Profughi siriani: lĠItalia
non si faccia trovare ancora una volta impreparata
In caso si arrivi massicci di
sfollati da quellĠarea, possibile chiedere al Consiglio Europeo lĠutilizzo
della direttiva 2001/55/CE per ridistribuire gli arrivi negli Stati membri UE
Di Giuseppe Casucci, Coord. Nazionale
Dipartimento Politiche Migratorie UIL
Roma, 18 settembre 2013 - Con
oltre due milioni di rifugiati siriani, nei paesi confinanti (Libano, Egitto,
Turchia, Giordania), cĠ da aspettarsi che gli arrivi in Italia siano destinati
a moltiplicarsi nei prossimi mesi. Alcune fonti stimano
che il flusso di profughi siriani (quasi 5 mila dallĠinizio dellĠanno) possa pi che raddoppiare entro fine
anno, scegliendo lĠItalia come naturale porta dĠingresso allĠEuropa. Un viaggio
via mare dalla Siria (o altri Paesi confinanti) verso il sud Italia frutta agli
scafisti dai 5 agli 8 mila euro: cifra che pochi possono permettersi ed in
genere a fronte di un forte indebitamento delle famiglie. Questo anche il
motivo per cui una percentuale piccola dei profughi riesce ad arrivare in
Europa. Senza contare i gravi
rischi che tale traversata comporta (oltre 20 mila morti dal 1988 ad oggi). Malgrado ci, non prevedibile che la
crisi siriana si risolva nei tempi brevi. CĠ dunque da aspettarsi - comĠ gi
successo in occasione di altre crisi nord africane – che una quota
crescente di richiedenti asilo cerchi di arrivare in Europa, in genere
scegliendo tre possibili percorsi: la Grecia, lĠItalia e la Spagna. Una quota
non piccola di loro, dunque, sta arrivando ed arriver nel nostro Paese, spesso
solo in transito, diretti verso altre aree del Nord Europa per raggiungere
parenti ivi residenti. Il regolamento di Dublino sui rifugiati, per, obbliga
chi fa domanda di asilo a risiedere nel Paese in cui ha presentato la
richiesta: e questo diventa un impedimento per chi vuole raggiungere parenti in
altri Paesi. In genere, se uno fa la domanda in Italia e poi viaggia verso il
Belgio o la Svezia, viene rispedito indietro. Questo anche uno dei motivi per
cui molti potenziali rifugiati scelgono la clandestinit per non essere
individuati dalle autorit di polizia italiana. Esiste per la possibilit di
utilizzare la direttiva 2001/55/Ce, con la quale la Commissione europea pu
chiedere al Consiglio UE di distribuire quote massicce di profughi, provenienti
da un Paese o da una zona determinata, nei Paesi dellĠUnione, secondo criteri
razionali. La direttiva fu varata
ai tempi della crisi in Kosovo e – da allora – non mai stata
utilizzata. In particolare la direttiva riguarda le Ònorme minime per la
concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di
sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri
che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli
stessiÓ. La direttiva, se attuata, sospende gli effetti del regolamento di
Dublino, e permette una equa ridistribuzione degli sfollati nei vari Paesi
dellĠUnione. Qualora persistano
motivi per la concessione della protezione temporanea, il Consiglio pu
deliberare a maggioranza qualificata, su proposta della Commissione, la quale
esamina parimenti qualsiasi richiesta presentata dagli Stati membri affinch
sottoponga al Consiglio una proposta di prorogarne eventualmente
la durata.
Di questa possibilit si
discusso anche di recente nellĠambito del Consiglio italiano per i rifugiati,
di cui la UIL socio attivo. Il Cir intende avanzare formalmente una proposta
al Governo italiano chiedendo che – in caso di afflusso massiccio di
profughi – lĠEsecutivo si faccia portatore di una proposta di utilizzo di
detta direttiva in sede di Commissione Europea.
Speriamo che lĠItalia colga
per tempo il suggerimento – se si presenta la necessit - e in ogni caso
non si faccia trovare ancora una volta impreparata ad affrontare una nuova
emergenza rifugiati.
Scarica la direttiva: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2001:212:0012:0012:IT:PDF