Il Centro Frantz Fanon cessa la propria attivitˆ

presso lĠASL TO 1 a partire dal 15 gennaio 2013

 

Il Centro Frantz Fanon, da oltre dieci anni ospite dellĠASL TO 1 (ex ASL 2) grazie a una convenzione per lĠuso dei suoi locali, e dal settembre 2009 operante allĠinterno degli accordi stabiliti da una gara dĠappalto per le attivitˆ cliniche e di mediazione culturale rivolte alla popolazione immigrata, ha appreso che dal 15 gennaio 2013 cessa il contratto dĠaffitto fra lĠASL e il proprietario dei locali dove attualmente il Centro opera.

Se per gli altri Servizi ubicati nella stessa sede – Centro diurno e Gruppo Residenze del Dipartimento di Salute Mentale – sono state previste, a fatica, soluzione alternative, nessuna indicazione  stata invece proposta per spostare in altra sede ASL le attivitˆ del Centro Frantz Fanon (Servizio di counselling, psicoterapia e supporto psicosociale per gli immigrati, i rifugiati e le vittime di tortura). Ci˜ significa che entro quella data dovremmo traslocare Ôsenza destinazioneĠ, non potendo pi continuare le nostre attivitˆ allĠinterno dellĠASL TO1.

Alle ripetute richieste di poter continuare a svolgere il nostro lavoro presso altri locali di questĠultima, alle sollecitazioni inoltrate dal Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ai Dirigenti aziendali, nessuna risposta  pervenuta sino ad oggi dai vertici dellĠAzienda, a meno di qualche settimana dallĠobbligo di abbandonare i locali. LĠunica comunicazione che indirettamente concerne anche il Centro Fanon  pervenuta via e-mail ad operatori le cui attivitˆ sono realizzate nello stesso stabile:

 

ÇDottoressa,

Le rammento che la disdetta del contratto di via Vassalli Eandi 18  giˆ operativa pertanto l'immobile dovrˆ essere completamente libero dal 15 gennaio 2013 per procedere alla consegna.

CordialmenteÈ

 

250 pazienti (adulti, minori, nuclei famigliari seguiti nel corso del 2012 e al momento in carico presso il Centro Fanon), molti dei quali affetti da gravi patologie, non potranno pi essere seguiti dal nostro gruppo di lavoro, la cui esperienza, prima ed unica in Italia,  stata oggetto in questi anni di apprezzamenti e riconoscimenti nazionali e internazionali. Lo ricordiamo senza alcuna presunzione, ma solo per dire dellĠindifferenza e della miopia delle istituzioni al cospetto delle risorse esistenti e dei bisogni di cura dei cittadini stranieri: unĠaltra espressione della violenza delle istituzioni e dei dispositivi burocratici di uno stato neoliberale

 

LĠASL si  mostrata sorda alle nostre richieste: la Òcontinuitˆ terapeuticaÓ, valore sbandierato in tanti documenti e discorsi sino alla nausea, sembra improvvisamente diventare un concetto superfluo quando i Signori dellĠAzienda devono operare i loro tagli, e quando i pazienti sono semplici immigrati.

Tutto, ancora una volta, sembra essere fatto in nome del nuovo dogma politico-economico di cui un capitalismo perverso e criminale non smette dĠinvocare lĠesigenza: ridurre i costi della spesa pubblica, poco importa quanto questo significhi in termini di sofferenza, interruzione di servizi, appalti al ribasso senza controllo della qualitˆ delle prestazioni.

In un vortice che si abbatte indifferentemente e ciecamente su centri dĠeccellenza e rami secchi (molti dei quali, per altro, continueranno a riprodursi grazie a immunitˆ intoccabili), a pagare il prezzo pi alto saranno ancora una volta i soggetti vulnerabili: coloro che meno di altri hanno accesso alle risorse pubbliche, coloro la cui sofferenza rimane spesso invisibile o inascoltata.

