Newsletter periodica d’informazione

(aggiornata alla data del  23 marzo 2012)

 

 In arrivo l’allungamento della durata dei permessi e possibili percorsi di emersione?  

 

 

 

 

 

Sommario

 

o      Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti                                                                                    pag. 2

o      Società – In arrivo novità sul fronte immigrazione                                                                        pag. 2

o      Società – In arrivo il decreto flussi stagionali                                                                                pag. 3

o      Società – Sanatori bufala: chiedono permesso e ricevono espulsione                                          pag. 4

o      No al razzismo – Le parole del  Ministro Riccardi                                                                          pag. 5

o      UNAR – Settimana contro le discriminazioni                                                                                 pag. 6

o      Dai territori- Pavia trecento studenti contro il razzismo                                                              pag. 7

o      Sentenze – Chi nasce in Italia non deve vivere nei CIE                                                                pag. 8

o      CES- Resoconto riunione gruppo migrazione ed inclusione                                                          pag.9

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

Dipartimento Politiche Migratorie

Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.it                                                                                              Anno X -  n.11



Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti


Roma, 23 marzo 2012, ore 15.00, via IV Novembre – sede Parlamento Europeo

Convegno Nodi “Lavoro di cura: tra diritti e formazione in una città multiculturale”

(Giuseppe Casucci)

Roma, 24 marzo 2012, ore 10.00, sede PD

Riunione Forum Immigrazione 

(Giuseppe Casucci)

Roma, 16 aprile 2012, ore 10.00, via del Velabro

Comitato Direttivo del CIR

(Giuseppe Casucci)

Roma, 26 aprile 2012, ore 16.00, via del Velabro

Assemblea dei soci del CIR

(Giuseppe Casucci)


 

Permessi di soggiorno


Nell’ambito della riforma del mercato del Lavoro

In arrivo l’allungamento della durata dei permessi e percorsi di emersione per i lavoratori irregolari?


(redazionale) – Roma, 23 marzo 2012 - Nell'ambito della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro, il Ministro Fornero ha informato i sindacati presenti al tavolo che – anche sul fronte immigrazione - l'Esecutivo sta lavorando a due proposte che dovrebbero servire a dare più tranquillità ai 5 milioni di cittadini stranieri che vivono, lavorano e studiano nel nostro Paese. Due, gli aspetti che verrebbero inclusi nel pacchetto lavoro:

a) Allungamento dei permessi di soggiorno, compreso quello di ricerca occupazione, tenuto conto della durata degli ammortizzatori sociali. Su questo dispositivo è già pronto un testo che era stato prima proposto nel provvedimento relativo alle semplificazioni. Si tratta di un vero raddoppio della durata dei permessi in essere, in modo da spalmare l’aumento della tassa sui permessi, in un arco di tempo maggiore. La durata terrà anche conto dell’eventuale presenza di ammortizzatori sociali di durata maggiore;

b) Vista anche l'assenza del decreto flussi, si  starebbero programmando possibili percorsi di emersione per i lavoratori stranieri irregolari già presenti nel nostro Paese. Non è ancora chiaro se si tratterà di un provvedimento collettivo di emersione, come già successo nel 2009 per il lavoro domestico, o se si pensa a forme di emersione individuale ad personam. Questa seconda opzione, sarebbe a nostro parere consigliabile (come già fatto in Francia e Spagna) in quanto si tratta di uno strumento che permette di monitorare la reale esistenza e consistenza del datore di lavoro e di evitare nel contempo critiche europee sull'uso dello strumento delle regolarizzazioni collettive. Va anche ricordato che la stessa direttiva 52/2009/CE (art. 13, commi 1 e 4) prevede la possibilità di permessi temporanei in situazioni in cui il datore di lavoro non voglia regolarizzare l'immigrato e questo decida di rivolgersi alle autorità. Va segnalato nel contempo che il testo del decreto flussi sui lavoratori stagionali è assente di quote urgenti per alcuni casi non previsti dal presente dispositivo in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale:

a) Una quota riservata ai Paesi che hanno sottoscritto accordi con l’Italia di cooperazione nella lotta contro la tratta e l’immigrazione clandestina. L’assenza, vanifica gli accordi sottoscritti dal nostro Paese con nazioni nostre partner;

b) Una quota riservata ai cittadini di paesi terzi che abbiano ottenuto il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo in un altro Paese dell’UE e che vogliano lavorare nel nostro Paese. In effetti l’articolo 9-bis, comma 1, del Testo Unico sull’immigrazione dispone in questi casi la possibilità di soggiornare in Italia per un periodo superiore a 3 mesi, per svolgervi attività varie, tra cui il lavoro subordinato e autonomo. Un diritto, questo, che è anche previsto dalla direttiva 2003/109/CE, ratificata dall’Italia. L’assenza del decreto, vanifica il diritto di questi cittadini, pur previsto dalle leggi italiane e comunitarie;

c) Una quota riservata ai cittadini stranieri di origine italiana, da parte di almeno uno dei genitori – entro il 3° grado di ascendenza in linea diretta – residenti in Paesi non comunitari;

Informiamo, infine, che è stato da poco attivato un canale stabile di confronto tra  "tavolo immigrazione" (cartello che vede la presenza di 10 associazioni, tra cui i sindacati), ed il Ministro Andrea Riccardi. La prossima riunione è prevista per dopo Pasqua. In quell’occasione il Ministro si è impegnato a far partecipare rappresentanti dei ministeri del welfare e dell'Interno.


