16 novembre 2012

Razzismo e antisemitismo In carcere l'ideologo di Stormfront
Arrestati anche tre attivisti del sito neonazista che sostiene "la superiorità della razza bianca". Ipotesi di reato sono "incitamento all'odio razziale e diffusione di idee antisemite"
la Repubblica, 16-11-2012
FABIO TONACCI e FRANCESCO VIVIANO
ROMA - In carcere l'ideologo e tre attivisti di Stormfront Italia, il sito neonazista e antisemita che sostiene la "superiorità della razza bianca". La Polizia postale e la Digos hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare in carcere a Daniele Scarpino di Milano, amministratore del forum italiano del portale stormfront. org e ideologo, Diego Masi di Frosinone, Luca Ciampaglia di Teramo e Micro Viola di Cantù. L'ipotesi di reato, formulata dal pool antiterrorismo della procura di Roma diretto da Giancarlo Capaldo, è di aver costituito un'associazione dedita all'incitamento all'odio razziale e alla diffusione di idee antisemite via Internet. Sono in corso 21 perquisizioni in dodici regioni, tra cui Abruzzo, Calabria, Sicilia, Val D'Aosta, Lombardia, Lazio.
 Stormfront. org, "il più grande sito d'odio presente su Internet" come è stato definito dai media americani, è comparso in rete già dai primi anni novanta come bollettino di notizie. Diventa un sito vero e proprio nel 1995, quando viene gestito dall'ex leader del Ku Klux Klan e pregiudicato Don Black (già membro del Partito nazionalista socialista del popolo bianco, fu imprigionato nel 1981 per aver partecipato al golpe fallito che doveva rovesciare il governo domenicano). La base operativa dove sono installati i server è a West Palm Beach, in Florida, da dove Don Black gestisce quindici forum in tutto il mondo, dal Portogallo alla Nuova Zelanda. Nel 2008 aveva 80 mila utenti unici giornalieri, che aumentarono
di 2000 unità il giorno dopo che gli Stati Uniti elessero presidente Barack Obama.  
Nel forum italiano vengono citati passi del Mein Kampf, pubblicate foto delle Ss, elencati nomi di presunti "poteri occulti giudaici". Gli utenti discutono della superiorità dei bianchi e del "pericolo della contaminazione dei negri". Di recente, dopo un articolo pubblicato sul neonato Huffington Post Italia, hanno aggiornato la loro blacklist di ebrei italiani appartenenti al mondo della cultura, della politica e dell'informazione. Quella condotta dalla procura di Roma e che ha portato agli arresti di oggi è la prima grossa indagine in Italia su Stormfront. Il forum italiano sarà oscurato a breve.



"Siamo bianchi e fieri di esserlo" Ecco le regole del forum di Stormfront
Nell'ordinanza di custodia cautelare contro gli esponenti del gruppo neonazista spuntano il decalogo per poter intervenire sul sito
la Repubblica, 16-11-2012
FABIO TONACCI e FRANCESCO VIVIANO
NELL'ORDINANZA di custodia cautelare, spunta il documento ideologico di Stormfront Italia, postato da Daniele Scarpino. Una sorta di regolamento rivolto agli utenti del forum.
1. "Vietato fare l'elogio di rapporti misti, elogio interso come esaltazione o anche solo giustificazione di questi ultimi"
2. "Non è consentita l'esaltazione del popolo ebraico o delle sue mire politiche, né una sua pericolosa sovrapposizione alla razza Bianca"
3. "Vietato fare l'elogio della religione islamica, non sono permessi atteggiamenti compiacenti, giustificativi e/o favorevoli riguardo il fenomeno migratorio islamico"
4. "Vietato offendere la religione cristiana e i culti pagani"
5. "Vietata qualsiasi forma di nordicismo o meridionalismo. Pertanto è severamente vietato promuovere divisioni, stereotipi e rancori tra i popoli bianchi. Non sono ammessi discorsi tesi a sminuire, ledere, infamare offendere altrui nazionalità bianche"
"Stormfront  -  si legge nel documento  -  non è legato a nessun tipo di partito o idea politica. Il punto di partenza grazie al quale è possibile scrivere qui è essere Bianchi e fieri di esserlo"



Immigrati da 17 mesi in albergo maxispreco da cinquanta milioni Spunta il mercato nero dei tiket
Il Mattino.it, 16-11-2012
Daniela De Crescenzo
NAPOLI - Diciassette mesi e cinquantacinque milioni dopo, il gioco dell’oca degli immigrati torna alla casella di partenza. I 2082 migranti arrivati in Campania nel maggio del 2011, all’indomani dello scoppio della guerra libica, dal 31 dicembre non saranno più «curati» dalla Protezione civile che non pagherà più le rette agli alberghi e alle strutture di accoglienza. Nella Provincia di Napoli sono arrivate 1163 persone, 728 in città. Si tratta di aspiranti allo status di rifugiati.
