14 settembre 2012

Immigrati: naufragio Lampedusa, avvistato cadavere a Linosa
Palermo, 14 set. - (Adnkronos) - Un cadavere e' stato avvistato nei pressi di Linosa, la piu' piccola delle isole Pelagie. Non si esclude che si possa trattare di uno dei migranti che si trovavano sul barcone naufragato la scorsa settimana a dodici miglia da Lampedusa. Nei giorni scorsi sono stati rinvenuti altri due cadaveri. Sono 56 i superstiti del naufragio. Proprio ieri la Polizia ha arrestato due tunisini, soccorsi tra i 56 superstiti, ritenuti gli scafisti.



Immigrati senza rappresentanza: quel deficit politico da superare
Corriere della sera, 14-09-2012
Stefano Jesurum
Un futuro segretario del Partito socialista al potere, un presidente che siede alla Casa Bianca, e un formidabile attaccante della Nazionale di calcio. Francia, Stati Uniti, Italia. Le differenze (di modernità, di civiltà, di cultura) si misurano anche così, mettendo in fila i nomi di Harlem Désir, Barack Obama e Mario Balotelli. Di Obama e Balotelli sappiamo ciò che ci basta, del 52enne Désir è sufficiente dire che ha un padre originario della Martinica, una madre alsaziana, che è eurodeputato e che è stato presidente di Sos Racisme.
Il risultato del confronto è presto detto: manca ancora davvero parecchio prima che gli stranieri e soprattutto i figli di stranieri entrino a pieno titolo nell'immaginario della politica italiana, senza eccezione di schieramenti. Insomma, non esiste alcuna cultura della rappresentanza che tenga conto del multiculturalismo. La stragrande maggioranza dei «nostri» immigrati non vota anche se, per esempio, è proprio da quel mondo che arrivano migliaia di titolari di nuove aziende. È vero che negli anni qualche nome esotico è stato infilato qua e là nelle liste di quasi tutti i partiti, è vero che qualcuno è perfino stato eletto (salvo poi, come l'ex Pd Khaled Fouad Allam, non essere ricandidato tra mille polemiche), però la realtà è che da noi — diciamolo — l'idea di affrontare il tema dell'integrazione e dell'immigrazione, in particolare quella islamica, è considerata dai politici un grave atto di autolesionismo elettorale dal momento che «la gente» è o viene considerata provinciale e un pochino razzista. Il che, a studiare analisi e sondaggi, magari un po' vero lo è. Alcuni volonterosi, in qualche amministrazione locale, si sono inventati i «consiglieri aggiunti immigrati», ovviamente senza diritto di voto. E il nodo è proprio questo: finché gli «extracomunitari» non possono votare come si pensa possano essere «candidati» ad alcunché?
Altro che rappresentanza. Secondo i dati Istat, nel 2009 in Italia si sono celebrati circa 32 mila matrimoni con almeno uno straniero, il 14% del totale. Quelle spose e quegli sposi, almeno, alle urne ci potranno andare. Bella consolazione.



Regolarizzazione: lo straniero non dovrà firmare l'Accordo di integrazione ma dovrà pagare il contributo per il rilascio del permesso di soggiorno.
Lo precisa una circolare del Dipartimento della PS diramata a tutte le questure.
Immigrazioneoggi, 14-09-2012
I lavoratori stranieri che saranno regolarizzati non dovranno sottoscrivere l'Accordo di integrazione in quanto, chiarisce la circolare del 12 settembre emessa dalla Direzione centrale dell'immigrazione del Dipartimento della PS, l'obbligo previsto dall'art. 4 bis del testo unico immigrazione riguarda gli stranieri che fanno il primo ingresso in Italia a partire dal 10 marzo 2012, mentre i beneficiari dell'emersione devono trovarsi in Italia già dal 31 dicembre 2011.
Nessuna deroga invece per il contributo economico al rilascio del permesso di soggiorno (€ 80.00 o € 100,00, a seconda della durata del permesso) da richiedere tramite Poste dopo avere sottoscritto il contratto di soggiorno in Prefettura.