 

 

 

 

Società


Stagionali, in arrivo decreto flussi per 35 mila lavoratori extra UE

Altre 4000 quote andranno ai non comunitari formati all’estero. Presto la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale


 (redazionale) Roma, 21 marzo 2012 - è in arrivo l’atteso decreto flussi che stabilisce per quest’anno l’ingresso di 35 mila lavoratori stagionali extra UE, oltre che 4000 non comunitari formati all’estero. Il dispositivo è stato firmato dal Presidente del Consiglio la scorsa settimana, è attualmente in corso di registrazione alla Corte dei Conti ed è atteso a breve sulla Gazzetta Ufficiale. Come sapete, per quest’anno, il Governo ha deciso di non varare un nuovo decreto flussi per lavoro subordinato per lavoratori extraUE, sia a causa della crisi economica che ha prodotto disoccupati anche tra i lavoratori stranieri già presenti, sia per la crescente inadeguatezza dello stesso strumento.

Per quanto riguarda gli stagionali, le imprese potranno presentare le domande di assunzione solo via internet (anche con l’aiuto delle associazioni di categoria) a partire dalle ore 8.00 del giorno successivo alla pubblicazione del decreto. Non dovrebbe esserci bisogno di fare corse, dal momento che gli ingressi autorizzati sono abbastanza da soddisfare tutte le richieste.

Questo il contenuto del decreto in pubblicazione:

35 mila stagionali

I 35 mila lavoratori stagionali saranno impiegati in agricoltura e nel settore turistico alberghiero. Secondo il decreto, potranno arrivare solo da uno dei seguenti Paesi:

Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Herzegovina, Croazia, Egitto, Repubblica delle Filippine, Gambia, Ghana, India, Kosovo, Repubblica ex Jugoslavia di Macedonia, Marocco, Moldavia, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Ucraina, Tunisia. Nella quota rientrano anche i lavoratori che sono già stati in Italia per due anni consecutivi e per i quali le imprese presenteranno una richiesta di nulla osta pluriennale. Questo permetterà ai lavoratori di arrivare in Italia anche nei prossimi anni con una procedura molto più semplice, “a chiamata”, indipendentemente dalla pubblicazione del decreto flussi. C’è poi una novità importante per i lavoratori che sono già stati in Italia lo scorso anno. Se lo Sportello Unico per l’immigrazione non risponde entro venti giorni alla domanda di assunzione dell’impresa, questa si intende accolta e il lavoratore può ottenere subito il visto di ingresso.

4 mila formati in patria

Il decreto autorizza anche l’ingresso di “4000 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nel paese d’origine ai sensi dell’articolo 23 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286”. Si tratta di lavoratori già formati in patria grazie a corsi approvati dai ministeri del Lavoro o dell’istruzione e realizzati da enti locali, sindacati, organizzazioni dei datori di lavoro e altre associazioni autorizzate, anche grazie ad accordi bilaterali tra i Paesi stranieri e l’Italia. Il testo unico sull’immigrazione prevede in questi casi un canale privilegiato e anche il Piano Nazionale per l’integrazione punta molto su questo tipo di ingressi. Malgrado le richieste avanzate al Governo dalla UIL, purtroppo, non c’è traccia nel decreto di altre disposizioni che riteniamo urgenti, anche per l’assenza del decreto flussi relativo al lavoro subordinato. E, in particolare:

a) Una quota riservata ai Paesi che hanno sottoscritto accordi con l’Italia di cooperazione nella lotta contro la tratta e l’immigrazione clandestina. L’assenza, vanifica gli accordi sottoscritti dal nostro Paese con nazioni nostre partner;

b) Una quota riservata ai cittadini di paesi terzi che abbiano ottenuto il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo in un altro Paese dell’UE e che vogliano lavorare nel nostro Paese. In effetti l’articolo 9-bis, comma 1, del Testo Unico sull’immigrazione dispone in questi casi la possibilità di soggiornare in Italia per un periodo superiore a 3 mesi, per svolgervi attività varie, tra cui il lavoro subordinato e autonomo. Un diritto, questo, che è anche previsto dalla direttiva 2003/109/CE, ratificata dall’Italia. L’assenza del decreto, vanifica il diritto di questi cittadini, pur previsto dalle leggi italiane e comunitarie;

c) Una quota riservata ai cittadini stranieri di origine italiana, da parte di almeno uno dei genitori – entro il 3° grado di ascendenza in linea diretta – residenti in Paesi non comunitari;

In allegato


Decreto flussi stagionali 2012
Disponibile l’applicativo per la compilazione delle domande per l’ingresso in Italia di lavoratori stagionali
Dal 21 marzo 2012 è possibile, seguendo le indicazioni contenute sul sito del Ministero dell'Interno, compilare i moduli per le istanze di nulla osta al lavoro previste dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 marzo 2012, concernente la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali nel territorio dello Stato per l’anno 2012. L’invio delle istanze sarà, invece, possibile a partire dalle ore 8.00 del giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del citato decreto, della quale sarà data comunicazione sul sito internet del Ministero dell’Interno e sulla home page di questo sito.
I datori di lavoro potranno presentare le domande per i lavoratori non comunitari residenti all’estero fino alle ore 24 del 31 dicembre 2012 utilizzando, come già avvenuto negli anni precedenti, esclusivamente modalità informatiche e, in particolare, seguendo la procedura di inoltro telematico disponibile nell'apposita sezione del sito del Ministero dell’Interno.  
Documentazione
 Decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 2012 (formato .pdf 0.95 Mb)
 Circolare congiunta del 20 marzo 2012 (formato .pdf 1,06 Mb)



 Sanatoria bufala: chiedono il permesso e rimediano l’espulsione

 Migliaia di nordafricani si sono presentati all’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma credendo di potersi regolarizzare. Si indaga sul Forum delle Comunità Straniere in Italia: truffa o malinteso?