La loro posizione doveva essere esaminata da un’apposita commissione che ha vagliato quasi la metà delle pratiche. Nel novanta per cento dei casi ha respinto la richiesta. I migranti, assistiti dai legali dei sindacati, hanno presentato ricorso al Tar che spesso ha dato loro ragione. Intanto la stessa commissione che ha negato lo status di rifugiati ha concesso il permesso di soggiorno per motivi umanitari (dura un anno) o quello sussidiario (valido per tre anni). Quasi settecento stranieri sono ancora in attesa di una risposta.
Finora si sono spesi 43,50 euro al giorno per ogni immigrato, più 2 euro e 50 di «pocket money» da spendere presso negozi convenzionati. A conti fatti quasi 55 milioni di euro ai quali bisogna aggiungere i quattro euro al giorno per ogni migrante intascati dalle associazioni di volontariato incaricate di seguirli.
A Napoli tutti i 728 stranieri provenienti da molti Paesi africani, ma arrivati dalla Libia in guerra, sono stati sistemati in hotel: 33 le strutture coinvolte. Sul territorio regionale il 68 per cento è finito in albergo, il 21 per cento è stato affidato alle associazioni e alle cooperative sociali, il 9 per cento alla Caritas e il 2 per cento ad altre strutture.
In teoria tutti i nord africani avrebbero dovuto seguire corsi di italiano. Ma basta fare un giro nei dintorni della stazione, dove ci sono molti degli hotel che li ospitano, per accorgersi che quasi tutti continuano a non spiaccicare una parola nella nostra lingua.
«La legge disegna un percorso per l’integrazione che non è stato seguito - spiega Jamal Qaddorah, responsabile degli immigrati per la Cgil - gli hotel sono stati trasformati in Cara (centri accoglienza richiedenti asilo) senza averne né la struttura né il personale. Gli stranieri sono rimasti nelle camere senza niente altro da fare che dormire e guardare la tv. Un assurdo che ci porta verso una situazione sempre più difficile da risolvere».
Cosa succederà il primo gennaio? I migranti passeranno in carico alla prefettura e dovranno lasciare gli hotel. Dove andranno? Difficile immaginarlo visto che nessuno di loro ha né un lavoro né una casa. E che più della metà resta in attesa di una risposta dell’apposita commissione.



Unione delle Camere penali: “i Cie sono una bruttura da eliminare”.
“I 18 mesi sono una follia, il controllo deve essere fatto rispettando i diritti umani”.
Immigrazioneoggi, 16-11-2012
I Centri di identificazione ed espulsione per immigrati sono “una bruttura da eliminare”. È quanto ha affermato Valerio Spigarelli, presidente dell’Unione delle Camere penali italiane.
Con una delegazione dell’Ucpi, Spigarelli ha visitato il Cie di Gradisca. “Quello che ho visto lì non l’ho visto in molte carceri. L’immagine è quella dello zoo di Roma, dove ci sono le tigri in gabbia e poi hanno a disposizione un giardinetto di cemento dove possono stare un po’ a prendere il sole. Non so se altri Cie siano nelle medesime condizioni, ma è semplicemente una bruttura da eliminare”.
“Io mi rendo conto – ha dichiarato Spigarelli all’Adn Kronos – che c’è un problema di controllo degli immigrati clandestini, pero quella è una pena più afflittiva della pena detentiva. Siccome non è detenzione, non ci sono neppure i benefici della detenzione. In carcere, se ti comporti bene, hai perlomeno la speranza di avere la liberazione anticipata. Che tu ti comporti bene o male, non cambia nulla, rimani lì fino a 18 mesi”.
