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Notizie

2014 - Ministro Angelino Alfano

23.07.2014

Immigrazione: approccio europeo per garantire accoglienza e sicurezza

Lo ha ribadito il ministro Alfano in un convegno organizzato dalla Camera: Frontex deve sostituire Mare Nostrum, perché «la frontiera diventa la chiave, serve un presidio più serio»

Il ministro Alfano (secondo da sin) durante il convegno alla Camera dei Deputati 

Il punto è trovare l'equilibrio tra accoglienza e sicurezza. È questa la questione centrale dell'approccio alla gestione dei flussi migratori, ha ribadito il ministro dell'Interno Angelino Alfano intervenendo ieri pomeriggio a Roma al convegno 'Prima di prendere il mare. Dal reinsediamento all'ammissione umanitaria' organizzato dalla Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio.

«È sbagliato accogliere tutti come anche non accogliere nessuno, soprattutto quelli che sono vittime di guerre, di persecuzioni, di rischi di morte. Per questo non possiamo immaginare che non ci sia uno sforzo di budget dell'Unione Europea per un investimento in Frontex», ha detto il ministro, richiamando l'attenzione sulla necessità di potenziare l’agenzia europea per il presidio delle frontiere, che dovrebbe sostituire l'operazione italiana Mare Nostrum.

Un'operazione «a tempo», ha ricordato Alfano, partita dopo la tragedia dei migranti morti davanti a Lampedusa nell'ottobre scorso, ma che non si può interrompere all'improvviso. «Mare Nostrum» ha spiegato Alfano, «si interromperà quando entreranno in azione Frontex e l'Europa con adeguata dotazione di uomini e mezzi», perché «la frontiera diventail tema su cui si gioca tutto», per questo «serve un presidio serio».

In questo quadro, l'Ue deve dimostrare «di essere capace di organizzare accoglienza, cooperazione con governi, individuazione richiedenti asilo e poi organizzare una protezione della frontiera o rischia di alimentare una reazione xenofoba che poi può essere la causa della crisi futura dell'Europa». Il tema dell'accoglienza, secondo il ministro, deve essere affrontato con «procedure standard per tutta l'Europa» sull'asilo, nella convinzione che «l'analogia delle procedure crea una maggiore fiducia tra i vari paesi».

Anche sul tema degli accordi bilaterali con i Paesi di partenza, il ministro ha chiesto consapevolezza da parte dell'Europa, che non può «chiudere gli occhi sull'instabilità della Libia». «La politica estera è quella che deve affrontare il tema in Africa. L'Africa, dove ci sono guerre e persecuzioni, dove si muore e dunque da dove si scappa e qui serve la piena responsabilità dell'Europa». «Non può pagare solo la Sicilia - ha ribadito Alfano - che ha il peso del 93% degli sbarchi. Noi ci stiamo organizzando con un sistema di accoglienza, ma è naturale dire che non può che essere una questione europea».

Sono intervenuti al convegno, oltre al ministro  Alfano e al presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, il sottosegretario agli Esteri Mario Giro, il presidente della commissione Diritti umani del Senato Luigi Manconi, il comandante in capo della Squadra navale Filippo Maria Foffi, il delegato per il Sud Europa dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) Laurens Jolles, il direttore del Consiglio italiano rifugiati (Cir) Cristopher Hein, la presidente del Comitato bicamerale sull'attuazione dell'accordo di Schengen Laura Ravetto, coordinatore Giorgio Zanchini. In platea, tra gli altri, il sottosegretario all'Interno Domenico Manzione e il presidente del Gruppo di missione per il coordinamento delle attività del ministero dell'Interno nell'ambito del semestre di presidenza italiana dell'Unione Valerio Valenti.





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