CIE e
diritto alla salute: un caso sconcertante a Trapani Milo
Roma,
13 novembre 2012
Medici
per i Diritti Umani (MEDU) esprime viva soddisfazione per il trasferimento
– disposto ieri dal Giudice
di Pace - del giovane trattenuto tunisino con doppia frattura scomposta
dei calcagni, dal CIE di Trapani Milo ad un centro di accoglienza nei pressi di
Erice. Il
Giudice di Pace ha cos accolto la certificazione dei medici di MEDU,
presentata dallĠavvocato del migrante tunisino, che con la quale si dichiarava
lĠincompatibilit del paziente con il centro di identificazione ed
espulsione di Trapani. Un equipe di MEDU aveva esaminato il paziente lo scorso
6 novembre in occasione di una
visita al CIE di Trapani Milo constatando come il giovane, ancora immobilizzato
in una sedia a rotelle, necessitasse di unĠadeguata terapia riabilitativa con
personale qualificato e in spazi attrezzati, evidentemente non disponibili
allĠinterno di quella struttura. EĠ opportuno ricordare che le fratture del
calcagno, specie se bilaterali, sono lesioni in generale gravi con alto rischio di complicazioni e sequele
sia nel breve periodo che a distanza di tempo. Tra le complicanze tardive di
una frattura al calcagno vi sono tra lĠaltro la rigidit articolare, lĠartrosi, il dolore cronico, la
zoppia, impossibilit alla corsa ed alla stazione eretta prolungata. EĠ
pertanto importante assicurare al paziente una corretta terapia riabilitativa.
Risulta
perci sconcertante, che il migrante tunisino, dopo essersi procurato le
fratture durante un tentativo di fuga ed essere stato operato il 2 ottobre
scorso, continuasse a permanere in una struttura come il CIE evidentemente del
tutto inadeguata ad assicurargli una corretta assistenza. N si pu considerare una misura
sufficiente il fatto che fosse stata predisposta una visita mattutina da parte
di due volontarie della Croce Rossa per assistere il paziente impossibilitato a
provvedere autonomamente ai bisogni fisiologici e allĠigiene personale. Del
resto l'inappropriatezza del trattenimento di un paziente in queste condizioni risultava anche dalla
difficolt da parte dellĠente gestore nellĠindividuare un luogo adatto alla sua
permanenza allĠinterno della struttura del CIE. Al momento della visita degli
operatori di MEDU, il paziente, non potendo infatti restare allĠinterno
dellĠarea di trattenimento insieme agli altri migranti, alloggiava in uno
stanzone semivuoto lontano dai servizi igienici. Il paziente lamentava inoltre
lĠimpossibilit di riposare poich allĠinterno della stanza e proprio sopra il
suo letto era presente un altoparlante che veniva spesso utilizzato anche
durante la notte per le comunicazioni interne.
Grazie
allĠultimo provvedimento del Giudice di Pace, il paziente ha potuto lasciare il
CIE di Trapani Milo e si trova da oggi in un centro di accoglienza dove
potr usufruire di unĠadeguata
assistenza e proseguire il suo percorso di guarigione. Ciononostante, questo
caso evidenzia ancora una volta le gravi difficolt ad assicurare condizioni di
permanenza dignitose e possibilit di accesso alle cure ai migranti trattenuti
nei centri di identificazione ed espulsione. Il Giudice di Pace ha infatti adottato
il provvedimento sulla base di un certificato di incompatibilit presentato
dallĠavvocato difensore del trattenuto e redatto da unĠassociazione esterna al
CIE, Medici per i Diritti Umani, che si trovata a visitare occasionalmente la
struttura. Desta estrema preoccupazione che in questo, come in <http://www.mediciperidirittiumani.org/pdf/CIE_la_salute_ela_dignita_umana.pdf>altri
casi segnalati da MEDU, lĠistituto della detenzione amministrativa ed il
sistema dei CIE si riveli incapace di assicurare il fondamentale diritto alla
salute garantito a ciascun individuo, immigrati irregolari compresi,
dallĠarticolo 32 della Costituzione italiana.
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