Roma
15 ottobre 2013
COMUNICATO
STAMPA
CIR:
RAFFORZARE LA PROTEZIONE PER I RIFUGIATI E RISPETTARE OBBLIGHI INTERNAZIONALI
E
stato oggi presentato a Roma il rapporto Access to protection: a human right
elaborato dal Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) e finanziato dal Network
of European Foundation nellambito del Programma europeo per lintegrazione e
la migrazione (EPIM), rapporto e progetto che hanno lobiettivo di promuovere
la conformit delle politiche e delle prassi nazionali e comunitarie
sullaccesso al territorio e alla protezione per i rifugiati con gli obblighi
previsti dagli strumenti europei relativi ai diritti umani.
La
nota positiva che dopo la sentenza Hirsi non risultano pi respingimenti
fatti dalle autorit italiane in alto mare. Vogliamo solamente sperare che
loperazione Mare Nostrum che parte oggi, cos come lauspicato rafforzamento
di Frontex, abbia regole di ingaggio chiare, che rispettino lobiettivo
annunciato da Letta, configurandosi esclusivamente come operazioni di soccorso
e salvataggio. Tutti i migranti che verranno intercettati dovranno essere
portati in un luogo sicuro e deve essere chiaro che la Libia, paese di partenza
per molti dei migranti che arrivano in Italia, non pu essere assolutamente
considerata tale. Le condizioni di vita per migranti e rifugiati sono
inaccettabili, vengono sottoposti a sistematiche violazioni dei loro diritti
fondamentali e detenuti per periodi di tempo indefiniti in condizioni inumane.
dichiara Christopher Hein Direttore del CIR.
Nella
conferenza il Prefetto Riccardo Compagnucci Capodipartimento Vicario
Dipartimento delle Libert Civili e Immigrazione del Ministero dellInterno -
ha presentato i dati aggiornati degli sbarchi: al 14 ottobre sono sbarcati in Italia 35.085 migranti, di cui 9.805
siriani, 8.443 eritrei, 3.140 somali, 1.058 maliani, 879 afgani. Di queste il
73% del totale degli arrivati, circa 24mila persone, necessitano quindi
protezione internazionale. Per quanto riguarda i porti di provenienza 21.027
vengono dalla Libia, 8.159 Egitto, 1.825 dalla Turchia, 1.650 dalla Grecia e
1.480 dalla Siria. Il Prefetto
Compagnucci ha anche sottolineato come 25.000 migranti siano stati tratti in
salvo grazie a operazioni di soccorso in mare da parte delle autorit
italiane.
"Dobbiamo
prevedere modalit di ingresso protetto, come la possibilit di richiedere
asilo presso le amabasciate e i consolati, il rilascio di visti umanitari temporanei e il reinsediamento
per rifugiati: i dati parlano chiaro la maggior parte di chi cerca di arrivare
in Italia e che muore nel Mediterraneo necessita protezione. Dobbiamo
assolutamente cercare vie alternative di ingresso per permettere loro di
arrivare in maniera sicura in un posto sicuro" continua Hein.
Per
quanto riguarda gli sbarchi stata rilevata nellindagine una grave violazione
del diritto di accesso alla procedura dasilo: lItalia ricorre in maniera
frequente a procedure sommarie di respingimento differito nei confronti di
migranti egiziani e tunisini sbarcati sulle coste del Sud Italia. Dallinizio
del 2013 sono stati infatti centinaia gli stranieri egiziani e tunisini
rimpatriati senza avere la possibilit di entrare in contatto con le
organizzazioni umanitarie. Negli sbarchi, allarrivo, vengono effettuate
interviste per la verifica della nazionalit, espletate da operatori della
Pubblica Sicurezza. Si tratta di un esame superficiale che non coinvolge
operatori umanitari e che non tutela pienamente il diritto a chiedere
protezione internazionale da parte di questi migranti. I migranti egiziani e
tunisini vengono solitamente separati dagli altri migranti e collocati
prevalentemente in Centri di Primo soccorso e accoglienza (CPSA), adibiti a
strutture di detenzione pur non essendo dei Centri di Identificazione ed
Espulsione (CIE), oppure in altri centri chiusi, prima di essere rimpatriati.
Il trattenimento dei migranti in tali strutture viene effettuato senza alcuna
procedura di convalida giurisdizionale e in questi centri i migranti tunisini
ed egiziani sono identificati dalle rispettive autorit consolari e rinviati
generalmente entro 48 ore dopo il loro ingresso in Italia.