Per il presidente dei penalisti “il controllo deve essere fatto rispettando i diritti umani e soprattutto facendo in modo che non si sconti una pena iperafflittiva senza aver commesso reati. E 18 mesi sono troppi, sono una follia”.



Immigrati: Unicef lancia campagna 'Io come tu'
(ASCA) - Roma, 15 nov- ''Quasi un milione di minorenni di origine straniera vive in Italia; piu' di 500 mila sono nati nel nostro paese. Per questo, l'Unicef Italia ha deciso di promuovere in occasione del prossimo 20 novembre - 23* anniversario dell'approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell'Infanzia e Giornata Nazionale dell'Infanzia e l'Adolescenza - la campagna 'Io come Tu- Tutti uguali davanti alla vita, tutti uguali di fronte alle leggi' per richiamare l'attenzione sull'uguaglianza dei diritti di tutti i minorenni e la non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera che vivono in Italia'' dichiara il presidente dell'Unicef Italia Giacomo Guerrera.
In tutta Italia, i volontari dei Comitati locali Unicef organizzeranno oltre 100 eventi pubblici legati a questa Giornata e, in particolare, alla campagna Io come Tu.
Attraverso il Programma 'Citta' Amiche' l'Unicef Italia ha proposto alle Amministrazioni Comunali di compiere gesti che indirizzino la societa' civile verso una reale cultura dell'inclusione, come quello della concessione della cittadinanza onoraria ai bambini di origine straniera nati e/o residenti nel Comune. ''L'adesione che abbiamo avuto - continua il Presidente Guerrera - e' stata straordinaria: ad oggi, sono 61 i comuni che, grazie all'invito rivolto dai Comitati locali dell'Unicef hanno gia' conferito in questi giorni, o lo faranno proprio il 20 novembre, la cittadinanza onoraria ai minorenni di origine straniera che vivono nei loro territori. Altri 106 comuni hanno assicurato di deliberare nelle prossime settimane in tale senso. Un segnale forte che il nostro Presidente della Repubblica Napolitano apprezzera' e che speriamo sia da stimolo perche' si arrivi finalmente ad una revisione dell'attuale legge sulla cittadinanza con un testo unificato e bipartisan, rispondente agli standard condivisi a livello internazionale in materia di diritti umani fondamentali''. Oggi a Roma - alla presenza, tra gli altri, del Ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione Andrea Riccardi e di Luigi Manconi - l'Unicef presenta il rapporto ''Facce d'Italia, condizione e prospettive dei minorenni di origine straniera'' che illustra gli ambiti di intervento che possono fare la differenza in maniera positiva per la vita dei bambini e degli adolescenti di origine straniera che vivono in Italia proponendo azioni concrete. All'incontro - moderato dal Portavoce UNICEF Andrea Iacomini - intervengono Manuela e Rebecca, due dei ragazzi di origine starniera intervistati nel Rapporto.
Testimonial della campagna UNICEF ''Io come Tu'' e' Kledi Kadiu, uno dei protagonisti del film di Daniele Vicari ''La nave dolce'', uscito in questi giorni, che l'UNICEF Italia ha patrocinato.Vista con gli occhi di chi ha vissuto e vive il dramma dell'esodo in mare, delle interminabili notti senza cibo e acqua, della vulnerabilita' dei piu' piccoli e della tenacia di chi resiste, la storia che racconta Vicari insegna a non smettere di interrogarsi, di cercare risposte, di condividere prospettive.



L'Unicef: «Cittadinanza onoraria per i bambini stranieri nati in Italia»
Governo favorevole alla modifica della legge, Riccardi: «Sono figli della nostra terra, ma è un compito del Parlamento»
Corriere della sera, 16-11-2012
Alessandro Sala
«L'impegno per la cittadinanza italiana ai bimbi stranieri non deve cadere. Questi bambini sono figli della nostra terra anche se ci portano un'origine e una storia differenti ma ci arricchiscono e con loro costruiremo un grande futuro». Il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi rilancia l'impegno del governo per il riconoscimento del cosiddetto ius soli, ovvero la possibilità di acquisire la cittadinanza del nostro Paese per il semplice fatto di essere nati sul territorio italiano. Un diritto che altri stati già riconoscono ma che l'Italia ancora non concede. Motivo questo che spinge l'Unicef a prendere posizione e a lanciare una campagna massiccia per far sì che Comuni e altri enti riconoscano fin da subito quantomeno una cittadinanza onoraria ai bambini nati entro i confini italiani da cittadini di altre nazionalità.
