23 luglio 2013

Immigrati: in 200 sbarcati a Siracusa, anche donne e minori
IGN, 23-07-2013
Siracusa, 23 lug. - (Adnkronos) - A Siracusa, duecento immigrat, tra cui molte donne e minori, sono sbarcati nella notte al porto della citta' aretusea. I migranti, che si dicono siriani, sono stati intercettati da un pattugliatore veloce del Gruppo Aeronavale di Messina della Guardia di finanza a 5 miglia da da Capo Murro di Porco. Sul motopesca in legno di quindici metri, ora sequestrato, sono stati fatti salire tre militari che hanno assunto il comando del mezzo che ha cosi' fatto rotta verso Siracusa dove e' arrivato cinque minuti dopo la mezzanotte. Si indaga per l'individuazione degli scafisti.



Denuncia del sindacato di Polizia: “i Cie sono bombe a orologeria”.
Troppi 18 mesi di permanenza massima, il Governo “introduca limiti più ragionevoli”.
Immigrazioneoggi, 23-07-2013
“Le violenze verificatesi presso i Cie di Modena e di Pian del Lago seguono quelle avvenute presso i centri di Gorizia, Crotone e Catania, accrescendo il già pesantissimo bilancio in termini di danni alle strutture e di lesioni personali per gli appartenenti alle forze dell’ordine e agli stessi immigrati ospiti dei centri. Questi fatti dimostrano con chiarezza come i Centri di identificazione ed espulsione siano vere e proprie bombe ad orologeria”. È la denuncia di Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia Siulp, il quale ribadisce quanto sia “inutile, improduttivo ed eccessivamente oneroso il trattenimento degli immigrati fino a 18 mesi” all’interno dei Cie e invita il Governo “a ricondurre entro limiti più ragionevoli il tempo di permanenza massimo degli stranieri con una iniziativa legislativa in linea con l’esigenza di permettere la definizione dei procedimenti di identificazione nel rispetto della dignità degli immigrati e del diritto all’integrità fisica dei servitori dello Stato lasciati soli a fronteggiare vandalismi e devastazioni che danneggiano l’immagine del nostro Paese ed incrinano il rapporto di fiducia dei cittadini nello Stato e nelle Istituzioni”. Esprimendo “solidarietà a tutti gli operatori di Polizia che assolvono il gravoso compito di contrastare le rivolte che caratterizzano ormai ciclicamente la vita e la gestione di questi ambigui e pericolosi ‘lager’ per immigrati e poliziotti, sarebbe auspicabile che quella stessa solerzia utilizzata per affrontare questioni che sottendono interessi di rilevanza economica e politica si materializzasse anche rispetto a questioni, in ordine alle quali, ormai, solo il Santo Pontefice fa sentire la propria voce”.



