Sono uomini di tutte le età, alcuni dei quali da diversi anni in Italia, impiegati come braccianti agricoli nell’agro pontino, molto spesso vittime di sfruttamento lavorativo e discriminazione sociale. E’ questa la condizione degli oltre 7mila indiani di religione sikh che vivono e lavorano nella zona di Latina. La denuncia arriva dall’associazione In Migrazione che ha pubblicato il rapporto ‘Punjab, fotografia delle quotidiane difficoltà di una comunità migrante invisibile’.
Lo studio offre un’istantanea delle condizioni sociali e lavorative di questi braccianti agricoli. La realtà degli indiani sikh, spiega il rapporto, è poco conosciuta, eppure comuni sono le sorti di questi lavoratori agricoli che arrivano in Italia pagando prezzi altissimi, sia in termini economici che sociali. Una volta qui vengono impiegati come braccianti, alle condizioni di lavoro e salariali che decide in via esclusiva il datore di lavoro italiano. La non conoscenza della lingua italiana certamente non li agevola, ed anzi pesa sulle loro condizioni sociali e economiche.
Il rapporto fornisce le testimonianze di alcuni di questi braccianti. Gli intervistati raccontano di turni lavorativi di 10/12 ore al giorno per 3/4 euro l’ora. O di situazioni di sfruttamento ancora più grave: ‘padroni’ che pagano quando lo ritengono opportuno, con ritardi fino a 6/9 mesi.
Di contro, la comunità sikh nella provincia di Latina è particolarmente organizzata, garantendo ai suoi membri indirizzo, sostegno e solidarietà. Ma non è sufficiente quando le condizioni sociali non sono minimamente favorite e la carenza di servizi dedicati fa della comunità l'unico referente per l’assistenza alla persona.
Secondo Simone Andreotti di In Migrazione Onlus, ‘accrescere i servizi dedicati a questa comunità, a partire dall’insegnamento della lingua italiana, rappresenta una priorità per invertire la tendenza, permettendo tra l’altro a questi nostri concittadini di accrescere il già forte contributo alla vita sociale e all’economia di questi territori’ . Territori che, se valorizzati, potrebbero dare spazio ‘allo sviluppo di una agricoltura e di un turismo di qualità di pari passo con il riconoscimento di fatto dei diritti inalienabili della persona’.
Punjab, fotografia delle quotidiane difficoltà di una comunità migrante invisibile