07 giugno 2013

Asilo: parte la collaborazione tra Italia e Agenzia europea di supporto all’asilo.
Sottoscritto un accordo per il supporto e l’assistenza tecnica in vista delle nuove normative sul Sistema europeo di asilo.
Immigrazioneoggi, 07-06-2013
È stato firmato lo scorso 4 giugno a Malta il protocollo di collaborazione tra l’Italia e l’Agenzia europea di supporto all’asilo. Il piano è stato sottoscritto dal capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Angela Pria, e riguarda i settori dell’analisi statistica, informazione sui Paesi di origine, procedura di Dublino, sistema di accoglienza e formazione.
È stata l’Italia, in vista della prossima entrata in vigore delle nuove normative sul Sistema europeo di asilo, a richiedere un supporto speciale dell’Agenzia europea di supporto all’asilo (Easo) per rafforzare i livelli qualitativi del sistema nazionale di asilo e di accoglienza.
La collaborazione – si legge in una nota del Ministero dell’interno – prevede assistenza tecnica e operativa fino al 2014 nei settori in campo, 42 attività di supporto che prevedono, tra l’altro, sessioni formative, workshop tematici, linee guida operative, con l’obiettivo di dare concreta attuazione agli strumenti del Sistema comune europeo di asilo (Ceas).



Troppi stranieri per le strade, i vigili di Modena a lezione di arabo
Libero, 07-06-2013
FILIPPO MANVULLER
Lotta al crimine? Tutela dell'ordine pubblico? Macché: a Modena l'abilità di un buon vigile urbano pare si misuri dalla sua conoscenza della lingua araba. E dun- que dal cuore délia rossa Emilia arriva il nuovo modello di integrazione a senso unico: lezioni frontali di lingua semitica per «agevolare e migliorare la qualità del lavoro degli agenti che quotidianamente si trovano a lavorare nel pubblico e a rela- zionarsi con persone di diverse etnie e paesi».
L'illuminata iniziativa è stata lanciata dal sindacato Aplrer e ha concluso ieri la sua prima edizione. In cattedra due donne marocchine «residenti in Italia da diversi anni» precisa la sigla. I corsi - beffa del destino - si tengono a ErreNord, quartiere dove i Cittadini modenesi sono arrivati a organizzare fiaccolate per chiedere maggior sicurezza. Proprio a inizio settimana lo stesso presidente della Circoscrizione 2, Antonio Carpentieri, aveva invocato il potenziamento di presidi e controlli. Ma evidentemente le priorità sono al tre. «Nessun contributo pubblico, ci auto-finanziamo» assicura Elisa Fancinelli, vicesegretario dell'associazione. Ma la cosa non convince la Lega Nord che, dopo aver innescato la protesta, ha già chiesto al Comune di esprimersi. «Dovrebbero essere gli immigrati a imparare la lingua italiana, non i poliziotti a studiare l'arabo» incalza il Carroccio. Quindi l'amara constatazione: «Molti stranieri arrivano a Modena, non si integrano e delinquono nella loro lingua madre». Da qui la necessità di «inseguirli sul loro terreno culturale»,
Anche in rete fioccano i cori di dissenso. Il sito Voxnews parla di «delirio a Modena», mentre su Facebook si leggono commenti dei tipo: «Solo in Italia la più grossa pagliacciata del mondo». Qualcun altro si limita a un laconico «non ho parole». Per il resto si contano improperi assortiti e inviti poco garbati.
II sindacato non ci sta, alle critiche oppone «la soddisfazione espressa da tutti i partecipanti al corso» e annuncia un nuovo ciclo dilezioni dopol'estate: altre tren- ta ore tra i banclii per chi ancora non aves¬se capito come si chiedono «patente e li bretto» in arabo, nozioni imprescindibili per ogni vigile che si rispetti.
La Lega, ieri, ha rilanciato: «Altro che arabo. Vogliamo vedere una Modena dove la polizia municipale studia l'inglese o il tedesco per rispondere alla benefica invasione di turisti nel nostra territorio». Una proposta che l'Aplrer potrebbe valutare nel segno delle 'pari opportunità' tra lingue.
