Coordinamento Nazionale Immigrati UIL, resoconto della giornata di dibattito

Si discusso di procedura di emersione dei lavoratori stranieri irregolari e di ratifica della Convenzione ILO 189 sulle lavoratrici domestiche. Buona la partecipazione da UIL e Ital di tutta Italia, ottimo il dibattito.


          

Roma, 9 novembre 2012 – Si tenuto, lo scorso 6 novembre, presso la sede della UIL Nazionale a Roma, il Coordinamento Nazionale Immigrati, uno strumento di confronto nellambito del Dipartimento Politiche Migratorie della UIL che si riunisce semestralmente per riflettere sugli aspetti pi importanti relativi allimmigrazione: dal lavoro, ai diritti di cittadinanza, integrazione e trasformazione multi culturale della societ. Nonch i servizi che la UIL offre a lavoratori e cittadini stranieri, soprattutto attraverso le strutture del nostro Patronato. Per questo evento, sono stati scelti due temi di riflessione: il bilancio dellappena conclusa procedura di emersione dei lavoratori stranieri irregolari e la mobilitazione lanciata dalla Confederazione Internazionale dei sindacati a livello mondiale per la ratifica della Convenzione ILO n. 189 per condizioni di lavoro dignitoso per 100 milioni di  lavoratrici e  lavoratori domestici (campagna 12 x 12). I due argomenti sono stati trattati in distinti panel. Nel primo, gli ospiti chiamati a confrontarsi sono stati il Prof. Saverio Ruperto, Sottosegretario allInterno con delega sullimmigrazione; lavv. Mascia Salvatore, Resp.le ufficio legale della testata web Stranieri in Italia; infine il vicepresidente Ital, Alberto Sera. Nella seconda parte della mattinata si discusso di lavoro domestico con il dott. Luigi Cal, direttore di ILO Italia e della Dott.ssa Rosanna Margiotta, dirigente del Ministero del Lavoro, che sta seguendo liter di ratifica nel nostro Paese della Convenzione 189. Il sindacato ha dato il suo apporto con la presenza di Ivana Veronese, Segretaria Nazionale Uiltucs. Il dibattito stato moderato da Giuseppe Casucci, coordinatore del Dipartimento UIL Politiche Migratorie, mentre le conclusioni sono state curate da Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL.

Nella parte della sua introduzione relativa al primo panel, Casucci ha ricordato che la procedura di emersione ha portato alla presentazione di 134.576 domande, mentre altre 6.922 domande sono state compilate, ma non inviate entro la mezzanotte del 15 ottobre . Il risultato – ha detto loratore – non si pu certo considerare un flop, in quanto numericamente importante, e prodotto del serio lavoro di esperti e funzionari dei Ministeri Interessati, in primis il Viminale. Alla UIL sembra in parte anche unoccasione mancata, se si considera che il bacino dellirregolarit, secondo molti esperti molto pi esteso, forse superiore al mezzo milione di unit. La procedura, secondo la UIL, risultata in  parte un pasticcio, in quanto prigioniera dei veti incrociati da parte di alcuni partiti, tanto da risultare complessa, costosa e poco equa. La preoccupazione del nostro sindacato – ha rilevato il Coordinatore del Dipartimento Politiche Migratorie – va al prossimo futuro. Con lentrata in vigore delle nuove norme, volute dalla direttiva 52 della UE, infatti, gli immigrati irregolari, corrono maggiori rischi di espulsione o un peggioramento delle proprie condizioni di lavoro e di vita. Inoltre la crisi economica provoca disoccupazione anche tra gli stranieri e non detto che basti un anno per trovare un nuovo posto di lavoro, limite imposto dalla legge per la permanenza in Italia di uno straniero rimasto disoccupato. E intervenuto subito dopo il Prof. Saverio Ruperto, sottosegretario allInterno, assicurando che le circa 7000 domande compilate e non inviate, e per le quali i datori di lavoro hanno comunque pagato mille euro, saranno prese seriamente in considerazione in fase di verifica del Viminale.

Alcuni datori di lavoro, infatti, pur avendo pagato il contributo forfettario previsto per ogni lavoratore irregolare ed aver compilato la domanda, poi non l'hanno inviata. Si tratta di circa 7 mila richieste che "il Governo e' orientato a considerare come se l'invio fosse stato compiuto". Io penso - ha detto Ruperto - che una volta assolto l'onere economico non avrebbe senso penalizzare chi vuole far emergere e dunque anche per questi casi l'orientamento sar quasi sicuramente quello di considerarli come se l'invio fosse stato compiuto".

