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Attualità : Lavoratori migranti: Istat, +5,5% di disoccupati
(24/05/13)

La crisi ha colpito tutti, italiani e stranieri, e infatti tra il 2008 e il 2012 il tasso di disoccupazione degli stranieri è cresciuto dall’8,5% al 14,1%. Cresce anche il numero di immigrati che cerca lavoro (+23,4). Unico settore che tiene è quello dei servizi dove lavorano soprattutto filippine, romene e polacche. Tra gli italiani, oltre il 60% pensa che gli immigrati sono necessari per fare i lavori che noi non vogliamo fare. Tra i meno istruiti, cresce il numero delle persone che vedono i migranti come competitors. Questi alcuni dei dati del Rapporto annuale 2013 dell’Istat.

Il volume intitolato ‘La situazione del Paese’ utilizza le informazioni prodotte dell’Istat, dal Sistema statistico nazionale e, quest’anno, anche quelle emerse dai primi risultati del Censimento dell’industria e dei servizi.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro e i migranti, emerge che nel 2012 l’occupazione straniera è aumentata (+83mila unità), ma che l’incremento è avvenuto a ritmi dimezzati ed è ascrivibile su oltre 8 casi su 10 all’aumento registrato nei servizi alle famiglie (+73mila unità, quasi esclusivamente donne).

Mentre il tasso di occupazione degli stranieri scende dal 67,1% (2008) al 60,6% (2012), sale il tasso di disoccupazione che per lo stesso periodo (2008-2012) è passato dall’8,5% al 14,1%.

Le diverse comunità sono state colpite in maniera differente dalla crisi: la perdita occupazionale risulta maggiore per marocchini e albanesi, più inseriti nel settore industriale, mentre sono meno colpite le comunità filippina, romena e polacca impegnate quasi esclusivamente nei servizi alla persona e alla casa.

Per quanto riguarda invece la percezione che gli italiani hanno della presenza straniera, emerge che il 61,3% degli autoctoni pensa che ‘gli immigrati sono necessari per fare il lavoro che gli italiani non vogliono fare’. E mentre oltre l’80% è d’accordo nel ritenere che ogni persona dovrebbe avere il diritto di vivere in qualsiasi paese del mondo, superano il 50% coloro che sostengono che in condizioni di scarsità di lavoro i datori di lavoro dovrebbero dare precedenza agli italiani rispetto agli immigrati.

L’Istat rileva anche che laddove il titolo di studio è più basso, cresce il numero di chi vede nei migranti dei competitors e il conseguente riconoscimento per gli italiani di un diritto di precedenza nell’accesso al mercato del lavoro.

Istat - Rapporto annuale 2013 – La situazione del Paese

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