Cosi, mentre a Jesolo le bagnine rischiavano di essere discriminate perché avrebbero infastidito l'eventuale pubblico islamico, mentre imperversa la moda di sopprimere i crocifissi per non urtare il popolo musulmano e c'è chi vorrebbe sostituire il Natale e la Pasqua con feste " dei valori universalmente condivisi", a Modena ci si prepara ad accogliere gli automobilisti arabi con tutte le premure dei caso, lingua in primis. Non è per dire, ma insomma: ve l'immaginate un italiano che pretende dalla Mutawwi' a, la potente polizia religiosa saudita, indicazioni stradali nella lingua di Dante? Figuriamoci.



Gli sgomberi forzati non possono essere utilizzati come rimedio per la gestione dei flussi migratori stagionali.
Il comunicato dell’Asgi
Melting Pot Europa, 07-06-2013
L’ASGI chiede al Comune di Saluzzo di trovare soluzioni alternative nel rispetto della dignità dei migranti.
Durante la stagione della raccolta della frutta nel 2012 il Comune di Saluzzo si era trovato a fronteggiare un inedito afflusso di lavoratori stranieri stagionali giunti da altre zone d’Italia in cerca di lavoro. Nei mesi scorsi, grazie ad un dialogo sul territorio tra autorità locali, Prefettura, Uffici del Lavoro e associazionismo, si era giunti all’elaborazione di un sistema di accoglienza per la gestione del fenomeno volto a rispondere alle esigenze emerse l’anno scorso, prevedendo delle soluzioni per la problematica abitativa.
L’ASGI esprime apprezzamento per i notevoli sforzi organizzativi svolti dalla Città di Saluzzo in tale direzione, ma proprio in considerazione dell’avviamento di tale percorso, non può esimersi dal manifestare il proprio sconcerto in relazione al contenuto dell’ordinanza comunale, datata 28 maggio, con cui il Sindaco dispone il divieto “di ogni forma di campeggio, bivacco, accampamento con roulottes, campers, mezzi meccanici, tende baracche, giacigli e quant’altro sia idoneo a consentire la dimora, seppure temporaneo”: in tal modo viene di fatto ordinato lo sgombero dei lavoratori stagionali, finora giunti sul territorio comunale, in possesso del permesso di soggiorno, in attesa dell’apertura della stagione della raccolta.
La delicata situazione umanitaria, che coinvolge persone legalmente presenti sul territorio, non può essere trattata come un problema di ordine pubblico, in particolar modo quando questo non risulta sussistere.
L’ASGI ricorda come il Comitato Europeo per i diritti sociali, nel condannare l’Italia in un caso di sgombero forzato, abbia sottolineato che “gli Stati Parte devono assicurarsi che gli sgomberi siano giustificati e che vengano effettuati nel rispetto della dignità degli interessati, e quando siano disponibili abitazioni alternative.”
Se è ben vero che il campo di fortuna dove è alloggiato al momento un consistente numero di migranti, in condizioni di vita inadeguate, potrebbe far nascere problematiche a livello igienico-sanitario, l’unica via percorribile è quella di trovare delle soluzioni alternative, rispettose dei diritti e della dignità dei lavoratori .
L’ASGI chiede pertanto al Comune di Saluzzo, alla Provincia di Cuneo ed in particolar modo alla Protezione civile di intervenire nella gestione della attuale situazione sul territorio, nell’attesa dell’apertura del sistema d’accoglienza, escludendo ingiustificate misure di ordine pubblico.



Il sito choc che elenca i crimini degli immigrati
di Donato De Sena - 06/06/2013 - Un'interrogazione di Sel chiede al governo la chiusura delle pagine web xenofobe di tuttiicriminidegliimmigrati.com
Giornalettismo.it, 07-06-2013
Denunciare gravi fatti di cronaca, ma solo se hanno come protagonisti cittadini stranieri, migranti, rom e sinti. E’ questo l’obiettivo di tuttiicriminidegliimmigrati.com, sito web che propone slogan e immagini di stampo xenofobo e razzista e di cui si parla anche in Parlamento.
