14 gennaio 2013

Immigrati Rosarno emergenza senza fine
Rai giornale radio, 14-01-2013
A Rosarno, in Calabria, si rischia un nuovo caos per l'ordine pubblico, visto il massiccio afflusso di migranti, impegnati nella raccolta stagionale degli agrumi nella piana di Gioia Tauro. Alla tendopoli, allestita dalla Protezione Civile, si è affiancata una baraccopoli, realizzata con mezzi di fortuna. Domani dovrebbero arrivare 500 nuove tende, mentre il sindaco nei giorni scorsi aveva già ordinato lo sgombero dell'area
A distanza di tre anni dai fatti di Rosarno ecco ripetersi l’emergenza immigrati, giunti circa un mese fa nella Piana di Gioia Tauro, sono migliaia coloro che vivono nelle tendopoli con una capienza di 250 persone fatte appositamente per l’accoglienza dei lavoratori stagionali.
Alcuni africani sono sparsi nelle campagne dove vivono in baraccopoli o nelle capanne di cartone ,mentre 800 di loro occupano le tende nell’area portuale della zona industriale di San Ferdinando.
Gli africani sono arrivati in autunno, ripartiranno in primavera dopo aver raccolto agrumi a 25 euro al giorno, anche se adesso i padroni prediligono il cottimo che aumenta la produttività: un euro a cassetta per i mandarini e 0,50 per le arance, in ogni cassetta 18-20 chili di raccolto.
Nel pieno della stagione lavorano tre-quattro giorni a settimana, a chiamata, versando tre euro al caporale che li carica all’alba sul pullmino. Nei giorni di magra girano in bici nella piana, fanno la spesa ai discount, cucinano riso e ali di pollo in bidoncini arrugginiti, si ubriacano di birra, litigano tra loro.
I due giganteschi dormitori nei ruderi delle fabbriche dismesse non esistono più da tre anni: uno chiuso d’imperio e abbandonato, l’altro demolito. Ma la nuova favela tra Rosarno e San Ferdinando è, se possibile, ancora più raccapricciante. Lamiere di eternit recuperate in qualche cimitero industriale, di cui la Calabria abbonda, fanno rimpiangere gli scheletri di cemento e le pareti di ferro. Ora i tetti sono di cellophane, cartone, plastica di risulta.
Dall’alto è arrivata la conferma della mancanza di danaro da destinare al “ problema Rosarno” e in poche settimane, con l’apertura della nuova stagione, le tende si sono riempite oltre numero, le mense occupate come dormitori e i servizi igienici resi inservibili senza qualunque forma di manutenzione; i nuovi arrivati hanno cominciato a metter su una baraccopoli con mezzi di fortuna ai margini dell’insediamento originario e così anche i bagni sono tornati a cielo aperto. Nella piana lo stato di emergenza sembra riprendere. Sono attese nella giornata di oggi 500 nuove tende.



Le imprese di immigrati danno lavoro a 800 mila persone.
È la stima della Camera di commercio di Milano. Solo nel capoluogo lombardo 91 mila lavoratori hanno come datore un immigrato.
Immigrazioneoggi, 14-01-2013
Sono oltre 800 mila i posti di lavoro creati in Italia dalle 430 mila imprese con titolare straniero, pari al 3,7% del totale degli occupati nel settore privato italiano. 490 mila sono gli occupati delle sole micro-imprese di stranieri, quelle considerate ditte individuali, pari al 10,5% dell’occupazione creata da tutte le ditte individuali in Italia. È quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese relativi al secondo trimestre 2012 (imprese che hanno titolare non nato in Italia o con controllo di proprietà a maggioranza di persone non nate in Italia).
Tra le province, Milano è prima per numero di addetti creati da imprese straniere con oltre 91 mila posti di lavoro (l’11,1% del dato complessivo italiano), seguita da Roma (quasi 70 mila), Torino (33 mila), Firenze (oltre 25 mila), Brescia (24 mila) e Prato (quasi 20 mila). E proprio Prato è la prima provincia in Italia se invece consideriamo l’incidenza degli addetti occupati da imprese straniere sul totale: ogni 100 posti lavoro, 20 sono creati da imprese con titolare straniero. Seguono Teramo (incidenza: 7,7%), Imperia (6,7%), Firenze (6,7%), Lodi (6,5%) e Gorizia (6,4%). La provincia con invece l’incidenza più bassa è Benevento con lo 0,2% del totale.



