23 novembre 2012

Sbarco di migranti nell'Agrigentino Un morto e due dispersi
Il corpo senza vita è stato trovato a pochi metri dall'arenile di Frangitella, tra Montallegro e Siculiana, dove stanotte sono sbarcati 22 tunisini
la Repubblica, 23-11-2012
FABIO RUSSELLO
Una nuova tragedia della disperazione sulle coste siciliane. Un morto e due dispersi: ecco il tragico bilancio dello sbarco avvenuto stamattina sulla spiaggia di Frangitella, tra Montallegro e Siculiana lungo il litorale centro occidentale della provincia di Agrigento. I migranti tutti uomini e provenienti dal Maghreb sono stati lasciati sull'arenile. Del barcone utilizzato per la traversata non c'è traccia. Ma sulla spiaggia c'è il cadavere di un uomo, probabilmente morto annegato. Secondo i superstiti mancherebbero all'appello altre due persone. I carabinieri stanno cercando di ricostruire le fasi della tragedia. L'assenza del barcone lascia presupporre che i migranti siano stati abbandonati nei pressi della spiaggia da una nave madre che poi ha ripreso il largo.
 


Immigrati, è tragedia: uno straniero morto sulla costa agrigentina
Nuova ondata di sbarchi sulle coste siciliane. Ad Agrigento intercettati 17 immigrati. Uno straniero non ce l'ha fatta
il Giornale, 23-11-2012
Sergio Rame
E, questa mattina, l'approdo ha portato l'ennesima tragedia: sulla spiaggia di Montallegro, lungo la costa della provincia di Agrigento, è stato infatti trovato il cadavere di uno straniere.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, diciassette extracomunitari, di origine magrebina, sono stati intercettati dai carabinieri. Uno degli stranieri, però, non ce l’ha fatta ed è stato trovato senza vita sulla spiaggia dai militari. Sul posto è subito intervenuto il medico legale che ha avviato le indagini per capire le cause del decesso. Secondo gli inquirenti, potrebbero anche esserci altre vittime del tragico sbarco. I carabinieri e la Guardia costiera, che hanno individuato il corpo senza vita di un extracomunitario, hanno infatti interrogato i compagni di viaggio che hanno fatto sapere che ci sarebbero anche altre due persone a mancare all’appello.Continua l'ondata di sbarchi di clandestini che dal Nord Africa arrivano sulle coste italiane.



Decreto Flussi 2012 - Domande dal 7 dicembre. Solo13.850 posti per lavoro autonomo e conversione
Melting Pot Europa, 23-11-2012
Il mini decreto flussi del Governo dedicato in particolare alle conversioni per studenti stagionali e titolari di pds CE di altri stati UE
Gazzetta Ufficiale n. 273 del 22.11.2012
E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 273 del 12 novembre 2012 il decreto firmato dal Presidente del consiglio dei Ministri lo scorso 16 novembre 2012 con cui il Governo mette a disposizione solamente 13.850 quote per l’anno 2012 dedicate in larga parte alla conversione di permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo, i permessi per lavoro subordinato o autonomo.
In particolare il Decreto prevede:
- 2000 ingressi di lavoratori autonmi di alto livello:
    imprenditori che svolgono attività di interesse per l’economia italiana;
    liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate, oppure non regolamentate ma comprese negli elenchi curati dalla pubblica amministrazione;
    figure societarie di società non cooperative, espressamente previste dalle disposizioni vigenti in materia di visti d’ingresso;
    artisti di chiara fama internazionale o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici oppure da enti privati.
- 100 ingressi per lavoratori subordinati o autonomi, discendenti da italiani e residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela o Brasile;
- 4.000 conversioni di permessi di soggiorno per lavoro stagionale in permesso di soggiorno per lavoro subordinato;
- 6.000 conversioni di permessi di soggiorno per motivi di studio, tirocinio o formazione profesisonale, in permessi di soggiorno per lavoro subordinato;
- 500 conversioni di permesso CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altri Stati membri in permessi di soggiorno lavoro subordinato;
- 1.000 conversioni di permessi di soggiorno per motivi di studio, tirocinio o formazione profesisonale, in permessi di soggiorno per lavoro autonomo;
- 250 conversioni di permessi CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati da altri Stati membri in permessi di soggiorno per lavoro autonomo.
Le domande potranno essere inviate attraverso il portale del Ministero dell’Interno, nullaostalavoro.interno.it a partire dalle ore 9.00 di venerdì 7 dicembre 2012.