IL CASO IN PARLAMENTO – Docidi deputati di Sel hanno appena firmato un’interrogazione a risposta scritta, indirizzata al ministro dell’Interno, per esporre il caso e chiedere di valutare la “sussistenza dei presupposti per l’immediata chiusura” del sito. “La pagina web in questione – denunciano gli onorevoli – propone, ad opera degli amministratori del sito, slogan, nonché immagini di stampo razzista e xenofobo”. “Il risultato – aggiungono – è un insieme di stereotipi, frasi violente ed immagini offensive dal chiaro esito potenziale di incitare all’odio razziale e alla discriminazione, in aperta violazione dei principi della nostra Carta Costituzionale e della normativa in materia”. Tuttiicriminidegliimmigrati.com – evidenziano ancora i deputati – chiede la collaborazione degli utenti con un chiaro messaggio: “Segnalaci un crimine, un sopruso o una situazione di degrado causata dalla presenza di immigrati di cui sei stato testimone”. Il sito spiega poi la sua “mission” nel sottotitolo: “Hic sunt leones – Gli altri parlano d’integrazione, noi ve la mostriamo”.
L’ALLARME IN SEDE ONU – L’iniziativa parlamentare si colloca – scrivono gli interroganti – “nel solco di quanto sollevato con allarme dal Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD) nelle osservazioni conclusive e raccomandazioni all’Italia del 9 marzo 2012; il Comitato, infatti, aveva fatto riferimento esplicito alla diffusione preoccupante nel nostro Paese dell’incitamento all’odio razziale e di forme violente di razzismo attraverso i mass media, internet, e i social network, invitando le autorità italiane a una applicazione severa delle normative di contrasto penale alla discriminazione e all’incitamento all’odio razziale”. L’interrogazione è stata sottoscritta dai deputati Annalisa Pannarale, Nazzareno Pilozzi, Ileana Cathia Piazzoni, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Claudio Fava, Nicola Fratoianni, Luigi Lacquaniti, Marisa Nicchi, Giovanni Paglia, Lara Ricciatti, Alessandro Zan.



Rabbia dei cittadini e politiche di controllo
Cala l’immigrazione nel Regno Unito
Gli esperti: meno stranieri significa meno competitività
L'Indro, 07-06-2013    
L'Inghilterra é da sempre una delle mete preferite di chi si trova a lasciare il proprio Paese. Fin dal 1922 l'immigrazione nel Regno Unito é stata notevole, soprattutto dall'Irlanda, dalle Colonie inglesi come India, Bangladesh, Pakistan e Kenia, ma anche dagli stati dell'Unione europea. Circa la metà dell'aumento della popolazione dal 1991 al 2001 era dovuto a cittadini di altre nazionalità e oggi più di 7 milioni di stranieri vivono nel paese.
Le più recenti statistiche, però, mostrano una radicale inversione di tendenza: negli ultimi due anni il numero di immigrati é sceso drasticamente, arrivando a preoccupare le aziende per la scarsa disponibilità di manodopera straniera e il mondo della finanza e dell’Università per la fuga dei migliori cervelli verso altre Nazioni.
I dati rilasciati pochi giorni fa dall'Office for National Statistics avvertono che sempre meno persone scelgono di stabilirsi oltre Manica. Alla fine del 2012, gli immigrati nel Regno Unito erano 500.000, circa 81.000 in meno rispetto all'anno precedente.
"Il numero di chi sceglie di trasferirsi nel Regno Unito è oggi il più basso mai registrato negli ultimi decenni" ci spiega a  Hazel Gidley, portavoce del Governo inglese "L’immigrazione è stata ridotta di cica un terzo rispetto a pochi anni fa".
Secondo le stime dell’OFN, il 55% degli immigrati arriva da paesi extraeuropei, mentre il restante 45% proviene da uno stato membro. Circa 58.000 immigrati giungono ogni anno dai cosiddetti EU8, i Paesi entrati nell'UE nel 2004: Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia.