(www.stranieriinitalia.it) Roma – 22 marzo 2012 – Sarà la magistratura a decidere se si è trattato di un malinteso o di una truffa, ma intanto la falsa notizia di una sanatoria a Roma continua a mietere vittime. Ieri all’Ufficio Immigrazione di via Teofilo Patini  si sono presentanti 1.150  tunisini per chiedere il permesso di soggiorno, rimediando, nella maggior parte dei casi, un’espulsione. Martedì ne erano arrivati 490, lunedì 980 e altri 500 si erano presentati tra giovedì e venerdì scorsi.

Sono stati tutti identificati, per alcuni sono stati emessi decreti di espulsione, per altri disposti trattenimenti al Cie di Ponte Galeria, mentre altri sono stati invitati a presentarsi alle questure di riferimento. Tutti i minori sono stati sistemati nei centri di accoglienza per minori mentre per due donne incinte sono state emesse le autorizzazioni per chi e' in stato di gravidanza a rimanere sul territorio. I nordafricani che si sono involontariamente autodenunciati avevano in mano delle dichiarazioni di domicilio rilasciate dal “Forum delle Comunità straniere in Italia”, dopo un'iscrizione costata venti euro. Un documento che, nella speranza degli immigrati, avrebbe dovuto garantire loro un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ora bisognerà capire se è stata l’associazione a promettere questa impossibile regolarizzazione o se una semplice offerta di assistenza nelle pratiche è stata fraintesa e, nel passaparola, si è trasformata in una gigantesca bufala che ha attirato a Roma migliaia di nordafricani. L'ufficio immigrazione ha inviato alla procura di Roma due informative sulla situazione: l'ipotesi di reato è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla permanenza di clandestini sul territorio italiano e truffa, visto che alcuni stranieri hanno già presentato querele. ''Si tratta di persone che chiedono il permesso di soggiorno e non asilo politico, molti irregolari sul territorio da anni, nei confronti dei quali in molti casi c'erano gia' dei provvedimenti di espulsione'', ha spiegato il dirigente dell'ufficio Immigrazione della questura di Roma, Maurizio Improta. ''Chi ha messo in moto questo meccanismo lo ha fatto per fare pressione, sfruttando lo Stato di necessita' di questi stranieri a cui hanno fatto credere che venendo a Roma si potesse trovare una soluzione per la loro regolarizzazione'', ha aggiunto, ribadendo che ''non esiste nessuna sanatoria''. Intanto, il Forum delle Comunita' straniere in Italia è stato diffidato dal rilasciare altre dichiarazioni di domicilio. E sul suo sito internet è apparso il seguente messaggio: ''A seguito di espressa richiesta dei competenti organi di Polizia, si segnala che al momento non esiste nessuna possibilita' che vengano rilasciati permessi di soggiorno e/o equipollenti documenti in favore di stranieri irregolari, e che non esiste alcuna normativa che contempli tale possibilita'. Pertanto e' da ritenersi totalmente infondata e priva di qualsiasi riscontro la notizia secondo cui sarebbe possibile l'ottenimento dei predetti documenti di regolarizzazione''.


 

No al razzismo


Razzismo: Riccardi, non sia parola vecchia. Resti nostra preoccupazione


(ASCA) - Roma, 21 mar - La giornata di oggi celebrata nel mondo per dire 'no' al razzismo non deve diventare una sterile celebrazione ma un monito ''all'Italia e all'Europa, soprattutto dopo l'ultimo episodio di Tolosa, contro ogni discriminazione verso le diversità ''. A ribadirlo e' stato stamane il ministro della Cooperazione e l'integrazione, Andrea Riccardi, nel corso dell'iniziativa ''RazzisNO!: un patto tra politica e società per contrastare le discriminazioni'' organizzato a Roma da Cgil, Cisl e Uil. Riccardi ha affermato esplicitamente che: ''Razzismo non deve diventare una parola vecchia ma deve restare una delle nostre preoccupazioni'' anche di fronte a indicatori, ha ricordato, che vedono anche nel nostro Paese aumentare numericamente i casi di discriminazioni e di razzismi di vario genere. Il ministro si e' detto, in particolare, preoccupato per i toni usati soprattutto negli ultimi anni, anche dalla politica, in questo senso, invitando tutti al ''ripudio dei linguaggi violenti''. ''Occorre oggi più che mai - ha sostenuto Riccardi -, non cedere ai linguaggi violenti. All'inizio possono sembrare solo un teatrino ma ben presto si rivelano una tragedia soprattutto perché incidono sulle menti più giovani o su quanti covano in sé problemi di varia natura''. Riccardi ha poi ricordato i pregiudizi che ancora rimangono nel nostro paese nei riguardi di entità religiose come musulmani o ebrei e un clima ''fortemente negativo verso la comunità rom''. In questo senso ha ricordato i fatti di Torino con l'incendio e la devastazione di un campo nomadi. ''Sono stato lì di persona - ha detto - e ho visto qualcosa di sconvolgente, cose che potevano vedersi forse in Bosnia durante la guerra ma non certo in un paese come l'Italia''. Il ministro ha, infine, ribadito che intendimento del governo e' ''perseguire politiche di inclusione per costruire l'Italia di domani''.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Razzismo: cresce in Italia. In 35 città “catene umane” antidiscriminazioni.

