27 dicembre 2012

Il censimento e gli immigrati: un contributo oltre i pregiudizi
Italia-razzismo
l'Unità, 27-12-2012
Bilanci di fine anno. Secondo il 15° censimento Istat la popolazione residente in Italia è di 59.433.744 persone. Negli ultimi dieci anni il dato ha subito un aumento contenuto: +4,3% rispetto ai 56.993.744 residenti del 2001. L’aumento si deve principalmente alle persone straniere (in crescita in tutte le regioni) mentre gli italiani diminuiscono al centro oltre che in Piemonte, Liguria e Friuli-Venezia Giulia. Ma il contributo della popolazione straniera va al di là dell’aspetto demografico: con il loro lavoro gli stranieri contribuiscono per oltre il 12% del Pil. Il sostegno economico è dimostrato anche se si considerano i valori dei tassi di occupazione. Da metà 2007 a metà 2012 l’occupazione straniera è cresciuta di 850mila unità, di cui 85mila negli ultimi 12 mesi. E così, il valore che esprime l’occupazione dei lavoratori extra-Ue supera quelli medi riferiti al totale della popolazione e fa sì che l’occupazione totale non scenda al di sotto del 57%.
Secondo il Rapporto della Fondazione Moressa, poi, i contribuenti nati all’estero – oltre 2 milioni – versano nelle casse dello Stato circa 6,2 miliardi di euro. Una cifra molto alta che è aumentata del 4,6% rispetto all’anno precedente nonostante siano diminuiti gli stessi contribuenti. Ma il Rapporto Moressa dice di più: il lavoro straniero si mostra complementare e non sostitutivo di quello italiano. In molti settori il numero degli occupati è cresciuto sia per gli stranieri che per gli italiani.
Poi c’è il capitolo riservato ai «richiedenti asilo», ossi coloro che lasciano il proprio Paese di origine a causa di guerre, carestie e conflitti religiosi o sociali. Per loro la ricerca di lavoro non è il loro primo obiettivo. E non perché siano «scansafatiche» ma perché hanno inizialmente bisogno di ristabilirsi dal trauma della fuga. Ecco perché sarebbe opportuno mettere a punto un sistema efficiente di accoglienza in grado rispondere a esigenze di carattere psicologico, linguistico, abitativo ed economico. Attualmente non è così e quei 58mila rifugiati in Italia sono per lo più utenti che contribuenti, che fanno un’enorme fatica ad affrancarsi dalla visione assistenziale che noi vogliamo cucirgli addosso.

 

Dalla Provincia di Roma 'Sicurezza lavoratori immigrati'
Creare sportelli territoriale per assistere e tutelare i lavoratori stranieri vittime di infortuni sul lavoro. E' l'obiettivo del progetto 'Sicurezza lavoratori immigrati', sostenuto [...]
Quotidiano.net, 27-12-2012
Roma, 27 dic. (Labitalia) - Creare sportelli territoriale per assistere e tutelare i lavoratori stranieri vittime di infortuni sul lavoro. E' l'obiettivo del progetto 'Sicurezza lavoratori immigrati', sostenuto dalla Provincia di Roma - assessorato alle Politiche del lavoro e della formazione con un finanziamento del Fondo sociale europeo e realizzato dall'associazione Progetto Diritti. I primi due sportelli saranno attivi dall'inizio di gennaio a Roma e Ladispoli, ma l'intento è quello, una volta consolidata la fase sperimentale, di creare un vero e proprio network di associazioni, parti sociali, comunità straniere sul tutto il territorio provinciale.
I due sportelli socio-legali, grazie a team di operatori socio-legali, avvocati e mediatori linguistico-culturali, coordinati dall'avvocato Mario Angelelli, forniranno tutta l'assistenza necessaria per informare e accompagnare nella difesa e riconoscimento dei loro diritti i lavoratori stranieri vittime di infortuni gravi e decessi sul lavoro, e i loro familiari, in molti casi residenti nei Paesi di provenienza dei lavoratori migranti.
Il servizio di avvarrà della collaborazione del dipartimento di Salute Mentale della Asl Rm C laddove si sia in presenza di una utenza bisognosa di supporto psicologico e medico, a causa del trauma derivante da infortuni gravemente invalidanti.
