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Attualità : Tratta e sfruttamento: i minori migranti i più a rischio
(31/08/12)

Tratta a scopo di sfruttamento sessuale e sfruttamento lavorativo nei settori agricolo ed edilizio: sono i rischi che ogni giorno corrono i minori migranti in particolare i non accompagnati. I più coinvolti continuano a essere rumene, nigeriane, egiziani e afgani. E’ quanto ha rilevato Save the children nel nuovo dossier ‘I piccoli schiavi invisibili 2012’.


Il numero di minori vittime di tratta nel mondo è pari, secondo le stime, a 1,2 milioni, ma se si considerano quelli che subiscono comunque uno sfruttamento sessuale o lavorativo il numero raggiunge nel 2011 una grandezza di quasi 5 volte superiore (5,5 milioni) e rappresenta il 26% del totale delle vittime (20,9 milioni).

In Italia tra il 2004 e il 2011 sono stati identificati 280 minori come vittime di tratta o riduzione in schiavitù. Provengono prevalentemente dall’Europa orientale e balcanica e, in misura minore, dall’Africa e dall’Asia. Tuttavia le stime di Save the children ci dicono che nel nostro paese i minori costretti alla prostituzione sono attualmente tra il 1.600 e i 2.000.

Per quanto riguarda lo sfruttamento sessuale, le più coinvolte sono le giovani nigeriane e rumene. Tra queste ultime il fenomeno è in crescita dato che essendo comunitarie, sono in possesso di documenti di viaggio regolari.

Lo sfruttamento lavorativo colpisce di più invece egiziani ed afgani. Gli egiziani sono facile preda di sfruttatori poiché per arrivare in Italia accumulano un debito di viaggio tra i 4.000 e i 10.000 euro, una somma che devono restituire in fretta ai trafficanti che tengono in scacco la loro famiglia di origine. Nel 2011 ne sono giunti in Italia 560 e tra gennaio e agosto 2012 altri 286. Nel 2011 ne risultavano presenti sul nostro territorio 1.172, di cui più di 1 su 4 dichiarato irreperibile e dunque fortemente esposto anche al rischio di tratta e sfruttamento. Nella quasi totalità sono maschi, hanno un’età compresa tra i 15 e i 17 anni, provengono dalle regioni più povere dell’Egitto e sono diretti a Roma, Torino e Milano dove vengono sfruttati nel lavoro nei settori edilizio, commerciale, in piccoli negozi, bar e pizzerie, ai mercati e nell’agricoltura.

Il rischio di sfruttamento per i minori afgani si annida invece nella loro ‘invisibilità’, condizione indispensabile durante il loro transito temporaneo in Italia, dove cercano in ogni modo di evitare l’identificazione. Nel 2011 sono stati 948 gli afgani registrati presso il centro diurno CivicoZero di Save the children e 310 quelli intercettati tra gennaio e giugno 2012. Anche nel loro caso, lo sfruttamento è di tipo lavorativo. Sono infatti costretti a lavorare in condizioni terribili per potersi permettere di pagare ai trafficanti le tappe del loro lungo viaggio che dall’Afghanistan li porta in Europa.

Infine un ultimo pericolo riguarda i giovani rom di origine rumena, coinvolti in attività di accattonaggio in strada e sui mezzi di trasporto delle grandi città italiane. Se sono maschi hanno tra i 10 e i 15 anni mentre le femmine hanno tra i 15 e i 17 anni, sono sposate e hanno figli piccoli al seguito.

Dossier ‘I piccoli schiavi invisibili 2012’

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