La risorsa degli immigrati nel lavoro, ‘‘Non c’è concorrenza diretta con gli italiani’’
Nel 2020 saranno circa 900mila lavoratori stranieri in più. A rivelarlo una ricerca condotta dal Cnel e dal Ministero del Lavoro
Diritto di critica, 23-11-2012
Alessandro Proietti il 23 novembre 2012 in Società
“Sono venuti qui a rubarci il posto di lavoro”. Chi non ha mai sentito questa accusa rivolta agli immigrati, da parte di un italiano. Ora, una ricerca condotta dal Cnel e dal Ministero del Lavoro, dal titolo “Il ruolo degli immigrati nel marcato del lavoro”, ribalta totalmente questa errata convinzione. “Per quanto riguarda il rischio disoccupazione – si legge nello studio –, non c’è un effetto di concorrenza derivante dalla maggior presenza di lavoratori stranieri”.
Gli immigrati andrebbero a fare quei lavori che gli italiani di solito snobbano e ciò non alimenterebbe la disoccupazione. Secondo i dati statistici aggiornati, i ricercatori scrivono che, “guardando le correlazioni tra la presenza di immigrati e il tasso di disoccupazione si osserva come queste siano di segno negativo. Ovvero, che il tasso di disoccupazione sia più alto nelle regioni dove la presenza di immigrati è più bassa”. Nel 2020 saranno circa 900 mila i lavoratori stranieri in più, con un aumento del 45% rispetto al 2010. Le possibilità di occupazione saranno maggiori per gli stessi immigrati, mentre l’occupazione italiana resterà stabile.
Come spesso accade, gli stranieri troveranno posto nei settori dove è richiesta minore qualifica e rappresenteranno nel 2020 il 50% degli addetti. A farne le spese, rivela la ricerca in caso di aumento del numero degli immigrati in settori “più umili”, potrebbero essere lavoratori italiani con bassi titoli di studio e i più giovani. Ciò è dato dall’ “aumento della quota di immigrati residenti in un territorio che si traduce in una riduzione delle probabilità, per chi è disoccupato, di trovare un impiego e risultare così occupato”.
Le seconde generazioni, i figli degli immigrati nati in Italia, riescono ad adattarsi e a trovare lavoro più facilmente rispetto ai loro genitori, anche se l’integrazione non è completa: “Se non c’è aspra concorrenza nel lavoro – ha spiegato il presidente del Cnel Antonio Marzano –, poiché gli immigrati, anche con titoli di studio elevati, fanno lavori che gli italiani non cercano, vuol dire che l’inserimento degli stranieri non è completo”. E su questo si innesta anche il discorso della cittadinanza per coloro che sono nati in Italia. “Negare la cittadinanza – ha ammonito Marzano – rappresenta una forzatura e non aiuta l’integrazione”.



Severino: “prevenire la clandestinità per combattere la criminalità”.
Intervento del ministro di Giustizia alla conferenza dei direttori penitenziari.
immigrazioneoggi, 23-11-2012
“È evidente che l’emarginazione sociale dello straniero, soprattutto se clandestino, rappresenta un’occasione per la criminalità, in particolare per quella organizzata”. A sottolinearlo è il ministro della Giustizia Paola Severino, intervenuta alla 17esima conferenza degli amministratori penitenziari. Gli immigrati irregolari, infatti “sono persone senza punti di riferimento e che hanno bisogno di tutto – ha osservato il ministro – e ciò rischia di produrre danni a cascata, perché mantenere persone in uno stato di clandestinità vuol dire coltivare potenziali detenuti e far crescere potere e guadagni della criminalità organizzata”.
Secondo Severino, quindi, in Europa e nel Mediterraneo “bisogna mettere insieme le forze per evitare che la clandestinità diventi fonte di delitti e detenzione: il problema – ha concluso il guardasigilli – va affrontato fin dall’origine, ossia dall’uscita di queste persone dal loro Paese”.



