COMUNICATO STAMPA

LĠIMMIGRAZIONE IN LOMBARDIA

Presentazione Dodicesimo Rapporto dellĠOsservatorio Regionale per lĠintegrazione e la multietnicitˆ (ORIM)

marted“ 26 marzo 2013 - ore 9.00- 17.30

Milano - Sala dei Cinquecento – Ingresso Nucleo 4

Palazzo Lombardia, Piazza Cittˆ di Lombardia

 

Nel 2012 i flussi migratori nella nostra regione hanno subito per la prima vota in dieci anni un calo. L'Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicitˆ (Orim) calcola infatti che al 1Ħ luglio del 2012 la popolazione straniera proveniente da Paesi a forte pressione immigratoria (Pfpm) presente in Lombardia  di 1 milione e 237mila unitˆ (regolari e non), 33mila in meno (-2,6%) rispetto allo stesso periodo del 2011, anno in cui si registrava, rispetto al 2010, un incremento del 7%. La Lombardia accentra quasi un quarto del totale dellĠimmigrazione presente in Italia, valutato in 5 milioni e 200mila unitˆ (regolari e non). In regione si contano pi di 12 stranieri ogni 100 residenti: il triplo rispetto alle stime del primo rapporto Orim del 2001. In calo la componente irregolare che viene stimata in 96mila unitˆ (7,8% del totale dei presenti), 20mila in meno rispetto al 2011, anno in cui se ne stimavano 116mila. Passando alle aree di provenienza, in cima alla classifica ci sono gli est-europei con 437mila unitˆ, ben 344mila in pi rispetto al 2001 (+371%). Al secondo posto si collocano gli asiatici, con 294mila presenti e un incremento assoluto di185mila unitˆ in 11 anni e mezzo (+170%). Al terzo posto ci sono i nordafricani con 237mila casi (129mila in pi). DallĠultima indagine Orim emerge che le famiglie immigrate che vivono in Lombardia sono sempre pi in difficoltˆ a causa della crisi economica: il reddito mediano mensile nel 2012 scende a 1.400 euro (nel 2011 era di 1.500 euro). Inoltre sono sempre meno le famiglie che riescono a risparmiare: quelle che mettono da parte 100 euro mensili passano dal 34,7% del 2011 al 27,8% del 2012. Stesso discorso vale per le rimesse: le famiglie che riescono a mandare pi di 100 euro al mese allĠestero scendono dal 33% al 28,3%. Si abbassa inoltre la quota di immigrati proprietari della loro abitazione: nellĠultimo biennio in Lombardia si  passati dal 23,2% del 2010 al 21,9% nel 2011 fino al 20,1% nel 2012. Cresce il livello di disoccupazione che passa dallĠ11,7% del 2011 al 14,4% del 2012. I pi penalizzati sono gli under 30: oltre la metˆ ha difficoltˆ di accesso al mercato del lavoro sommando chi (il 30,6%)  inattivo e chi (il 19%)  disoccupato. Si registra invece un aumento degli alunni stranieri che passano da 173.051 unitˆ dellĠanno scolastico 2010/2011 a 184.592 dellĠa.s. 2011/2012 (+6,7%). Il 24,4% del totale degli alunni con cittadinanza non italiana presenti nel nostro Paese si trovano in Lombardia.

 

Sono questi alcuni risultati de ÒL'immigrazione in LombardiaÓ. Alla presentazione del Dodicesimo Rapporto dellĠOsservatorio Regionale per lĠintegrazione e la multi etnicitˆ, promossa da Regione Lombardia, ƒupolis Lombardia – Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione e Orim hanno partecipato tra gli altri (in ordine di intervento): Vincenzo Cesareo, Coordinatore Generale Orim; Gian Carlo Blangiardo, Fondazione Ismu; Maurizio Ambrosini, Caritas Ambrosiana; Ennio Codini, Universitˆ Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Armando Pullini, Fondazione Ismu; Antonio Tosi, Politecnico di Milano; Paolo Bonetti, Universitˆ degli Studi di Milano Bicocca: Elena Besozzi, Universitˆ Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Valeria Alliata di Villafranca, Fondazione Ismu; Alfredo Alietti, Universitˆ degli Studi di Ferrara; Francesco Marcaletti, Universitˆ Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