é il momento, tuttavia, di dire (di ripetere) qualcosa intorno alla logica di questi tagli, una logica che non  mai oggettiva nŽ, come ipocritamente si sostiene, efficace nel ridurre sprechi o distorsioni.

Il costo dellĠattuale convenzione fra lĠASL TO1 e lĠAssociazione Frantz Fanon , per anno, meno di 65.000 euro. Il gruppo di lavoro  composto di circa 15 operatori (psicoterapeuti, medici, psichiatri, psicologi, mediatori culturali, educatori), con larga esperienza clinica.

Si tratta di un costo irrisorio se si considera il lavoro realizzato dal Centro Frantz Fanon: nel corso di questi anni abbiamo potuto seguire oltre 1600 pazienti solo perchŽ buona parte del lavoro svolto  stato realizzato in modo volontario, o ricorrendo ad altre sorgenti di finanziamento. Si tratta per˜ di un costo, quello del Centro Fanon, irrilevante in particolare se lo si confronta con altre tipologie di spesa: quella, ad esempio, relativa ai costi per il ricovero annuo di un solo paziente (!) presso una comunitˆ psichiatrica, e certo irrilevante anche se misurato con quello di altre spese di unĠAzienda Sanitaria.

é tuttavia evidente che questi dati non bastano da soli a sostenere la nostra esperienza nŽ lĠurgenza di un intervento specialistico rivolto a vittime di tortura, rifugiati, richiedenti asilo, a coloro che non troverebbero al momento in altri servizi dellĠASL analoghe risorse terapeutiche.

Non ne siamo affatto sorpresi, tuttĠaltro, e ci˜ per almeno due motivi: il primo inesorabilmente contingente e miserabile, il secondo pi complesso.

Il primo: non cĠ da stupirsi che unĠazienda sanitaria operante in una Regione il cui Governatore appartiene a un partito come la Lega Nord sia del tutto indifferente ai problemi posti dalla sofferenza della popolazione immigrata. Garantire un lavoro clinico complesso allĠaltezza della loro domanda di cura non  certo una preoccupazione per un gruppo politico che ha offeso ripetutamente la condizione degli immigrati, approvando nel precedente governo una legge che infrange i pi elementari diritti umani (lĠistituzione dei CIE), grazie alla quale  possibile privare della propria libertˆ – per un periodo che pu˜ durare sino a diciotto mesi – donne e uomini che hanno commesso la sola colpa di sognare un destino migliore o che, pi drammaticamente, hanno voluto sottrarsi alla morte e alla violenza.

Coloro che sono interessati pi a riprodurre il proprio potere che a occuparsi dei bisogni della popolazione, coloro che rappresentano lĠAltro solo nei termini di un disprezzo sistematico se non razzista, non possono essere certo interlocutori di un simile progetto.

Ma cĠ un altro motivo, si  detto, che rende tutto sommato prevedibile il silenzio di unĠASL.

Ogni qualvolta si chiede conto delle loro scelte, si risponde sempre che queste sono motivate, oggettive, ÒnellĠinteresse diÉÓ.

Tuttavia lĠoggettivitˆ, scriveva Fanon ne I dannati della terra, invocata dai giornalisti occidentali quando chiamati a dar conto dei loro giudizi sui comportamenti dei colonizzati, si rovescia sempre implacabilmente e inesorabilmente contro questi ultimi. Potremmo oggi riprendere questo stesso argomento, avendo solo cura di scrivere: contro i dominati, gli immigrati, i marginali. Una classe politica ubriaca dallĠesercizio del potere, sostenuta da un ceto di burocrati pronto a offrire servile il suo arsenale di leggi, circolari e commi, prolifica allĠombra di unĠoggettivitˆ che finisce per colpire, ormai lo sappiamo, sempre e solo i pi deboli.

ÇLĠuomo parla troppo. Occorre insegnargli a riflettere. E per questo occorre fargli paura. Molta paura. Per questo io ho parole-archi, parole-proiettili, parole-coltelloÈ. Questo scriveva Fanon in una celebre lettera indirizzata al fratello Joby, testimone delle sue esperienze e dellĠipocrisia che andava scoprendo nellĠEuropa dei diritti...

