02 gennaio 2013

Profughi, c'è la proroga ma il Comune dà l’allarme
"Bomba a orologeria pronta a esplodere"
la Repubblica, 02-01-2013
ZITA DAZZI
LA PROROGA è arrivata, gli immigrati potranno ancora essere assistiti. Ma solo per due mesi. Poi, perloro, si apre solo la prospettiva della Strada. E molti sono già pronti a mobilitazioni, anche clamorose, per non diventare senzatetto.il Governo ha deciso di concedere i finanziamenti per ospitare per altri 60 giorni i profughi arrivati dalla Libia nei centri d'accoglienza di Milano e di tutta la regione. Il prefeito Gian Valerio Lombardi ha convocato l'assessore ai servizi sociali Pierfrancesco Majorino per dargli la comunicazione uffi- ciale, dopo che l'assessore aveva più volte lanciato l'allarme dell'emergenza incombente. «Ma l'emergenza è solo rinviata, perché dopo il 28 febbraio i profughi dovranno arrangiarsi da soli. E ho già avuto segnali che sono pronti a scendere in piazza per reclamare il diritto di non finire in Strada», denuncia Majorino.
Il rischio che corrono è ben chiaro alle centinaia di nordafricani sbarcati a Lampedusa nell'inverno di due anni fa, durante la guerra civile in Libia, e smistati nelle settimane successive dall'ex ministro degli Interni Maroni in tutte le regioni italiane. Alla Lombardia ne furono destinati oltre 3mila, 750 dei quali in provincia di Milano. Per due anni sono stati parcheggiati prima in re- sidence e hotel di quarta categoria, poi in centri gestiti da parrocchie ed enti del terzo settore. Per ogni profugo, il governo Berlu-sconi decise di pagare 46 euro al giorno, comprensivi di vitto, alloggio, corsi di lingua e avviamento al lavoro. Attività que- st'ultima che nella maggior parte dei casi non è stata fatta.
Solo a Milano, da circa un anno, quando la materia è stata affidata a un coordinamento di onlus che ha assistito i profughi nel centro comunale di via Barzaghi, è stato tentato un percorso di inserimento sociale e professionale. Il tutto, in attesa che gli ex ri- chiedenti asilo avessero una risposta dalla giustizia sul riconoscimento dello status di rifugiato politico. «In realtà, nell'incertezza totale delle decisioni del governo, queste persone sono rimaste nel limbo, con la prefettura che rigettava una ad una tutte le domande fatte da chi aspirava ad essere riconosciuto "rifugiato", pur senza averne i requisiti — spiega l'avvocato Alberto Guariso, dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione —. La grande maggioranza, dopo il rigetto della richiesta, ha fatto ricorso per evitare di finire in clandestinità. E solo di recente il governo ha fatto una circolare concedendo a tutti un permesso di soggiorno prowisorio per sei mesi». Finito questo período di ulteriori sei mesi, se i non avranno trovato un lavoro, maturando quindi il diritto a un permesso Stabile, si aprirà il baratro della clandestinità.
«È una bomba ad orologeria— spiega Majorino —. Queste persone quando rimarranno sulla Strada e senza permesso cominceranno a protestare, dobbiamo prepararci a vederli arrivare tutti a Milano, dove le loro manifestazioni avranno piú visibilità». Oltre un centinaio dei 3mila che erano sparpagliati in Lombardia, sono già arrivati in città. E sono finiti in via Barzaghi, ospiti nella struttura allestita per l'emergenza freddo. «Li accogliamo come se fossero clochard, perché non ho altri posti liberi— continua l'assessore — ma è chiaro che non potremo dire di si a tutti quelli che arriveranno nelle prossime settimane».



Migranti gettati in mare dagli scafisti Un morto
Corriere della sera, 02-01-2013
TRAPANI — Il cadavere di un migrante maghrebino ancora non identificato è stato trovato sulla spiaggia di Tre Fontane, a Campobello di Mazara (Trapani). Si tratta di uno dei due uomini — secondo il racconto fatto agli investigatori dai migranti giunti lunedì sull'isola dopo una traversata nel canale di Sicilia — a non avercela fatta a raggiungere terra: i tre scafisti del peschereccio che ha imbarcato i migranti in Tunisia — secondo il racconto dei testimoni a bordo — avrebbero gettato in mare il loro «carico» quando la barca era a decine di metri dalla costa e nonostante le urla di chi non sapeva nuotare e invocava aiuto. Lo sbarco è avvenuto alle 2 di notte, e poco dopo una motovedetta della Guardia di Finanza di Mazara del Vallo si è accorta di un peschereccio che navigava a luci spente. Quando gli uomini delle Fiamme gialle si sono accostati all'imbarcazione, l'equipaggio ha tentato la fuga. Dopo un inseguimento di venti minuti il peschereccio è stato bloccato e gli scafisti sono stati arrestati e richiusi nel carcere di Trapani.