LA GIORNATA DEL MIGRANTE
Papa: accogliere chi emigra per una "vita degna"
Avvenire, 14-01-2013
I milioni di esseri umani costretti a lasciare la propria terra devono essere "accolti e aiutati" nella loro speranza di un "vita degna", per sè e per le proprie famiglie. I cristiani sono chiamati a farsi "prossimo di chi soffre e dare voce a chi non ha voce".
Il Papa ieri ha riassunto il senso della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato nei saluti nelle varie lingue dopo l'Angelus. E ha richiamato la figura di Abramo, che emigra perchè "spera in un futuro migliore" "ma anche perchè si fida di Dio", lo stesso Dio che "benedirà ogni gesto di carità" verso immigrati e profughi.
Nella messa nella cappella Sistina, amministrando il battesimo a 11 neonate e 9 neonati figli di dipendenti vaticani, Benedetto XVI ha invece ricordato che con il battesimo i genitori offrono ai piccoli la "amicizia" di Gesù, "Dio che si è fatto uomo", e per questo sta "patire e gioire" con gli uomini. Non vi sentite fuori moda se battezzate i vostri figli, ha esortato Benedetto XVI, giacchè, contrariamente a quanto affermato dalla "mentalità" corrente, il "rapporto personale con Gesù" non "mortifica" la propria "realizzazione personale".  Invece, ha ribadito papa Ratzinger, nel cammino di fede si comprende la "azione liberante dell'amore di Dio, che ci fa uscire dal nostro egoismo, dall'essere ripiegati su noi stessi, per condurci a una vita piena, in comunione con Dio e aperta agli altri". Qualcosa della meditazione del Papa sul battesimo sarà senz'altro rimasta nel cuore dei genitori da raccontare ai figli, pur se gli adulti sono stati impegnatissimi tra biberon e fiocchi, a tenere a bada i piccoli. Un neonato particolarmente inquieto ha cominciato a strillare alla preghiera dei fedeli ed è andato avanti fino alla fine, creando anche un certo scompiglio nell'ordine in cui i bambini, in braccio alla mamma, si avvicinavano a papa Ratzinger per il momento clou della amministrazione del sacramento. Ricca la simbologia del rito, con la veste candida consegnata a ogni battezzato e la candelina ai genitori, con la rinuncia a Satana e con l'unzione della fronte.
All'Angelus, nel richiamare alla accoglienza degli immigrati, Benedetto XVI ha anche rivolto un "saluto particolare alle comunità cattoliche migranti presenti a Roma", affidandole alla protezione di santa Cabrini e del beato Scalabrini, due simboli della cura degli emigrati italiani all'estero. Accoglienza e tutela della dignità di chi lascia la propria terra sono poi al cuore del messaggio di Benedetto XVI per la 99.ma giornata mondiale del migrante, intitolato "Migranti: pellegrinaggio di fede e di speranza" e pubblicato nei mesi scorsi.



Lavoro domestico, oltre l’80% della manodopera è straniera. Per gli immigrati più ore e stipendi inferiori.
Gli addetti in calo nel 2011, diminuiti del 5%. Studio della Fondazione Moressa.
Immigrazioneoggi, 14-01-2013
Leggermente diminuiti (-5,2%) i lavoratori domestici stranieri dal 2010 al 2011, un settore che rimane caratterizzato in gran parte dalla manodopera immigrata con l’80% degli addetti stranieri, secondo quanto risulta da un’indagine della Fondazione Leone Moressa.
Secondo lo studio, la popolazione dei lavoratori domestici è costituita prevalentemente da donne: le lavoratrici italiane hanno un’età media di 46 anni, mentre le straniere sono più giovani di 3 anni. Mediamente queste ultime lavorano più ore settimanali delle italiane: 27 ore a fronte di 19, ma dichiarano meno settimane: 35 per le straniere e 38 per le italiane. Le lavoratrici straniere ricevono una retribuzione media di 6.411 €, mentre le italiane percepiscono mediamente 5.153 € all’anno.
Lombardia e Lazio raccolgono oltre un terzo dei lavoratori domestici presenti sul territorio nazionale, rispettivamente il 20,2% e il 17,2%. L’incidenza maggiore degli stranieri sul totale dei lavoratori domestici si riscontra in Lazio (88,1%), Emilia Romagna (87.8%) e Lombardia (87,5%). La Sardegna, in questo senso, si distingue per essere la regione in cui rimane prevalente l’impiego di lavoratori autoctoni in questo settore: gli stranieri rappresentano solo il 23,7 % del totale dei lavoratori domestici. Roma, Milano e Torino si riconfermano le prime tre province per numero di lavoratori domestici: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all’Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%).



