Permesso a punti. Uil: “Il governo ci ripensi”

"L’accordo è senso unico, penalizza gli immigrati onesti ed è estraneo a ogni logica di semplificazione. Va riconsiderato"


Roma – 8 marzo 2012 - “Un dispositivo complicato e farraginoso, in netto contrasto con la logica dell’Esecutivo volta alla semplificazione. Appare  studiato per complicare inutilmente la vita ed il lavoro dei nuovi cittadini stranieri che entrano in Italia a partire da sabato prossimo”.

Il dipartimento politiche migratorie della Uil è molto critico su accordo di integrazione e permesso a punti, che entreranno in vigore sabato prossimo. Secondo il sindacato si tratta di ”un farraginoso sistema di valutazione dei presunti meriti e demeriti degli stranieri”, che “necessiterà per la sua applicazione di una struttura elefantiaca di controllo che dovrebbe poggiare sulle questure e sugli sportelli unici per l’immigrazione, già oberati da funzioni che sarebbe più opportuno delegare agli enti locali”.

La Uil sottolinea che l’accordo è “un contratto a carattere unilaterale che impone obblighi e costi agli stranieri senza offrire in cambio né mezzi né benefici. Si chiede, ad esempio, ai nuovi cittadini di studiare la lingua italiana, ma non si mette a disposizione nessun finanziamento e nessuna struttura formativa di supporto”.

“Inutilmente punitivo – aggiunge - è anche l’obbligo di arrivare a 30 crediti entro 3 anni, pena il rischio di espulsione (a discrezione del prefetto). Dovremmo forse ricordare che lo Stato attualmente ha difficoltà ad espellere perfino chi entra irregolarmente nel nostro Paese. Ci sembra dunque quantomeno illogica l’idea di voler espellere chi è entrato in Italia rispettando la legge. A meno che l’espulsione non sia motivata da seri motivi di  ordine pubblico e dalla sentenza di un giudice”.

Il sindacato considera “giusta la necessità che gli stranieri debbano studiare la lingua italiana e conoscere le nostre leggi e norme di convivenza civile. Ma questo, a nostro parere, dovrebbe avere un carattere di stimolo e premiale, piuttosto che una valenza di possibile esclusione, come il permesso di soggiorno a punti sembra avere”.

Per queste ragioni, la UIL chiede al Governo “di voler riconsiderare questa norma che ha un contenuto penalizzante per gli stranieri onesti ed è estranea ad ogni logica di semplificazione”.