Violenza squadrista Roma, raid ultras contro «gli ebrei»
Supporter del Tottenham (club della comunità ebraica di Londra) attaccati da 30 persone con spranghe e coltelli
Un ferito grave. Due tifosi romanisti in manette
l'Unità, 23-11-20112
Angela Camuso
ROMA Un’orda di barbari. Ultras, laziali e romanisti insieme. Armati di coltelli, bombolette di gas urticante, mazze e tirapugni. Secondi i testimoni urlavano «Via, voi ed ebrei», mentre si scagliavano contro le vittime designate: una decina di tifosi del Tottenham, squadra londinese ospite all’Olimpico.
Era l’una e trenta della notte tra mercoledì e giovedì e i supporter anglosassoni, notoriamente abitanti in una zona limitrofa al quartiere ebraico londinese, bevevano drink e calici di birra nel rinomato locale sempre pieno di turisti stranieri «Drunken Ship», al civico 21 di piazza Campo de’ Fiori, cuore della movida romana e teatro da anni di violenze ed eccessi che nessuna ordinanza comunale e nessun presidio delle forze dell’ordine sono riusciti ancora a debellare. Dieci minuti di guerriglia sono bastati a devastare il locale e spedire in ospedale sette inglesi, uno dei quali in codice rosso anche se non più in pericolo di vita dopo essere stato ferito con un coltello in corrispondenza di una vena tra il gluteo e la gamba.
I proprietari del pub, fondato 15 anni fa da un americana e ora gestito da due fratelli, Marco e Raffaele Manzi insieme al socio Gabriele Cannella, parlano di 20mila euro di danni. I picchiatori, coi volti coperti da sciarpe e caschi, avrebbero prima urlato: «È tutto uno scherzo...», per poi lanciare sgabelli contro le vetrate e sfondare l’ingresso secondario del pub, su vicolo del Gallo. Giù botte da orbi, a quel punto, contro i tifosi inglesi, che non avevano neppure indosso la maglietta della loro squadra e gridavano «You bastard!», cercando di fuggire a quell’inferno. Poteva finire in tragedia, perché i più violenti a un certo punto hanno afferrato sampietrini e oggetti di ferro che si trovavano sui banchi vuoti del mercato che ogni mattina si svolge sulla piazza e li hanno scagliati, alla cieca, contro i malcapitati.
La questura di Roma, già nell’occhio del ciclone per gli scontri al corteo dello scorsa settimana, ne esce piuttosto male dalla vicenda, anche se in fretta la Digos diretta da Lamberto Giannini è riuscita ad identificare almeno quindici partecipanti al raid, due dei quali (tifosi della Roma) nella serata di ieri erano finiti agli arresti.
Testimoni, infatti, hanno raccontato ai cronisti che in mezzo a quell’inferno c’erano all’inizio solo due, tre poliziotti. I residenti, affacciati alle finestre, imploravano invano: «Basta, fermatevi». E i dati forniti dalla questura, sulla base delle registrazioni delle chiamate al 113, sembrano confermare la circostanza: la prima chiamata di richiesta di intervento è avvenuta all’1.07 e all’1.14 è arrivata sul posto una prima volante. Solo una ventina di minuti dopo sono però arrivati i rinforzi, con cinque auto, comprese quelle dei carabinieri. Ma a quel punto il raid era pressoché compiuto, coi risultati voluti da chi lo aveva organizzato.
La matrice antisemita dell’agguato, nonostante gli insulti contro gli ebrei riferite ai cronisti dai testimoni, è solo una delle ipotesi alle quali stanno lavorando gli investigatori. L’attività della polizia, che ha fatto scattare una serie di perquisizioni, è andata avanti per tutta la serata e la nottata di ieri e oggi potrebbero esserci novità.
Di sicuro, c’è che i partecipanti al raid finora identificati sono sia tifosi giallorossi che laziali, il che per gli esperti non è un gran sorpresa, in quanto già in altre occasioni l’alleanza ha prodotto i medesimi effetti, quando ad esempio sono stati attaccati da laziali e romanisti insieme gli ultras del Napoli e contemporaneamente organizzate azioni violente contro gli agenti in servizio di ordine pubblico.
Ma tali episodi sono sempre avvenuti immediatamente prima o dopo le partite di calcio, nei pressi dello stadio o in luoghi solitamente presidiati durante i match considerati a rischio. Evidentemente, l’intelligence non aveva previsto un raid in piena notte all’interno di un pub nel centro storico di Roma.
Le manette, intanto, sono scattate per l’ultrà romanista Francesco Ianari, 26 anni, ambulante del famoso mercato dell’usato di via Sannio, già colpito da Daspo e con un precedente per guida in stato ebrezza e per Mauro Pinnelli, 27 anni, operaio in un’impresa edile e incensurato.
Sono stati incastrati dalle telecamere e da un sms che si sono scambiati durante l’agguato ed entrambi sono accusati di lesioni pluriaggravate. In più, a Ianari, è contestata anche la detenzione di marijuana e di oggetti atti ad offendere visto che nel suo appartamento sono stati trovati tirapugni, spranghe e altro materiale.



