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Attualità : Cittadinanza: con lo ‘ius soli’ 80mila nuovi cittadini
(06/05/13)

Quanti sarebbero i nuovi cittadini italiani se si procedesse alla riforma della cittadinanza in direzione dello isu soli? Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2011 sono nati in Italia da genitori stranieri 80mila bambini. Ciò vuol dire che se lo ius soli fosse stato applicato nel 2011, in 80mila sarebbero diventati italiani perché nati sul territorio nazionale. Questa l’indagine svolta dalla Fondazione Leone Moressa, a seguito dell’impegno espresso dalla Ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge di portare avanti la riforma della cittadinanza.

Da tempo si dibatte in Italia della riforma della cittadinanza: ad oggi nel nostro paese si può diventare cittadino per residenza – dopo dieci anni di presenza – e per matrimonio. La legge sulla cittadinanza italiana 91/1992 si basa sul principio dello ius sanguinis mentre la riforma che si chiede da più parti prevedrebbe il riconoscimento della cittadinanza ai minori nati in Italia da genitori stranieri e a quelli ricongiunti in tenera età. Il dibattito si è accesso ancora una volta in questi ultimi giorni a seguito dell’istituzione del Ministero per l’Integrazione da parte del Governo Letta e della nomina della Ministra Cecile Kyenge che ha espresso il suo impegno nel portare avanti la riforma della cittadinanza introducendo il principio dello ius soli.

Se la riforma della cittadinanza fosse stata introdotta nel 2011 – anno di cui si hanno i dati anagrafici più aggiornati, riferisce la Fondazione Leone Moressa - sarebbero stati 80mila i bambini nati da genitori stranieri che avrebbero acquisito automaticamente la cittadinanza italiana.

La Fondazione Leone Moressa fornisce delle informazione dettagliate su questi potenziali nuovi cittadini: oltre la metà nel 2011 si trovavano al Nord, il 38,2% nel Nord Ovest e il 29,2% nel Nord Est.

A livello regionale, in termini assoluti, è sicuramente la Lombardia la regione in cui l’applicazione dello ius soli avrebbe avuto più impatto, in quanto qui si sono concentrate oltre un quarto delle nascite, a seguire il Veneto e l’ Emilia Romagna, rispettivamente con il 12,7% e il 12,3% delle nascite. Se prendiamo in considerazione l’incidenza dei nati stranieri a livello regionale, vediamo che anche in questo caso la Lombardia presentava i valori più elevati (22,1%), seguita nuovamente da Emilia Romagna (23,7%) e Veneto (21.7%). Valori consistenti però erano presenti anche in Piemonte (19,5%), Umbria (19,8), Toscana (18,6%), Marche (18,8%).

Interessante è poi invece scendere nel dettaglio regionale: oltre il 40% dei nuovi cittadini sarebbe nata nelle prime dieci province, con Milano in testa (8,0%) e Bologna a chiudere (2,4%). Le province lombarde, venete ed emiliane sarebbero state quindi quelle più interessate da questo fenomeno a livello locale. Se invece consideriamo l’incidenza, vediamo come le province in cui ci sarebbe stato il maggior numero di nuovi cittadini italiani erano concentrate in tre regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. È interessante però notare come non siano stati i centri metropolitani a presentare il maggior numero di nati stranieri sul totale dei nati, ma piuttosto realtà di medie dimensioni, quali Mantova e Brescia per la Lombardia, con rispettivamente un’incidenza del 29,9% e del 29,8%, Treviso e Vicenza per il Veneto (23,7% e 23,2%) e, infine, Modena e Reggio Emilia per l’Emilia Romagna (28,2% e 25,5%).

Comunicato stampa ‘I nuovi nati e la legge sulla cittadinanza’

Per maggiori informazioni sulla Cittadinanza consulta le schede tematiche e le FAQ.

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