1. GLI IMMIGRATI IN LOMBARDIA

A differenza dello scorso anno, in cui si registrava un incremento del 7%, i flussi migratori nella nostra regione hanno subito per la prima vota in dieci anni un calo: al 1Ħ luglio del 2012 la popolazione straniera proveniente da Paesi a forte pressione immigratoria (Pfpm) presente in Lombardia  stimata da Orim in 1 milione e 237mila unitˆ (regolari e non), 33mila in meno (-2,6%) rispetto al 2011. La Lombardia accentra quasi un quarto del totale dellĠimmigrazione presente in Italia, stimato in 5 milioni e 200mila unitˆ (regolari e non). Nel territorio lombardo su 100 residenti pi di 12 sono stranieri: il triplo rispetto alle stime del primo rapporto Orim del 2001.

Famiglie. Cresce il radicamento delle famiglie con figli le quali nel 2012 aggregano ormai il 41,5% dei presenti a fronte del 39,1% del 2011 e del 25,2% di dieci anni fa. Aumentano le unioni tra donne straniere e uomini italiani: nel 2012 sono 58mila le immigrate che hanno un partner italiano (+14% rispetto al 2011 in cui erano 51mila).

Densitˆ. La maggiore incidenza si trova nella cittˆ di Milano, dove il rapporto  di 18-19 immigrati ogni 100 residenti. Seguono le province di Brescia (16 per 100), Mantova (15 per 100), Lodi, Cremona e Bergamo (poco meno di 13 per 100), Pavia (12 per 100), Lecco, Varese, Como, Monza-Brianza (8-9 per cento). Sondrio (5,3%).

Calano i residenti. Le stime al 1Ħ luglio 2012 segnalano 1 milione e 140mila stranieri provenienti da Pfpm regolarmente presenti in Lombardia, di cui 1 milione e 45mila residenti (84,5% del totale): 15mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2011. In sostanza lĠeffetto crisi non sembra aver ancora intaccato, se non marginalmente, la componente stabile delle presenze in regione.

Diminuiscono gli irregolari. Sono 96mila (7,8% del totale dei presenti), 20mila in meno rispetto al 2011, anno in cui se ne stimavano 116mila. Se negli anni passati le contrazioni del numero degli irregolari erano dovute alle cos“ dette sanatorie, nel 2012 il calo sembra dovuto al crollo dei flussi e forse anche a significativi rientri a seguito dalla crisi economica. Gli irregolari rappresentano lĠ8% del totale dei presenti: tale percentuale corrisponde al pi basso tasso di irregolaritˆ registrato nel corso degli ultimi dieci anni. Gli irregolari si concentrano soprattutto nella provincia di Milano che ne conta 37,5mila (nel 2011 erano 49,8mila), di cui 23,7mila nel comune capoluogo. Seguono la provincia di Brescia con circa 14,7mila presenze irregolari (nel 2011 erano 17mila) e quella di Bergamo con 10mila (nel 2011 erano 12,2mila). Tutte le altre province si attestano al di sotto delle 10mila unitˆ. Si segnala che 37mila dei 96mila irregolari hanno presentato domanda di regolarizzazione nel 2012.

LĠ11,4% ha intenzione di lasciare lĠItalia. LĠindagine Orim mette in luce una non marginale diffusione dei progetti di rientro/spostamento allĠestero nei dodici mesi successivi alla raccolta delle interviste: se nel 2011 ben il 10,5% degli immigrati ultraquattordicenni (che hanno espresso unĠopinione) ha manifestato tale intenzione, nel 2012 la corrispondente percentuale  persino salita di un punto: 11,4%.

