accusa
rivolta al nostro sistema educativo di proporre agli studenti un testo che avallerebbe tesi
razziste. Uno può anche leggere “Mein Kampf” ma non per questo essere nazista.
Quello che conta è il giudizio che si da’ delle opere, commisurato al momento
storico in cui sono state prodotte. Ed è quello che dovrebbero fare e che in
gran parte già fanno i nostri docenti nelle scuole. La Divina Commedia come
problema culturale da sottoporre all’Ufficio Antidiscriminazioni è un’idea che
ancora ci mancava. E ci appare eccessiva da qualunque angolazione la si guardi,
anche se volessimo catalogarla come provocazione da parte dei professori di
“Gherush92”, addirittura controproducente. In effetti, un ragionamento così
strampalato, rischia di portare acqua al mulino di chi il razzismo lo difende o
lo pratica nei fatti, perché è facile ridicolizzare un’idea portata all’eccesso
come quella proposta da questa associazione.
Secondo “Gherush92”, consulenti per il Consiglio Economico e
Sociale delle Nazioni Unite
Roma, 12/03/2012 – (in
collaborazione con AdnKronos)- Stereotipi, luoghi comuni, contenuti e
frasi offensive, razziste, islamofobiche e antisemite che difficilmente possono
essere comprese e che raramente vengono evidenziate e spiegate nel modo
corretto. E` il contenuto di
alcune terzine della Divina Commedia che, secondo `Gherush92`, organizzazione
di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale
con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite e che svolge progetti
di educazione allo sviluppo, diritti umani, risoluzione dei conflitti,
razzismo, antisemitismo, islamofobia, andrebbe eliminata dai programmi
scolastici o, quanto meno, letta con le dovute accortezze. “La Divina Commedia
- spiega Valentina Sereni, presidente di Gherush92 - pilastro della letteratura
italiana e pietra miliare della formazione degli studenti italiani presenta
contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza e viene
proposta senza che via sia alcun filtro o che vengano fornite considerazioni
critiche rispetto all`antisemitismo e al razzismo“. Sotto la lente di ingrandimento in
particolare i canti XXXIV, XXIII, XXVIII, XIV. Il canto XXXIV, spiega
l`organizzazione, e` una tappa obbligata di studio. Il personaggio e il termine
Giuda e giudeo sono parte integrante della cultura cristiana: “Giuda per
antonomasia e` persona falsa, traditore (da Giuda, nome dell`apostolo che tradì
Gesù)“; “giudeo è termine comune dispregiativo secondo un antico pregiudizio
antisemita che indica chi e` avido di denaro, usuraio, persona infida,
traditore“ (De Mauro, Il dizionario della lingua italiana). Il significato negativo di giudeo e`
esteso a tutto il popolo ebraico. Il Giuda dantesco e` la rappresentazione del
Giuda dei Vangeli, fonte dell`antisemitismo. “Studiando la Divina Commedia -
sostiene Gherush92 - i giovani sono costretti, senza filtri e spiegazioni, ad
apprezzare un`opera che calunnia il popolo ebraico, imparano a convalidarne il
messaggio di condanna antisemita, reiterato ancora oggi nelle messe, nelle
omelie, nei sermoni e nelle prediche e costato al popolo ebraico dolori e
lutti“. E ancora, prosegue
l`organizzazione, “nel canto XXIII Dante punisce il Sinedrio che, secondo i
cristiani, complottò contro Gesù; i cospiratori, Caifas sommo sacerdote, Anna e
i Farisei, subiscono tutti la stessa pena, diversa però da quella del resto
degli ipocriti: per contrappasso Caifas è nudo e crocefisso a terra, in modo
che ogni altro dannato fra gli ipocriti lo calpesti“. “Nel canto XXVIII
dell`Inferno - spiega ancora Sereni - Dante descrive le orrende pene che
soffrono i seminatori di discordie, cioè coloro che in vita hanno operato
lacerazioni politiche, religiose e familiari. Maometto e` rappresentato come
uno scismatico e l`Islam come una eresia. Al
Profeta e` riservata una pena atroce: il suo corpo e` spaccato dal mento al
deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta
la cultura islamica. Ali`, successore di Maometto, invece, ha la testa spaccata
dal mento ai capelli. L`offesa - aggiunge - e` resa più evidente perché il
corpo “rotto“ e “storpiato“ di Maometto e` paragonato ad una botte rotta,
oggetto che contiene il vino, interdetto dalla tradizione islamica. Nella
descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini
raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo
Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un`offesa“. Anche i
sodomiti, cioè coloro che ebbero rapporti “contro natura“, sono puniti
nell`Inferno: I sodomiti, i peccatori più numerosi del girone, sono descritti
mentre corrono sotto una pioggia di fuoco, condannati a non fermarsi. Nel
Purgatorio i sodomiti riappaiono, nel canto XXVI, insieme ai lussuriosi
eterosessuali. “Non invochiamo ne` censure ne` roghi - precisa Sereni - ma
vorremmo che si riconoscesse, in maniera chiara e senza ambiguità che nella
Commedia vi sono contenuti razzisti, islamofobici e antisemiti.