Lo sportello di Roma sarà operativo in via Giovenale 79 per cinque pomeriggi a settimana dalle ore 15,30 alle ore 19,30. Lo sportello di Ladispoli sarà aperto al pubblico per tre pomeriggi a settimana dalle ore 15.30 alle ore 19.30. Verrà realizzato un sistema di raccolta dati informatico con riguardo a tutti coloro che hanno avuto accesso al servizio ed agli utenti presi in carico.
Il sistema, il cui accesso sarà riservato ai soli operatori socio-legali del progetto sia dello sportello di Roma sia di Ladispoli, avrà un'apposita area dedicata ai contatti telefonici ricevuti dal Servizio per la richiesta di informazioni sulla previdenza e sicurezza sul lavoro: risultando particolarmente complessa in questi casi la raccolta di liberatorie per il trattamento dei dati personali, ciascun utente verrà inserito in forma anonima e si indicheranno genericamente i dati relativi alla sua nazionalità ed età, alla natura delle problematiche presentate.
Al contempo, sempre grazie al contributo della Provincia di Roma, partirà il progetto 'InformaSicurezza', una campagna di informazione e sensibilizzazione contro gli infortuni sul lavoro dei lavoratori stranieri, promosso e realizzata dal comitato Singh Mohinder per la tutela dei lavoratori stranieri vittime di infortuni sul lavoro e dei loro familiari.
La campagna 'InformaSicurezza' si propone di raggiungere i lavoratori stranieri impiegati nel territorio provinciale di Roma senza un contratto regolare di lavoro e/o costretti a lavorare in ambienti privi di ogni dispositivo di sicurezza, per dire loro che possono non essere più persone invisibili perché hanno diritti e tutele, soprattutto se vittime di incidenti sul lavoro.
Alla campagna di comunicazione, basata sulla diffusione nei principali luoghi di aggregazione ed incontro delle comunità straniere di un opuscolo multilingue e di locandine, si affiancherà un 'Tavolo lavoro e sicurezza' aperto a tutti i Centri per l’Impiego della Provincia di Roma per la loro co-partecipazione nella diffusione e nel supporto delle iniziative progettuali, e si svolgeranno 6 seminari formativi (4 a Roma, 1 a Mentana e 1 a Civitavecchia) con la realizzazione di una vademecum dal titolo 'Infortuni sul lavoro: cosa fare e a chi rivolgersi'.
Verrà inoltre avviata la una campagna di rilevazione diretta ad individuare e acquisire dati qualitativi e quantitativi sui lavoratori stranieri vittime di incidenti sul lavoro nel territorio della provincia di Roma che non hanno presentato denuncia.
"Sono orgoglioso - ha dichiarato l'assessore provinciale al Lavoro Massimiliano Smeriglio - che uno degli ultimi atti di questa legislatura sia rivolto alla tutela dei lavoratori più deboli. Migliaia di stranieri lavorano ogni giorno sul nostro territorio senza tutela e senza diritti, in balia di incidenti e senza alcuna copertura contrattuale o assicurativa. Per questo non solo la tutela, ma anche la stessa informazione diviene preziosa. Sono certo che questo progetto, una volta superata la fase sperimentale, potrà quindi divenire una risorsa stabile e diffondersi in maniera capillare".
Arturo Salerni, coordinatore dell'attività legale del comitato Singh Mohinder, ha evidenziato che "la percentuale di infortuni gravi e mortali che riguardano il lavoratori stranieri è purtroppo significativamente più alta di quella relativa all’insieme dei lavoratori, per mancanza di tutele ed informazioni ed è molto importante che un ente locale intervenga con una strategia chiara per contrastare questo drammatico fenomeno, favorendo la partecipazione diretta a questa campagna delle realtà associative dei cittadini migranti".



Firenze: dalla Regione un finanziamento alla scuola di arabo per i bambini di seconda generazione della Casa della cultura.
Sono 40 alunni, figli di nordafricani, dai 6 ai 15 anni.
