Newsletter periodica d’informazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli
iscritti UIL

 

 

 

 

Anno XI n.9 del 04 marzo 2013

 

Consultate www.uil.it/immigrazione

Aggiornamento quotidiano sui temi di interesse di cittadini e lavoratori stranieri

 

La crisi non ferma le imprese etniche

Imprese, quasi 500 mila guidate da stranieri

imprese straniereCi sarà pure la crisi ma il boom delle imprese guidate da stranieri continua. In Italia sono quasi mezzo milione. Per l'esattezza sono 477.519 (il 7,8% del totale) e di queste 24.329 sono state avviate nel solo 2012, il 5,8% in più dell'anno precedente. Cifre notevoli, se si pensa che le imprese aperte da italiani sono risultate essere nello stesso arco di tempo meno di 19 mila. Sono i dati sulla natalità e mortalità delle imprese guidate da stranieri diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione statistica condotta da InfoCamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane. In Toscana e in Liguria la percentuale delle imprese condotte da stranieri e' a doppia cifra, spiega ancora il rapporto: 11,3% nella prima regione e 10,1% nella seconda. Le province dove più' alta e' la concentrazione di imprese straniere sono Prato (23,6), Firenze (13,6) e Trieste (13,2).

 

SOMMARIO

 

 

 

 

Appuntamenti pag. 2

 

Imprenditoria etnica, quasi 500 mila imprese in Italia pag. 2

 

Coordinamento Nazionale Immigrati pag. 3

Emergenza Nord Africa pag. 4

 

Giurisprudenza pag. 5

Cittadinanza ai tre senegalesi feriti a Firenze pag. 6

 

Lavoro infantile pag. 7

Foreign Press pag. 8

 

Notizie in breve: pag. 9

 

 

 

 

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil

Dipartimento Politiche Migratorie

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.


Dipartimento Politiche

Migratorie: appuntamenti


 

 

 

 

 


Roma 06 marzo 2013, ore 10.00, sede Confindustria

Incontro su recepimento della Direttiva 2009/50/CE sulla Blu Card

(Giuseppe Casucci)

Roma 11 marzo 2013, sede UIL nazionale, sala Bruno Buozzi, ore 15 – 18

Convegno UIL- Ital: “annullare lo svantaggio: Incrocio domanda e offerta di lavoro per persone con particolare svantaggio sociale ed economico

(Guglielmo Loy, Giuseppe Casucci)

Roma 12 marzo 2013, Grand Hotel Palatino, via Cavour 213, ore 09.00 – 17.00

Convegno UIL- Ital: “Cittadinanza prossima: diritti, norme e procedure”

(Guglielmo Loy, Giuseppe Casucci)

Roma 13 -15 marzo 2013, Cardinal Hotel Saint Peter Hotel, Via Leone Dehon 71

Corso di formazione ETUI: EU migration policies and their impact on working conditions and integration of migrant workers”

(Guglielmo Loy, Giuseppe Casucci)

Bruxelles, 21 marzo 2013, sede CES

Migration and inclusion working group

(Giuseppe Casucci)

Roma 28 marzo 2013, sede UIL Nazionale

Coordinamento Nazionale Immigrati

(Guglielmo Loy, Giuseppe Casucci)


 

 

 

Società

 


http://www.sky.it/

Sono quasi 500mila le imprese guidate da stranieri

Roma, 2 marzo 2013 - Secondo una ricerca di Unioncamere le aziende fondate da immigrati nel 2012 sono cresciute di 24mila unità. I più attivi marocchini, cinesi e albanesi. Prevalenza di società individuali, ma crescono anche le cooperative