Milano. La provincia di Milano accoglie al 1Ħ luglio 2012 un totale di 443mila immigrati provenienti da Pfpm (-4%) rispetto allĠanno precedente in cui se ne contavano 460,4mila). Il comune capoluogo totalizza 248,4mila presenze, circa 14mila in meno rispetto al 2011. La cittˆ di Milano si conferma come lĠarea a maggiore densitˆ: circa 18 stranieri ogni 100 residenti.

La classifica delle altre province. Dopo quella di Milano le province con pi immigrati sono Brescia (199mila, -1,5% rispetto al 2011) e Bergamo (139,5mila, -2,4%). Seguono Varese (80mila, -0,4%), Monza-Brianza (76mila, -1,3%), Pavia (65,5mila, -0,8%), Mantova (63mila, -2,2%), Como (53mila, -1,0%), Cremona (46,3mila, -5,8%), Lecco (32,4mila, -1,7%), Lodi (29,4mila, -5,2%), Sondrio (10mila, -0,9%).

Provenienze. Al 1Ħ luglio 2012 in Lombardia si conferma ancora una volta il primato degli est-europei con 437mila unitˆ, ben 344mila in pi rispetto al 2001 (+371%). Al secondo posto si collocano gli asiatici, con 294mila presenti e un incremento assoluto di185mila unitˆ in 11 anni e mezzo (+170%). Al terzo posto ci sono i nordafricani con 237mila casi (129mila in pi), seguiti dai latinoamericani, con 165mila, e dagli altri africani con 104mila unitˆ. In termini relativi gli esteuropei detengono, come lo scorso anno, una quota del 35% del totale generale, di cui pi della metˆ  attribuibile a cittadini extraUe (19,3% contro il 16% dei neocomunitari). Agli asiatici va poco meno del 23,8% delle presenze, il 19,2% ai nordafricani, il 13,4% ai latinoamericani, e lĠ8,4% agli altri paesi africani. Passando alle singole nazionalitˆ, in cima alla classifica ci sono i rumeni con 169,8mila unitˆ, seguiti dai marocchini con 128mila e dagli albanesi con 116,4mila unitˆ. Tutte e tre con una numerositˆ che segna un ritorno al dato assoluto del 2009.

Etˆ media e religioni. LĠetˆ media degli stranieri ultraquattordicenni presenti in regione  di 35 anni, sia per gli uomini sia per le donne. Rispetto al 2010 la quota di soggetti con presenza ultradecennale si accresce di oltre dieci punti percentuali. Tra gli uomini, gli africani registrano la maggiore incidenza di soggetti presenti in Italia da oltre 10 anni, tra le donne invece la maggiore incidenza  delle latinoamericane. Rispetto al 2001  raddoppiata la quota degli ultra14enni nati in Italia o arrivati prima della maggiore etˆ (dal 6,5% al 14,2%). Il 45,6% del collettivo femminile  in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore e oltre un sesto di una laurea; per gli uomini il diploma riguarda il 43,4% dei casi e i laureati scendono al 12,3%. Oltre il 50% del collettivo maschile si dichiara musulmano, contro il 28% delle donne. I cristiani aggregano oltre il 60 % della componente femminile e poco pi di un caso su tre di quella maschile.

Calano redditi, rimesse e risparmi. Il reddito mediano mensile per il complesso della famiglia nel 2012 scende a 1.400 euro, a fronte dei 1.500 euro registrati nel biennio precedente. Scendono anche le rimesse verso lĠestero rispetto al 2011 e ancor pi i risparmi. La quota di famiglie straniere con rimesse medie mensili superiori ai 100 euro scende di 5 punti percentuali, dal 33% al 28,3%. Diminuisce di 7 punti anche la quota di famiglie con risparmi medi mensili superiori ai 100 euro: dal 34,7% al 27,8%.

