Roma 21 marzo 2013

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

 

STATISTICHE  ASILO 2012: CIR ITALIA POCO ATTRATTIVA (MA NON E UNA NOVITA)

 

 

 

Leggendo il rapporto Asylum Levels and Trends in Industrialized Countries 2012, pubblicato oggi dallUNHCR e riferito ai paesi pi industrializzati del mondo, si impongono varie considerazioni. In Italia vero che il numero delle domande dasilo nel 2012 (15.700) pi che dimezzato rispetto al 2011 (circa 37mila). Ma anche vero che nel 2011 il numero era balzato in avanti solo per il fatto che tutti i profughi provenienti dalla Libia, ma di origine di molti Paesi diversi dellAfrica Sub-sahariana, erano stati indotti a fare la richiesta dasilo. Se, come auspicato dal CIR, avessero da subito ottenuto, come gruppo la protezione temporanea o umanitaria, e non con un ritardo di 20 mesi, non sarebbero mai entrati nelle statistiche dasilo.

 

 

 

Deve essere considerato che il numero di quasi 16mila richiedenti asilo nel 2012 comunque un numero maggiore rispetto ai 10 anni precedenti, con lunica eccezione del 2008 (31.000 richieste dasilo). In quellanno il numero stato pi elevato anche a causa delle decisioni politiche di Gheddafi - di fare pressione sullItalia e sullEuropa attraverso la propria partecipazione al contrabbando di persone. Non vogliamo neanche parlare degli anni 1990 98 quando le domande dasilo erano circa 3mila allanno, perch la maggior parte dei gruppi di profughi e sfollati che arrivavano in Italia - gli albanesi prima, bosniaci e serbi poi - avevano altre modalit di protezione e non dovevano, e spesso neanche potevano, fare richiesta dasilo.

 

 

 

Dal 2003 in poi il numero delle richieste dasilo si attestato intorno alle 10mila unit, o poco pi, annue.

 

 

 

In tutti questi anni le richieste dasilo in Italia erano ben inferiori a quelle di altri paesi europei, come anche queste ultime statistiche confermano. Non erano e non sono ancora paragonabili a Francia (nel 2012 - 54.900 domanda dasilo), Germania (64.500), Gran Bretagna (27.400) e perfino a Paesi come Svezia (43.900) e Svizzera (25.900). Nonostante la posizione geografica e geopolitica, evidentemente lItalia non viene considerata dalla stragrande maggioranza dei richiedenti asilo in Europa il loro Paese di destinazione. I veri motivi sono da individuare nella scarsit quantitativa e qualitativa di accoglienza e le magre prospettive di integrazione. A volte giornalisti e interlocutori dallestero ci chiedono se sia una politica voluta per disincentivare gli arrivi dei rifugiati. Non sappiamo a questo dare risposte semplici, purtroppo. dichiara Christopher Hein direttore del CIR.

 

 

 

Un altro elemento significativo del rapporto UNHCR quello che riguarda i richiedenti asilo siriani, che si collocano dopo gli afgani come secondo gruppo pi numeroso nei paesi analizzato.  Questo dato si traduce, per, in Europa in pochi Paesi in cui i siriani presentano domanda dasilo: Svezia, quasi 8mila arrivi, Germania, 6mila, Gran Bretagna, 1.300, Svizzera 1.100. Sono per numeri certamente modesti rispetto al pi di un milione di rifugiati siriani accolti dai Paesi limitrofi, Giordania, Siria, Libano, Turchia e Iraq. Appare comunque fisiologico che i numeri in Europa aumentino, una questione di tempo: sempre pi richiedenti asilo arriveranno in Europa, e purtroppo, temiamo in maniera irregolare. Sono pochissimi quelli che potranno entrare in modo regolare, attraverso programmi nazionali di re insediamento. Appare che lidea dellAlto Commissario delle Nazioni Unite Antonio Guterres di lanciare eventualmente un appello per il re-insediamento di 50mila profughi siriani in Libano non abbia trovato alcuna sponda in Europa. Ed la ragione per cui tale appello non stato formalizzato. Siamo convinti che studiare modalit di ingresso protetto in Europa sia di fondamentale importanza per alleviare una pressione davvero insostenibili per i profughi siriani e i Paesi limitrofi conclude Hein.

 

 

 

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