Ruperto ha anche convenuto su "una differenza che colpisce" tra il numero delle domande per i lavoratori domestici e quelle per i lavoratori subordinati, molto sbilanciata a favore delle prime, e non ha escluso che alcuni datori di lavoro abbiano fatto richiesta in un settore diverso da quello in cui l'immigrato e' effettivamente occupato, salvo poi cambiare il contratto subito dopo.

"Il Viminale, ha detto il Sottosegretario, effettuer controlli a campione per verificare la corrispondenza tra le dichiarazioni rese e l'effettiva realt lavorativa" Il sottosegretario ha convenuto sul giudizio della UIL che si sarebbe potuto fare di pi e meglio, rilevando comunque che le previsioni del governo (massimo 150 mila richieste) sono risultate sostanzialmente confermate. E seguito lintervento dellAvv. Mascia Salvatore. Il professionista ha fatto un excursus sui cambiamenti intervenuti, nella normativa, nella parte concernente le sanzioni per i datori di lavoro che assumono stranieri in condizioni di irregolarit. Secondo la resp.le dellUfficio Legale di Stranieri in Italia, lintroduzione delle norme europee (con il dlgs. N. 109), non cambia di molto il peso delle sanzioni volute dalla legge, in quanto essa da tempo molto severa contro chi opera nel lavoro sommerso, ed assume in nero. Lavv. Salvatore, ha comunque confermato che la situazione per gli immigrati per i quali la domanda di emersione non dovesse arrivare a buon fine, molto seria e che i rischi di espulsione rimangono. Per il datore di lavoro trovato ad impiegare stranieri in nero, le sanzioni possono essere aumentate di un terzo alla met se i lavoratori irregolari occupati sono superiori a tre, se sono minori  in et non lavorativa e se sono sottoposti ad altre condizioni lavorative di particolare sfruttamento (di cui al terzo comma dellarticolo 603-bis del codice penale). In questultimo caso, la legge prevede, oltre alle altre,  una sanzione amministrativa accessoria equivalente al pagamento di un importo pari al costo medio del rimpatrio dello straniero impiegato clandestinamente. Solo in casi di grave sfruttamento, infine, potrebbe essere concesso allo straniero che ha denunciato la propria condizione, un permesso umanitario (che permette lo svolgimento di attivit lavorativa), la cui (sei mesi rinnovabili) per non potr eccedere il periodo  occorrente  alla  definizione  del procedimento penale. Piero Soldini, Resp.le Uff. Immigrazione della Cgil, ha portati i saluti della sua Confederazione ed ha espresso un giudizio molto severo sui molti limiti che hanno caratterizzato la procedura di emersione. Malgrado questo Governo non abbia adottato il metodo oscurantista utilizzato in passato contro gli immigrati, la procedura risultata un grande pasticcio: molto costosa, in parte irrazionale e sicuramente preoccupata della tutela dei datori di lavoro, e molto meno degli stranieri sfruttati, che rischiano molto di pi, anche lespulsione.

Soldini ha ricordato che i lavoratori migranti sono oggi il 3% della popolazione mondiale: ma oggi limmigrazione sta cambiando, assieme ai processi di globalizzazione. Ci sono tre tipi di migranti: quelli che lasciano i Paesi poveri per andare a vivere nei Paesi industrializzati (Sud – Nord), quelli che emigrano tra Stati del terzo mondo (Sud – Sud); ma ci sono anche i  giovani europei che emigrano dai paesi europei in crisi, cercando in altri una chance di futuro; s vero che nel 2011 ben 100 mila giovani italiani sono andati allestero in cerca di lavoro che qui non trovano.