Trapani, migranti gettati in mare da scafisti: recuperato un cadavere
Avvenire, 02-01-2013
Quello che fino a ieri era solo un timore, stamattina ha avuto una tragica conferma: sulla spiaggia di Tre Fontane, nel territorio di Campobello di Mazara (Trapani), è stato trovato il cadavere di un immigrato magherebino, di cui ancora non si conosce il none.
È uno dei due uomini - secondo il racconto fatto agli investigatori dai migranti giunti ieri sull'Isola dopo una traversata nel canale di Sicilia - a non avercela fatta a raggiungere terra: i tre scafisti del peschereccio che ha imbarcato i migranti in Tunisia, hanno gettato in mare il loro "carico" quando la barca era a decine di metri dalla costa. Lo sbarco è avvenuto alle 2 di notte, e poco dopo una motovedetta della Guardia di finanza di Mazara del Vallo si è accorta di un peschereccio che navigava a luci spente nelle acque di Torretta Granitola, cercando di eludere i controlli.
Quando gli uomini delle Fiamme gialle si sono accostati all'imbarcazione, l'equipaggio ha tentato la fuga. Dopo un inseguimento durato venti minuti il peschereccio è stato bloccato, a bordo c'erano tre tunisini, di 21, 35 e 47 anni, che avevano appena abbandonato in mare i migranti.
Non è stato difficile capire quello che era accaduto: condotti nel porto di Mazara del Vallo, i tre sono subito stati riconosciuti dagli otto tunisini che si erano messi in salvo. Così gli scafisti sono stati subito arrestati e richiusi nel carcere di Trapani. Il racconto dei sopravvissuti è stato terribile: i tre hanno costretto i migranti a gettarsi in mare, dove l'acqua era profonda, nonostante le urla di chi non sapeva nuotare e invocava aiuto.
Ieri erano iniziate le ricerche dei due dispersi, condotte anche con l'ausilio di tre elicotteri dalla Capitaneria di porto e dalla Guardia di finanza. Impegnati pure i sommozzatori dei Vigili del fuoco. Stamane le ricerche sono riprese per concludersi al tramonto, ma non è stata trovata alcuna traccia dell'altro disperso. Domattina riprenderà l'attività, ma soltanto con unità navali. Sulla vicenda la procura ha aperto un'inchiesta.
Intanto, all'alba sono stati individuati a terra 17 tunisini, sbarcati alle 5 a Torretta Granitola. Ma nelle ore successive



Grazie Presidente! Giorgio Napolitano, nel discorso di fine anno, lancia indirizzi chiari sulle politiche per l’immigrazione.
Il Capo dello Stato indica la cittadinanza alle seconde generazioni, accoglienza dignitosa per i rifugiati, l’apporto degli immigrati alla società italiana.
Immigrazioneoggi, 02-01-2013
Una vera e propria agenda politica, di alto profilo e che guarda al futuro del Paese e delle nuove generazioni, senza dimenticare i nuovi cittadini immigrati o di origine straniera. È il segno che il presidente Giorgio Napolitano ha voluto lasciare nel tradizionale discorso di fine anno, ultimo del suo settennato.
Con una classe politica in fermento e prossima alla campagna elettorale, dove tra “programmi” e “agende” varie, si rimane nel vago e si discute quasi si fosse in consigli di amministrazione di aziende qualsiasi, il Capo dello Stato ha tracciato quelli che sono i temi di fondo, senza tralasciare gli aspetti dell’emergenza economica.
Ridurre le disuguaglianze sociali, dignità per i detenuti, cittadinanza per i giovani stranieri nati in Italia, accoglienza per i rifugiati, ruolo internazionale dell’Italia – soprattutto in Europa – non soltanto sugli aspetti economici, ma dei diritti civili.
Per quello che riguarda gli immigrati, il presidente Napolitano ha evidenziato come “in momenti impegnativi di scelta come quello della imminente competizione elettorale è giusto guardare all’Italia che vorremmo nella pienezza dei suoi valori civili e culturali”. Per il Capo dello Stato, è giusto pensare all’Italia “come Paese solidale che sappia aver cura dei soggetti più deboli, garantendoli dal timore della malattia e dell’isolamento, che sappia accogliere chi arriva in Italia per cercare protezione da profugo o lavoro da immigrato e offrendo l’apporto di nuove risorse umane per il nostro sviluppo. Paese, quindi, l’Italia, da far crescere aperto e inclusivo: già un anno fa, avevamo 420 mila minori extracomunitari nati in Italia – è concepibile che, dopo essere cresciuti ed essersi formati qui, restino stranieri in Italia? È concepibile che profughi cui è stato riconosciuto l’asilo vengano abbandonati nelle condizioni che un grande giornale internazionale ha giorni fa – amaramente per noi – documentato e denunciato?”. Il discorso integrale.