Francesco, giovane ingegnere cinese «Al liceo ho incontrato anche la fede»
Avvenire, 14-01-2013
Ilaria Sesana
​«Sono un idealista pragmatico». Francesco Wu, 31 anni, pesca agilmente con le bacchette i lunghi gusci dei cannolicchi dal piatto di portata. «Sono come vongole lunghe», spiega. Sul tavolo, altre prelibatezze gastronomiche della cucina tradizionale cinese. «Forse il mio idealismo è italiano, mentre il pragmatismo è cinese», riflette ad alta voce, assaporando nervetti di gallina: «Il mio antipasto preferito».
Nato in Cina nel 1981, Francesco vive in Italia da quando ha 8 anni. Scuole elementari e medie ad Affori, periferia nord di Milano, le superiori al liceo “Gonzaga”. «Arrivare da piccolo mi ha permesso di trovarmi a metà tra due culture. E di farne una buona sintesi», racconta. Oltre allo studio, negli anni del “Gonzaga”, dedica parte delle sue giornate all’associazione “L’Aquilone” formata da studenti ed ex studenti dello storico istituto milanese. «Ho fatto volontariato per 7 anni. E in quel periodo ho iniziato a farmi delle domande sul senso della vita – dichiara –. La scoperta del valore della gratuità e l’incontro con un fratello delle scuole Lassaliane, mi ha avvicinato al cattolicesimo».
A 18 anni decide di farsi battezzare, scegliendo di portare il nome di san Francesco Saverio. La cerimonia si svolge 2 anni dopo, nella chiesa di San Gregorio Magno. Dopo la laurea in ingegneria elettronica nel 2005, Francesco lavora per 3 anni per aziende italiane attive in Cina. Futuro e carriera sembrano ormai avviati su solidi binari, ma la crisi del 2008 lo spinge a rimettersi in gioco. Smette i panni del dipendente, decide di “reinventarsi” in Italia come imprenditore. Anche per restare accanto alla moglie e al figlio che oggi ha 4 anni.
Assieme al fratello Silvio, rileva il ristorante “Al borgo antico” di Legnano (Mi) e, contrariamente alle aspettative di tutti, abbandona la politica “low cost” tipica di tanti ristoratori cinesi per puntare su una cucina italiana di qualità medio-alta. I primi anni sono duri, con orari di lavoro massacranti e tante responsabilità, ma oggi il ristorante figura tra i più rinomati della zona e dà lavoro a una dozzina di persone. «Mi occupo degli aspetti amministrativi, ma se serve posso anche dare una mano in cucina», dice con orgoglio.
Determinato, intelligente e curioso non ha rinunciato all’impegno civile con l’Unione imprenditori Italia Cina (Uniic) e Associna (Associazione dei giovani cinesi di seconda generazione). Perché Francesco, malgrado gli studi in Italia e un leggero accento milanese, non ha ancora la cittadinanza: «Per mio figlio vorrei un’Italia che riuscisse a capire che i ragazzi nati qui da genitori stranieri sono una risorsa culturale ed economica per questo Paese – conclude –. I “nuovi italiani” sono il futuro. E spero che i politici siano abbastanza lungimiranti da capirlo».



Cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati
la Repubblica-Milano, 14-01-2013
SE IL Consiglio comunale voterà oggi quell'ordine del giorno sospeso da settimane, solo una ventina di bambini nati in Italia da genitori stranieri riceverà la cittadinanza onoraria milanese. Ma la maggioranza a Palazzo Marino vorrebbe dare un segnale più forte, estendendo il riconoscimento a un maggior numero di ragazzi. Magari a tutti i nati dal 1° gennaio 2013, è l'ipotesi, forse istituendo un registro e una cerimonia pubblica. Un gesto solo simbolico (e politico), in attesa che il Parlamento vari una legge sullo «ius soli», cioè la cittadinanza a chi nasce sul territorio, opposta allo «ius sanguinis», la norma vigente in Italia che solo ai maggiorenni consente di avviare la pratica per la cittadinanza. Cosi, il provvedimento potrebbe slittare alla prossima seduta per trovare una soluzione che non porti troppi oneri al Comune,e non scateni l'opposizione del centrodestra. L'ordine del giorno porta la firma del consigliere Pd Paola Bocci, sulla scia della Giornata mondiale dell'infanzia dell'Unicef, il 20 novembre. Ma poi l'aula non fece in tempo a votarla. Dopo due mesi, si pensa cosi ad ampliarne la portata. Cosi come sollecitato dalla giunta: «Milano dia la cittadinanza a 36mila ragazzi nati in Italia da stranieri» avevano chiesto al Consiglio il vicesindaco Guida e l'assessore al Welfare Majorino. Sono quasi 25mila i bambini nati nel 2011 in Lombardia da stranieri, un terzo del totale.



Otranto: sbarco di immigrati
Julie News, 14-01-2013
OTRANTO – I militare della Guardia di Finanza hanno rintracciato 35 immigrati nel Salento.
Si tratta di un gruppo composto da tutti uomini, privi di documenti, giunto la scorsa notte con un’imbarcazione nelle acque antistanti alla marina di Novaglie.
I sedicenti pachistani erano intenti a percorrevano a piedi la strada per Alessano e Corsano.
Le autorità competenti, fanno sapere che sono tutti in buona salute e non presentano particolari problemi.
Per ora il gruppo di uomini è stato portato al Centro di temporanea accoglienza di Don Tonino Bello di Otranto.
Qui tutti hanno potuto mangiare e riprendersi dalle fatiche del viaggio.
Continuano,intanto, le indagini sulle sorte degli scafisti di cui per ora non si sa nulla.



Cittadinanza a 11 milioni di immigrati
Obama punta al colpo grosso
l'Unità, 14-01-2013
Roberto Arduini
Obama accelera sull’immigrazione. Il New York Times rivela l’intenzione del presidente statunitense di dare una soluzione definitiva alla riforma, con norme che permettano agli immigrati clandestini di regolarizzarsi, anche se dovranno pagare sanzioni e tasse arretrate. Nonostante le priorità legate alla situazione dei conti pubblici, Obama vuole imprimere un’accelerazione, mantenendo così una delle principali promesse della campagna elettorale. Il presidente Usa vuole spingere il Congresso ad agire rapidamente su una riforma che comprenda la cittadinanza per la maggior parte degli 11 milioni di clandestini nel Paese.
Secondo alti funzionari dell’amministrazione, Obama e i deputati democratici al Senato proporranno le modifiche in un unico disegno di legge, resistendo così ai tentativi di alcuni repubblicani di spezzettare la norma in tante proposte più piccole che riguardino separatamente i giovani immigrati clandestini, i braccianti e gli stranieri altamente qualificati: provvedimenti che così potrebbero essere più facili da accettare per molti membri riluttanti del loro partito. I democratici si oppongono anche a misure che non consentano agli immigrati che ottengono il primo livello dello status giuridico di diventare un giorno cittadini statunitensi.
Ma l’ambizione di Obama è più ampia. Entrambe le parti politiche ritengono che i primi mesi del suo secondo mandato offrano le migliori prospettive per il successo dell’iter legislativo della riforma. Un gruppo bipartisan di senatori è al lavoro su un documento unico, con l’obiettivo di introdurre una norma già da marzo per giungere a un voto al Senato prima di agosto.
Nelle prossime settimane il presidente dovrebbe esporre il suo piano, forse già nel discorso dello State of the Union dei primi di febbraio. La Casa Bianca sosterrà che la sua soluzione per gli immigrati illegali non è una sanatoria, come molti critici insistono, in quanto include sanzioni e il pagamento di tasse arretrate per gli immigrati illegali che vogliono ottenere lo status legale. Il piano del presidente potrebbe anche imporre la verifica a livello nazionale dello status giuridico per tutti i lavoratori neo-assunti, visti per alleviare i ritardi e permessi lunghi per gli immigrati altamente qualificati.

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