Unar: il 26,2% delle denunce di discriminazioni riguarda il linguaggio dei media

In Italia, nel 2013, il 26,2% degli atti discriminatori denunciati ha riguardato il linguaggio utilizzato dai mass-media. Questi alcuni dati sulle discriminazioni in Italia raccolti dall’Unar – Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali.

Mentre nel 2012 le denunce di atti discriminatori erano maggiormente riconducibili ai contesti di lavoro (37,3%), nel 2013, il primato è stato raggiunto dai mass media (26,2%), e dalla vita pubblica (21,1%).

L’accesso all’occupazione è il momento in cui si verificano la maggior parte delle discriminazioni (71,9%), che riguardano soprattutto l’età (47,8%), la razza e l’etnia (37,7%).

Gli ultimi dati raccolti imputano ai media la colpa di per aver giocato un ruolo importante sulla discriminazione delle fasce più deboli della società (stranieri, disabili e transgender).

In Italia il maggior numero di casi di discriminazione si registrano al Nord (65,5%), segue il Nord Est (45%), il Centro (24,7%) e il Sud (9,6%).

Nel 2013 il maggior numero di denunce di discriminazione è pervenuto più dalle vittime di discriminazione (55,8%), che dai testimoni (21,2%).

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