COMUNI IN PRIMA FILA - L'iniziativa, che gode dell'apprezzamento del presidente Napolitano, viene lanciata in vista della Giornata nazionale dell'infanzia e dell'adolescenza, che si celebra il 20 novembre, lo stesso giorno dell'anniversario della firma della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia. Tutti i comuni italiani sono stati invitati a partecipare, ma solamente 61 ad oggi hanno istituzionalizzato la procedura di concessione del riconoscimento - che è simbolico ma che porta con sé un forte valore di indirizzo - e tra questi pochissime sono città capoluogo. Altri 106 enti hanno però assicurato all'Unicef che emaneranno delibere analoghe nelle prossime settimane. Troppo pochi, in ogni caso, meno di 170, su un totale di circa 8 mila. L'Unicef tuttavia non demorde e parla di adesione straordinaria, dopo anni di assoluta indifferenza. E per sottolineare l'importanza di una sensibilizzazione capillare sul tema lancia la campagna «Io come tu - Tutti uguali di fronte alla vita, tutti uguali di fronte alla legge».
«DIRITTI NEGATI» - «Quasi un milione di minorenni di origine straniera vive in Italia e di questi più di 500 mila sono nati nel nostro Paese - sottolinea Giacomo Guerrera, presidente dell'Unicef Italia -. Per questo motivo abbiamo deciso di richiamare l'attenzione sull'uguaglianza dei diritti di tutti i minorenni e la non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera che sono tra noi». Il governo, dal canto suo, sembra non volersi tirare indietro, anche se una nuova legge non sembra ancora alle viste: «Gli stranieri non sono un problema umanitario ma sono un aiuto per la crescita - ha evidenziato ancora il ministro Riccardi, presente al lancio della campagna -. Questo non dipende dal governo ma dal parlamento, la palla quindi passa alla prossima legislatura».
LA SERIE A IN CAMPO - Anche il mondo del calcio scenderà in campo al fianco dell'Unicef: sabato e domenica in tutti gli stadi della serie A i calciatori e la terna arbitrale saranno accompagnati sul terreno di gioco da bambini e un grande striscione con lo slogan «Mai nemici per la pelle» sarà posizionato a centro campo prima dell'inizio delle partite. Ma fondamentale sarà riuscire a cambiare la mentalità del legislatore e arrivare a una riforma della legge 91/1992 sulla Cittadinanza. Attualmente la normativa prevede che il minorenne che nasca in Italia da cittadini residenti ma non cittadini divenga titolare di permesso di soggiorno temporaneo che deve essere rinnovato dai famigliari fino alla maggiore età e questo in contrasto con la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia, recepita dalla legislazione italiana.
IL DISINTERESSE DEI POLITICI - «Ho incontrato in questi mesi diversi parlamentari, che hanno proposto modifiche all'attuale legge, ma l'impressione non è stata esaltante - ammette Guerrera -. Ho anche incontrato il presidente Fini per chiedere che il tema fosse messo in agenda. Purtroppo in questo ultimo scorcio di legislatura non si farà molto ma noi siamo agguerriti». Guerrera aggiunge che l'Unicef è favorevole anche a uno «ius soli temperato», che permetta cioè l'acquisizione della cittadinanza al minore che abbia compiuto almeno un ciclo di studi scolastici nel nostro paese. «Speriamo così di incontrare il favore di tutti - sottolinea il presidente dell'Unicef -. Dobbiamo permettere ai ragazzi di accedere all'area dei diritti, è assurdo che oggi non sia così».



Precari dell’immigrazione di nuovo in scadenza
Dal primo gennaio i seicentocinquanta lavoratori a tempo determinato rischiano di rimanere senza contratto, con il conseguente blocco delle pratiche degli immigrati.  "Dieci anni di normalità spacciati per emergenza". I sindacati:"Con questo governo nessuna stabilizzazione, per ora si punta solo a una nuova proroga"
Stranieriinitalia.it, 16-11-2012
Elvio Pasca
Roma – 16 novembre 2012 - Se non ci fosse in ballo la vita quotidiana di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie, avrebbe un che di grottesco la puntualità con cui si rinnova l’allarme per la scadenza dei contratti dei precari dell’immigrazione. "Emergenze" alle quali, altrettanto puntualmente, i governi che si sono succeduti da dieci anni a questa parte hanno risposto con  altrettante proroghe.