L'artista Paladino: «Nobel a Lampedusa? Svolta sulla via di una nuova umanità»
Avvenire, 23-07-2013
Leonardo Servadio
La generosità con cui la gente di Lampedusa sta da anni rispondendo all’emergenza immigrazione nel cuore del Mediterraneo merita di essere candidata al Nobel. È questo il senso della proposta che Avvenire ha rilanciato la scorsa settimana dopo le parole pronunciate dal Papa l’8 luglio scorso durante la visita a Lampedusa a proposito della generosità dei lampedusani: «Che il vostro esempio sia un faro in tutto il mondo, perché abbiano il coraggio di accogliere quelli che cercano una vita migliore. Grazie per la vostra testimonianza». Sull’idea di candidare al Nobel per la pace la gente dell’isola – che già era stata oggetto di una risposta a un lettore del nostro direttore Marco Tarquinio il 30 marzo 2011 – abbiamo intervistato nei giorni scorsi i senatori Renato Schifani (Pdl) e Anna Finocchiaro (Pd), il governatore del Veneto, Luca Zaia (Lega), il ministro per Pubblica amministrazione e la semplificazione Gianpiero D’Alia (Scelta Civica), il presidente del Senato, Pietro Grasso (Pd). Tutti, nei rispetti ambiti di competenza, hanno promesso di sostenere e promuovere l’idea del Nobel. Domenica anche l’assessore regionale al Turismo della Regione Sicilia, Michela Stancheris, ha dichiarato di appoggiare l’idea, perché «sarebbe un atto dovuto nei confronti di un’isola sempre straordinariamente accogliente».
«Credo che sarebbe un caso unico nella storia, non mi sembra vi siano esempi simili. E mi fa immenso piacere che si pensi di dare il Nobel per la Pace alla popolazione di Lapedusa». Mimmo Paladino è l’autore del portale che, nel lembo estremo di Lampedusa, ultimo angolo d’Europa nel mare che bagna l’Africa, segnala agli immigranti il senso dell’accoglienza. «I lampedusani vivono distanti da tutto, letteralmente isolati tra le onde. E la loro non è vita facile – lo dico da uomo del Sud. In quelle condizioni, tanto maggiore è il loro merito quando si mobilitano per accogliere i nuovi arrivati, e per salvare chi corre il rischio di non farcela...».
Che esperienza ne ha avuto, personalmente?
Solo indiretta. Ma non per questo mi è estraneo il problema degli sbarchi, della ricerca di un luogo sicuro dove approdare. Ho partecipato a quelle sofferenze. Le ho vissute attraverso i racconti di tante persone. Ricordo con commozione quanto mi ha riferito l’amico Mimmo Cuticchio, il puparo, dei frammenti di barche distrutte che battono contro gli scogli. Con le sue narrazioni mi ha fatto vedere i volti delle persone, la loro paura, la loro tragedia. E comprendo la compassione di chi sa aprire le braccia e soccorrere: credo sia un esempio di autentica nobiltà. Tanto maggiore perché silenziosa, vissuta in quel posto lontano dal mondo come un gesto di elementare solidarietà umana. Sì, sarebbe bello che gli fosse riconosciuta quella grande dignità umana con il Nobel per la pace: che sia di esempio per i popoli del mondo.
La porta che lei ha eretto è simbolo di questa capacità di accogliere.
È un portale aperto. Non c’è porta, non c’è chiusura possibile. E non lo penso come simbolo, né come monumento. Ma come una cosa minima, composta di piccoli frammenti di vita: le ciotole, il cibo, le mani. Le scarpe, che ci permettono di camminare e di andare lontano.
Un segno che dice "benvenuto" a chi arriva, nel linguaggio universale dell’arte...
Sì, l’arte è un linguaggio universale: lo dimostra la storia. I popoli parlano lingue diverse, ma si ritrovano nelle esperienze comuni e nei segni che permettono di riconoscersi al di là delle barriere. Certo, siamo tutti diversi, ma attraverso l’emozione che l’arte sa suscitare sappiamo ritrovarci nel nostro comune essere umani. Così, anche attraverso i differenti linguaggi artistici riconosciamo l’unità dell’essere. L’arte ci spinge a riconoscerci fratelli.
Un messaggio, questo dell’unità nella diversità, che è stato portato anche da Papa Francesco a Lampedusa...
Mai mi sarei aspettato che un papa giungesse fin là dove è stato collocato il portale sul mare a Lampedusa. Certo, quando ho composto quell’opera pensavo al senso dell’accoglienza, al varco aperto, ai segni nei quali potessero riconoscersi gli immigrati. Ma, con la sua visita, Papa Francesco le ha dato un significato nuovo, più vero, più vivo. Il messaggio che ha espresso, ha un grande significato: anzitutto di civiltà.. Quell’isola è il luogo più distante del nostro continente, è il confine meridionale dell’Europa. Ma è dove le civiltà si incontrano, non dove si scontrano o si escludono. L’opera di un artista, così, può diventare qualcos’altro, generando attenzione verso  la necessità di recuperare il senso della solidarietà umana. Anche oggi. Soprattutto oggi. Il nobel per la Pace, dato a chi sa accogliere sulla propria terra, fin nelle proprie case, può divenire il segno di un’umanità nuova. Veramente universale.