Una ragione di pi, ha concluso Soldini, per mettere mano al  Testo Unico sull'immigrazione. "Le norme vanno adeguate - ha sottolineato Soldini - perch con lattuale impianto proibizionista si e' dimostrato che non si va da nessuna parte". Ha concluso il primo panel, Alberto Sera, vicepresidente Ital. Dopo aver raccontato di un sondaggio e raccolta di aggettivi sulla regolarizzazione, fatta da Ital sui quadri e funzionari territoriali che vi hanno attivamente partecipato (lItal ha inviato oltre 4 mila richieste di regolarizzazione), loratore, ha rilevato che il giudizio di chi stato a contatto con gli utenti sulla regolarizzazione tuttaltro che lusinghiero, anche perch una procedura che si proponeva di far emergere dalla clandestinit il maggior numero possibile di stranieri, ha finito per rischiare di ottenere quasi lobiettivo opposto. Fino allultima settimana di regolarizzazione – ha detto Sera – eravamo costretti a rimandare indietro 4 richiedenti su 5, per mancanza dei requisiti degli stranieri. Il problema era la certificazione della presenza in Italia (fatta da organismo pubblico) dello straniero prima del 31 dicembre 2011. Solo dopo che lAvvocatura dello Stato ha allargato la casistica degli organismi ed associazioni atte a certificare, ha spiegato Sera, il flusso delle richieste aumentato enormemente. Ma ormai eravamo allultima settimana. Inoltre, la richiesta di una proroga, da parte di sindacati ed associazioni, stata ignorata. Il dirigente Ital ha dato comunque un giudizio positivo sul lavoro svolto dai patronati, auspicando che si vada verso un aumento dellattivit sociale del sindacato, attraverso una struttura di sportelli a rete presenti sul territorio e capaci di dare servizi veri a italiani e stranieri. E importante anche impegnarsi, ha concluso il Vicepresidente Ital, sulla formazione allestero, in particolare nei paesi di origine degli stranieri che intendono migrare.

E seguito subito il secondo panel, riguardante la Convenzione ILO sul lavoro domestico. La Convenzione 189 (e Raccomandazione n. 201) stata approvata dalla Conferenza Internazionale del lavoro nel giugno 2011 a Ginevra e deve essere ratificata da ogni Paese che lha appoggiata in quella occasione. In Italia liter di ratifica in atto, ma ha subto ritardi, a causa di alcune lacune presenti nella legislazione del lavoro e contrattazione italiane che contengono differenze di trattamento per le lavoratrici madri del settore domestico, rispetto a quelle di altri settori. Attualmente questi problemi sarebbero stati superati e liter stato consegnato al Ministero degli Esteri che dovrebbe dare il via libera, prima della firma del Presidente della Repubblica. Visti i tempi stretti della legislatura, il sindacato ha scritto pi volte al Governo chiedendo di accelerare liter di approvazione. La Csi ha lanciato a livello mondiale una campagna per la ratifica della Convezione che prevede mobilitazioni in circa 83 Paesi a livello mondiale, nella settimana che va dal 12 al 18 dicembre prossimi. I questo senso, Cgil, Cisl e Uil intendono realizzare una giornata di sensibilizzazione sui contenuti della Convenzione e di mobilitazione per la sua ratifica, con lappoggio di ILO Italia. Levento prevede iniziative in vari territori del Paese e un seminario a Roma che si terr il 18 dicembre, presso la sede ILO di via Panisperna. Per quanto riguarda il panel del seminario,  stato chiesto allIlo una panoramica sui contenuti e limportanza della Convenzione; al Ministero del Lavoro informazioni sullo stato delliter di ratifica e al segretario nazionale della Uiltucs, unanalisi dei problemi che concernono la mancata parit di trattamento tra lavoratrici domestiche e lavoratrici di altri settori e le attivit in corso per superare eventuali discriminazioni. Luigi Cal, Direttore di Ilo per lItalia e San Marino, andato subito al cuore dei contenuti e del valore della Convenzione stessa: ҏ la prima volta, ha detto loratore, che una Convenzione di un organo tripartito come lIlo (in cui sono presenti rappresentanti dei governi, dei sindacati e degli imprenditori da tutto il mondo) si occupa di un settore a prevalenza informale.  Cal ha ricordato che il settore del lavoro domestico riguarda oltre 100 milioni di lavoratori in tutto il mondo, l80% dei quali sono donne, e una grande parte sono migranti. Un settore a forte componente di irregolarit, ha ribadito il direttore ILO, che in alcune aree come lAfrica, lAsia o lAmerica Latina pu arrivare fino al 90 % del mercato del lavoro, in cui sono fortemente presenti anche i minori. Un settore, ha spiegato loratore, in cui limpegno delle donne non era finora considerato un vero lavoro, ed in cui le regole contrattuali di base per molti non esistevano: niente contratto scritto, orario a discrezione del datore di lavoro, condizioni di lavoro e di vita deprecabili e retribuzione non sicura, spesso pagata in natura. Potr sembrare per lItalia strano, ha detto Cal, ma una delle ragioni di dissenso con i datori di lavoro, stata lintroduzione di norme che limitassero il pagamento non in denaro, che potr avvenire ora limitatamente e solo con il consenso della lavoratrice. Una norma questa voluta per aree del Terzo Mondo dove questa pratica molto diffusa. Anche se in Italia la normativa per queste lavoratrici certamente superiore alle garanzie minime introdotte dalla Convenzione, ha sottolineato Cal, nondimeno la sua ratifica avr un forte valore sia simbolico (lItalia potrebbe essere il primo Paese Europeo a farlo) che sostanziale, considerando che secondo dati Inps il 54% delle lavoratrici del settore in Italia, risulta in parte o in toto in nero. Si era sperato che lo scorso giugno, quando il Presidente Napolitano si recato alla Conferenza di Ginevra, si potesse annunciare limminente ratifica da parte nostra. Purtroppo, allora non stato possibile. Oggi per siamo vicini al traguardo.