Questa
prassi molto grave e non tutela assolutamente il diritto individuale di
chiedere protezione internazionale. Non ci sono stati di provenienza da cui
possibile o meno chiedere asilo, il diritto alla protezione un diritto
individuale che deve sempre essere rispettato. Che possiamo saperne che tra gli
egiziani non ci siano ad esempio dei cristiani copti che rischiano persecuzioni
individuali? E quali sono le condizioni di sicurezza generale in questo momento
in Egitto? Questa prassi si basa sugli accordi bilaterali di polizia e di
riammissione dei migranti irregolari spesso assumono la forma di intese a
carattere tecnico, sottratte ad ogni controllo parlamentare, e non sempre
pubbliche, con unevidente mancanza di trasparenza. Questi accordi spesso non
contemplano disposizioni relative al rispetto dei diritti umani e in nessun
caso contengono tutele specifiche per i migranti e i richiedenti asilo,
introducendo procedure accelerate per lidentificazione e il rimpatrio dei
migranti entrati irregolarmente in Italia. LItalia ha siglato accordi
bilaterali con la Tunisia, LEgitto, la Libia e lAlgeria: chiediamo che gli
accordi bilaterali prevedano norme sugli standard minimi dei diritti umani
e includano garanzie per laccesso
alla procedura di asilo, la proibizione di qualsiasi forma di espulsione
collettiva ed il dovere di rispettare il principio di non-refoulement. continua Christopher Hein
direttore del CIR.
Ma in
Italia non si arriva solamente attraverso gli sbarchi, molti i migranti che
arrivano sulle coste dellAdriatico nelle navi commerciali provenienti dalla
Grecia, nascosti nelle stive e nei camion. Secondo i dati del Ministero
dellInterno nel 2012 presso gli scali marittimi adriatici di Ancona, Bari,
Brindisi e Venezia sono stati identificati circa 1.809 stranieri irregolari
provenienti dalla Grecia, di cui: 691 presso il porto di Ancona, 662 a Bari,
173 a Brindisi, e 283 a Venezia. Del numero totale di migranti rintracciati
presso i porti adriatici, 1.646 sono stati rinviati in Grecia, pi del 90%.
Sempre secondo i dati del Ministero dellInterno, nel 2013 si registrata una
diminuzione del numero dei migranti irregolari provenienti dalla Grecia e rintracciati
presso i valichi adriatici: infatti, nei primi 6 mesi del 2013 sono state
identificate in condizione di irregolarit 619 stranieri provenienti dalla
Grecia via mare, di cui: 214 presso il porto di Ancona, 135 a Bari, 178 a
Brindisi e 92 a Venezia. Rispetto alle riammissioni i rinvii verso la Grecia
continuano ad essere estremamente significativi: al porto di Brindisi su 178
migranti arrivati dal 1 gennaio al 30 giugno 2013, 173 sono stati rinviati in
Grecia; ad Ancona su 214 persone178 sono state riammesse; a Bari su 135 sono
state riammesse 107 persone; mentre a Venezia su 92 arrivi sono state riammesse
71 persone. I dati degli stranieri riammessi verso la Grecia rispetto a quelli
in arrivo ai porti dellAdriatico e rintracciati su navi commerciali potrebbero
essere sfalzati: potrebbero infatti includere anche persone intercettate sul
territorio e rinviate in Grecia.
Non
abbiamo certezza che nei casi di migranti riaffidati ai comandanti delle navi
commerciali si possa parlare di violazione del diritto di accedere alla
protezione: non sappiamo infatti se tutti loro abbiano chiesto accesso al
diritto dasilo. Ma grave che agli operatori delle organizzazioni umanitarie
che devono prestare servizi informativi non venga sempre dato accesso alle navi
e non vengano segnalati tutti i migranti intercettati. Cos come crediamo che
la pratica di riaffidamento debba essere rivista nel contesto del Codice
Frontiere Schengen e che oggi non abbia una base legale attuale e solida,
risalendo a un accordo bilaterale con la Grecia del 1999. Cos come
allarmante la restrizione dei servizi di informazione legale e assistenza ai
valichi che sempre pi sono soggetti a logiche di restrizione dei costi
abbassando, al contempo, le possibilit di accesso ai diritti per i migranti.
Ma si deve anche dire che per la nostra esperienza sono molti gli afgani,
iraniani, curdi, siriani, che pur avendo valide ragioni per chiedere asilo,
nonostante lattivit informativa svolta da parte degli operatori del CIR e del
GUS (che gestisce il servizio di Ancona), spesso preferiscono non essere
fotosegnalati ed evitare di essere poi trasferiti in Italia in base al
Regolamento Dublino II. Preferiscono ritentare la sorte ritornando in Grecia
che essere costretti a rimanere in Italia conclude Hein.
Per
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UFFICIO
STAMPA CIR
Valeria
Carlini
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