Il Ministro Riccardi: “attenzione a tutto campo, attenzione a partire da parole che feriscono come armi


Accordo di integrazione per lo straniero che richiede il permesso di soggiornoRoma, 21 marzo 2012  - (Adnkronos) - 'Catene umane' per dire basta al razzismo. Oggi, in occasione Giornata mondiale, in 35 città italiane centinaia di persone, in maglietta bianca con la scritta 'No a tutti i razzismi', si sono strette la mano contro ogni forma di discriminazione. A Roma, dove la 'catena' ha circondato il Colosseo, sulle note di 'One love' di Bob Marley, c'era anche il ministro per la Cooperazione e Integrazione Andrea Riccardi, convinto che l'iniziativa di oggi, promossa dall'Unar, sia stata "il segno di una società nuova dove vogliamo vivere e che vogliamo costruire. E' importante - ha detto - instaurare un clima di ripudio del razzismo e di attenzione a spegnere tutti i piccoli focolai che possono nascere''. ''Ognuno di noi - ha aggiunto il ministro - deve avere attenzione alle forme di razzismo che si sviluppano a scuola, nel quartiere, nei luoghi dove si lavora e si vive. Ma deve essere anche attento al linguaggio perchè - avverte - ci sono parole che feriscono come armi", e "il razzismo comincia con le parole e finisce poi con i comportamenti''. Un'attenzione necessaria "soprattutto in questa fase di crisi economica. Dobbiamo reagire a tutte le tensioni e - esorta - lavorare positivamente per l'integrazione". Un fenomeno quello del razzismo in crescita nel nostro paese. Il 2011 ha fatto registrare, infatti un numero crescente di atti discriminatori etnico-razziali, con un forte aumento delle segnalazioni all'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazione. Sotto accusa, ai primi posti - come risulta dalla Relazione al Parlamento 2011 - i mass media e il lavoro, come più frequentemente discriminatori. E la 'geografia' delle discriminazioni vede al primo posto il Centro Italia con il 32,3% della segnalazioni pertinenti, il Nord-Ovest con il 27,5%, il Nord-Est con il 25,9%, e il Sud e isole con il 14,3%. "Noi italiani siamo un po' imbambolati, presi dai nostri problemi interni: i non italiani possono darci quella scossa che ci farebbe bene", dice ancora il ministro Riccardi. Contro il razzismo, ricorda Riccardi, "servono sì norme, ma anche pensieri e parole nuove". I fatti di Tolosa, ma anche quelli meno recenti dell'incendio al campo Rom di Torino o la strage dell'estremista di destra a Firenze, ne sono la prova, sottolinea il ministro."Abbiamo bisogno invece -dice- di pensieri, sentimenti e linguaggi nuovi" nella convivenza tra coloro che, conclude il ministro citando la scrittrice

e attivista francese Germaine Tillon, "sono tutti nostri parenti e sono tutti diversi"."La discriminazione razziale e' la negazione dell'idea stessa di civiltà", sostiene il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, che assicura: "L' Italia e' impegnata a tutto campo contro ogni forma di razzismo, xenofobia e intolleranza" e "sta svolgendo - un'intensa azione nelle organizzazioni internazionali. E' obiettivo irrinunciabile arrivare al più presto alla completa attuazione da parte degli Stati degli impegni e delle norme internazionali esistenti, a cominciare dalla Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, cui l'Italia ha aderito fin dal 1976. Allo stesso tempo - prosegue - stiamo promuovendo iniziative concrete per sensibilizzare gli Stati e la società civile in favore della tolleranza e della non discriminazione". Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ricordato in un messaggio che: "La coscienza dei popoli del XXI secolo e' sempre più attenta e consapevole rispetto al valore della dignità e dell'integrità delle persone. Ciononostante, i diritti fondamentali dell'uomo continuano ad essere minacciati in molti Paesi del mondo. Anche recenti episodi ci ricordano tragicamente quanto sia difficile abbattere definitivamente i muri dell'odio e del razzismo, alimentati dall'ignoranza e dal pregiudizio''. ''Ciò deve rafforzare l'impegno delle Istituzioni e della società civile a vigilare sempre e con determinazione contro ogni forma di intolleranza e di egoismo promuovendo, attraverso una politica responsabile e azioni costanti, grandi e piccole, una cultura dei diritti della persona umana, che ispiri la costruzione di una società veramente giusta, inclusiva e pluralista". "Razzismo e pregiudizio si contrastano con l'educazione e la cultura, ma anche con le buone leggi". Ne e' convinto Antonio Russo, responsabile immigrazione delle Acli, che oggi hanno partecipato alla 'catena umana' organizzata a Roma intorno al Colosseo. "E' tempo di modificare in Italia il quadro normativo, a partire dalla legge sulla cittadinanza e il diritto di voto, affinché i diritti civili, sociali e politici delle persone di origine straniera possano essere riconosciuti". "La rete delle consigliere di parità sul territorio nazionale e l'Ufficio nazionale lavorano con le istituzioni, le associazioni, i ministeri e soprattutto in ambito internazionale per prevenire le discriminazioni sessuali sui luoghi di lavoro e per rafforzare l'intervento di altri organismi preposti contro ogni discriminazione, tra cui ogni razzismo", ricorda Alessandra Servidori, consigliera nazionale di parità.       La giornata di oggi - secondo Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - "celebra l'impegno di istituzioni, enti e associazioni contro il razzismo, per una società inclusiva, accogliente, matura". Telefono Azzurro - ricorda - da sempre promuove una cultura di integrazione razziale, coinvolgendo i bambini della scuola primaria in percorsi formativi volti a valorizzare la multi culturalità ". "Attraverso una sinergia con le istituzioni - aggiunge - crediamo sia necessario educare bambini e adolescenti, gli adulti di domani, alla prevenzione e al rifiuto di ogni intolleranza, di ogni violenza, di ogni fenomeno di esclusione e bullismo anche in nome dell'origine etnica. Perché il rispetto dell'altro, la valorizzazione di ogni differenza, intesa come ricchezza, e' alla base di ogni democrazia", conclude.