Rifugiati
Tavolo asilo: soluzioni
“eque e ragionevoli” per migranti, richiedenti asilo e rifugiati giunti nel
2011 dalla Libia.
Le associazioni chiedono al Governo di “valutare l’opportunità
di una più ampia attuazione delle norme vigenti in materia di protezione
umanitaria”.
Roma,
13 marzo 2012 - Occorre trovare al più presto delle soluzioni per i migranti,
richiedenti asilo e rifugiati di vari Paesi giunti in Italia nel 2011 a causa
del conflitto in Libia: è l’appello al Governo proposto dal Tavolo Asilo, un
forum informale delle maggiori organizzazioni italiane attive nel campo
dell’asilo e dei rifugiati, coordinato dall’Alto commissariato delle Nazioni
unite per i rifugiati (Unhcr). Lo scorso anno oltre 1,3 milioni di persone di
varie nazionalità hanno lasciato la Libia per sfuggire alla violenza. Di
queste, circa 28 mila hanno attraversato il Mediterraneo in cerca di sicurezza
in Italia; tra loro, sottolinea il Tavolo, vi erano rifugiati in fuga da altri
Paesi che si trovavano in Libia e anche migranti che da anni lavoravano in questo
Paese. Al loro arrivo in Italia sono stati tutti incanalati nella procedura
d’asilo. Secondo le organizzazioni, è necessario “trovare soluzioni eque e
ragionevoli che tutelino in modo adeguato i bisogni di assistenza di coloro che
sono fuggiti dal conflitto in Libia ma che tuttavia non posseggono i requisiti
per ottenere la protezione internazionale, evitando di generare situazioni di
irregolarità”. Le organizzazioni propongono dunque al Governo di “valutare
l’opportunità di una più ampia attuazione delle norme vigenti in materia di
protezione umanitaria, che permetterebbe di rilasciare un permesso di soggiorno
alla maggior parte delle persone arrivate dalla Libia e la concessione di un
permesso di soggiorno a titolo temporaneo a quanti non hanno ottenuto il
riconoscimento della protezione internazionale né la protezione umanitaria”. In
tal modo “si concederebbe a queste persone un ulteriore periodo di regolare
soggiorno in Italia, al fine di poter predisporre adeguati programmi di ritorno
volontario assistito con un adeguato incentivo economico, sia verso i Paesi di
origine, sia verso la Libia, quando la situazione sarà sufficientemente stabile
e sicura da poter garantire il rispetto dei diritti umani”.
Inoltre, tali misure consentirebbero, ove ricorrano le condizioni previste
dalla legge, di convertire il permesso di soggiorno temporaneo in altro tipo di
permesso.
(Red.)
(www.etribuna.com) Martedì 13 marzo 2012 - L'8
marzo 2012 il Consiglio "Giustizia e affari interni" ha adottato una
decisione che introduce le priorità in materia di reinsediamento dei rifugiati
per il 2013, come pure nuove norme sul sostegno finanziario che gli Stati
membri ricevono dai fondi UE per accogliere nei loro territori rifugiati
provenienti da paesi esterni all'UE (reinsediamento). In base alla nuova
decisione, gli Stati membri avranno il diritto di ricevere dal Fondo europeo per i rifugiati un importo fisso pari a: 6000 EUR per
ciascun rifugiato reinsediato, se lo Stato richiede siffatta compensazione per
la prima volta; 5000 EUR per rifugiato, se anteriormente lo Stato ha già
richiesto una volta tale compensazione; 4000 EUR per tutti gli altri Stati.