Sanatoria immigrati 2012: domande dal 15 ma molti rischiano di non essere regolarizzati
Nuova sanatoria immigrati: buona occasione o flop? Le previsioni
Bussines Online, 14-09-2012
Marcello Tansini
Da domani, sabato 15 settembre e fino al 15 ottobre, sul sito del Ministero dell’Interno,potrà essere inviata la domanda per la nuova sanatoria immigrati che interesserà questa volta non solo colf e badanti ma tutti i settori produttivi (commercio, servizi ecc.) e tra questi l'edilizia e l'agricoltura, che impiegano centinaia di migliaia di immigrati irregolari alla nuova sanatoria per gli immigrati.
Secondo le stime, questa sanatoria per gli immigrati potrebbe interessare quasi mezzo milione di lavoratori, considerando che la precedente, del 2009, che interessava solo colf e badanti, ha visto la presentazione di 300 mila domande di regolarizzazione.
Il contributo da versare è di mille euro a lavoratore, che vanno versati presso gli sportelli di qualunque agente della riscossione, nelle banche convenzionate o negli uffici postali utilizzando un modello f24 ‘Versamenti con elementi identificativi’, che dovrà essere compilato seguendo le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, con i dati del datore e del lavoratore, l’importo e il codice del versamento.
La domanda di regolarizzazione dovrà essere inviata esclusivamente in via telematica. Ma, secondo la Cgil, questa sanatoria potrebbe rivelarsi un flop. Secondo il sindacato i paletti imposti ai lavoratori, per poter accedere alla sanatoria, sarebbero troppo stringenti: risulterebbe, infatti, difficile, per uno straniero, poter dimostrare la propria presenza nel nostro paese a meno, per esempio, il soggetto non abbia avuto un problema di salute (registrato così dall’azienda sanitaria locale) o problemi con la giustizia (rientrando nei verbali delle forze dell’ordine).
Questo perché la normativa europea sulla libera circolazione, dopo essere espatriati dal proprio paese d’origine, non consegna alla persona, che viaggia nei paesi Shengen, alcun attestato della loro presenza.
E, come ha spiegato Bruno Carrà, responsabile del Centro lavoratori stranieri della Cgil, “Rischiamo di dover dire a otto lavoratori su dieci, che si rivolgeranno ai nostri sportelli, che non hanno le caratteristiche per poter accedere alla sanatoria”.



