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Normativa : Tar Lazio: non si può negare la cittadinanza senza motivazioni
(16/05/13)

Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da un cittadino congolese, al quale è stato notificato un decreto di diniego della cittadinanza.



I fatti: un cittadino congolese, che risiede stabilmente in Italia dal 1976, ha presentato ricorso contro il Ministero dell’Interno per la mancata concessione della cittadinanza. Il ricorrente è titolare di una ditta individuale, la cui attività è quella di edizione di libri. Inoltre, lo stesso ha conseguito tre lauree presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Da diversi anni svolge l’attività di interprete di lingua francese presso il Tribunale di Roma. Il cittadino congolese è sposato con una sua concittadina ed ha tre figli, tutti e tre cittadini italiani. Il 5 maggio del 2000 il richiedente ha presentato una domanda di concessione della cittadinanza italiana, ma nell’aprile del 2003 gli è stato notificato il diniego alla sua richiesta, in quanto nel 1979 il cittadino congolese era stato condannato a 5 mesi e 25 giorni per la guida di un veicolo sprovvisto di patente e guida in stato di ebbrezza.

La sentenza: il Ministero dell’Interno ha motivato il diniego alla domanda di cittadinanza presentata dal cittadino straniero, in quanto il certificato del casellario giudiziale conterrebbe dati ‘tali da non rendere opportuna la concessione della cittadinanza italiana’. Il Tar ha ritenuto fondato il ricorso, in quanto data l’ampia discrezionalità riconosciuta all’Amministrazione, questa dovrebbe, soprattutto in casi di provvedimenti rigettati, provvedere a motivare adeguatamente le proprie decisioni, in modo tale da consentire ‘la verifica del corretto uso del potere discrezionale’. Il cittadino congolese ha infatti un solo precedente penale risalente a più di 30 anni fa. Inoltre, essendo l’Amministrazione tenuta a valutare l’inserimento del richiedente nel tessuto sociale e a valutarne il pericolo per la collettività, era necessario che svolgesse un’istruttoria che considerasse tutti gli elementi della vita del richiedente. Il diniego, quindi, si basa esclusivamente su una condanna, alla quale non sono seguiti altri comportamenti negativi, anzi il cittadino congolese ha dimostrato più volte di essere una persona meritevole e completamente inserito nella città in cui vive. In base a tutti questi elementi il Tar del Lazio ha quindi accolto il ricorso del cittadino straniero.

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