Succede di nuovo. I contratti dei seicentocinquanta lavoratori a tempo determinato che gestiscono le pratiche dell’immigrazione presso Questure e Sportelli Unici sono stati rinnovati lo scorso giugno  fino alla fine di dicembre. Ma su quello che succederà dal 1 gennaio 2013 ancora non c’è certezza, mentre è sicura la preoccupazione dei diretti interessati e di immigrati, famiglie e aziende che rischiano di vedere ulteriormente dilatati i tempi di risposta alle loro richieste.
E pensare che è dalla regolarizzazione del 2002 che la pubblica amministrazione non riesce a fare a meno di questi rinforzi. Non riesce, però, nemmeno a stabilizzarli, con il rischio che professionalità formate da un decennio di esperienza sul campo vadano perse da un giorno all’altro, lasciando gli uffici che se ne avvalgono nel caos e nella paralisi.
Giovanni Filipponi, impiegato presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione di Ascoli Piceno, è uno dei seicentocinquanta. "Sono passati 10 anni, il nostro contratto scadrà il 31 dicembre e ancora non si sa se avremo una proroga o altro. Chi istruirà le 135.000 pratiche di emersione dal lavoro irregolare? E le domande di ricongiungimento familiare, i flussi, le  conversioni, gli ingressi fuori quota, gli  accordi di integrazione, i test di italiano e tutte le informazioni e le consulenze che diamo?" chiede.
"Siamo precari da dieci anni – incalza Filipponi -  e continuiamo a lavorare per far fronte ad esigenze ‘emergenziali’ come recitano i nostri contratti. Ma quali sono queste esigenze emergenziali? Svolgiamo un lavoro che ormai da anni è la normalità, e invece ci hanno precarizzato a vita". Intanto molti di loro si sono rivolti alla magistratura e quindi la Pubblica  Amministrazione rischia di pagare le sue mancanze con gli interessi.
A fine settembre, i coordinatori dei sindacati Fp Cgil e Uil Pa presso il ministero dell’Interno, Fabrizio Spinetti e Vincenzo Candalino,  hanno scritto ad Anna Maria Cancellieri lamentando il "mancato avvio di un processo di stabilizzazione dei 650”, che "si configurerebbe come una riduzione di un servizio ormai non più emergenziale nei confronti di una utenza che vive già diverse forme di disagio sociale. Ci sembra opportuno conoscere ora – sottolineavano i sindacalisti - senza attendere il mese di dicembre prossimo, quali siano le determinazioni di questa Amministrazione, anche in sede governativa, in ordine al mantenimento in servizio dei lavoratori".
Cosa ha risposto Cancellieri? "Nulla di ufficiale" spiega Spinetti a Stranieriinitalia.it. "L’unica cosa di cui si parla, ma comunque senza certezze, è  una nuova proroga, strappata grazie a un emendamento da infilare in qualche legge che verrà esaminata dal Parlamento nelle prossime settimane. Di stabilizzazione ci hanno detto chiaramente che, con questo governo, non se ne parla".
La partita, insomma, è ancora aperta, ma l’unico risultato a cui puntare sembra, per l’ennesima volta, qualche mese di contratto in più per i precari dell’immigrazione.



Usa, il ritorno dei razzisti
l'Espresso, 16-11-2012
Antonio Carlucci
A quattro anni dalla vittoria di Obama, negli Stati Uniti è un fiorire di associazioni e partiti per la 'supremazia bianca'. Alcuni si limitano ai ritrovi nei boschi, altri tentano la via elettorale con un proprio candidato alla Casa Bianca
(03 luglio 2012)
Razzisti d'America, l'appuntamento è per il 15 settembre 2012. La novella è stata data da Don Black, 59 anni, nato in Alabama ma residente a Palm Beach, Florida, con un annuncio sul sito Stormfront, piazza on line di coloro che vivono con il pensiero fisso che i bianchi sono sulla cima della piramide mentre negri ed ebrei stazionano al fondo, senza neanche averne il diritto. "Il secondo seminario annuale di Stormfront si svolgerà a 45 minuti da Knoxville nell'area tutta bianca delle Smocky Mountanis del Tennessee", ha scritto Don Black che nella sua vita è stato Gran Wizard del Ku-Klux-Klan, membro del Partito nazista americano e in galera per aver partecipato a un colpo di Stato nella Repubblica Dominicana.