IMMIGRAZIONE - REGOLARIZZAZIONE - PICCININI(PRES.INCA CGIL):"):"RISCHIA DI ESSERE ENNESIMA OCCASIONE PERSA: COMPLESSITA' PROCEDURE COSTI ELEVATI E POCA INFORMAZIONE SU QUESTA OPPORTUNITA'
Italian Netwok, 13,09,2012
  Aspettavamo da tempo la possibilità di regolarizzare i lavoratori stranieri in Italia collegata alla direttiva 52 della UE." Lo afferma la Presidente del Patronato INCA Morena Piccinini (vedi:                          )  intervenendo sullo statu quo della fase di preparazione della regolarizzazione dei lavoratori immigrati irregolari nel nostro Paese. Un'iter complesso ma che " come CGIL consideriamo un successo sia dal punto di vista politico che sindacale, in quanto è possibile denunciare le situazioni di irregolarità  e di particolare sfruttamento  dei lavoratori.  Un obbligo a cui il Governo italiano non aveva adempiuto, a differenza delle legislazioni di altri Paesi, sebbene lo abbia fatto con un profilo molto molto basso. Ma era importante ci fosse tale opportunità – afferma la sindacalista - dal momento che in ottobre entra in vigore la direttiva europea.
Insomma , l’incontro di questi due elementi da un risultato legislativo positivo. Ma accanto al giudizio politico di principio e di valore, la Presidente dell'INCA non si esime dall'affermare che ci sono rischi che si tratti dell'ennesima occasione persa nel nostro Paese sia per quanto riguarda le modalità di applicazione direttiva 52 che per quanto riguarda la fase attuale della regolarizzazione che appare tale da frapporre tanti e tali ostacoli che risulta difficile - in alcune situazioni particolarmente difficile - riuscire a regolarizzare il rapporto di lavoro.
Dunque "Abbiamo chiesto che per il futuro sia possibile una regolarità contributiva,  mentre allo stato attuale  viene chiesto un esborso economico talmente alto (immediata richiesta di mille euro oltre alla contribuzione riferita a sei mesi di lavoro, che diventa un costo molto significativo, soprattutto perché quello pieno ed indeterminato è  l’unico rapporto di lavoro  che può essere regolarizzato da parte delle aziende, lasciando da parte il lavoro domestico. Or,  in una situazione italiana dove tutti quanti, a partire dai giovani , fanno fatica non solo ad avere il tempo pieno ma anche quello indeterminato, il pensare che l’unica possibilità di regolarizzazione degli immigrati possa essere questa è evidente che diventa molto difficile da realizzare, soprattutto per alcuni settori, come il commercio dove il part time è quasi la norma." Fa pesente la sindacalista dell'INCA CGIL.
A ciò si aggiungono complessità per il lavoratore, il quale  deve dimostrare - attraverso certificazione pubblica - che era in Italia da prima del 31 dicembre 2011 ed è rimasto in Italia per tutto il periodo. E’ chiaro che se parliamo di cittadini che sono stati in Italia in modo irregolare, pensare che occorra documentazione pubblica per testimoniare la loro presenza in Italia è ovvio che già questo comporta una grande difficoltà e paradossalmente il foglio di respingimento potrà essere utilizzato proprio a questo fine.
Quindi al Ministero abbiamo rappresentato il fatto che se vogliamo cogliere come una opportunità, per la civiltà di questo Paese  e per fare in modo che tanto lavoro irregolare diventi regolare,  bisognerebbe fare sì che queste disposizioni attuative siano meno rigide di quel che in questo momento appaiono.  Quindi - afferma la presidente del Patronato INCA -  siamo impegnati affinchè  possano e vengano regolarizzati tutti i lavoratori stranieri e che anche a livello territoriale, in un impegno congiunto del patronato, sindacato, uffici immigrazione e vertenze,  si  possa  raggiungere lo scopo della regolarizzazione, sia nel rapporto con il datore di lavoro che con la pubblica amministrazione.
L’altro ambito di regolarizzazione è quello con le famiglie che occupano od hanno occupato lavoratrici non regolari dal punto di vista del permesso di soggiorno e che hanno la possibilità di regolarizzare questi lavoratori. Noi siamo molto strutturati come patronati, uffici fiscali e con l’intera struttura della CGIL in questo senso, afferma la Presidente del Patronato INCA.  E stiamo lavorando anche nell’ambito di progetti con il Ministero  per essere soggetti attivi nella regolarizzazione di questi rapporti e ci siamo strutturati per lo stesso  mantenimento di questi rapporti, perché il paradosso è che si tratta nella maggioranza dei casi di famiglie composte da anziani, spesso inabili che hanno bisogno dell’accudimento ed ai quali vengono richiesti impegni dal punto di vista amministrativo e burocratico non di poco conto. Quindi vogliamo cogliere l’occasione di questa regolarizzazione per presentare l’insisme delle opportunità che offre la nostra organizzazione sia dal punto di vista delle funzioni del patronato che degli altri servizi in modo tale da poter dare una risposta concreta, alle lavoratrici ed alle famiglie. Un'occasione,che  siapure in tempi brevi, deve essere colta dagli italiani sino in fondo.
Purtroppo - aggiunge Morena Piccinini, c’è ancora poca informazione su questa opportunità. Mentre nelle altre occasioni di regolarizzazione c’era stata una grande mobilitazione, in questa occasione non si registra. Certamente c’è la crisi, ma forse influiscono sia i costi che la complessità della normativa a far sì che si percepisca di più la difficoltà che l’opportunità. E’ quindi nostro impegno che sia percepita maggiormente l’opportunità in modo tale che le difficoltà possano essere affrontate positivamente".
E da parte del Ministero quali le risposte ?
"Dal Ministero ci sono state risposte di attesa, ma anche chiarimenti  Tuttavia, sui nodi principali, come la documentazione per dimostrare la presenza in Italia del lavoratore anteriore agli ultimi sei mesi , c’è stata una posizione di attesa. Ci auspichiamo che verso la metà di ottobre ci sia una interpretazione più positiva ed anche più certa ma l’importante è raccogliere tutto il materiale."
Quanto alle attese.da parte degli immigrati ? "Indubbiamente c’è minore informazione e quindi è inferiore il numero di coloro che si approssimano a questa opportunità ma da parte di quanti lo fanno c’è grande attesa per regolarizzare il loro rapporto di lavoro e soprattutto di poter vivere regolarmente nel nostro Paese.
  Le attese ci sono soprattutto per la prima parte della regolarizzazione - afferma l'esponente della CGIL - soprattutto per quanto riguarda il pagamento sia dei mille euro che gli oneri  della contribuzione sulle quali gli immigrati sono soggetti spesso a pressione perché vengano pagati da loro, per cui da parte nostra c’è una posizione attiva nei confronti dei datori di lavoro per dimostrare come il costo della regolarizzazione sia molto più basso di quel che avrebbero dovuto pagare in una situazione diversa in quanto questi lavoratori sono in Italia da molto tempo.
Ma c’è attesa anche per la seconda fase, cioè quella di denuncia del rapporto di lavoro nel caso di particolare sfruttamento perché su questo fatto - stignatizza la presidente del Patronato INCA - ci sono tante situazioni di particolare sfruttamento.
Durante l’estate abbiamo accompagnato questa azione con un’iniziativa durante questa estate, insieme alla FLAI, soprattutto nelle località delle campagne di raccolta, durante il mese di luglio e di agosto siamo stati in Puglia per parlare con i lavoratori e soprattutto con le aziende per fare in modo che siano regolarizzati e che le condizioni di lavoro non siano quelle che abbiamo visto negli anni precedenti.
  E tra l’altro è noto - aggiunge Piccinini - come ci siano state anche delle minacce nei confronti dei sindacalisti della FLAI e verso gli operatori sindacali del Patronato perché questa azione del sindacato non è percepita in modo neutro ma nella sua dirompenza. Un’azione - aggiunge - che vogliamo protrarre per tutte le campagne di raccolta, dal pomodoro all’uva alle mele e delle arance,  passando da sud a nord e viceversa del Paese, e che riguarda anche l’insieme dei diritti, dalla tutela delle malattie alla sicurezza sul lavoro. Aspetti dei quali parleremo la prossima settimana in un convegno sulle malattie professionali, giacchè i lavoratori immigrati sono particolarmente esposti a questi problemi nell’ambito del mondo del lavoro. Mai come ora - afferma Piccinini -  l’impegno dell’INCA nei loro confronti guarda a tutta la gamma dei loro diritti perché non possono essere considerati manodopera “usa e getta” da utilizzare fino a quando danni il massimo e poi lasciarli al loro destino."
Infine, un aspetto da segnalare.
"Un dato di fatto peculiare emerge, comunque, al di là del mondo del lavoro: una generosità che va oltre le aspettative  da parte di molti italiani, pur non essendo chiamati in prima persona a regolarizzare questi lavoratori essendo estranei alla loro condizione. Parliamo di amici od anche solo vicini di casa di questi lavoratori. Una grande generosità che però non può essere proiettata alle regolarizzazioni fittizie" afferma Piccinini.
  Noi pensiamo che debbano regolarizzare queste persone coloro che effettivamente li occupano, sapendo che ci sono anche delle situazioni nelle quali il datore di lavoro che sta occupando questi lavoratori  in attività produttive per risparmiare chiede di regolarizzarli come lavoratori domestici anziché per il lavoro regolarmente svolto. Questa - afferma la Presidente del Patronato INCA - non è generosità, è una speculazione della regolarizzazione!
E Piccinini mette, inoltre,  in guardia dalle regolarizzazioni fatte esclusivamente a fini speculativi ed a volte anche ricattatori di reti organizzate, spesso da parte di persone degli stessi gruppi etnici, attive in un business irregolare lucrando sul pagamento del contributo attraverso prassi autoorganizzate  che quasi mai si traducono in regolarizzazioni vere e spesso si traducono in una nuova forma di sfruttamento. Ecco perché quando le persone si rivolgono al patronato nel rappresentare loro le complessità che stanno dietro alla regolarizzazione ed anche l’importanza di rispettare la procedura rigida che viene richiesta, ha il senso di rappresentare non soltanto la realtà quanto di mettere in guardia da chi, magari rappresentando la situazione in modo meno problematico in realtà carpiscono soltanto denaro e non producono regolarizzazione vera e definitiva."(13/09/2012-ITL/ITNET)