Queste nuove norme di cofinanziamento integrano il quadro giuridico esistente
che disciplina il Fondo europeo per i rifugiati (630 milioni di EUR) per il
periodo 2008-2013. Il Fondo è stato istituito per cofinanziare gli sforzi
nazionali volti ad accogliere rifugiati e sfollati e a garantire loro l'accesso
a procedure d'asilo coerenti, eque ed efficaci. Esso finanzia altresì la
relativa azione a livello dell'UE. Tra gli interventi cofinanziati dal Fondo
rientrano le azioni degli Stati membri concernenti il miglioramento delle
infrastrutture destinate all'alloggio, l'integrazione delle persone il cui
soggiorno nel territorio dello Stato membro è prolungato e stabile, la formazione
per garantire l'accesso alle procedure d'asilo, l'assistenza giuridica e
sociale, ecc. La decisione di modifica introduce sei priorità dell'UE in
materia di reinsediamento per il 2013, che comprendono i rifugiati e gli
sfollati nelle seguenti regioni: rifugiati congolesi della regione dei Grandi
Laghi (Burundi, Malawi, Rwanda, Zambia); rifugiati provenienti dall'Iraq in
Turchia, Siria, Libano e Giordania; rifugiati afghani in Turchia, Pakistan e
Iran; rifugiati somali in Etiopia; rifugiati birmani in Bangladesh, Malaysia e
Thailandia;rifugiati eritrei nel Sudan orientale. Al fine di rendere più
agevole per la Commissione la pianificazione delle spese finanziate dal Fondo
europeo per i rifugiati, è richiesto agli Stati membri di fornire entro il
1º maggio di quest'anno i loro programmi indicanti quanti rifugiati per
gruppo prioritario intendono reinsediare nel 2013. Queste modifiche rientrano
in un processo più ampio di revisione del Fondo europeo per i rifugiati che è
attualmente discusso dal Consiglio e dal Parlamento europeo per la nuova
prospettiva finanziaria dell'UE per il periodo 2014-2020.
La presse étrangère
Critique |
LEMONDE.FR | 13.03.12 | 13h59
Terraferma,
quatrième long métrage d'Emanuele Crialese,
raconte le sort d'une Africaine échouée dans une île au sud de la Sicile et
sort une semaine aprèsIndignados, de Tony Gatlif,
qui évoquait déjà cette situation au risque de susciter la méfiance, voire la lassitude avant
d'être vu. Ce serait injuste pour un film qui
ne se résume pas à sa contribution au débat sur l'immigration. Il s'agit en
fait d'une suite à Respiro.
Portrait d'une femme qui étouffe dans une île trop petite pour elle, ce joli
film connut le succès à sa sortie, en 2002. Il était déjà tourné à Lampedusa,
mais l'île n'était pas nommée, simplement filmée avec amour, dans son isolement
farouche, dans la beauté de ses eaux transparentes et de ses grottes marines
qui évoquaient forcément la mythologie grecque.
Terraferma montre que les mots immuables, intemporels doivent être employés
avec prudence. La première partie du film met en scène les tracas d'Ernesto
(Mimmo Cuticchio), vieux pêcheur au physique de Poséidon qui persiste à sortir en mer en dépit de la quasi-
disparition du poisson et de la mort de son fils. Ernesto est aidé par Filippo
(Filippo Pucillo), son petit-fils, qui ne comprend pas pourquoi sa mère
Giulietta (Donatella Finocchiaro) voudrait quitter l'île.
La plupart des habitants vivent du tourisme pendant
les mois d'été, un commerce que met en danger l'irruption sur les plages de
migrants, vivants ou morts, rejetés par la mer. Défiant
les consignes de la police et des garde-côtes, le vieil homme et son petit fils
recueillent des naufragés (plutôt que d'attendre les
secours officiels qui emmèneront les clandestins vers des centres de
rétention), et cachent chez eux une femme enceinte et son petit garçon.
Le
plaisir manifeste qu'Emanuele Crialese prend à filmer cette île et les gens qui l'habitent
est maintenant voilé d'inquiétude. Le monde a étendu son emprise sur ce morceau
de terre qui s'était si bien passé de lui. Tout est déréglé, la nature (la mer
devient bréhaigne), les lois (il n'est plus permis de porter secours), la famille (le conseil des
anciens n'est plus écouté), et l'ordre ancien ne reviendra jamais.
Le
sort fait aux Africains n'est d'abord qu'un élément de ce désordre universel
avant d'occuper tout l'espace du récit et Crialese est
alors trop soucieux de rectitude (morale, plus que politique) pour accorder la même attention au point de vue des
insulaires qui servait de boussole à son film.
Reste
que le sens du détail et la grâce de cette première partie donnent un relief
particulier à l'histoire de cette fuyarde (un rôle que tient Timnit T.,
elle-même survivante d'une traversée qui fit des dizaines de morts). Après Welcome ou Babel,Terraferma redit avec conviction et un certain
brio que du sort des immigrants dépend celui de ceux qui les accueillent. Ou
pas.