Lodi, Lecco e Cremona prime in integrazione. Gli immigrati presenti in Lombardia sono sempre pi integrati. LĠindicatore che ne misura lĠintensitˆ (valore 0 in caso di assenza di integrazione e valore 1 in caso di massima)  dello 0,65 nel 2012. La popolazione straniera nel 2012 ha mediamente raggiunto condizioni migliori nella misura del 60% rispetto al collettivo di quelli presenti nel 2001, almeno rispetto a stabilitˆ residenziale, condizione giuridico-amministrativa, abitativa e lavorativa. Lodi (0,60), Lecco (0,60), Cremona (0,60), spiccano tra le province con miglior grado di integrazione tra gli arrivati da almeno 10 anni. Se guardiamo le provenienze, gli indici pi elevati di integrazione appartengono agli est-europei comunitari (0,63): gli elevati punteggi sono dovuti soprattutto al fatto che essi godono della miglior condizione possibile rispetto allo stato giuridico. Per lo stesso motivo la Romania occupa la prima posizione nella classifica dĠintegrazione tra le cittadinanze pi numerose presenti in Lombardia.

Strutture di accoglienza. Strutture di accoglienza. Nel corso del 2012 sono state rilevate 327 strutture (22 in pi rispetto al 2011) per un totale di 7.536 posti letto, registrando un aumento di oltre 900 unitˆ rispetto al 2011. Per quanto riguarda la tipologia sono prevalenti quelle di seconda accoglienza (ossia strutture dove la permanenza massima consentita supera i 12 mesi) con 93 unitˆ (11 in pi rispetto al 2011) e una disponibilitˆ di 1843 posti letti . Si segnala che in alcuni casi il passaggio, da prima a seconda accoglienza di alcune strutture  stato determinato oltre che dai tempi di permanenza pi lunghi, anche da un aumento di servizi aggiuntivi – quali la mensa, il supporto medico, la ricerca del lavoro e dellĠalloggio – che ha innalzato molto il livello della qualitˆ offerto agli ospiti. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, anche nel 2012 la provincia di Milano risulta quella a pi alta concentrazione, con oltre il 25% delle strutture mappate. Seguono le province di Brescia con 38 strutture, di Lecco con 33 e di Pavia con 31.

 

2. LAVORO

Nel 2012 poco pi di un terzo (66,9%) degli immigrati stranieri con un'etˆ superiore ai 14 anni presenti in Lombardia  in possesso di un'occupazione, anche in forma irregolare. Un calo si registra sia rispetto al 2011 (quando gli occupati erano il 70,4%), sia rispetto al periodo pre-crisi (79,3% nel 2008). Il 2012, del resto, ha visto crescere i livelli di disoccupazione tra gli immigrati over 14 in cerca di lavoro su valori che hanno raggiunto il 14,4% (nel 2011 l'11,7%).

Tra gli occupati il la flessione pi vistosa  quella che ha investito i lavoratori subordinati a tempo pieno e indeterminato (-3 punti, dal 35,6% al 32,6%). In calo, pi contenuto, anche quelli a tempo determinato (-1,1 punti). Crescono, anche se si poco, la cassa integrazione (+0,7 punti) e la mobilitˆ (+0,1 punti). Per quanto riguarda il lavoro irregolare, tanto le occupazioni stabili quanto quelle meno stabili sono diminuite dello 0,2 punti. NellĠambito del lavoro autonomo, invece,  cresciuto quello regolare (+0,4 punti) ed  calato quello irregolare (-0,2 punti).

Aumenta la disoccupazione. Se per gli uomini si riscontra un alto tasso di disoccupazione (18,1%), in netta crescita rispetto al 2011 quando era il 13%; per le donne troviamo situazioni di disoccupazione su cifre nettamente inferiori (11,9%), anche se in crescita rispetto al 2011 quando le non occupate erano il 10,9%.