Roma, 2 marzo 2013 - a, in Italia, le imprese guidate da cittadini stranieri, con un aumento di 24.329 nel 2012, +5,8%. Dati diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione statistica condotta da Infocamere. Per le imprese individuali il paese leader resta il Marocco con 58.555 titolari. Seguono Cina (42.703) e Albania (30.475). Sono aumentati di più termini assoluti gli imprenditori del Bangladesh (+3.180 imprese) e in termini relativi quelli Kossovo (+37,6%).
Scegliere il mercato per integrarsi - Il "contributo" degli imprenditori immigrati alla crescita delle imprese nel 2012, sottolinea Unioncamere, "si è rivelato determinante per mantenere in campo positivo il bilancio anagrafico di tutto il sistema imprenditoriale italiano (cresciuto, lo scorso anno, di sole 18.911 unità)". "La geografia dello sviluppo dei territori e del rilancio del paese - commenta il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - passa anche per la valorizzazione di queste forze imprenditoriali, che scelgono la via del mercato per integrarsi prima e meglio nella nostra società. Sono perlopiù forze giovani, con una grande motivazione alle spalle e dunque capaci di offrire opportunità di lavoro che, in questa fase, possono essere importanti nel recupero dei livelli occupazionali".
Punte in Toscana e Liguria - Alla fine del 2012, le 477.519 imprese a guida di cittadini stranieri rappresentano il 7,8% del totale delle imprese, con punte superiori al 10% in due regioni, Toscana (11,3) e Liguria (10,1), ed in ben dodici province tra cui spiccano Prato (23,6), Firenze (13,6) e Trieste (13,2). In termini assoluti le attività più presidiate sono quelle del commercio al dettaglio (129.485 attivita') e dei lavori di costruzione specializzati (101.767). Molto distanziate le attività in ristorazione (31.129) e commercio all'ingrosso (29.646). In termini di incidenza percentuale, le attività guidate da immigrati sono presenti soprattutto nelle telecomunicazioni (34,9%), nella confezione di articoli di abbigliamento (24%), nei lavori di costruzione specializzati ( 18,9%).
Prevalenza di società individuali - Dal punto di vista della struttura organizzativa, nella grande maggioranza (385.769 imprese, l'80,8% del totale) le attività degli imprenditori immigrati sono costituite nella forma dell'impresa individuale, la pià semplice, mentre le società di capitale (46.239 unità) sono il 9,7%. Comincia a diffondersi lo strumento della società cooperativa: quasi 8mila unità, cresciute lo scorso anno al ritmo dell'8,2%.


 

Sindacato


Coordinamento Nazionale Immigrati

<Discriminazioni nell’accesso o nell’ambito del lavoro, di cittadini di Paesi terzi>

Roma, 28 marzo 2013 – Sala Bruno Buozzi, ore 09 – 14.00


Sono molti e frequenti i casi in cui Tribunali della Repubblica sentenziano contro la natura discriminatoria di comportamenti tenuti da amministrazioni pubbliche o da aziende municipalizzate nella esclusione da concorsi e bandi di cittadini privi della cittadinanza italiana. Sono anche molti i casi di discriminazioni nell’accesso al lavoro privato o nei percorsi di carriera o, semplicemente nel godimento di diritti, come ad esempio quelli previdenziali. Secondo molte sentenze, sbarramenti nell’accesso al lavoro o discriminazioni nell’ambito dello stesso, violano normative interne ed internazionali. Il Dipartimento Politiche Migratorie della UIL suggerisce la necessità di un dibattito all’interno della nostra Organizzazione sulla scelta o meno di chiedere l’abolizione anche formale degli sbarramenti che ancora impediscono ai lavoratori stranieri lungo soggiornanti di accedere a certi settori del mercato del lavoro (pubblico o para pubblico). Pensiamo anche che un diritto inalienabile della persona - indipendentemente dal proprio status- sia quello di godere delle stesse opportunità degli altri nei percorsi di carriera professionale o nella fruizione di diritti, come ad esempio quello previdenziale. Sappiamo che dentro il sindacato, anche nell’ambito della nostra Organizzazione, ci sono pareri discordanti in materia. Molti, ad esempio, pensano che la grave situazione di crisi economica renda inopportuna l’apertura di spazi nell’accesso al lavoro per gli stranieri, anche perché questo potrebbe pregiudicare le poche chances lavorative rimaste ai cittadini italiani. Le normative internazionali, europee e italiane, però, vietano esplicitamente ogni forma di sbarramento professionale interno alle aziende, motivato da ragioni etniche, linguistiche, religiose o di provenienza geografica. Il rischio è dunque che, il sindacato non affronta questi temi e non cerca soluzioni attraverso la contrattazione ed il confronto, corra il rischio di vedersi imporre decisioni dall'alto: dai tribunali italiani o dal Parlamento che dovrà comunque dar seguito ai contenuti delle direttive, pena il pagamento di pesanti sanzioni europee. Per questo motivo, abbiamo pensato utile ed opportuno convocare il Coordinamento Nazionale Immigrati, per una giornata di riflessione, sul tema: <discriminazioni nell’accesso o nell’ambito del lavoro, di cittadini di Paesi terzi> La riunione si terrà a Roma, giovedì 28 marzo 2013, presso la UIL Nazionale, alla sala Bruno Buozzi (6° piano), a partire dalle ore 09.00 e fino le ore 14.00. Saranno presenti al dibattito, nella prima parte della mattinata, alcuni esperti che ci potranno dare indicazioni ed informazioni utili alla riflessione: in questo senso abbiamo chiesto l’apporto di ASGI, Unar e del MIUR, nonché della consulta Legale di Ital. Consideriamo importante la presenza, oltre che dal territorio, di dirigenti delle categorie, specie quelle direttamente interessare. E quanto anche al fine di sviluppare un dibattito franco sul tema delle discriminazioni (o dei limiti) nell’accesso o nell’ambito del lavoro, per i lavoratori provenienti da Paesi Terzi. L’intento non è quello di dividerci su questo tema, ma piuttosto di aprire una fase di confronto e di circolazione delle idee capaci di darci adeguati strumenti per affrontare il problema nel presente e nel prossimo futuro.