I Paesi da cui provengono più immigrati in assoluto sono India (12% del totale), Cina (8%), Pakistan (8%), Polonia (6%) e Australia (5%). Questi sono anche gli unici in cui l'immigrazione verso il Regno Unito non é diminuita nell'ultimo anno, ma é bensì aumentata: dalla Cina, ad esempio, nel 2011 sono arrivati in 44.000, quasi il doppio rispetto all'anno precedente. A diminuire drasticamente, invece, é stato il numero di immigrati provenienti dai Paesi del New Commonwealth, passati da 166.000 a 105.000 all'anno.
Secondo il Governo di Londra, a cambiare i numeri sono state una serie di misure adottate come la riduzione del numero di visti disponibili e l’innalzamento delle richieste per ottenerli, ma anche la lotta all’immigrazione illegale. “Se in passato esistevano molti modi per entrare in Inghilterra anche illegalmente  oggi tutti questi stratagemmi sono stati bloccati, rendendo il paese molto più difficile da raggiungere. Rimanere nel paese illegalmente è molto di più difficile di quanto non lo fosse in passato: è più difficile accedere ai servizi, ai finanziamenti e anche semplicemente lavorare. Chi assume cittadini non in regola può essere multato fino a 10.000 sterline per ogni lavoratore”, dice Gidley.
Le misure per bloccare i flussi migratori rientrano nelle scelte di primo piano del Governo Cameron, che si è impegnato a mantenere il saldo migratorio sotto le 100.000 unità all’anno: «Penso che l’immigrazione possa esse positiva»,  ha spiegato il Primo Ministro britannico durante una conferenza all’Università di Suffolk, «possa arricchire l’Inghilterra e renderla più forte. È la nostra storia, aperta, diversa e tollerante, e ne sono fiero. Ma l’immigrazione deve essere controllata attentamente. Senza un controllo efficace la fiducia dei cittadini vacilla, le risorse scarseggiano e tutti i benefici che l’immigrazione porta verrebbero persi o dimenticati».
Anche tra i cittadini inglesi le preoccupazioni sugli immigrati ci sono sempre state, e nei periodi di crisi si fanno sentire più intensamente. Le paure più diffuse sono la perdita di lavoro e benefici economici a favore degli immigrati. Da un sondaggio realizzato dal 'Sunday Times', in collaborazione con YouGov, è emerso, però, che la percezione degli inglesi in tema di immigrazione cambia a seconda dei Paesi da cui provengono gli immigrati.
Il 39% ha dichiarato di considerare l’arrivo di cittadini stranieri un vantaggio per il Paese, a patto che essi arrivino da Stati dell’Europa occidentale, come Francia e Germania. Per il 31%, invece, l’immigrazione non porta nessun vantaggio né svantaggio.
Quando si parla di cittadini dell’Europa dell’Est, come polacchi o lituani, il 55% degli intervistati sostiene che essi abbiano un impatto negativo sul Paese, mentre nel caso di cittadini extraeuropei, a pensare che abbiano un effetto negativo è il 50%.
"Tra la popolazione aleggia un sentimento anti-migratorio ben rilevabile, che è cresciuto sempre di più per lungo tempo, alimentato anche dalle politiche migratorie molto liberali del passato", ci spiega  Michael Ben-Gad, Preside della facoltà di Economia alla City University. "I nostri politici sono stati lenti nell’accorgersi della profondità della rabbia diffusa nel Paese, e nel cercare di dare risposte. Adesso, in netto ritardo, si stanno affrettando a compiacere il pubblico attraverso misure non sempre razionali".
Anche se in ritardo, la rabbia dei cittadini è stata ascoltata dal Governo, e le risposte sono arrivate in termini di norme molto più severe per ottenere il visto, riduzione del numero dei posti annui disponibili e controlli serrati sulle entrate. Tutto ciò ha portato ad una drastica diminuzione degli immigrati evidenziata dall’OFN.