La dott.ssa Rosanna Margiotta, dirigente del Ministero del Lavoro (Direzione Generale delle relazioni industriali e dei rapporti di lavoro) intervenuta per spiegare la natura complessa delliter di ratifica di una convenzione internazionale e lo stato dellarte per quanto riguarda la Convenzione ILO sul lavoro domestico. Anche se lItalia ha una adeguata legislazione in materia, ha detto loratrice, lapprovazione della Convenzione mira a dare dignit ad un lavoro che per moltissimo tempo non stato considerato tale, e per milioni di lavoratrici finora invisibili. Vi chiederete come mai, dopo un anno e mezzo dalla Conferenza del 2011, la Convenzione non sia ancora stata da noi ratificata. La verit che la procedura complessa e, prima di essere completata, gli uffici legislativi e giuridici del Ministero del Lavoro e degli Esteri, debbono assicurarsi che non ci siano divergenze tra lo spirito del dispositivo ILO e la legislazione italiana. Loratrice ha spiegato che alcune differenze concernenti la maternit ed i congedi parentali (tra settore domestico e gli altri) hanno rallentato la procedura. Ora questi problemi sono stati risolti. Il mio ministero, ha spiegato Margiotta, ha dato il via libera ed oggi liter passato al Ministero degli Esteri che il titolare finale dei trattati internazionali. Se non vi saranno altri intoppi, non si dovr passare dal Parlamento e la richiesta di ratifica andr direttamente alla firma del Presidente della Repubblica. I tempi previsti non sono chiari, ma si dovrebbe raggiungere lobiettivo prima della fine della legislatura.

Il terzo contributo del secondo panel, venuto da Ivana Veronese, Segretaria Nazionale Uiltucs, la categoria della UIL che inquadra anche i lavoratori domestici. Loratrice ha spiegato le difficolt di un settore in cui i rapporti di lavoro avvengono quasi sempre con famiglie e per cui difficile, sia lazione pubblica di ispezione, che la tutela da parte del sindacato: le lavoratrici domestiche, ha detto Veronese, si rivolgono al sindacato solo quando hanno problemi: hanno perso il lavoro, non sono state pagate o sorto un contenzioso. In questo senso, un settore a scarsa rappresentativit, sia da parte del sindacato, ma anche delle associazioni dei datori di lavoro che hanno scarsissimi iscritti. Malgrado ci, ha detto la dirigente Uiltucs, la disponibilit delle controparti a trattare e a trovare soluzioni molto scarsa. Da un anno mezzo scaduto il Contratto nazionale di lavoro e ancora non si riusciti a fare passi in avanti per rinnovarlo. La dirigente sindacale ha spiegato che non sono poche le discriminazioni contrattuali che penalizzano le lavoratrici madri (dalle norme sui licenziamenti, congedi parentali, legge 104 su handicap, ecc.), ma che il sindacato si sempre scontrato con un forte rifiuto delle controparti a superare queste difficolt. Per quanto riguarda il licenziamento, sarebbe pratica diffusa che le lavoratrici che tornano dal congedo per maternit obbligatoria (dopo 5 mesi) vengano licenziate, mentre negli altri settori questo non pu avvenire fino a che il nascituro non compia almeno un anno. Un altro problema, ha spiegato loratrice, che i datori di lavoro domestico non sono sostituti dimposta, dunque difficile sapere se tutti i redditi vengano certificati. In questo senso il rischio di evasione, discale come contributiva ancora molto alto. Oltre allelusione praticata dichiarando un orario di lavoro al minimo, inferiore alla realt. Ivana Veronese ha concluso ribadendo limportanza della ratifica della Convenzione 189, che deve avvenire per assieme a politiche vere di emersione di un settore che ancora in parte significativa sommerso.