Guglielmo Loy, Segretario Confederale UIL


 


Le politiche migratorie della UE ed il loro impatto sulle condizioni di lavoro ed integrazione dei lavoratori migranti

Cardinal ST Peter Hotel, 13 – 15 marzo 2013


L’European Trade Union Institute (ETUI education), ovvero l’istituto di formazione sindacale della CES, organizza in collaborazione con la nostra Confederazione, un corso di formazione per quadri sindacali che si terrà a Roma dal 13 al 15 marzo p.v. Il corso vedrà la presenza di circa 30 quadri sindacali provenienti da tutta Europa. Presente anche una delegazione del sindacato Disk della Turchia. Il tema di confronto ed approfondimento riguarda le politiche migratorie che la UE ha sviluppato in materia di immigrazione – attraverso le sue direttive – nonché l’impatto che queste norme hanno sulle condizioni di lavoro e quelle di integrazione dei lavoratori migranti. Per la UIL saranno presenti 4 quadri: Felicitè Ngo Tonye della UILTUCS Lombardia, Alice Mocci della UILA Nazionale, Miranda Ukleba della UILTEMP Nazionale e Jamal Banoir della UIL di Prato. Giuseppe Casucci del Dipartimento Nazionale Politiche Migratorie UIL, collaborerà come tutor durante la tre giorni dei lavori, assieme alla collaborazione dell’Ital Nazionale.



Incontri nazionali Ital sull’immigrazione


Il Patronato Ital in collaborazione con la UIL realizzerà due importanti convegni nazionali in materia di immigrazione. Il primo si svolgerà il prossimo 11 marzo, presso la sala Bruno Buozzi della UIL Nazionale (6° piano), a partire dalle ore 15 e fino alle 18, ed avrà come tema: “annullare lo svantaggio: Incrocio domanda e offerta di lavoro per persone con particolare svantaggio sociale ed economico”. Il secondo si terrà il 12 marzo presso il Grand Hotel Palatino (via Cavour 213), a partire dalle ore 09 e fino alle 17.00. Tema di questa giornata: “Cittadinanza prossima: diritti, norme e procedure”. Entrambe le giornate saranno concluse dal Segretario Confederale UIL Guglielmo Loy.


