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Interventi e interviste

Interventi - Viceministro Filippo Bubbico

20.06.2014

Rifugiati: Bubbico, partnership tra autorità nazionali, agenzie multilaterali e istituzioni non governative per accoglienza



«Oltre 50 milioni. Secondo il Rapporto dell’UNHCR il numero dei rifugiati nel mondo ha raggiunto la cifra più alta dal secondo dopoguerra. Un dato che ci fa riflettere sull’importanza di un fenomeno non emergenziale, ma con il quale dobbiamo confrontarci necessariamente, dando risposte strutturali e di lungo periodo. È chiaro, infatti, che se la guerra in Siria e le crisi e i conflitti nella Repubblica Centrafricana e in Sud Sudan, hanno contribuito ad acuire il numero degli sfollati, non ci sono elementi per pensare che questo fenomeno non continuerà nei prossimi anni». È quanto afferma il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, partecipando oggi in Campidoglio a una tavola rotonda con l’UNHCR, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.

«Come dice lo slogan scelto quest’anno dall’Alto Commissariato ONU per i rifugiati, dietro ad ogni numero c’è una storia. Si tratta di storie di disperazione, fragilità, angoscia, violenza. Credo sia nostro dovere, aggiungere a queste storie, la speranza. In Europa ci stiamo impegnando, e ci impegneremo durante tutto il semestre di presidenza, a dare rinnovato impulso e vigore ai diritti di libertà, giustizia e sicurezza. Dobbiamo fare in modo che questi diritti valgano per tutti, soprattutto per i più deboli. Penso che sulla scorta dell’esperienza positiva maturata in Italia con il progetto Praesidium, si potrebbe replicare questo modello su vasta scala, con un sistema di accoglienza basato sulla partnership tra autorità nazionali, agenzie multilaterali e istituzioni nazionali non governative. Sempre per rendere più efficace il sistema di accoglienza e favorire un esercizio del diritto d’asilo libero da circuiti criminali e illegali, è necessario rendere sempre più forte la cooperazione tra gli uffici dell’UNHCR situati nei Paesi d’accoglienza e quelli che si trovano nei Paesi di origine e transito dei profughi. Solo sviluppando sinergie e cooperazione si può governare un fenomeno tanto complesso, quanto fondamentale per il presente e il futuro delle nostre società. L’accoglienza non è solo un dovere derivante da impegni internazionali, ma può diventare un’esperienza feconda di integrazione e di crescita se sappiamo dare risposte all’altezza di questa sfida».





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