Discriminazioni
nellĠaccesso o nellĠambito dellĠimpiego per cittadini stranieri di Paesi Terzi,
prime riflessioni del Dipartimento Politiche Migratorie della UIL
Come viene quotidianamente riportato dagli organi di informazione,
in pi occasioni Tribunali della Repubblica hanno sentenziato in merito alla
presunta natura discriminatoria di
comportamenti tenuti dallo Stato o da Aziende Pubbliche o partecipate, nella
esclusione da concorsi, bandi ed assunzioni di cittadini extra UE, anche se in possesso del premesso di
soggiorno di lungo periodo. Qualche esempio:
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Il 16
dicembre 2012 stato il Tribunale di Roma a sentenziare contro il MIUR, a
favore di una cittadina croata, familiare di cittadino comunitario e titolare
di permesso di soggiorno per lungo periodo, per non essere stata ammessa a
partecipare al concorso per personale docente.
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Il 22 dicembre 2012, il Tribunale di Reggio Emilia ha
sentenziato che Òi concorsi pubblici per le professioni sanitarie devono essere
aperti anche ai cittadini stranieri di Paesi terziÓ.
Decisione relativa ad un concorso per la
posizione di ostetrica presso lĠAOU di Modena.
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Il 14 gennaio scorso, il Tribunale di Roma ha
considerato discriminatoria lĠesclusione dei cittadini di Paesi terzi da un
bando di concorso per ricercatore;
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Il 15 gennaio 2013, il Comune di Pordenone ha
dichiarato che toglier la clausola di cittadinanza per l'accesso alle borse di
studio. L'annuncio dopo la segnalazione del servizio
antidiscriminazione dell'ASGI.
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Ancora recentemente era stato il tribunale di Milano a chiedere, in
una sentenza, di aprire il bando per il servizio civile anche agli stranieri.
Cosa che per altro non ha impedito al Dipartimento della Giovent e del
Servizio Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ministro Andrea Riccardi)
di escludere gli stranieri dal Ò Bando
straordinario per la selezione di 457 volontari da impiegare in progetti di
servizio civile in ItaliaÓ.
Esperti,
giudici ed associazioni, nonch lo stesso Ufficio Antidiscriminazioni Razziali
– UNAR, spesso ricordano che
ogni forma di discriminazione nellĠaccesso al lavoro – nel pubblico come
nel privato; ogni forma di sbarramento professionale interno alle aziende,
motivato da ragioni etniche, linguistiche, religiose o di provenienza
geografica, sono comportamenti illeciti che violano molteplici norme, tra cui:
1.
internazionali: la Convenzione OIL n. 143 del 1975;
2.
europee: le direttive 2003/109/CE sui
soggiornanti di lungo periodo e la 2000/43/CE, sulle discriminazioni;
3.
nazionali
: T.U.
sullĠImmigrazione, Dlgs 30/2007; Dlgs 215/2003; Dlgs 251/2007 e Dlgs 3/2007).
Ci
sono stati molti altri casi e molte sentenze che hanno messo in discussione le
discriminazioni nell'accesso al lavoro pubblico a cittadini, anche di Paesi
Terzi, specialmente lungo soggiornanti, per i quali la legge italiana,
internazionale e direttive comunitarie impongono parit di condizioni
nell'accesso al lavoro, di qualunque genere e in qualunque forma.
Ci
sono moltissimi casi di discriminazioni allĠinterno di imprese anche private, contro
cui il sindacato spesso si scontra, che riguardano le assunzioni,
lĠassegnazione delle mansioni e qualifiche, le condizioni di lavoro, i trattamenti
retributivi, i percorsi di carriera, i licenziamenti e finanche il trattamento
previdenziale. Va ricordato che lĠart. 44 del Testo Unico sullĠimmigrazione
assegna anche alle Òrappresentanze locali delle organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative a livello nazionale, la possibilit di presentare
ricorsi davanti al giudiceÓ, specie quando il lavoratore non sia in condizione
di difendersi da solo per paura di ritorsioni.