 

 

 

Emergenza Nord Africa

 


Consiglio Italiano per i Rifugiati

Fine dell’emergenza Nord Africa e profughi, parla il Ministro Cancellieri


Roma, 02  marzo 2013 - Per il Ministro dell’Interno Cancellieri: “7.400 stranieri in attesa di essere sentiti dalle Commissioni per il diritto d'asilo, più quelli appartenenti alle categorie 'vulnerabili', come anziani, disabili, genitori single, donne in stato di gravidanza, resteranno in Italia per almeno altri 6 mesi. Lo riferisce il ministro dell'interno Annamaria Cancellieri in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano Avvenire, a due mesi dalla conclusione della fase di emergenza umanitaria legata ai flussi migratori seguiti alle sommosse avvenute in Nord Africa tra il 2010 e il 2011 ('emergenza Nord Africa') nell'ambito della cosiddetta 'primavera araba', e un giorno prima del termine della gestione ordinaria della situazione, passata in mano alle prefetture dal 1° gennaio scorso. Gli immigrati nord africani sono stati accolti in centri 'dedicati' gestiti dai comuni e dalle associazioni di volontariato secondo un programma finalizzato a favorire percorsi di uscita dal Paese, motivo per il quale il Viminale ha stanziato 500 euro pro capite. Ma la misura 'di accompagnamento all'uscita' non è la sola, assicura il ministro di fronte al dubbio sul futuro di chi è ancora nel Paese. Secondo i dati aggiornati a ieri forniti da 50 delle 103 prefetture sul territorio, sono 520, riferisce Cancellieri, le persone appartenenti a categorie ritenute 'vulnerabili'. A queste si aggiungono quelle in attesa di permesso umanitario o titolo di viaggio. Sempre in base a questi dati, continua Cancellieri, su 8.178 stranieri presenti 5.736 stranieri hanno optato per lasciare l'Italia, mentre un altro 24% non ha ancora deciso. Per chi vuole, ricorda  il ministro, è possibile il rimpatrio assistito. Sarà lungo comunque il lavoro ancora da fare da parte delle 10 Commissioni per l'asilo, considerando che la legge non ha prorogato la possibilità di 12 sezioni aggiuntive, sottolinea Cancellieri, che nell'intervista ha affrontato anche il tema della relazione dei servizi d'intelligence recentemente presentata al Parlamento, e dei rischi di tensioni sociali legati alla crisi di cui si parla nel documento. 'Io sono per la vigilanza costante, non per gli allarmismi', ha risposto il ministro, ricordando che le informazioni vengono costantemente aggiornate discusse e analizzate da parte degli organismi anti terrorismo.

Nota del 1/3/2013 tratta dal sito del Ministero dell’Interno:

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/2099_500_ministro/

2013_03_01_misure_immigrati_post_emergenza_Nord_Africa_intervista.html


Giurisprudenza 

 


Italiani a 18 anni anche se c’è un "buco" all’anagrafe

Un giovane nato e cresciuto Emilia Romagna era scomparso per tre anni dal registro dei residenti.  Per i giudici ha diritto comunque alla cittadinanza

 


(www.stranieriinitalia.it ) Roma – 28 febbraio 2013 – Un “buco” di qualche anno nell’iscrizione all’anagrafe non può impedire a ragazzi nati e cresciuti in Italia di diventare italiani quando compiono diciotto anni. L’importante è che sia chiaro che erano qui anche se non risultavano ufficialmente residenti.

A spezzare una nuova lancia a favore delle seconde generazioni e contro una burocrazia a volte più pesante della legge stessa è il Tribunale di Reggio Emilia. Una recente sentenza (segnalata dall’Asgi)  ha dato ragione a un giovane “straniero”, figlio di immigrati,  nato e cresciuto in Emilia Romagna, che tra il 2001 e il 2004 non risultava iscritto a nessuna anagrafe.

Quando è diventato maggiorenne, ha chiesto la cittadinanza italiana al sindaco di Rubiera, il comune in provincia di Reggio Emilia dove vive. Faceva affidamento sulla legge, secondo la quale “lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data”. Il ragazzo era stato iscritto fin dalla nascita sul permesso di soggiorno del genitore. E aveva presentato diversi documenti (come certificati scolastici e di vaccinazione) che dimostravano che comunque, durante gli anni di buco, era rimasto in Italia. Per un certo periodo, la sua famiglia aveva anche vissuto in un edificio occupato e questo forse aveva complicato l’iscrizione all’anagrafe. Al sindaco di Rubiera, però, quelle prove non sono bastate. Non ha riconosciuto al giovane la cittadinanza italiana, appellandosi alla mancanza di “residenza legale senza interruzioni” e sostenendo che non poteva applicare un’interpretazione estensiva della legge, come prevedono due circolari del ministero dell’interno, perché l’”iscrizione anagrafica è mancata per un periodo di quasi tre anni”.