Immigrazione e lavoro Rapporto 2013, il "modello Italia"
Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha presentato il gterzo rapporto annuale: "Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia". Ne emergbe una situazione con poche luci e molte ombre
la Repubblica, 22-07-2013
SALVATORE GIUFFRIDA
ROMA - Piaccia o no, l'immigrazione è un fenomeno irreversibile e la società italiana sta diventando sempre più multietnica. È quanto si evince leggendo il nuovo Rapporto sull'Immigrazione 2013 del ministero del Lavoro che, complici le battute di Calderoli e compagni sul ministro Kyenge, assume un sapore particolare. Anche perché l'Italia - assieme alla Spagna - è la nazione europea che negli ultimi dieci anni ha registrato la crescita più significativa di popolazione straniera, con un incremento dal 2002 del 211%: notevole, se paragonato al +20% della Francia e all'1,3% della Germania. E che stiamo andando inesorabilmente verso una società multietnica lo dimostra il fatto che anche nell'ultimo anno il numero di stranieri è cresciuto rispetto al 2011, passando da +195% a 211%.
Crisi e disoccupazione. Il rischio, tuttavia, è di diventare una società multietnica sempre più disoccupata: non siamo ai livelli spagnoli, ma bisogna intervenire con politiche ad hoc. E subito: nell'Ue il tasso di disoccupazione degli stranieri è del 17,8%, in Italia del 14,1% ma dal 2008 (5,6%) cresce a un ritmo di 2 punti percentuali: nel Belpaese gli stranieri in età attiva sono quasi 4 milioni di cui 1,2 provenienti dall'Ue e 2,7 extraUe; circa 2 milioni e 330mila hanno una occupazione, di cui la maggior parte nei servizi (+6%). Ma la crisi ha colpito duro: diminuiscono gli stranieri occupati nell'industria (-2,6) e soprattutto nel settore edile (-3,1) mentre i lavoratori stranieri non qualificati sono il 34% (+5% rispetto al 2008) e i "qualificati" solo il 5,9 (-3,3% rispetto a 4 anni fa); ma soprattutto, gli stranieri in cerca di lavoro sono 382mila (erano 162mila nel 2008), di cui 193mila donne e 190mila uomini. Un dato da non sottovalutare: aumentano gli uomini costretti a rimanere in casa. Si stravolge così il concetto di famiglia, si destabilizzano intere comunità e le conseguenze si vedono sulle seconde generazioni.
A pieno titolo nella forza lavoro italiana. Non solo: quasi la metà dei cittadini extracomunitari ha un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, cioè fanno parte a pieno titolo della forza lavoro italiana e di una nazione passata da un'economia in grado di offrire un'occupazione a un paese che ha fame di lavoro. Ma è sulla crescita demografica che i dati del ministero sono impietosi: se nel 2003 gli stranieri erano 1,5 milioni, ora hanno superato la soglia dei 4 milioni e sono il 7,9% della popolazione totale. Insomma, senza immigrati l'Italia sarebbe un paese di anziani: nei prossimi anni i figli degli stranieri nati in Italia rappresenteranno il 20% della forza lavoro nazionale. Un dato che deve far riflettere, specie ora che si parla di ius soli e diritti di cittadinanza.
Le prospettive. Storicamente, l'Italia non ha una tradizione multietnica. Non è un paese con un passato coloniale come Francia o Gran Bretagna. In dieci anni ha dovuto affrontare un fenomeno nuovo e dirompente dal punto di vista sociale, economico e (non da ultimo) istituzionale. Forse anche per questo il ministero ha parlato di un "modello italiano", come di un sistema che, nonostante tutto, sta reggendo. Ma se la disoccupazione tra gli stranieri aumenta, sale anche l'allarme sull'integrazione sociale. Lo dicono le parti sociali: il presidente Anolf-Cisl di  Roma, Nando Bussi, punta il dito sulla crisi, che "tuttora condiziona il mercato del lavoro. Gli immigrati hanno difficoltà a trovare un'occupazione dato che gli italiani sono tornati a riscoprire molti mestieri umili generalmente svolti da immigrati.
Il rimpatrio. Così molti tornano in patria togliendo forza lavoro al mercato italiano, altri perdono il permesso di soggiorno e diventano fantasmi". Gianluca Luciano, editor di Stranieriinitalia, portale web su immigrazione e diritti, chiede interventi ad hoc: "servono politiche di supporto e reimpiego. Va migliorato l'incontro tra domanda e offerta e prosciugata l'area del sommerso, anche con meccanismi di regolarizzazione permanente e individuale. Con i "decreti flussi" funziona così: i lavoratori non arrivano dall'estero, ma sono già qui irregolarmente e si sfrutta quel meccanismo per regolarizzarli. Insomma, basta ipocrisie".



La Germania apre le liste per “professionisti di fascia intermedia” extra Ue. Si cercano elettricisti, infermieri, personale per assistenza alla persona.
Immigrazioneoggi, 23-07-2013
Berlino ha pubblicato una lista specifica dei tipi di impieghi disponibili per lavoratori fuori dall’Unione europea, aprendo la strada a un’immigrazione “selezionata” per compensare la penuria di manodopera in alcuni settori. Elettricisti, infermieri, addetti all’assistenza nelle case di riposo: sono questi i professionisti di fascia intermedia che la Germania cerca ed è la prima volta che per facilitare la ricerca ha pubblicato una lista simile, creata insieme all’Ufficio di collocamento.
Dopo avere facilitato l’anno scorso l’ottenimento di un titolo di soggiorno per il personale altamente qualificato, Berlino vuole permettere ai professionisti di fascia intermedia di soggiornare con più facilità in Germania. Gli stranieri interessati a entrare in Germania, dovranno presentare un diploma professionale nel settore richiesto.
Fino ad ora, la Germania passava tramite accordi bilaterali, tra uffici di collocamento, quando aveva bisogno di un certo di personale, ha precisato un portavoce del ministero dell’Economia tedesco. È questo il caso, ad esempio, del personale medico proveniente da Filippine e Croazia.

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