Per le donne  sempre pi marcata la tendenza a rinunciare alla ricerca del lavoro (attraverso il ÒrifugioÓ nella condizione di casalinga) o a ricercare e accettare occupazioni di tipo irregolare. Se tra gli uomini l'occupazione irregolare  diminuita (10,1% contro 11,8% del 2011), tra le donne c' stato un leggero incremento (9,6% contro 9%). La disoccupazione registra tassi elevati a Milano cittˆ (20,1%), a Lecco (18,1%) e Monza-Brianza (17,2%). I tassi di disoccupazione pi contenuti sono appannaggio degli altri comuni della provincia di Milano (11,6%), Varese (11,7%) e Como (11,7%). Ancora Varese fa registrare i livelli di occupazione subordinata regolare pi elevati (60,9%), segue Como (59,3%). Al capo opposto Lodi (45,8%) e Bergamo (47,1%). LĠoccupazione irregolare subordinata  pi diffusa negli altri comuni della provincia di Milano (13,3%), mentre allĠultimo posto della graduatoria figura Sondrio (2,1%). Il lavoro autonomo regolare ha livelli pi alti a Milano cittˆ (9,5%) e Pavia (7,4%), mentre i livelli pi bassi che si registrano a Como (4,5%) e Sondrio (4,4%). Il lavoro autonomo irregolare risulta infine particolarmente diffuso in provincia di Como (3,5%) e in pratica assente a Varese (0,4%), Lodi (0,4%) e altri comuni della provincia di Milano (0,4%).

Gli under 30 i pi colpiti. Oltre la metˆ di chi ha meno di 30 anni ha difficoltˆ di accesso al mercato del lavoro, sommando chi (il 30,6%)  inattivo e chi (il 19%)  disoccupato. Significativo  anche il tasso di disoccupazione dei 30-44enni (14%) che risulta superiore a quello degli over 45 (12,9%). Al crescere quindi dellĠetˆ anagrafica aumentano i livelli di occupazione, soprattutto di tipo regolare, ma anche irregolare autonoma.

Le donne guadagnano pi degli uomini. Dall'indagine Orim risulta che il reddito medio familiare pi alto in assoluto  associato alle donne over 45 a lunga anzianitˆ di presenza in Italia (in media 1.935,25 euro al mese), mentre tra gli uomini primeggiano gli under 30 a lunga anzianitˆ di presenza nel nostro Paese (in media 1.852,12 euro al mese).

Aumenta la domanda di lavoro in ambito domestico. Grazie a una timida ripresa della domanda da parte delle famiglie, lĠassistenza in ambito domestico ha fatto registrare nellĠultimo anno un leggero incremento, sino a raggiungere una quota del 18,8% del totale delle professioni svolte dagli immigrati presenti in Lombardia, confermando un trend in salita scandito dal 18,4% del 2011 e dal 18,2% del 2010. Confermato il peso che assumono per gli immigrati maschi le professioni di tipo operaio e per le femmine quelle dellĠassistenza in campo familiare e socio-assistenziale. Calano invece alcune professioni tradizionalmente svolte dagli immigrati maschi, come gli operai edili, gli addetti alle pulizie, gli assistenti domiciliari e alcune attivitˆ pi qualificate, come i mestieri artigianali e gli impiegati.

 

3. SALUTE

Nel monitoraggio ultra decennale delle diagnosi di ricovero delle due popolazioni abbiamo sempre riscontrato un rischio di ricovero e quindi di morbilitˆ a carico della popolazione immigrata significativamente maggiore e abbiamo appurato che questa differenza tende a non modificarsi nel tempo.