Per
questi motivi intenzione del nostro Dipartimento Politiche Migratorie di aprire un dibattito allĠinterno della
UIL sulla opportunit di superare ogni forma di discriminazione sul lavoro o sullĠaccesso allo
stesso. A parte il requisito
spesso chiesto della cittadinanza italiana per partecipare a bandi e concorsi
pubblici, cĠ anche lo sbarramento costituito dal non riconoscimento dei titoli
di studio o professionali conseguiti allĠestero.
Sono
ormai molte le norme europee ed italiane che spingono nella direzione di
eliminare le discriminazioni e gli sbarramenti e sarebbe opportuno che il
sindacato rifletta sulla opportunit e sulle modalit di trattare un tema tanto
scottante. E sarebbe bene lo facesse con una certa celerit, prima che siano le direttive UE e le
normative anti discriminatorie a
obbligare lĠItalia – attraverso la Magistratura - a mettere fine a queste
forme di discriminazioni indirette.
Il nostro timore che, se il sindacato non prende in mano
questi aspetti e non cerca soluzioni attraverso la contrattazione ed il
confronto tra le parti, rischier di vedersi imporre decisioni dall'alto: dai
tribunali italiani o dal Parlamento che dovr comunque dar seguito ai contenuti
delle direttive, pena il pagamento di pesanti sanzioni europee.
Sappiamo bene che l'accesso al lavoro pubblico di lavoratori stranieri un tema spinoso anche dentro il
movimento sindacale (specie in periodo di gravissima crisi economica ed
occupazionale). Il non parlarne,
per, non una soluzione e rimuovere il problema non eviter misure che molti
tribunali ormai considerano unĠurgenza. E' questo un argomento che va
considerato anche dal lato culturale, che suscita posizioni differenziate
all'interno della nostra - come altre - organizzazioni e che
crediamo possa essere un utile oggetto di dibattito ed
approfondimento.
Queste riflessioni potranno essere utili anche riguardo il
tema, attuale e generale, della Òcittadinanza consapevoleÓ; ovvero se e come
modificare le attuali norme che regolano le procedure per ottenere lo status di
Òcittadino italianoÓ. Tema che presumibilmente sar al centro del dibattito
politico- parlamentare nella nascente legislatura. Evitare che questa scelta ,
che deve rimanere personale e soggettiva, regolata oggi in maniera non
condivisibile, sia ÒforzataÓ dalla necessit di acquisire facilitazioni di
natura normativa o legislativa.
Per questo motivo, abbiamo pensato utile ed opportuno
convocare il Coordinamento Nazionale Immigrati ad una giornata di riflessione
il prossimo gioved 28 marzo 2013,
sul tema: <discriminazioni nellĠaccesso o nellĠambito del lavoro, dei
cittadini stranieri lungo soggiornanti>. La riunione si terr a Roma, presso la
UIL Nazionale, alla sala Bruno Buozzi (6Ħ piano), a partire dalle ore 09.00 e
fino le ore 14.00.
I temi che vorremmo
trattare, nellĠambito di questa riflessione interna, riguardano ad esempio:
Riteniamo opportuno invitare al dibattito alcuni esperti che ci
possano dare alcune indicazioni ed informazioni utili alla riflessione: in
questo senso saranno presenti rappresentanti di ASGI, di Unar, del MIUR e della consulta Legale di Ital, a
cui chiederemo di darci un quadro della legislazione italiana ed internazionale
in materia e quale possa essere lĠeffetto delle direttive comunitarie a breve,
in materia di accesso allĠimpiego pubblico.
EĠ importante che al dibattito
possano partecipare (oltre che i territori) anche le categorie, specialmente le pi interessate al tema
in discussione: UILTRASPORTI,
UIL Federazione Poteri Locali,
UIL SCUOLA
e UIL Pubblica Amministrazione
LĠobiettivo quello di una serena
riflessione che permetta alla UIL di avanzare proposte eque ed equilibrate in
materia.