L’aspirante italiano ha presentato un ricorso e il tribunale di Reggio Emilia lo ha accolto. I giudici, infatti, si sono richiamati al senso principale della legge, secondo la quale chi nasce e rimane regolarmente in Italia fino ai diciotto anni ha il diritto di diventare italiano. E se si vuole davvero “garantire la positiva conclusione del percorso di inserimento per i bambini stranieri nati in Italia”, come si legge in una delle circolari del Viminale, non conta per quanto tempo, anche se erano qui, sono scomparsi dall’anagrafe. Breve o lungo che sia questo buco, hanno diritto alla cittadinanza. EP



Si al permesso di soggiorno al coniuge transessuale

http://argomenti.ilsole24ore.com/giovanni-parente.html


Roma, 3 marzo 2013 - Niente discriminazioni. Non si può negare il permesso di soggiorno al coniuge straniero transessuale sposato con una donna italiana se la convivenza tra i due è effettiva e si protrae ormai da tempo. Il Tribunale di Reggio Emilia (giudice Casadonte) ribalta così la decisione della Questura che aveva rifiutato il nulla osta sulla base del fatto che la transessualità e il fatto di assumere «sembianze femminili» escluderebbe alla radice alla radice la possibilità di convivenza con la donna con cui era sposato da oltre cinque anni. In sostanza, quindi, il matrimonio sarebbe stato celebrato con finalità elusive solo per ottenere il documento di soggiorno. Una motivazione non convincente per il giudice emiliano che in ben 32 punti ha spiegato le motivazioni per cui il ricorso andava accolto. «Il ricorrente è legalmente coniugato con la cittadina italiana - spiega l'ordinanza resa nota dall'Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) - non sussistendo dubbi sulla celebrazione del loro matrimonio». Così come risulta «pacifico che i coniugi siano tuttora di diverso sesso anagrafico, dato che il ricorrente - pur assumendo sembianze dell'altro genere - non ha mai chiesto» il cambio di sesso. E allo stesso tempo la convivenza (requisito richiesto per il rilascio del permesso di soggiorno) risulta confermato anche da diversi informatori.

I precedenti - Del resto, la permanenza di un amtrimonio fondato sulla convivenza dopo il mutamento di sesso di uno dei coniugi è emerso già in altre situazioni al centro delle decisioni dei giudici nazionali e comunitari. L'ultimo dei precedenti in ordine di tempo è del Tribunale di Rimini. Poco meno di un anno fa, il Tribunale romagnolo ha ritenuto illegittimo il rifiuto della carta di soggiorno a un cittadino brasiliano sposato con un'italiana e che aveva avviato un percorso di mutamento di sesso senza però alcun cambiamento sotto il profilo dell'anagrafe.


 

Cittadinanza

 


Firenze, diventano italiani i tre senegalesi feriti in agguati razzisti

ll 13 dicembre del 2011 un killer sparò a un gruppo di ambulanti senegalesi, uccidendone due


IlTirreno.it - Firenze, 26 febbraio 2013. Sono diventati cittadini italiani i tre senegalesi feriti negli agguati a sfondo razzista di Firenze del 13 dicembre 2011 quando il killer Gianluca Casseri, 50 anni, uccise due loro connazionali e poi, inseguito dalla polizia, si suicidò (LA CRONACA). La cittadinanza italiana è stata loro conferita dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell'Interno in segno di «doveroso riconoscimento e di concreta solidarietà della Nazione» verso Moustapha Dieng, rimasto paralizzato a seguito delle ferite, Cheikh Mbengue e Mor Sougou, ancora convalescenti a più di un anno dall'agguato. «E' davvero una buona notizia», commenta l'attribuzione della cittadinanza Hassan Kebe, vicepresidente della comunità senegalese di Firenze. «Ci speravamo ma non ce lo aspettavamo in una situazione politica delicata come quella di ora. Diciamo un grazie a chi ha pensato a noi, ai politici locali, al presidente della Regione Enrico Rossi e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».

