Rispetto al censimento 2001, quello che si è svolto nel 2011 riporta un calo di italiani di 250mila unità, compensato tuttavia dall’incremento della popolazione straniera che, rispetto a 10 anni fa, è più che triplicata. Lo riferisce l’Istat che ha pubblicato i risultati dal XV° Censimento.

Nel 2001 gli stranieri residenti in Italia erano 1 milione e 300mila mentre attualmente quelli censiti sono 4 milioni. Anche l’incidenza sulla popolazione totale registra un incremento significativo, passando da 23,4 stranieri ogni mille abitanti censiti nel 2001 a 67,8 nel 2011. Due stranieri su tre vivono al Nord in particolare nel Nord Ovest (36%) dove la loro incidenza sulla popolazione totale è pari al 90,5 per mille abitanti. In generale sono più numerose le donne: da 112 maschi ogni 100 femmine nel 1991 si passa a 87 maschi nel 2011. La metà degli stranieri vive nei comuni piccoli (fino a 20mila abitanti) dove se ne registrano 63,8 ogni mille censiti; un ulteriore terzo risiede nei comuni con almeno 100mila abitanti dove si registra l’incidenza più elevata (86,3 per mille censiti).

La presenza di stranieri ha compensato il calo di italiani a Brescia, Torino, Padova e Bologna. Non è così invece nei comuni di Milano, Napoli, Venezia e Genova dove la variazione negativa della popolazione rispetto a 10 anni fa non viene risolta dalla presenza straniera. Solo a Perugia, Reggio Emilia e Ravenna anche la popolazione italiana è aumentata nel decennio, sebbene in misura più contenuta degli stranieri.