Tra gli ospiti, intervenuto anche Franco Pittau del Dossier Immigrazione Caritas Migrantes, approvando lesigenza della certificazione dei redditi nel settore domestico; mentre Tetyana Kuzyk, del Gruppo Assembleare Capitolino di Roma ha detto che gli immigrati a Roma sono pronti ad un nuovo passo: quello del riconoscimento del diritto di voto amministrativo, un traguardo che alcuni Paesi europei hanno garantito da 20 anni a chi residente da almeno un quinquennio.

Ha concluso la parte pubblica della giornata il Segretario Confederale Guglielmo Loy. Loratore si riferito al giudizio, insieme positivo e critico, che la UIL ha dato sulla recente regolarizzazione, spiegando che si trattato di un esempio di incertezza delle regole, nonch di conflitto tra parti politiche del Governo, che hanno causato non pochi problemi alla fluidit della procedura stessa. Per loratore, questo un esempio dei perch lItalia negli ultimi 10 anni abbia subito e non governato la pressione migratoria in ingresso: il decreto flussi ha finito per diventare uno strumento vuoto, mentre si continua a gestire limmigrazione sanando a posteriori ingressi avvenuti in gran parte in modo irregolare.  Non cՏ dubbio – ha detto Loy - che oggi in Italia abbiamo una normativa che appare inadeguata a regolare la presenza degli stranieri una procedura che va urgentemente riformata. Speriamo che il nuovo Parlamento lo renda possibile nel 2013. Sempre riferendosi alla regolarizzazione, Loy ha fatto notare come in Italia emerga spesso una cultura della illegalit, che favorisce una logica degli espedienti, ed il mercato clandestino dei permessi, situazione venuta alla luce anche durante la recente regolarizzazione, con siti web che propagandavano spudoratamente online la compravendita di permessi in cambio di soldi. Abbiamo, ancora, un insieme di norme che andato sommandosi al Testo Unico sullImmigrazione, fino a snaturarne i contenuti e lo spirito pensato inizialmente per favorire percorsi legali  di ingresso nel nostro Paese: troppe norme, a volte in contraddizione, troppe deleghe date a differenti ministeri, ognuno dei quali lavora per conto proprio e senza interrelazioni e collaborazioni con altri. E il momento di pensare ad un organismo centrale che coordini la gestione dei flussi migratori, ma anche politiche di accoglienza ed integrazione. Speriamo, ha detto ancora Loy, che il nuovo Governo renda possibile una logica diversa. In questo senso, il Segretario Confederale UIL, ha fatto lesempio delle differenze sulle cifre: cՏ chi, come alcuni istituti di ricerca, parlano di 5 milioni di stranieri regolari, come ha fatto anche di recente il Dossier Caritas sullimmigrazione. Salvo poi che i dati che vengono dal censimento Istat tagliano la cifra di un milione di unit. Le ragioni delle differenze possono certo essere molte. Alla UIL per viene in mente una essenziale: le nostre autorit si preoccupano di monitorare (male) gli ingressi, ma non sono interessate a monitorare chi se va: e la crisi economica pesa tantissimo anche sugli immigrati e non sono pochi quelli che cambiano Paese Europeo o vanno a casa. Una politica di governance dei flussi – ha ricordato Loy – deve avere una visione complessiva e nitida del complesso meccanismo delle migrazioni, altrimenti arriviamo agli eccessi italiani, in cui nellultimo decennio si vista la popolazione straniera quintuplicare, con uno Stato sempre alla rincorsa della maggioranza entrata irregolarmente. Se limmigrazione complessa e ricca di sfaccettature, le risposte non possono pi avere carattere emergenziale. Loy ha ricordato che esiste anche una politica degli sprechi verso i profughi che arrivano via mare: in due anni si sono spesi oltre un miliardo di euro per assistere 60 mila arrivi, ma con una qualit dellaccoglienza pessima ed una patata bollente rimasta oggi, che riguarda 20 mila profughi arrivati dalla Libia, che rischiano a gennaio di essere lasciati per strada. Loy ha poi parlato della necessit di dare risposte sul terreno dei diritti di cittadinanza. Non si possono continuare ad ignorare le molte migliaia di bambini nati in Italia o arrivati da piccoli, a cui viene negata la possibilit di sentirsi italiani a tutti gli effetti. In generale per la riforma di questo istituto deve essere pensata come opportunit di libera scelta. Esistono molti stranieri che scelgono di chiedere la cittadinanza come scorciatoia per evitare i disagi e la farraginosit della nostra legislazione. Bisogna evitare tutto questo: per chi vuol mantenere la propria identit di origine, va data la possibilit di avere un permesso di soggiorno di lungo periodo maggiormente fruibile, mentre la cittadinanza deve arrivare dopo un percorso di convinta accettazione dei nostri valori. Sui flussi dingresso, Loy ha detto che la UIL chiede che il meccanismo venga rinnovato e non semplicemente bloccato comՏ avvenuto nel 2012: vanno studiate quelle norme che permettano un incontro fluido tra domanda ed offerta di lavoro, in modo regolato e tenendo conto dellattuale congiuntura economica. Sulla Convenzione ILO sul lavoro domestico, il Dirigente UIL si detto convinto che lItalia pu essere il primo Paese europeo a ratificarla ed ha concluso ricordando liniziativa unitaria del 18 dicembre, che non dovr comunque dimenticare anche che quella data riguarda una Convenzione ONU, mai ratificata dallItalia: quella del 1990 sui lavoratori stranieri e le loro famiglie.