VIDEO La tragedia ripresa dall'elicottero - La sparatoria nel parcheggio

Anche il portavoce della comunità senegalese di Firenze, Pape Diaw, commenta con soddisfazione la novità: «Un segnale di fiducia, di ripartenza contro il razzismo». Il primo a chiedere la cittadinanza per i tre sopravvissuti, a pochi giorni dal raid omicida, fu proprio il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Ma un anno dopo, nel 2012, in occasione dell'anniversario della strage, a sollecitare il riconoscimento fu proprio Pape Diaw, con una petizione sul web. Anche il sindaco Matteo Renzi dette all'epoca sostegno all' iniziativa e annunciò: «Io credo che a stretto giro di posta arriveranno buone notizie dagli alti vertici dello Stato». «Sono contento della notizia della cittadinanza - dice uno dei sopravvissuti, Cheikh Mbengue, 44 anni - vuol dire che gli italiani sono vicini ai senegalesi». Lo stesso presidente della Toscana, Enrico Rossi, commenta il conferimento della cittadinanza così: Oggi lo Stato ha fatto la cosa giusta», si tratta di «un gesto di doveroso riconoscimento e di concreta solidarietà verso i sopravvissuti e la comunità senegalesè».

LA MANIFESTAZIONE In 20mila al corteo anzi-razzista

La mattina del 13 dicembre 2011, Gianluca Casseri, 50 anni, sparò su un gruppo di ambulanti senegalesi in piazza Dalmazia, uccidendone due, Mor Diop e Samb Modou, e ferendone gravemente uno, Moustapha Dieng. Poi si recò al mercato di San Lorenzo, nel centro città, ferendo Cheikh e il suo amico Mor Sougou di 34 anni, prima di togliersi la vita. «Da quel giorno non posso più lavorare e ho sempre dolore perchè una pallottola mi ha bruciato l'intestino. Devo prendere tantissime medicine e fare controlli», racconta Cheikh Mbengue che per i forti dolori passa le sue giornate nella sua abitazione, a Firenze, dove vive con la moglie e i figli piccoli. Domani andrà a trovare Moustapha, 39 anni, paralizzato e costretto in un letto di ospedale per una lesione al midollo spinale causata dal colpo sparato dal killer. Il terzo sopravvissuto, Mor Sougou, in questi mesi è tornato dalla famiglia in Senegal, ma è ancora convalescente e anche lui tormentato da forti dolori causati dalle ferite di arma da fuoco.


 

Lavoro infantile


Diritto di critica

Bambini vittime di tratta, l’India pensa di affossare la legge che vieta il lavoro minorile

Il Parlamento a breve sarà chiamato a pronunciarsi sulla normativa che proibirebbe l’impiego forzato di minorenni nel settore dell’abbigliamento. Una stima approssimativa parla di diverse centinaia di migliaia di giovani

Scritto da Alessandro Proietti il 27 febbraio 2013 in Mondo


vittime di tratta 250x167 Bambini vittime di tratta, l’India pensa di affossare la legge che vieta il lavoro minorile Gli attivisti sostengono che i bambini, attualmente, sono sfruttati per la fabbricazione di prodotti venduti, poi, sulle strade delle città europee e occidentali. La scorsa settimana la polizia di Delhi ha tratto in salvo 21 ragazzi, vittime di tratta nei laboratori di abbigliamento della colonia Gonda Chowk. Alcuni dei piccoli sono stati ritrovati nascosti in alcuni sacchi. Il più giovane aveva sette anni. I bambini hanno raccontato alle forze di polizia di aver lavorato fino a 16 ore al giorno per una paga di 20 rupie (circa 0.30 centesimi di euro) a settimana. L’operazione è il risultato di un’attività congiunta tra la polizia indiana, il magazine britannico The Observer e i gruppi che lottano per combattere lo sfruttamento minorile nei laboratori clandestini dove si realizzano marchi contraffatti delle più note marche occidentali. Un portavoce dell’associazione “Bachpan Bachao Andolan” ha riferito che i bambini venivano impiegati per lavori di ricamo in una condizione di lavoro forzato e in ridotti in schiavitù all’interno di 11 laboratori. La polizia ha arrestato i sette presunti datori di lavoro. Complessivamente, sono stati tratti in salvo 38 bambini nella regione del Punjab e a nord-ovest di Delhi. Il Parlamento indiano lo scorso anno aveva approvato una modifica alla legge che renderebbe, per i datori di lavoro, l’impiego degli under-14 punibile fino a tre anni di carcere. La normativa attuale vieta l’assunzione dei bambini sotto ai 14 anni solo per le occupazioni pericolose. La decisione di introdurre il nuovo “Child and Adolescent Labour (Prohibition) Act” è stata presa lo scorso agosto dopo l’inchiesta dell’Observer che aveva portato alla liberazione di più di 40 bambini, vittime di tratta, su un treno e all’arresto di 20 trafficanti. Il governo ha, inoltre, proposto di introdurre una modifica di legge riguardo al divieto di traffico di minori e di tratta per il lavoro forzato. La modifica alla normativa consentirebbe condanne dai sette anni all’ergastolo.