LA RICORRENZA

Settimana contro le discriminazioni. "stop" a tutte le forme di razzismo

di FRANCESCA DI FOLCO


Una collaborazione permanente per rilevare, combattere e prevenire ogni forma di discriminazione nel Lazio. E' l'obiettivo dell'accordo siglato tra l'assessorato alle politiche sociali e della famiglia della Regione e l'Unar, l'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, in occasione della giornata mondiale contro il razzismo indetta dalle Nazioni Unite nel 1967. L'accordo prevede l'impegno a promuovere iniziative di sensibilizzazione e di informazione sui temi dell'antidiscriminazione, con particolare riferimento alle scuole e al mondo giovanile, attraverso il coinvolgimento delle associazioni. All'ordine del giorno spicca la creazione di un coordinamento della rete regionale degli enti e delle associazioni di settore per valorizzare la condizione delle vittime di discriminazioni e per monitorare il fenomeno con particolare riguardo anche ai media locali. La giornata parte da lontano, dal 21 marzo del 1960, quando gli abitanti di Sharpeville, in Sud Africa, si sollevarono per protestare contro il regime dell'apartheid, subendo la repressione della polizia che uccise 69 manifestanti e arriva fino al 2012 inserendosi all'interno della VII settimana di sensibilizzazione sui temi del razzismo e della discriminazione. In tanti si sono dati appuntamento per un abbraccio collettivo attorno al Colosseo per dire "stop" a tutte le forme di discriminazione. Circa milleottocento ragazzi delle scuole della provincia di Roma hanno dato vita ad una catena umana in occasione della giornata mondiale contro il razzismo. Tanti gli interventi di coloro che hanno voluto celebrare il significato profondo di questa giornata. Per Massimiliano Monnanni dell'Unar è importante "rendersi protagonisti di un cambiamento culturale che pone anche le comunità migranti e i loro diritti inalienabili al centro dell'interesse delle politiche sociali, ai fini di una integrazione effettiva e solidale". Anche il Ernesto Caffo, presidente di Telefono azzurro, ricorda che "con la campagna 'Io dico NO! alla violenza promossa dall'Unar, attraverso una sinergia con le istituzioni, crediamo sia basilare educare bambini, gli adulti di domani, al rifiuto di ogni intolleranza, di ogni violenza, di ogni fenomeno di esclusione e bullismo anche in nome dell'origine etnica perché -continua  coordinatore- il rispetto dell'altro, la valorizzazione di ogni differenza, intesa come ricchezza, è alla base di ogni democrazia".
Anche Paolo Masini, vice presidente della commissione scuola del Pd, auspica a che tali iniziative "siano un modo per rimarcare le proposte sulla cittadinanza per i nuovi italiani e per informare le seconde generazioni sui loro diritti e che si abbandoni la linea scelta finora di cancellare i progetti interculturali nelle scuole, i menù etnici, i poli intermundia. Domani, il "no" alle discriminazioni verrà scandito anche nella città universitaria dove si terrà "Writers contro il razzismo", evento organizzato dal forum giovani della Regione nella città universitaria .


 

 Dai territori


Pavia: trecento studenti in girotondo contro il razzismo

PAVIA. «Razzismo è quello che è successo la settimana scorsa nella nostra classe, quando due nostri compagni si prendevano in giro solo per il loro diverso colore. Mentre nessuno diceva nulla», dice...

di Anna Ghezzi


«Razzismo è quello che è successo la settimana scorsa nella nostra classe, quando due nostri compagni si prendevano in giro solo per il loro diverso colore. Mentre nessuno diceva nulla», dice Serena, I Tb al Bordoni di Pavia. «Bisogna rispettare tutti», aggiunge Maria. E Egle va oltre: «Bisognerebbe insegnare a tutti a stare insieme, senza distinzioni, senza guardare tutti i difetti che abbiamo». Quasi trecento studenti dall’asilo alla quinta superiore ieri mattina si sono presi per mano in piazza della Vittoria per dare avvio alla settimana d’Azione contro il razzismo: c’erano gli assessori provinciali Francesco Brendolise e Milena D’Imperio, l’assessore alle pari opportunità del Comune Cristina Niutta, Piero Penasa per l’ufficio scolastico e il vice prefetto Veronica Frassinetti in mezzo agli studenti di tutti i colori delle scuole pavesi e non solo. «Se guardi solo il colore della mia pelle non vedrai mai quello dei miei occhi», hanno scritto le ragazzine della I Ec dell’Itis Caramuel. E Matteo, V E del pollini di Mortara non lascia spazio ai dubbi: «Il razzismo è solo un fatto di ignoranza» perché, come spiega il suo compagno Yerlis ID Pollini. Razzismo non solo di pelle, per Riccardo e Gabriele della I Ec del Caramuel: «Cosa mi interessa se uno ha la pelle nera, gialla, la sua religione, se è gay. Siamo uguali. E basta». Ma su cosa fare davvero, i ragazzi non sanno da che parte cominciare: «Razzismo – spiega il vice presidente Milena D’Imperio – è anche non fare nulla, stare in silenzio quando vediamo episodi di discriminazione. Ci rende complici».