Le democrazie europee più avanzate, continua il Profesor Ben-Gad "si trovano ad un certo punto della loro storia ad affrontare un forte declino demografico. L’Inghilterra è invecchiata più lentamente dei suoi vicini europei proprio grazie ai costanti flussi migratori. Il livello della vita, i capitali, i servizi e le conoscenze hanno attirato persone da tutto il mondo per decenni. Adesso però l’economia inglese sta rallentando, mentre quelle dei paesi da cui provenivano molti immigrati, come la Polonia, la Lettonia e la Lituania, stanno esplodendo. Il risultato è che meno persone scelgono di venire qui di quante non lo facessero in passato. Alcune, addirittura tornano indietro".
Ma meno immigrati significa meno lavoratori, e quindi perdita di competitività internazionale e calo della forza lavoro, soprattutto manuale. Spesso gli immigrati, soprattutto provenienti dall’Est Europa, fanno lavori che gli inglesi non vogliono fare e occupano posizioni fondamentali nella macchina economica, che senza di loro rimarrebbero vuote e costringerebbero diverse aziende a chiudere i battenti.
Nel Kent, ad esempio, le grandi aziende di coltivazione delle mele hanno lanciato l’allarme in settimana: un forte calo della forza lavoro straniera ha costretto le fattorie ad abbandonare i raccolti, perché nessuno voleva occuparsene. Gli inglesi non sono interessati alla raccolta della frutta, e senza manodopera importata l’unica soluzione è chiudere. La Commissione sull’Immigrazione del Governo ha stimato che tutto ciò provocherà un aumento dei prezzi della frutta nei supermercati dal 10% al 15%.
Come spiega il professor Ben-Gad: "Servirebbero delle politiche a favore dei migranti più qualificati, affinchè continuino ad essere attratti dal Regno Unito. Un calo dell’immigrazione nel nostro Paese significa calo della competitività, perdita di risorse, diminuzione dell’internazionalizzazione. Le menti più qualificate, poste davanti a restrizioni sui visti e regole così severe, finiscono per scegliere di espatriare in Australia, Nuova Zelanda o Canada, perché in questi Paesi esiste un sistema efficiente e razionale per attrarre gli immigrati che più servono al Paese, invece che scoraggiarli".
Un altro punto chiave è proprio quello degli studenti internazionali, che sono calati ancora più dei lavoratori: nel 2012 gli immigranti per ragioni di studio sono stati 190.000, un calo del 22% rispetto ai 246.000 del 2011. Se il numero totale di visti consegnati nell'ultimo anno é sceso del 6% rispetto a quello precedente, quelli per lo studio sono calati addirittura del 9% in un anno e anche le domande per ottenere un visto sponsorizzato sono calate del 10% (si arriva al 46% quando si parla di istruzione post laurea e scuole di inglese).
In seguito all’inasprirsi delle regole migratorie, più di 3.000 studenti internazionali  -provenienti soprattutto dall’India- sono oggi a rischio di deportazione, a meno che non riescano a trovare degli sponsor per continuare gli studi. Se si considera che nell’anno accademico 2011-12 gli studenti stranieri hanno fruttato alle università britanniche 2.7 miliardi di sterline su un totale di 23 miliardi, appare evidente che scoraggiare gli studenti internazionali ha un peso economico considerevole: L’Institute for Public Policy Research ha calcolato che tagliare il numero di studenti stranieri a 50.000 l’anno, costerebbe all’economia da 2 a 3 miliardi di sterline all’anno.
"A soffrire maggiormente delle politiche per contenere l’immigrazione", ci spiega  Christine Whitehead, Professoressa di economia alla London School of Economics, "sono soprattutto i lavoratori non specializzati e gli studenti, che non potranno più studiare in Inghilterra se non in specifici corsi registrati e con sponsor. Qualcosa deve essere fatto, nessuno vuole perdere competitività e nessuno vuole che l’immigrazione si fermi. Il Regno Unito vuole e ha bisogno di un continuo flusso migratorio".

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