 L’Observer ha più volte denunciato i tentativi di sabotare la legge. Secondo i dati del governo indiano, ora, sono circa cinque milioni i bambini che lavorano nel paese (in diminuzione dai nove milioni del 2005). Gli attivisti sostengono, però, che il numero è rivisto al ribasso: sarebbero, infatti, circa 50 milioni i minorenni sfruttati. Molti di questi bambini sono vittime di tratta delle bande criminali. Almeno 100mila scompaiono ogni anno dalle proprie case (274 al giorno) e solo il 10% viene registrato come “ufficialmente disperso”. Il programma del governo indiano “National Child Labour Project” è riuscito a salvare 354.877 bambini, nei 25.006 procedimenti giudiziari disposti in questi ultimi tre anni. Altri documenti governativi mostrano che tra il 2008 e il 2012 sono stati segnalati 452.679 casi di lavoro e traffico di minori. E, a seguito dei più di 25mila procedimenti, solo 3394 datori di lavoro sono stati condannati.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foreign Press

 


FOREIGNERS IN UK

Rights of refugees violated under Dublin system - Study

The Dublin Regulation that identifies which European State is responsible for deciding on an asylum application has turned 10 but not improved the way asylum seekers are treated, a new report shows.


Monday, 04 March, 2013 - Forum Réfugiés-Cosi, ECRE, the Hungarian Helsinki Committee and their national partners, have published a comparative study on how this Regulation is applied by States. The report entitled “The Dublin II Regulation: Lives on Hold” shows that the Dublin system continues to fail both refugees and Member States.
It reveals the harsh consequences of the Dublin system for asylum seekers whereby families are separated, people are left destitute or detained and despite the objective of the Regulation, access to an asylum procedure is not always
guaranteed. One example of the suffering to families caused by the Dublin system is the case of a Chechen father separated from his new-born child by the Austrian authorities. While the baby had refugee status in Austria, his father was sent to Poland under the Dublin system. The father’s application for family reunification once he was in Poland was refused by the Austrian authorities and so the father remained separated from his wife and child by the mechanical application of this system. The majority of people sent back to another country under Dublin are actually returned to the first State of irregular entry into the EU. Asylum seekers in the Dublin procedure are frequently treated as a secondary category of persons granted fewer entitlements in terms of reception conditions. Whenever there are shortages in the capacity of housing available for asylum seekers, those in the Dublin procedure are often the first affected by this. Access to accommodation in some Member States is not always ensured with some asylum seekers having to resort to Courts to access housing or even forced to building makeshift settlements themselves in order to find some shelter. Fewer than half of the agreed Dublin transfers are actually carried out, suggesting a vast amount of wasted bureaucracy. However, no comprehensive data on the financial cost of applying the Dublin Regulation has ever been published. The soon to be adopted Dublin III Regulation contains some significant areas of improvement, such as the right to a personal interview, but maintains the underlying principles of the Dublin system and will not address all these deficiencies. The application of the Regulation will require close monitoring from the European Commission in order to ensure its correct implementation by all Member States, the report says. Ultimately, the underlying principles of the Dublin Regulation need to be fundamentally revised to design a more humane and equitable system that considers the individual case of asylum seekers and their connections with particular Member States, and therefore favours refugees’ integration prospects in Europe, the report recommends. Just recently a 19-year-old asylum seeker from Ivory Coast set himself on fire at Rome’s Fiumicino airport to avoid being deported. The teenager, who is currently hospitalized, had been sent back to Italy from the Netherlands under the Dublin system. At the airport, he was informed that his asylum application had been rejected and that he had to leave Italy.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