A pochi giorni dalla strage ai danni dei bambini ebrei della scuola di Tolosa, in Francia, tutti hanno fatto un minuto di silenzio per ricordare i loro coetanei, per poi ascoltare i compagni della scuola media musicale di Broni Stradella suonare la fisarmonica. C’erano la IV e la V Ap del Cairoli, i 28 studenti dell’Itis Cardano e 76 del pollini di Mortara, la quinta della scuola Cabral (Ada Negri), i piccolini della sezione blu dell’asilo Negri in Borgo con manine di cartoncino colorate come la bandiera del proprio paese d’origine al collo, con scritto ciao in tutte le lingue che hanno fatto il girotondo in mezzo ai grandi e cantato una canzone sulla fratellanza.


 

Sentenze

 


Immigrazione: chi nasce in Italia non deve vivere nei CIE: sentenza di un giudice di Modena


andrea e senadSi parla già di una sentenza storica, di sicuro scatenerà dibattiti politici molto accesi: un giudice di pace di Modena ha stabilito che chi nasce in Italia, anche se da genitori stranieri, non può essere trattenuto nei cosiddetti Cie, ovvero i Centri di identificazione ed espulsione. Dopo tante discussioni sullo ius soli e il diritto di cittadinanza agli immigrati nati in Italia, è ancora una volta il sistema giudiziario ad intervenire per colmare un vuoto o un’ambiguità legislativa. La sentenza nasce a seguito della vicenda di Andrea e Senad, due fratelli di origine bosniaca, ma nati in Italia, trattenuti al Cie di Modena dopo che i loro genitori sono stati rimpatriati a seguito della perdita del lavoro e relativo permesso di soggiorno. Ma i due fratelli poco più che ventenni non sono stati mai naturalizzati dai genitori all’ambasciata bosniaca: ‘L’assurdità della nostra storia è che non possiamo essere espulsi perché la Bosnia non sa neanche chi siamo‘, scrivevano i due in una lettera accorata al Presidente Napolitano. La sentenza stabilisce che i due fratelli possono vivere in Italia, annullando il decreto d’espulsione a loro carico emesso dal prefetto di Modena, e dunque possono finalmente lasciare il Cie.

Non sono mancate le prime reazioni alla sentenza, ed è in particolare Carlo Giovanardi del Pdl ad intervenire sulla questione: ‘La sentenza d’appello creativa del giudice di pace di Modena, secondo la quale due fratelli bosniaci nati in Italia ma privi della cittadinanza italiana, non possono essere trattenuti nel locale Cie per la loro espulsione in Bosnia, è l’ennesima invasione di campo di un magistrato che invece di applicare la legge, se la inventa secondo le sue personali convinzioni‘, afferma l’ex sottosegertario, non nuovo ad uscite roboanti, che prosegue: ‘Ricordo che si tratta di due pregiudicati. Chiedo con forza al Pd ed ai comitati che si sono attivati per la liberazione immediata e chi adesso se ne farà carico fornendogli casa e lavoro e garantendo la collettività, che nessun cittadino sarà più vittima di reati predatori come quelli ripetutamente commessi dai due giovani in passato‘. Ovviamente il giudice di pace non ha dichiarato l’assoluzione degli immigrati dai reati che commettono, ma ha stabilito che uno straniero nato in Italia non può essere considerato un migrante, e di conseguenza non può essere espulso. Tutto ciò che il Pdl e la Lega Nord hanno sempre contrastato, spesso in barba anche alle leggi europee.


 

Confederazione Europea dei sindacati


Riunione del gruppo migrazione ed inclusione della CES: resoconto. Bruxelles, 20 marzo 2012)

A cura del Dipartimento Politiche Migratorie della UIL


Roma, 22 marzo 2012 – Si è tenuto lo scorso 20 marzo a Bruxelles l’incontro semestrale del gruppo migrazione ed inclusione della Confederazione  Europea dei  Sindacati, presso la sede internazionale del sindacato.  L’incontro era presieduto  dal Segretario Confederale CES Luca Visentini, ed aveva all’ordine del giorno temi di grande interesse quali:

a) le direttive attualmente in discussione con la Commissione Europea (su lavoro stagionale e sulle condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di paesi terzi nel quadro di trasferimento intra-aziendale (ICT transfer directive);

b) informazioni sulle direttive già varate su lavoratori qualificati (blu card, che l’Italia deve ancora ratificare) e permesso unico (approvata lo scorso dicembre);