La collaborazione con ƒupolis Lombardia, iniziata questĠanno, ha prodotto un significativo salto di qualitˆ nello studio delle differenze di salute tra italiani e stranieri immigrati. LĠintroduzione di nuove variabili associate a caratteristiche socio-economiche e culturali (la posizione nella professione e il livello di istruzione) analizzate assieme ai dati di ricovero ha fornito un panorama pi approfondito delle differenze tra la salute degli italiani e quella degli stranieri, consentendo quindi di formulare ulteriori ipotesi sulle loro cause. Con lĠintroduzione di queste nuove variabili, infatti,  stato possibile osservare come le differenze tra le popolazioni di italiani e stranieri, tenendo conto del livello di istruzione e/o le condizioni socio-economiche, tendano a diminuire e in qualche caso a scomparire per numerose delle patologie esaminate.

Nel 2011 (ultimi dati disponibili) i ricoveri a carico dei cittadini stranieri (tra degenze ordinarie e day hospital) sono stati 131.576 (di cui il 65,4% attribuibili alle donne e il 34,6% agli uomini) con un calo del 18,6% rispetto allĠanno precedente. I ricoveri complessivi delle persone straniere corrispondono al 7,7% del totale dei ricoveri regionali dello stesso anno, confermando il trend in ribasso degli anni precedenti. Da notare (in linea con i saldi migratori negativi degli ultimi anni) che la diminuzione dei ricoveri a carico delle persone straniere  significativa nella degenza ordinaria (-5.286), ma soprattutto nel day hospital, dove la flessione  stata del 51,1%, passando dai 48.657 giorni di ricovero del 2010 ai 23.787 del 2011. Il numero dei ricoveri per classe dĠetˆ conferma la differenza tra pazienti italiani (con una distribuzione molto pi sbilanciata verso le classi di etˆ pi anziane) e pazienti stranieri, dove i ricoveri si concentrano in prevalenza nella fascia under 49 anni (60,8% rispetto al 26,8% dei pazienti italiani).

Strutture ospedaliere e ricoveri. La distribuzione dei giorni di degenza vede confermata anche per il 2011 la prevalenza, allĠinterno della stessa Asl, dell'azienda ospedaliera di Milano-cittˆ, che registra un aumento del 2,8% dei giorni di degenza rispetto al 2010. Stabile lĠAsl di Bergamo, mentre perde 1,5% quella di Brescia (pur rimanendo, dopo quella milanese, lĠazienda sanitaria pi importante in Lombardia per numero di immigrati accolti). Per quanto riguarda invece i ricoveri in day hospital, l'azienda ospedaliera di Milano-cittˆ perde il 6,1%. Rimane stabile lĠAsl di Brescia, mentre aumenta di 1,7 punti lĠAsl di Bergamo.

Parti e interruzioni di gravidanza. Per le donne immigrate la pi alta incidenza di ricovero  legata alle gravidanze, ai parti e agli aborti, ÒvociÓ che nel 2011 hanno rappresentato il 42%, pari a 44.181 ricoveri totali. In Lombardia il numero totale di ricoveri per parto nellĠanno 2011  stato di 93.397, di questi 68.967 riguardano donne italiane e 24.430 donne straniere. Il totale degli aborti  stato di 33.056, di cui 21.500 nelle donne italiane, 10.490 nelle donne straniere regolari e 1.066 nelle donne straniere irregolari. La percentuale di aborti sul totale delle gravidanze per le donne italiane a partire dal 2009 registra un lieve ma costante incremento, passando dal 23,1% del 2009 al 23,8% del 2011. Per le donne straniere si assiste invece a una diminuzione. Questo decremento (che potrebbe essere legato a un allontanamento dalle strutture e a un aumento del ricorso dellĠaborto clandestino)  importante tra le donne straniere regolari, che passano dal 32,5% del 2009 al 30,6% del 2011, ma  ancora pi significativo per le donne straniere irregolari, dove si passa dallĠ89,9% del 2009 al 67,4% del 2010 e al 65,2% del 2011.

