Governo: verso la ratifica della Convenzione sulla riduzione dell’apolidia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato nella seduta n.40 del 1 dicembre 2014 un disegno di legge per l’adesione dell’Italia alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla riduzione dell’apolidia, ratificata a New York il 30 agosto 1961.

L’Italia ha ratificato la Convenzione relativa allo status degli apolidi del 1954, attraverso la legge n.306 del 1° febbraio 1962, ma soltanto adesso inizia il percorso di adesione alla Convenzione sulla riduzione dell’apolidia del 1961, con l’obiettivo di aumentare le tutele già esistenti e rendere più trasparenti le procedure in materia di prevenzione dell’apolidia.

L’apolidia è la condizione di un individuo che nessuno Stato considera come suo cittadino e al quale, di conseguenza, non viene riconosciuto il diritto fondamentale alla nazionalità e non viene assicurato il godimento dei diritti ad essa correlati.

E’ la guerra la principale causa dell’apolidia nel mondo: il 20% dei rifugiati reinsediati dall’Unhcr nell’ultimo quinquennio erano apolidi e tra le eredità di quattro anni di guerra in Siria, ci sono oltre 50mila bambini che non sono mai stati registrati all’anagrafe perché nati da rifugiati siriani in Giordania, Iraq, Libano, Turchia ed Egitto.

In Italia gli apolidi riconosciuti risultano essere circa 900, la maggior parte dei quali di etnia rom provenienti da paesi dell’ex Jugoslavia, spesso in Italia da più di due generazioni, e un’altra consistente parte proveniente da: Palestina, Tibet, Eritrea ed Etiopia.

Comunicato stampa del Governo del 1° dicembre 2014

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