Diritti umani. Amnesty: da immigrati a Rom Italia sotto focus
Amnesty ripercorre tutte le tappe che hanno caratterizzato il cammino dell'organizzazione nel 2012 nei confronti del nostro Paese
Stranieri in Italia, 02-01-2013
Roma, 2 gennaio 2013 - Dai respingimenti in Libia fino ad arrivare alla situazione dei Rom. Anche l'Italia è passata sotto la lente d'ingrandimento di Amnesty International sui diritti umani in occasione del Rapporto annuale 2012.
Amnesty ripercorre tutte le tappe che hanno caratterizzato il cammino dell'organizzazione nel 2012 nei confronti del nostro Paese. Il 19 gennaio Amnesty ha scritto al presidente del Consiglio Mario Monti in occasione della visita in Libia chiedendo di ''prendere in considerazione una serie di raccomandazioni relative alla situazione dei diritti umani in Libia e alla tutela dei diritti umani dei migranti e dei richiedenti asilo''. Amnesty International ha richiesto al governo italiano di ''desistere dal condurre qualsiasi operazione di respingimento, mettere da parte il Memorandum d'intesa sul 'controllo delle migrazioni', firmato col Consiglio nazionale di transizione il 17 giugno 2011, e assicurare che ogni forma di cooperazione sia trasparente e subordinata all'impegno e alla capacita' delle due parti di rispettare appieno i diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati e migranti, e che sia coerente con il diritto internazionale dei diritti umani e con il diritto internazionale dei rifugiati''.
Sul caso dei respingimenti in Libia, il 23 febbraio 2012, Amnesty International ha giudicato una ''una pietra miliare'' la sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti umani nel caso Hirsi Jamaa e altri contro Italia. Il caso riguardava 11 cittadini somali e 13 cittadini eritrei che facevano parte di un gruppo di circa 200 persone intercettate in mare dalle autorita' italiane e respinte in Libia, senza che fosse stata valutata la loro necessita' di protezione internazionale. La sentenza si pone come ''un argine di fronte alla disponibilita' dell'Italia a cooperare con un governo che era conosciuto per la violazione sistematica dei diritti umani. Respingere migranti e richiedenti asilo in Libia, nonostante fossero ampiamente conosciuti i rischi cui sarebbero andati incontro, e' stata una politica priva di scrupoli''.
Anche la 'questione Rom' ha chiamato in causa l'intervento di Amnesty che, lo scorso 10 maggio, si e' detta ''preoccupata per le notizie relative a tentativi di compiere attacchi razzisti a Pescara e nei suoi dintorni, a seguito dell'uccisione di Domenico Rigante, avvenuta il primo maggio e della quale e' sospettato un cittadino italiano di etnia rom''.
Amnesty International ha sollecitato le autorita' italiane a ''prendere tutte le misure necessarie per proteggere le comunita' rom da intimidazioni e attacchi, a condannare pubblicamente la violenza razzista e l'incitamento alla violenza razzista e all'odio razziale, ad avviare immediate e approfondite indagini su atti di intimidazione e di violenza di stampo razzista e a garantire che gli autori di tali azioni saranno sottoposti a procedimenti sulla base di leggi contemplanti pene commisurate alla gravita' dei crimini commessi''.



Immigrati tentano la fuga dal Cie ma la polizia li blocca
Quattro nordafricani nella notte hanno scavalcato la recinzione del centro ma sono stati fermati dalle forze dell'ordine
la Repubblica, 01-01-2012
Ennesima rivolta al Cie di Bologna, anche durante l'ultima notte dell'anno: quattro nordafricani, ospiti della struttura di via Mattei, hanno tentato la fuga, ma la loro azione è stata bloccata dalla polizia. In due sono stati fermati quando avevano ormai scavalcato le recinzioni.
È successo verso l'una e la calma è stata riportata verso le 2.30. C'è stato anche un lancio di oggetti verso le forze dell'ordine.