Immigrazioneoggi, 27-12-2012
La Regione Toscana finanzia la scuola di lingua araba per i figli degli immigrati che a Firenze è organizzata nella Casa della cultura, storica Casa del popolo di Ponte di Mezzo.
A frequentarla sono bambini, quasi tutti nati in Italia da genitori arrivati dal Nord Africa, che hanno un problema di non poco conto: parlano bene l’italiano, anche con le più accattivanti espressioni fiorentine, ma non sanno una parola di arabo. Sono circa quaranta alunni, dai 6 ai 15 anni. Per loro, da qualche tempo, quattro insegnanti, tutti di nazionalità araba (tre donne e un uomo), ogni sabato pomeriggio danno lezioni di arabo.



Grecia, migranti perseguitati da polizia e milizie fasciste
Il centro di detenzione per migranti che ospita anche bambini non accompagnati. Il paese europeo sta gravemente venendo meno ai suoi obblighi di rispettare i diritti umani di richiedenti asilo e migranti, secondo Amnesty International pubblicando un nuovo documento. Ogni anno, decine di migliaia di persone provenienti da Medio Oriente, Asia e Africa subiscono abusi e violenze
la Repubblica, 26-12-2012
ROMA - La Grecia sta gravemente venendo meno ai suoi obblighi di rispettare i diritti umani di richiedenti asilo e migranti, ha dichiarato Amnesty International pubblicando un nuovo documento. Ogni anno, decine di migliaia di migranti irregolari e richiedenti asilo provenienti da Medio Oriente, Asia e Africa attraversano il confine terrestre e marittimo con la Turchia alla ricerca di riparo, rifugio o soltanto di una vita migliore nell'Unione europea (Ue). Pochi tra loro la trovano in Grecia.
In Grecia c'è un'emergenza umanitaria. Il documento di Amnesty International, intitolato "Grecia: fine della corsa per rifugiati, richiedenti asilo e migranti" descrive il percorso a ostacoli che essi incontrano per entrare nel paese e le sfide che li aspettano una volta raggiunta la meta. "Il fallimento della Grecia nel rispettare i diritti di migranti e richiedenti asilo - dice John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International - sta assumendo le proporzioni di una crisi umanitaria. Sullo sfondo di una prolungata pressione migratoria, di una profonda crisi economica e di un sentimento xenofobo crescente, la Grecia si sta dimostrando incapace di soddisfare persino i più elementari bisogni di sicurezza e riparo delle migliaia di richiedenti asilo e migranti che giungono ogni anno".
Non ci sono giustificazioni. Sebbene l'onere per la Grecia sia gravoso, non vi sono giustificazioni per gli ostacoli che i richiedenti asilo incontrano quando tentano di far riconoscere il loro diritto di asilo. Una nuova agenzia, istituita per legge nel 2011 allo scopo di valutare le richieste di asilo, non ha ancora esaminato un singolo caso a causa della carenza di personale. Alla Direzione di polizia per gli stranieri dell'Attica, ad Atene, soltanto una ventina di persone riescono a registrare la loro domanda di asilo nell'unico giorno alla settimana in cui l'ufficio è aperto. La coda si forma con giorni di anticipo e si estende a dismisura lungo la strada. Amnesty International ha raccolto le testimonianze di numerosi richiedenti asilo che hanno dovuto scontrarsi con gli altri per conservare il posto nella fila.
Condizioni spaventose di detenzione. La maggioranza di coloro che non riescono o che rinunciano a registrare la richiesta di asilo corre il rischio di essere arrestata in operazioni di arresti massicci e di essere trattenuta in strutture detentive sovraffollate e antigieniche per un anno o anche di più. "Le autorità greche - aggiunge Dalhuisen - continuano a detenere sistematicamente i richiedenti asilo e i migranti irregolari, compresi minori non accompagnati, in violazione degli standard internazionali e sembrano usare la detenzione, spesso in condizioni spaventose, come deterrente".