Quell’alleanza tra curve rivali nel nome dell’antisemitismo
L’estrema destra romana si è impossessata del tifo di Lazio e Roma
Divisi dai colori ma uniti dall’odio razziale e da un nemico comune: la polizia
Nel 2008 una retata di laziali e romanisti tutti di destra. Per loro ci fu l’aggravante di terrorismo
l'Unità, 23-11-20121
Simone Di Stefano
Camerati del calcio, estrema destra e ultras. Un’ascesa che negli ultimi 15 anni ha riportato svastiche, coltelli e violenza dentro e fuori lo stadio. Era dagli ‘90 (con l’avvento di Meridiano Zero e Movimento Politico) che non si assisteva a una tale escalation dell’estrema destra nelle curve. La tessera del tifoso ha solo attenuato gli scontri, ma le minoranze restano. Roma è la capitale del tifo nero, una sottocultura da contestualizzare, tra le curve di Lazio e Roma e i nuovi gruppi di estrema destra. L’elemento in comune, che al fischio finale riesce a cancellare la fede calcistica.
Si tratta di giovani dai 16-17 anni ai 35-40, fascisti per scelta o per moda, fanno uso di droga, e quel che più colpisce è la grande affluenza di ragazzine, spesso fermate in possesso di armi bianche. Alcuni di loro durante la settimana consegnano volantini di Forza Nuova o affiggono manifesti di Casa Pound, la domenica sono lì che tifano o credono di farlo. La Curva Nord uscita da anni di monopolio Eagles-Irriducibili, la Sud più anarchica, fino a poco tempo fa dominata da Boys, Fedayn e Opposta Fazione, ora frammentata con Ultras Romani e Ultras Primavalle su tutti.
Il primo distinguo va fatto sulla tipologia del tifoso: da una parte chi va in curva perché ama il calcio e il calore della parte più chiassosa dello stadio, dall’altra chi lo fa perché attratto dal gruppo organizzato e dai suoi capi carismatici: ne accetta ideologia, cliché, stile di vita e concetti, modo di parlare. L’organizzazione è gerarchica, tentacolare, chi sgarra viene allontanato.
Negli ultimi tempi gli ultras si sono evoluti con il merchandising e la comunicazione. Facebook, i forum, i commenti, ma anche il ritorno dopo anni di oblio nelle radio e nelle tv sportive romane. L’esponente degli Irriducibili, Fabrizio “Diabolik” Piscitelli su quelle laziali, Guido Zappavigna, ex leader dei Boys (e candidato alle ultime regionali nella lista Polverini) in quelle romaniste. Il derby si gioca soprattutto tra frange ostili delle tifoserie. L’ultima stracittadina è stata segnata da un’escalation di tensioni nate dalla gara d’andata di Europa League della Lazio ad Atene, dove i tifosi del Panathinaikos e alcuni esponenti romanisti, in nome del loro gemellaggio, hanno mosso agguato ai laziali in trasferta. Nella gara di ritorno cento greci sono stati scortati dalle forze dell’ordine a braccetto con alcuni romanisti, gli scontri sono stati inevitabili.
Ma se il movente è politico, o mosso dall’odio verso le forze dell’ordine, non c’è derby che tenga. Durante la marcia degli ultras contro la tessera del tifoso nel 2009, erano ultras da tutta Italia, stesso coro: «Gabriele uno di noi». Dalla morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, avvenuta nel 2007, quell’episodio accomuna qualsiasi frangia di ultras. In Nord fino al marzo 2011 c’erano gli Irriducibili eredi degli Eagles, ora di quel gruppo resta solo lo striscione, ma la imbologia nazista continua ad imperare nella curva e durante le partite della Lazio è facile sentire l’odioso coro «giallorosso ebreo», incubo dei tifosi veri, la maggioranza. Gli ispettori federali sono lì e appuntano. La Lazio paga. Nell’ultimo bilancio la società ha dichiarato di aver pagato 390mila euro per ammende e multe, e altri 110 mila euro per danni subiti dallo stadio, per un totale di 500mila euro, quasi quanto guadagna il tecnico Vladimir Petkovic.
Negli anni ’90 il razzismo sembrava superato, ma di pari passo con l’ascesa delle forze di estrema destra, a cavallo del 2000 è tornato prepotentemente in gioco. «Razzista e antisemita», così la stampa estera ormai definisce la Curva Nord laziale. Nel derby dell’ottobre 2011 fece il giro del mondo lo striscione «Klose mit uns», scritto con le “s” runiche che richiamava quelle delle SS naziste. Neanche un’idea geniale, visto che i primi a utilizzarlo furono i romanisti in un tristemente noto Roma-Livorno del 2006: «Gott mit uns», ma anche svastiche, celtiche, foto del Duce, questa fu l’accoglienza riservata agli ultras livornesi di estrema sinistra.
Il ritorno al razzismo per la Lazio sembra avere una data, il 10 ottobre 2001, quando all’esterno del Centro Sportivo di Formello apparvero alcune scritte contro l’allora biancoceleste Fabio Liverani: «Liverani negro», «Liverani raus». Prima di allora l’ultima vittima fu Aaron Winter negli anni ’90. Ma per capire il substrato criminale in cui opera il fenomeno ultras romano, basta tornare al febbraio 2008. Una maxi-operazione della Polizia che portò all’arresto di 20 ultras tra laziali (alcuni legati al gruppo «In basso a destra») e romanisti. Per molti di loro scattò l’aggravante del terrorismo per gli assalti al concerto della Banda Bassotti a Villa Ada e alle caserme della Polizia dopo la morte di Sandri.