Il campione di razzismo made in Usa spiega anche che cosa accadrà nell'enclave montana del Tennessee. "Come l'anno scorso, non faremo una discussione pedante per spaccare in quattro un capello, ma un seminario politico molto pratico sul modo di arrivare alla vittoria". Come per ogni organizzazione che si rispetti, seguono le informazioni sul costo dell'incontro, 75 dollari a testa incluso pranzo e passeggiata nelle Smoky Mountains con alla guida David Duke, ex congressman della Louisiana, ex affiliato al Partito democratico poi passato con i repubblicani e da sempre in linea con il Ku-Klux-Klan. Sbrigatevi, conclude Don Black, sono disponibili solo 150 posti.
Se a settembre sarà il turno di Black e dei suoi seguaci che lui conta in 130 mila utilizzando le registrazioni sul sito Stormfront (c'è anche la filiale italiana che ha pure messo on line una lista di nemici, magistrati e giornalisti in testa, da tenere d'occhio), ai primi di maggio il pastore Thomas Robb ha riunito i cosiddetti Knights (cavalieri) del Kkk poco fuori da Harrison, un paesino tra l'Arkansas e il Missouri. Il villaggio è circondato dalla foresta del parco nazionale di Ozarks dove Robb si è installato alla fine di una strada sterrata (l'amore per alberi e foreste non può che essere legato al ricordo di quando, impuniti, impiccavano agli alberi le loro vittime). Il meeting, al quale sono stati invitati anche alcuni giornalisti, si è svolto seguendo il copione di una sagra paesana della supremazia bianca, del razzismo, dell'odio contro negri ed ebrei ai quali sono state indirizzate frasi e giochi di parole volgari e politicamente impresentabili. Per rallegrare la comitiva si sono esibiti degli emuli dei rapper bianchi di successo con risultati vocali e sonori di livello infimo.
L'organizzazione The Southern Poverty Law Center segue con attenzione le diverse componenti che formano di fatto il partito razzista d'America e che hanno nel Ku-Klux-Klan un modello di riferimento. Come l'Imperial Klans of America, il secondo per numero di aderenti il cui leader, Ron Edwards, è stato arrestato per possesso e distribuzione di droga. The Southern Poverty Law Center di tanto in tanto lancia un allarme a seconda del pericolo che ciascun gruppo mostra attraverso i comportamenti dei suoi aderenti. E non sottovaluta il fenomeno, sicuramente ultra minoritario ma al tempo stesso la spia che gli Stati Uniti non hanno risolto una volta per tutte il problema razziale. Il seminario di Don Black o il meeting del pastore Thomas Robb possono apparire innocui e pittoreschi raduni di persone, uomini e donne, che vivono fuori dalla realtà. Ma quando certi discorsi diventano azioni, allora il diritto di parola e di pensiero senza limite alcuno che la Corte Suprema ha più volte ribadito anche di fronte a posizioni storicamente condannate dal mondo civile, prendono altre sembianze.
Prendiamo solo l'ultimo episodio della recente storia americana. Chi ne ha voglia può andare su YouTube e cercare il nome di J. T. Ready, di professione vigilante in Arizona, nella realtà di tutti i giorni un uomo ossessionato dagli immigrati clandestini e dagli ebrei che voleva avere un ruolo politico e non essere considerato una macchietta. Bene, alla fine dello scorso gennaio, J. T. è entrato a casa della sua fidanzata, l'ha uccisa, poi ha assassinato altri tre presenti prima di spararsi in testa. Il gesto di un folle? Basta leggere la sua lunghissima e-mail di addio per capire come il corto circuito sia stato prodotto da un miscuglio di razzismo anti-immigrati e anti-ebrei, dal desiderio di una politica tutta a favore dei bianchi e dal rifiuto ricevuto di fronte alla richiesta di essere accolto tra coloro che hanno il potere di prendere decisioni nello Stato dell'Arizona.

Share/Save/Bookmark