Nel primo pomeriggio il Coordinamento stato riservato ai componenti UIL espressi dai territori e dalle categorie. Gran parte della riflessione, inevitabilmente, ha trattato dei temi dibattuti in mattinata. Cito gli interventi di Piero Bombardieri, resp.le immigrazione Ital Nazionale che, oltre ad una valutazione critica espressa sullapproccio scelto dal Governo in materia di regolarizzazione, ha ricordato che lItal ha presentato oltre 4000 domande in tutta Italia. Sempre il nostro Patronato sta effettuando in molte province momenti di incontro e riflessione sul tema della cittadinanza. Paolo Palumbo (Uil Basilicata) ha sottolineato la necessit di rafforzare la presenza degli stranieri nel sindacato; Piero Gui, Uilca Piemonte, ha criticato il comportamento del Governo che dopo aver prodotto una regolarizzazione pasticciata, adesso vorrebbe norme dure contro gli stranieri irregolari; Artan Mullaymeri, Uil Alto Adige ha raccontato del lavoro svolto nella sua provincia ed ha sollecitato maggior formazione per i nuovi quadri; Leopoldo Saracino, Uil Puglia si soffermato sulla necessit di far pesare maggiormente i quadri immigrati nella UIL ed ha chiesto di dare centralmente maggiore pubblicit alle attivit svolte nei territori; Pierluigi Paolini, Uil Lombardia per il quale gli imprenditori debbano essere richiamati alle proprie responsabilit, specie quando praticano lavoro nero e dumping sociale; Rosella Giangrazi, Uil di Roma e del Lazio, ha chiesto esplicitamente che la Uil appoggi una campagna per labolizione del reato di immigrazione clandestina; Alice Mocci della Uila Nazionale, ha parlato dellultimo rinnovo contrattuale per i lavoratori agricoli, dove alcuni benefici sono stati conquistati per i particolari problemi degli stranieri; Felicit Ngo Tonye, della Uiltucs Lombardia, ha ricordato limportanza di ratificare la Convenzione sul lavoro domestico, e soprattutto lapplicazione dei contratti, a causa delle resistenze delle controparti. Luciana del Fico, della Uil Campania, si soffermata sul dramma dei richiedenti asilo ed, in particolare, dei profughi arrivati dal Nord Africa, per i quali vanno garantiti percorsi di regolarizzazione ed inclusione sociale. Andrea Fabian Laureano, della UIL di Crotone, ha rilevato come lobbiettivo del voto amministrativo agli stranieri importante ma, a suo parere, vengono prima  le tutele per lavoratori che sono spesso sfruttati e privi di diritti. Infine, Hassan El Mazi della Uil di Reggio Calabria, ha ricordato come la sua sia unarea di frontiera dove si combatte anche per i diritti pi elementari dei lavoratori stranieri. In quanto alla regolarizzazione Hassan ha riportato che il 98% delle 2.898 domande presentate hanno riguardato il lavoro domestico.

Vorremmo ringraziare per la presenza anche: Maria Immacolata Macioti, docente della Universit La Sapienza di Roma, il Prefetto Mario Ciclosi, Romulo Salvador, del Gruppo Assembleare Capitolino di Roma; Fosco Corradini e Giuseppe Bea della CNA, Alberto Buttaglieri di Sos Razzismo. Un particolare ringraziamento va anche ai mediatori culturali che ci hanno aiutato a organizzare lincontro.