c) Possibili modifiche alla direttiva sul ricongiungimento familiare (2003/86/EC) La dirigenza del gruppo (Marco Cilento) ha infine presentato – alla valutazione ed elaborazione dei partecipanti  – una bozza  aperta  di riflessione  sull’immigrazione, dal titolo: “Agenda CES sulla politica migratoria. Costruire una identità europea e posizioni in materia migratoria”. La partecipazione alla riunione è risultata limitata nel numero in ragione della concomitanza di un altro incontro presso la CE del Comitato Consultivo sulla libera circolazione dei lavoratori. A nome di Cgil, Cisl e Uil era presente Giuseppe Casucci. Per quanto riguarda la politica migratoria Europea, contribuito è venuto all’incontro la presenza della Commissaria Diane Schmitt, DG Affari Interni). ICT transfer Directive Per quanto riguarda la ICT transfer Directive,  alcune modifiche al testo della direttiva sono state avanzate dal leading Committee (LIBE)  La valutazione CES del lavoro fatto all'interno del Parlamento europeo è positiva, anche se alcuni punti di preoccupazione rimangono. In particolare la CES vuole attirare l’attenzione  sulla nuova nozione introdotta di “gruppo di società”. La modifica introdotta dalla LIBE estende il perimetro delle società in cui i lavoratori ICT (intra corporate transfer), possono essere trasferiti, minando  potenzialmente  i miglioramenti ottenuti finora. In effetti, tra le novità introdotte dal Parlamento europeo, la CES non può essere  d'accordo su quella riguardante l'estensione della nozione di gruppo di società. Ai criteri aziendali di controllo (il possesso di azioni e diritto di nominare i manager) è stato aggiunto un terzo criterio nell’art.3.1.l.  Secondo questo criterio, il controllo può ora essere desunto da accordi contrattuali tra le società ritenute controllanti e controllate. Questa misura allarga (potenzialmente senza limiti) l'estensione del perimetro del gruppo, esponendo così lo strumento ICT ad  cattivi  usi ed abusi, in particolare quando i permessi in materia di ICT sono utilizzati per nascondere i distacchi reali di lavoro. In alcuni settori il subappalto e la dipendenza del piccolo datore di lavoro dalle grandi multinazionali è la norma. Se la nozione di gruppo di società sarà aperta ad arrangiamenti contrattuali, il trasferimento di lavoratori ICT probabilmente funzionerà come una forma surrettizia di distacco dei lavoratori. Si è già detto che questo va contro lo spirito della direttiva ICT. Quindi, per la CES, la lettera l) dell'articolo 3 deve essere ripristinata nella sua versione originale Un secondo punto di interesse è l'articolo 16 e la mobilità all'interno dell'UE dei titolari di ICT. Anche se la Commissione europea e le recenti modifiche del Parlamento hanno chiarito il funzionamento della mobilità intra-UE, la CES considera ancora la formulazione dell'articolo 16 poco chiara e fonte possibile di cattiva interpretazione. La CES ritiene che il testo dovrebbe meglio chiarire che:

Ø Il permesso ICT consente una mobilità intra-UE solo se ciascun Paese di  destinazione possibile ha autorizzato l’ingresso e l’attività del lavoratore ICT nel proprio territorio. Per semplificare, tale autorizzazione può essere incorporata nel permesso rilasciato dal primo Stato membro (dovrebbe già essere così, ma è molto difficile trarre una conclusione dal testo attuale della direttiva). Ø L'effettiva presenza del titolare del permesso ICT sul territorio di uno Stato membro diverso da quello d’ingresso,  deve essere tempestivamente comunicata dall'ente (o impresa) ospitante alle autorità locali di tale Stato membro (come previsto nell’art.16.3, e come modificato nel LIBE);

Ø Le condizioni di servizio devono essere adeguate alle norme del paese che ospita fin dal

primo giorno di lavoro nell’ente interessato. Secondo la CES miglioramenti al testo sono stati ottenuti su vari fronti:

a) Un lavoratore non può essere trasferito prima di aver avuto un contratto nel Paese d’origine della durata di almeno 9 mesi;

b) La direttiva non si applica ai lavoratori autonomi ed alle agenzie temporanee di impiego;

c) L’impresa « ospitante » deve dimostrare una « attività genuina, giustificata da adeguate risorse umane o finanziarie » è deve essere verificata nei criteri di ammissione ;

d) C’è l'obbligo per gli Stati membri di attivare adeguate attività di monitoraggio, al fine anche

di scoraggiare gli abusi o l'uso irregolare dello strumento ICT. Un altro tema per la CES è l'insieme dei diritti concessi ai lavoratori ICT. La  CES accoglie con favore il fatto che sia stata rimossa la distinzione tra diritti universalmente e non universalmente applicabili  (art.3.n è stato eliminato e l'intero testo risulta  modificato di conseguenza). Questo apre la strada ad un trattamento efficace in termini di parità sul luogo di lavoro. Inoltre, il ruolo dei contratti collettivi è stato migliorato. Per quanto riguarda i tirocinanti, è stato introdotto il principio che la direttiva riguarda "il dipendente tirocinante" (art.3.1.g) e tale disposizione è particolarmente gradita in quanto chiarisce la posizione contrattuale dei tirocinanti a cui è  concesso un permesso ICT. Questa misura dovrebbe anche servire ad  evitare abusi su giovani lavoratori che sono particolarmente esposti alle incertezze dovute al loro rapporto giuridico con la società in svolgono il loro lavoro. L'obbligo di fornire la prova della loro partecipazione ad un programma di formazione, è anche considerata positivamente dalla CES (art.5).