Sicurezza stradale? Nell’Illinois corsi di guida e patente anche per gli irregolari.
250mila immigrati irregolari guidano senza patente, per loro la possibilità di frequentare i corsi.
immigrazioneoggi, 23-11-2012
L’Illinois potrebbe diventare il terzo stato americano a concedere la patente di guida agli immigrati illegali. Attualmente solo lo stato di Washington e il New Mexico consentono agli illegali di prendere la patente, mentre lo Utah rilascia solo permessi di guida. Se il provvedimento dovesse essere approvato, l’Illinois sarebbe lo stato più popoloso a concedere tale privilegio. La California renderà effettiva tale misura solo dal prossimo gennaio. Secondo i sostenitori della legge, la patente agli illegali sarà anche un passo avanti in materia di sicurezza stradale perché gli immigrati dovranno dimostrare di essere in grado effettivamente di guidare e di acquistare un’assicurazione. “Quando sulle strade ci sono circa 250mila persone alla guida senza documenti – ha detto Ron Holmes, portavoce del presidente del Senato dell’Illinois, John Cullerton – allora sì che è un problema di sicurezza”.
Secondo la Highway Safety Coalition in Illinois i guidatori senza patente e senza assicurazione causano 80mila incidenti ogni anno per un danno di 660 milioni di dollari, mentre solo gli immigrati illegali senza patente causano danni per 64 milioni di dollari. La legge che concederebbe la patente agli immigrati illegali è appoggiata anche dal sindaco di Chicago Rahm Emanuel.

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