L’imprenditore immigrato dell’anno è romeno e importa prodotti tipici del proprio Paese.
Assegnati i premi Money Gram all’imprenditoria immigrata, 5 le aziende menzionate.
Immigrazioneofggi, 14-09-2012
Classe ’70, romeno, titolare di un’azienda di import-export di prodotti tipici della Romania. Florin Simon è il vincitore dell’edizione 2012 del Money Gram Award, premio all’imprenditoria immigrata in Italia. La sua impresa, la Romania S.r.l., impiega 34 persone e per quest’anno prevede un aumento delle vendite del 34% e stima un fatturato di 19 milioni di euro. “Non parliamo di un fenomeno marginale ma di una realtà consolidata” ha detto il vicepresidente Money Gram Massimo Canovi, durante la premiazione, che si è svolta ieri a Roma.
Trasferitosi a Roma nel 1996, Florin Simon ha iniziato a lavorare come manovale nell’edilizia fino a quando non ha aperto la sua impresa a servizio degli immigrati romeni in Italia, importando prodotti tipici e distribuendoli al dettaglio. Oltre al premio assoluto di Imprenditore Immigrato dell’Anno, gli è stato conferito il premio di categoria Money Gram Award per la Crescita.
Oltre a conferire il titolo di imprenditore immigrato dell’anno, stamani a Roma, il Money Gram Award ha premiato cinque aziende che hanno dimostrato, ciascuna per una di queste categorie, di avere capacità di visione, coraggio e leadership e che hanno saputo esportare e adottare con successo il proprio modo di lavorare nel nostro Paese.
I premi sono stati assegnati da una giuria presieduta da Natale Forlani, direttore generale della direzione dell’Immigrazione del Ministero del Lavoro a: Florin Simon (Romania) con Romania S.r.l. per la categoria Crescita; Sandra Aparecida Gouveia (Brasile) con il centro estetico Akos Benessere e Anisoara Marin (Romania) con la cooperativa sociale Risvolti per l’occupazione; Lishuang Hu, detto Marco (Cina) con il locale Wok Sushi per la categoria Innovazione; Muhammad Ajmal Shahid (Pakistan) con la cooperativa di servizi Impresa service per la giovane imprenditoria; Elsa Javier (Perù) con l’associazione Semillas Latinas per la responsabilità sociale.

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