 

4. GLI ALUNNI STRANIERI

LĠOrim calcola che gli alunni stranieri in Lombardia sono in aumento e passano da 173.051 unitˆ dellĠanno scolastico 2010/2011 a 184.592 dellĠa.s. 2011/2012 (+6,7%). Gli studenti stranieri in Lombardia rappresentano il 24,4% del totale degli alunni con cittadinanza non italiana presenti nel nostro Paese. LĠincidenza percentuale di tali alunni, ovvero il peso che la componente straniera ha sulla popolazione scolastica complessiva presente in Lombardia, ha registrato una crescita costante passando dall'11,3% del 2008/09 al 13,2% del 2011/12 (lĠincidenza a livello nazionale  del 8,4%). Considerando i diversi ordini di scuola, si osserva che lĠincidenza pi alta si registra come di consueto nella scuola primaria con il 14,7% (contro il 9,5% a livello nazionale), ma la crescita pi marcata  nella scuola dellĠinfanzia, dove in Lombardia il valore  passato dal 10,9% dell'a.s. 2007/2008 al 14,6%, dell'a.s. 2011/2012, per lĠeffetto della pi alta natalitˆ delle coppie straniere e miste rispetto a quelle italiane e in parte dei ricongiungimenti in tenera etˆ. In aumento anche il numero degli alunni stranieri nati in Italia: se, nellĠanno scolastico 2010/2011, in Lombardia erano 83.240, nellĠa.s. 2011/2012 sono 93.978 e rappresentano il 48% degli alunni stranieri che frequentano le scuole in Lombardia.

Provenienze. Le percentuali pi alte sono quelle degli studenti provenienti dal Marocco (13,3%), seguite da Albania (11,6%) Romania (11,3%), India (5,1%), Filippine ed Ecuador (entrambi 4,6%), e Cina (4%). Rispetto allĠanno precedente si nota un aumento dei rumeni e un calo degli albanesi.

A Milano sono il 37,8% del totale. NellĠanno scolastico 2011/12 le province con pi alunni stranieri della regione sono Milano (69.801 presenze, pari al 37,8% del totale), Brescia (32.066, pari al 17,4% del totale) e Bergamo (22.420, pari al 12,1%). Ma lĠincidenza maggiore si registra a Mantova, dove gli alunni stranieri rappresentano il 18,3% del totale della popolazione scolastica, seguita da Brescia (17,1%) e Cremona (16,4%).

Tetto del 30%. Sul totale di 7.866 scuole gli istituti che hanno registrato dal 30 al 40% di alunni stranieri sono stati 406 (5,2%) e quelli che ne hanno registrato oltre il 40% sono 283 (3,6%).

Preferiscono gli istituti professionali e tecnici. Gli alunni stranieri hanno una marcata tendenza a indirizzarsi in percorsi professionali e tecnici, rispetto agli alunni italiani. In totale gli alunni stranieri iscritti alle scuole secondarie di II grado sono 35.467 (nel 2010/11, erano 32.918), di questi il 42,4%  iscritto agli istituti professionali, il 41,3% in quelli tecnici e il 13,9% nei licei. Per quanto riguarda la formazione professionale il settore di attivitˆ che raccoglie il maggior numero di studenti stranieri  quello meccanico/metallurgico, scelto quasi da un terzo degli studenti stranieri (1.912 allievi pari al 32,2%) e il secondo  quello elettrico/elettronico, informatica e telecomunicazioni (1.001 allievi, pari al 16,9%), seguito dai servizi alla ristorazione (833 studenti, pari al 14%). I dati confermano la maggiore propensione degli studenti stranieri rispetto a quelli italiani a indirizzarsi verso i settori legati allĠindustria.