In galera anche i migranti bambini. "La situazione dei minori non accompagnati, che sono tra i più vulnerabili, è particolarmente preoccupante. Durante una recente visita al centro di detenzione di Corinto, abbiamo trovato - dice ancora Dalhuisen - diversi minori detenuti insieme agli adulti in condizioni davvero misere. Se non si trova un posto per loro in un centro di accoglienza, vengono rilasciati senza che sia fornito loro alcun riparo". Le autorità greche devono garantire che la detenzione per motivi di immigrazione sia impiegata soltanto come ultima risorsa e che sia vietata sia nella legge sia nella prassi la detenzione dei minori non accompagnati, sottolineano ad Amnesty. "Che ha ricevuto segnalazioni di persone in fuga da conflitti e guerre, in paesi come la Siria, respinte in Turchia attraverso il fiume Evros".
L'aumento delle aggressioni. Per tutto il 2012 si è registrato anche un marcato aumento di aggressioni di stampo razzista. Richiedenti asilo, migranti, centri di comunità, moschee e negozi sono stati oggetto di queste aggressioni che, dalla scorsa estate, sono state quasi quotidiane. "Le autorità greche devono condannare senza mezzi termini e indagare e perseguire in modo efficace tutti gli episodi di violenza razzista", ha dichiarato Dalhuisen. Una bozza di decreto presidenziale sulla creazione di unità specializzate di polizia per tenere a freno la violenza razzista è un primo passo nella giusta direzione, ma non è sufficiente a garantire indagini e incriminazioni efficaci per reati le cui vittime sono restie a rivolgersi alla polizia per timore di essere arrestate e detenute.
Il pronunciamento della Corte Europea. Le politiche di asilo dell'Ue stabiliscono il ritorno dei richiedenti asilo nel primo paese dell'Ue in cui sono arrivati. Tuttavia, dopo che nel 2011 la Corte europea dei diritti umani ha sancito che in Grecia non esisteva un sistema effettivo per la determinazione del diritto all'asilo, molti paesi comunitari hanno interrotto la pratica di rimandare i richiedenti asilo in Grecia. "La maggior parte dei paesi europei ha adottato un giusto provvedimento sospendendo il ritorno dei richiedenti asilo in Grecia fino a quando il paese non riformi il proprio sistema di asilo. Tuttavia, gli stati membri devono condividere in modo più equo la responsabilità della valutazione delle richieste e del sostegno dei richiedenti asilo" ha proseguito Dalhuisen. "L'attuale situazione della Grecia è del tutto indegna dell'Ue, da poco vincitrice del premio Nobel per la pace, e così al di sotto degli standard internazionali da essere una parodia dei diritti umani. La Grecia ha bisogno di aiuto ma deve anche accettare le proprie responsabilità".
I casi.
- Nel giugno 2012, N., di Aleppo, Siria, era a bordo di un gommone con altri sei siriani quando, nel mezzo del fiume che dovrebbe segnare il confine tra la Turchia e la Grecia, la polizia ellenica è arrivata su un'imbarcazione di pattuglia e ha iniziato a spingere il gommone indietro verso la Turchia. Un agente ha perforato con un coltello il tessuto del gommone, che è affondato, costringendo le persone a tornare a nuoto verso la sponda turca.
- K., un richiedente asilo di origine africana che da mesi stava tentando di presentare domanda di asilo, è stato arrestato durante una massiccia operazione nei confronti di migranti irregolari ad Atene nell'agosto 2012 e portato in una struttura detentiva. K. ha continuato a cercare di presentare la domanda anche durante la detenzione e, ad ottobre, la sua richiesta è stata finalmente registrata dopo numerosi interventi di organizzazioni non governative. Ciò nonostante, a dicembre 2012 era ancora in detenzione.
- Il 10 settembre 2012, due uomini con abiti neri sono entrati nel negozio di barbiere gestito da un uomo pakistano. Altri due pakistani presenti nel locale, uno dei quali era un dipendente, hanno raccontato ad Amnesty International che i due uomini hanno insultato un cliente greco perché si faceva tagliare i capelli in un negozio di pakistani e, alla sua reazione, lo hanno accoltellato. Poi hanno iniziato a distruggere il negozio e a lanciare molotov. La polizia, giunta per indagare sull'episodio, ha arrestato due cittadini pakistani perché privi di documenti. A ottobre erano ancora in stato di arresto, in attesa di essere espulsi dal paese.

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