“Siamo tutti sotto lo stesso cielo”, il viaggio in mare dei migranti raccontato ai bambini con il linguaggio delle fiabe.
A Parma lo scrittore Roberto Piumini propone uno spettacolo-narrazione per i più piccoli.
Immigrazioneoggi, 02-01-2013
Siamo tutti sotto lo stesso cielo, il titolo della fiaba proposta da Roberto Piumini che racconta il viaggio notturno di un gruppo di migranti che lasciano il proprio Paese su una barca in cerca di un futuro migliore. Essi si imbatteranno in pirati pronti ad aumentare a dismisura il costo del biglietto in nave e di una mucca che li salverà portandoli in un pianeta migliore fatto di sola erba.
È lo spettacolo che l’autore ha proposto lo scorso 29 dicembre a Parma, presso il Palazzo del Governatore, ad un nutrito pubblico di bambini, a quali ha raccontato alcuni fatti di attualità legati all’immigrazione narrati in una chiave comprensibile ed educativa.
L’appuntamento rientrava nel vasto programma promosso dall’Assessorato alla cultura del Comune di Parma e dall’Istituzione biblioteche e che, nel mese di dicembre, ha riscosso un grande interesse da parte dei genitori, che hanno così potuto portare i propri figli ad assistere a letture e incontri di vario genere.
«La società moderna propone ai nostri ragazzi linguaggi sempre più meccanici e robotici, dalla tv al computer – ha spiegato Piumini. – I giovani hanno invece bisogno di parole, di tempo da dedicare loro spiegando e raccontando. La cultura del linguaggio si forma anche attraverso un libro».


    
Immigrati mai citati nell'agenda di Monti
Nelle 25 pagine del documento non si trova un accenno agli immigrati. La lacuna fa storcere il naso ad associazioni come Mondita o Stranieriinitalia. Eppure pagano le tasse e sostengono le casse dell'Inps, cresce il loro numero tra i banchi di scuola e tra gli imprenditori attivi e costituiscono il 10% della forza lavoro. Sono i "nuovi italiani": un esercito di cinque milioni di persone
la Repubblica, 29-12-2012
VLADIMIRO POLCHI

ROMA - Pagano le tasse e sostengono le casse dell'Inps. Cresce il loro numero tra i banchi di scuola e tra gli imprenditori attivi. Oggi costituiscono il 10% della forza lavoro. Sono i "nuovi italiani": un esercito di cinque milioni di migranti che vive e lavora nel nostro Paese. Ebbene? Nelle venticinque pagine dell'Agenda Monti non una riga, né una parola è dedicata loro. Riforma della cittadinanza? Diritto di voto? Revisione della Bossi-Fini? Niente di niente. L'argomento pare non rientrare tra le priorità di governo del Professore.
L'immigrazione in campagna elettorale. Eppure il tema immigrazione è tornato d'attualità nella campagna elettorale. Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, lo ha promesso con chiarezza: "La prima norma che il nostro governo farà sarà sulla cittadinanza: chi nasce e cresce qui è italiano". Sul fronte opposto ha risposto Silvio Berlusconi, rispolverando i vecchi allarmi cari alla destra: "Non vorremmo assistere, con l'avvento della sinistra al potere, al proliferare di matrimoni gay e all'apertura delle nostre frontiere agli emigranti irregolari, i quali poi otterrebbero il diritto di voto per votare prevalentemente per la sinistra stessa". E Monti che dice? Per ora, nulla.
Il "buco" dell'Agenda Monti. Nelle 25 pagine dell'Agenda Monti non si trova un accenno agli immigrati. Va detto che nella premessa Mario Monti avverte che non si tratta di "un programma di lavoro dettagliato e non vuole avere carattere esaustivo". Eppure, la lacuna ha fatto storcere il naso a molti. L'associazione interetnica Mondita scrive: "Per Monti e i suoi collaboratori l'Italia del 2013 sembra composta da 60 milioni di persone tutte bianche e di ordinarie origini nazionali, senza alcun problema o caratteristiche di multietnicità. I 5 milioni di cittadini di origine straniera, il quasi milione di giovani, i 700mila studenti figli di immigrati o coppie miste, gli oltre 300mila imprenditori stranieri, i 2 milioni e mezzo di lavoratori stranieri, i 7 miliardi e mezzo di risparmi annuali, i miliardi di Pil prodotti, i miliardi di euro pagati in contributi, tutti questi numeri per Monti&co. non esistono, non valgono nulla, non meritano menzione né come problemi relativi né come ricchezza del Paese?".
L'immigrazione non esiste. E il portale Stranieriinitalia aggiunge: "In venticinque pagine non trova spazio l'immigrazione. Eccezion fatta per un accenno indiretto all'inizio, quando si dice che "il rifiuto del populismo e dell'intolleranza, il superamento dei pregiudizi nazionalistici, la lotta contro la xenofobia, l'antisemitismo e le discriminazioni sono il denominatore comune delle forze europeiste". E in Italia, con gli immigrati, che bisogna fare? Chissà".

Share/Save/Bookmark