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Attualità : Migranti in Italia: 1,6 milioni sono lungo soggiornanti
(19/07/12)

I migranti in Italia rappresentano oggi il 7,5% della popolazione residente. Il loro aumento ha influito significativamente sulla crescita della popolazione italiana garantendo nei prossimi anni un contributo importante in termini di giovani generazioni. Sul totale dei 4 milioni e mezzo di stranieri, una buona parte – 1,6 milioni – sono soggiornanti di lungo periodo, segno questo che hanno compiuto un percorso di integrazione sociale e lavorativo nel nostro paese. Questi alcuni dei dati diffusi dal Secondo Rapporto annuale sul Mercato del lavoro degli Immigrati realizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.


All’inizio del 2011 i cittadini stranieri residenti in Italia sono 4,5 milioni con un’incidenza sulla popolazione del 7,5%. Si tratta di comunità molto giovani, infatti, la percentuale di over 65 è di appena il 2,3% contro il 20,3% della popolazione italiana mentre quella fino a 14 anni è pari al 14% tra gli italiani e al 19% tra gli stranieri. La crescita della popolazione straniera residente compensa quindi il progressivo invecchiamento della popolazione italiana “garantendo – riferisce lo studio – anche nei prossimi anni un importante contributo in termini di giovani generazioni”.

Tra le comunità straniere presenti in Italia, è molto forte la presenza della componente europea (53,4%, 2.441.467 persone). Si tratta per lo più di comunità provenienti dai paesi Ue di nuova adesione (26%) e dai paesi non UE dell’Europa centrale (23,9%). Dall’Africa proviene invece il 21% della popolazione straniera, dall’Asia il 16,8% e dall’America l’8,1%.

Secondo i dati riferiti dal Rapporto, in Italia sta crescendo il livello di stabilità delle comunità straniere. Lo conferma in particolare la quota significativa di persone con permesso di soggiorno per motivi familiari (691mila, il 36% del totale) e di soggiornanti di lungo periodo (1,6 milioni, il 46% dei non comunitari).

Relativamente al lavoro, mentre il numero di occupati italiani ha subito un decremento pari a -1,6 punti nel 2010 e a -0,4 punti percentuali nel 2011, nel caso degli stranieri si assiste a una crescita di +16,3% nel 2010 e di +6,1% nel 2011; nel caso degli extra-comunitari l’andamento è ugualmente positivo ma con dinamica crescente, ed è passato da +6,6% del 2010 a +9,2% del 2011.

Tuttavia cresce anche la disoccupazione: in media nel 2011 sono circa 300mila i migranti in cerca di occupazione e, in generale, i tassi di disoccupazione degli stranieri sono più alti di quelli degli italiani di 4 punti percentuali.

Rispetto alle forme contrattuali, nel 2011 dei 17.240.000 occupati dipendenti, 655mila sono di nazionalità Ue e 1,3 milioni extra-comunitari. Un altro dato significativo è la maggiore diffusione del contratto a tempo indeterminato tra gli stranieri piuttosto che tra gli italiani.

I settori in cui sono maggiormente presenti i migranti sono l’agricoltura (33,3% del totale), le costruzioni (27,9%), l’industria in senso stretto (20,8%) e i servizi (16,1%). Focalizzando però l’attenzione sui soli non comunitari si evince una maggiore numerosità di assunzioni nel settore servizi che raccoglie più del 60% del totale. Da sottolineare che nel 2011 sono stati registrati 98mila attivazioni di rapporti di lavoro per collaborazioni domestiche e servizi alla persona riservati a donne extracomunitarie di cui il 90% con contratti a tempo indeterminato.

Infine un dato molto interessante è quello che riguarda l’aumento delle assunzioni riservate a lavoratori stranieri qualificati. Nel 2011 infatti il 26,9% delle richieste riguardano operai specializzati, il 14,6% conduttori di macchine e solo il 25,3% professioni non qualificate.

Secondo Rapporto annuale sul Mercato del lavoro degli Immigrati

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