Da Fanon abbiamo tratto una lezione di impegno e di coerenza, di coraggio e di indocilitˆ, che non sarˆ certo messa in discussione dallĠindifferenza delle istituzioni nŽ dal razzismo che le abita, spesso mascherato dalla retorica della sicurezza o da quella della razionalitˆ economica.

LĠobbedienza non  pi una virt:  questo un altro principio che ha guidato sempre la nostra pratica, sussurrato con forza da don Milani anni addietro, quando un altro razzismo si abbatteva contro altri ÇstranieriÈ, quando Çaltre leggi ingiusteÈ schiacciavano gli umili. é un principio che continua a indicare il percorso che alcuni di noi testardamente continueranno a seguire nel tentativo di realizzare un lavoro rigoroso, al servizio di chi soffre, quale che sia la sua condizione, la sua appartenenza, il suo statuto giuridico. Senza differenze di sorta.

Per fare tutto questo abbiamo per˜ urgentemente bisogno del vostro sostegno. S“: questa volta si tratta anche di un sostegno materiale, utilizzando le modalitˆ che riterrete pi opportune.

Vogliamo continuare altrove, giˆ a partire dal mese di gennaio 2013, la nostra esperienza. Vogliamo mantenere il Centro Frantz Fanon aperto. I soci dellĠAssociazione hanno deciso allĠunanimitˆ, nellĠAssemblea del 17 dicembre 2012, di contribuire a questo progetto donando parte del loro contributo annuo per le attivitˆ svolte. Ma questo non sarˆ sufficiente, nel primo anno, per pagare lĠaffitto di una sede che possa disporre di un numero minimo di locali e, facilmente accessibile, costituire uno spazio dignitoso per lĠaccoglienza e la cura degli immigrati.

Stiamo giˆ presentando progetti che prevedano il contributo per lĠaffitto della sede, ma le risposte – se positive – saranno utilizzabili solo a partire dai prossimi anni. E a noi servono risorse ora.

Per questo, per tutto questo, chiediamo ai numerosi amici e compagni di viaggio che – in Italia e altrove – hanno seguito con interesse la nostra esperienza, chiesto suggerimenti per riprodurla in altri contesti, condiviso con noi riflessioni, iniziative e pratiche innovative, di aiutarci perchŽ il lavoro del Centro Frantz Fanon possa proseguire il proprio cammino come sempre: senza compromessi.

 

Non siamo mai stati bravi per quanto riguarda la Òricerca fondiÓ. Non saremo bravi neanche questa volta nel predisporre strategie di marketing e sponsorizzazioni.

Abbiamo pensato a due formule di donazione: ÔamiciĠ (10 euro) e ÔsostenitoriĠ (50 euro), ma qualunque altra formula sarˆ ben accolta!

La donazione pu˜ essere fatta sul conto corrente bancario intestato allĠAssociazione Frantz Fanon:

 

UNICREDIT, Via Principi dĠAcaja 55F, 10138 Torino

IBAN: IT23L0200801118000003061841

 

Sul sito dellĠAssociazione (www.associazionefanon.org) vi terremo informati sugli sviluppi.

Grazie sin dĠora, e Buon Anno!

 

 

Torino, 20 dicembre 2012

 

Roberto Beneduce

Responsabile del Centro Frantz Fanon

 

 

 

 

 

Tutti i soci dellĠAssociazione Frantz Fanon:

 

Lahcen Aalla

Roberto Bertolino

Michela Borile

Nicola De Martini

Walter DellĠUomini

Ambra Formenti

Stefania Gavin

Simona Gioia

Sara Goria

Simona Imazio

Irene Morra

Anna Chiara Satta

Simone Spensieri

Simona Taliani

Luigi Tavolaccini

Francesco Vacchiano

Alice Visintin

Eleonora Voli