Notizie in breve


news in 50 lingue

Fine dell’Emergenza Nord Africa: ancora nessuna circolare, il ministro Cancellieri anticipa il provvedimento in un’intervista.
Secondo la fotografia delle Prefetture sono 8.178 gli stranieri presenti nelle strutture, 5.736 dei quali hanno optato per lasciare l’Italia, mentre un altro 24% non ha ancora deciso.

 

Sono 480 mila le imprese guidate da stranieri, aumentate del 5,8% nel 2012.
Diffusi i dati complessivi di Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione statistica di Infocamere.


Firenze, a Campi Bisenzio le donne straniere imparano l’italiano al centro commerciale.

Iniziativa del Cospe per donne non comunitarie, previsto un servizio di baby sitter per bambini.

Roma: alla Cappella Orsini un’esposizione artistica sul Buddhismo.
“I volti di Buddha, testimonianze e collezionismo d’arte” è un percorso didattico per permettere di individuare i percorsi evolutivi del Buddhismo anche in Italia.

“La governance dell’immigrazione. Diritti, politiche e competenze”, il nuovo volume della collana Laboratorio Wiss della Scuola Superiore S. Anna.
A quasi 15 anni dalla legge Turco- Napolitano, il volume intende fornire un bilancio delle risposte date dalle istituzioni al fenomeno migratorio.

Grecia: bocciato controverso disegno di legge sulla nomina statale degli Imam in scuole e moschee.
La forte resistenza della comunità turca costringe Atene a fare marcia indietro.

ITALIA - Immigrati. Cassazione: non ricongiungimento in caso di poligamia

 No al ricongiungimento familiare per gli extracomunitari poligami. Lo sottolinea la Cassazione, accogliendo il ricorso del ministero degli Esteri contro il rilascio del visto di ingresso in Italia rilasciato ad una donna marocchina per ricongiungersi al figlio. L'immigrata, pero', risultava sposata con un uomo, gia' soggiornante nel nostro Paese [...]

U.E. - Immigrazione. Consiglio Europa: Ue parli con una sola voce

'Ho visto personalmente quanto la mancanza di solidarieta' da parte dell'Ue ha fatto ed ha significato per i migranti ed i richiedenti asilo in Italia ed in Grecia. E penso che quella di 'Dublino 2' (regolamento UE secondo la quale il migrante puo' chiedere asilo solo nel Paese di ingresso) sia una politica ingiusta ed un [...]

U.E. - Immigrazione. Ue uniformerà standard per rifugiati

 

Uniformare gli standard per l'accoglienza dei rifugiati politici. E' il progetto al quale sta lavorando l'Unione Europea che al tempo stesso si prepara a varare l'Eurosur, il sistema di sorveglianza delle frontiere.
Ne ha parlato stamani la commissaria europea per gli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, che a Torino ha incontrato studenti [...]

Migranti e incidenti sul lavoro. Al via la campagna 'Informasicurezza'.

Venerdì, 1 Marzo 2013: L’incontro

In occasione del terzo sciopero nazionale dei Migranti, le Associazioni Progetto Diritti e Singh Mohinder lanciano una serie di iniziative per la sicurezza dei lavoratori migranti e a sostegno di quanti di loro incorrono in incidenti sul lavoro o... 

A Napoli XIV Forum nazionale del sostegno a distanza

Venerdì, 1 Marzo 2013: Rai Giornale Radio

Nonostante la crisi economica più di 1.500.000 italiani sono solidali con bambini, famiglie e comunità in situazione di povertà in tante parti del mondo. Attraverso il sostegno a distanza (già adozioni a distanza)... 
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