Diminuiscono gli iscritti allĠuniversitˆ. NellĠanno accademico 2011/12 vi sono state 2.627 immatricolazioni di studenti con cittadinanza non italiana presso gli atenei lombardi, 118 in meno rispetto allĠanno precedente. Tra le universitˆ con pi iscritti: lĠUniversitˆ degli studi di Milano, dove si sono immatricolati 514 studenti non italiani (19,6% degli iscritti stranieri), 417 al Politecnico (15,9%) e 336 allĠUniversitˆ di Milano-Bicocca (12,8%). Anche questĠanno la presenza femminile risulta proporzionalmente pi elevata di quella maschile (57,7%). Le facoltˆ pi frequentate scelte dagli stranieri sono quelle dellĠeconomia e della gestione aziendale (20%), seguite da ingegneria (pi del 12%) e mediazione linguistica e lingue e culture moderne (pi dellĠ11%) e medicina (circa 4%).

In Lombardia lĠincidenza degli universitari stranieri sul totale  del 5,8%, con una punta del 10% allĠUniversitˆ Bocconi di Milano.

 

5. ABITAZIONE

Prosegue il calo delle famiglie immigrate proprietarie di case: se nel 2010 erano il 23%, nel 2012 sono scese al 20,1%, con una variazione in negativo di 46mila unitˆ abitative. Tra i proprietari a ridursi  stata soprattutto la quota di immigrati provenienti dal Nord Africa che nel biennio 2011-2012  scesa di quattro punti percentuali, dal 20,7% al 16,7%. La componente che ha sofferto di pi  quella marocchina, seguita da quella egiziana. In controtendenza positiva l'Est Europa, dove spiccano i proprietari albanesi, balzati dal 25,3% al 29%. Le tradizionali aree orientate allĠacquisto (Asia e America latina) registrano anch'esse un trend negativo (anche se di minore impatto rispetto alle regioni nordafricane e africane). AllĠinterno dei gruppi asiatici si conferma comunque la propensione alla proprietˆ dei cinesi.

Aumentano le famiglie in affitto. Se lo status di proprietari  nel complesso diminuito, altrettanto decisa  stata l'avanzata delle famiglie immigrate in affitto che nel 2009 erano il 47,9% e sono salite via via fino al 51,3% nel 2012. Sul fronte dell'affitto regolare Òda solo o con parentiÓ va rilevata una diffusa crescita (tra il 3 e il 5% nellĠultimo biennio) in particolare da parte dei nuclei provenienti dal Nord Africa, dallĠAfrica e dallĠAmerica latina.

 

6. ASSOCIAZIONISMO

A fine dicembre 2012 Orim ha mappato 428 associazioni di immigrati attive sul territorio lombardo, a fronte delle 368 realtˆ censite nel 2011, delle 304 nel 2010 e delle 240 nel 2009 (l'incremento  legato via via anche alla migliore copertura del monitoraggio sul territorio). Oltre un terzo delle associazioni (36,7%) ha sede nella provincia di Milano. Seguono le province di Brescia (12,1%) e di Bergamo (15,2%). Nell'88,3% dei casi (pari a 377 realtˆ) si tratta di associazioni formalmente costituite, ma solo il 10,5% (vale a dire 45 realtˆ) utilizza personale retribuito. Le pi numerose sono le associazioni riconducibili ai Paesi dellĠAfrica subsahariana (40,2%) e dellĠAmerica latina (21,7%). Meno numerose quelle legate al Nord Africa e Medio Oriente da un lato e dallĠAsia dallĠaltro, rispettivamente il 17,3% e lĠ11,6%. Rare quelle dei Paesi dellĠEuropa orientale (9,2%). LĠ84% delle associazioni ha dichiarato di avere tra i propri iscritti anche dei giovani - ma solo 1 associazione su 10 conta pi della metˆ di associati under 26 - e quasi la totalitˆ (96,8%) ha dichiarato di contare almeno una presenza femminile (oltre il 35% delle associazioni  anzi composta in maggioranza da donne).

 

 

 

 

 

Per informazioni:

Ufficio stampa Orim (Osservatorio Regionale per lĠintegrazione e la multietnicitˆ)
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