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Attualità : Tratta e sfruttamento: sono oltre 5 milioni i bambini vittime nel mondo
(06/09/13)

Romania, Nigeria, Cina, Egitto e Afghanistan: sono questi i principali paesi di provenienza dei minori migranti vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo in Italia. E' quanto rileva Save the children nel nuovo dossier ‘I piccoli schiavi invisibili 2013’.

Nel mondo il numero di minori vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo si aggira intorno ai 5,5 milioni. In Europa, nel 2010, sono state oltre 9.500 le vittime presunte o accertate di cui il 15% è rappresentato da minori. Rispetto al triennio 2008-2010 si è registrato un incremento del 18%.

Nel 2010 in Italia il loro numero è stato di 2.381, il più alto fra i paesi dell’Unione europea. Nel nostro Paese tra il 2000 e il 2012 sono state assistite 21.795 vittime di tratta, di cui 1.171 minori.

Le principali forme di sfruttamento sono: sessuale (62%), lavoro forzato (25%), ed altre forme di accattonaggio, attività illegali, vendita di minori e prelievo di organi (14%).

Lo sfruttamento sessuale in Italia coinvolge maggiormente le minori di nazionalità rumena e nigeriana, la maggior parte delle quali ha un’età compresa tra i 16 e i 18 anni. Le minori rumene arrivano in Italia accompagnate da passeurs e sfruttatori, e provengono principalmente da contesti familiari problematici, caratterizzati da problemi di violenza. Le giovani nigeriane provengono da zone rurali del loro Paese e sono costrette a prostituirsi per pagare i debiti contratti per il viaggio fino all’Italia. La fase di reclutamento e sfruttamento sessuale è gestito da delle connazionali chiamate 'maman'. Le minori destinate alla prostituzione in Italia arrivano nel nostro paese con documenti attestati la maggiore età e, una volta arrivate, sono costrette a vivere con connazionali sia uomini che donne, anche in gruppi di venti persone.

Lo sfruttamento lavorativo colpisce di più invece egiziani, cinesi ed afghani. I minori egiziani provengono principalmente dai governatorati di Assiut e Gharbya, sono disposti a lavorare a qualsiasi condizione, in quanto il loro obiettivo principale, una volta giunti in Italia, è quello di ripagare il debito che la loro famiglia ha contratto per il loro viaggio. I minori cinesi, invece, fanno ingresso nel nostro Paese e dopo il viaggio vengono sequestrati dai trafficanti. Sono vittime di sfruttamento lavorativo perché devono ripagare un ‘doppio o triplo debito’, a causa soprattutto del costo del viaggio che può variare tra gli 8.000 e i 10.000 euro. I minori afgani non accompagnati sono principalmente di etnia Hazara, Pashtun e Tajek. In Italia cercano in ogni modo di evitare l’identificazione, in quanto per loro il nostro è un paese di passaggio, solo una tappa che gli permetterà di raggiungere i Paesi del Nord Europa. Il loro viaggio verso l’Europa può toccare vari paesi, tra cui Pakistan, Iran, la Turchia e la Grecia. Per reperire il denaro necessario a proseguire il viaggio svolgono qualunque tipo di lavoro, come ad esempio: domestici, muratori, sarti e tessitori di tappeti, in condizioni di schiavitù.

Dossier ‘I piccoli schiavi invisibili 2013’

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