In termini di “diritti”, il lavoro del Parlamento Europeo può anche essere considerato positivo. Il

principio di parità di trattamento è stato meglio specificato e l'esclusione dagli alloggi pubblici è certo indesiderata,  ma meno problematica di quanto non possa apparire, in quanto si suppone che i  titolari ICT dispongano di un reddito sufficiente a procurarsi da soli un alloggio. E’ anche positivo il riferimento alla trasferibilità dei diritti pensionistici (art.14.5). Sono state introdotte anche alcune agevolazioni sul tema del ricongiungimento familiare (art.15). La CES è consapevole che il ricongiungimento familiare è un tema molto sensibile per coloro che decidono di trasferirsi in un altro Paese. La deroga alla direttiva 2003/86 che norma il tempo per il trattamento delle domande e l'accesso al mercato del lavoro) ha introdotto alcune agevolazioni per i lavoratori ICT altamente qualificati in tema di management o alte cariche professionali. La CES auspica che questa solidarietà dimostrata per i professionisti e manager possa portare a un'analoga apertura in sede di revisione generale della normativa dell’Unione sul ricongiungimento familiare (vedi la prevista revisione della direttiva 2003/86). Inoltre, il lavoro del Parlamento europeo tende a confermare il principio della priorità dei lavoratori dell'Unione europea sul mercato del lavoro e del diritto degli Stati membri

di pronunciarsi su chi ha diritto di entrare e lavorare nel proprio territorio. Tali misure possono sembrare indesiderabili per alcuni, ma sono tuttora presenti in tutta la legislazione dell'UE e vale la pena di discuterne nelle  apposite sedi. Lavoratori stagionali Per quanto riguarda la direttiva in discussione sul lavoro stagionale, il problema principale sembrerebbe quello di armonizzare il trattamento dei lavoratori che entrano con un permesso inferiore ai tre mesi (visto Schengen) e quelli con permesso da tre a nove mesi (attualmente regolato da decreto flussi o permesso di residenza per lavoro).  In genere il permesso Schengen riguarda soprattutto i visti turistici, condizione che non gode di alcuna tutela; mentre un permesso per motivi stagionali (anche se inferiore al trimestre) necessita di   norme relative alle condizioni di residenza e contrattuali dedicate a chi entra per lavoro, sia pure temporaneo (circular migration). Il relatore, Mr. Moraes  è attualmente impegnato nella ricerca di compromessi che gli permettano di guadagnare un maggioranza in appoggio al suo report.  Le posizioni della CES sono volte a chiarire il campo di applicazione della direttiva e la nozione di lavoro stagionale, nonché ad evitare che quanto già approvato del report di Moraes non sia oggetto di nuovi compromessi. Le nostre proposte sulla parità di trattamento e  protezione dei migranti possono essere considerate accettate visto il  voto positivo del Comitato nel Parlamento Europeo. La CES accoglie con favore l'emendamento che introduce una responsabilità comune per l'appaltatore principale e le altre ditte di sub appalto  in caso di violazione della direttiva sui migranti stagionali.  Comunque, i miglioramenti raggiunti dal Parlamento Europeo debbono ora passare l’esame degli Stati Membri. Una disputa riguardante le basi legali sta rallentando il processo legislativo, dato che il testo attuale copre tutti i lavoratori stagionali, inclusi i lavoratori  che rimangono nell’Unione Europea per meno di tre mesi (condizione regolata ora dal visto di ingresso Schengen). E’ sorto dunque un conflitto sulla possibilità di applicare la direttiva a questi lavoratori, almeno per la parte che concerne le “condizioni di ammissione” e quelle “di impiego”. Dato che si applicano differenti basi

giuridiche, l’adozione della direttiva è stata rallentata per dirimere il contenzioso.Sulla base di quanto discusso con la Commissione Europea (presidenza e servizio legale), ci sarebbero tre opzioni:

Ø Preservare il permesso unico (residenza più lavoro in un unico documento), limitando però il campo di applicazione della direttiva ai lavoratori stagionali che soggiornano per più di tre mesi. Facendo così la direttiva non varrà per chi soggiorna meno;

Ø Aggiungere l’articolo 77(2)(a), che si riferisce ai permessi di residenza breve, come base giuridica. Questi permessi brevi di residenza sono stati introdotti dal Trattato di Lisbona, ma non sono mai stati usati. Il Consiglio e la Commissione Europea sono contrarie a questa ipotesi;

Ø Separare il permesso d’ingresso da quello di lavoro. Tutte le disposizioni della direttiva relative ai diritti e parità di trattamento sarebbero, così, collegate al permesso di lavoro e non al documento di ingresso (che sarebbe variabile in relazione alla durata di permanenza). Ciò andrebbe bene sia per le condizioni di ingresso, che per le garanzie procedurali ed i diritti da applicare a tutti i lavoratori stagionali. In questo caso, sarebbe necessaria la ridefinizione della parti della proposta  per allinearle con questa opzione. Il relatore appoggia questa terza opzione. Per quanto riguarda infine il tema di possibili modifiche della direttiva sul ricongiungimento familiare, alleghiamo il questionario inviato alla CES che contiene in materia i pareri della UIL. Alleghiamo anche (purtroppo per ora solo in inglese)  il documento dal titolo “Agenda CES sulla politica migratoria. Costruire una identità europea e posizioni in materia migratoria”.Si tratta di un documento che gli estensore  definiscono  “aperto”  e dal quale potrà in futuro scaturire una posizione organica della CES dopo che sarà stata valutata e confrontata con tutti i sindacati degli Stati Membri dell’Unione. In questo senso, non è ancora una posizione della CES bensì una proposta su cui loro si aspettano da tutti  contributi volti a migliorare/integrare la posizione del sindacato europeo in materia migratoria.