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Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli
iscritti UIL

 

 

 

 

Anno XII n.15 del 05 maggio 2014

 

Consultate www.uil.it/immigrazione

Aggiornamento quotidiano sui temi di interesse di cittadini e lavoratori stranieri

 

 Sbarchi, superata quota 25 mila. Polemiche sull’operazione “Mare Nostrum”

  

Il rebus di Mare Nostrum

"L'operazione Mare Nostrum ha dato risultati eccellenti, anche se ha incrementato le partenze dalla Libia". Lo ha detto il direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, ascoltato in audizione al Senato.  Dopo la tragedia del 3 ottobre a Lampedusa, ha ricordato Pinto, "non abbiano più morti e questo è un dato oggettivo, anche se un così massiccio arrivo di persone crea problemi. Mare Nostrum ha svolto un'operazione di drenaggio delle partenze, raccogliendo finora 25mila persone ".     Gli interventi di soccorso, ha proseguito , "si svolgono a 40 miglia dalle coste libiche, i trafficanti di uomini lo sanno e ricorrono a natanti di qualità sempre peggiore. Il prezzo del viaggio si è abbassato rapidamente. Non hanno bisogno di mettere eccessivo carburante e cibo perché sanno che la percorrenza massima sarà di 10-12 ore e le organizzazioni stanno lucrando ingenti somme da questo traffico".    Secondo Pinto, serve "una exit strategy da Mare Nostrum.     Bisogna ripensare l'organizzazione del pattugliamento in mare". Il dirigente ha fornito alcuni numeri sui costi sostenuti dall'Italia: nove milioni e mezzo di euro al mese per il pattugliamento; due milioni e mezzo di euro sono stati spesi per gli oltre 50 voli interni di trasferimento dei migranti dalla Sicilia ad altre località; 1,2 milioni di euro per i 30 voli di rimpatrio.   
   

 

 

SOMMARIO

 

 

 

 

Appuntamenti                                                       pag. 2

 

Immigrazione, sbarchi continui                              pag. 2

 

Il flop di Mare Nostrum                                          pag. 3

 

CIE: senza soccorsi, stesse partenze e più morti     pag. 4

 

Spagna: sbarchi diminuiti del 15%                           pag. 5

 

Censis: più vigore dagli imprenditori stranieri         pag. 6

      

Riunione gruppo migrazione CES                             pag. 7

 

Discriminazioni: con il velo niente stage                 pag. 9

 

800.000 migrants from Africa ?                               pag. 9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                

 

                                                                                                                        

                                                                

 

 

 

 

 

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil                                                 

 

Dipartimento Politiche Migratorie

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.


Dipartimento Politiche

Migratorie: appuntamenti


 

 

 


Roma, 6 maggio 2014 ore 09.00, Regione Lombardia, Palazzo Pirelli, Sala Pirelli

Seminario: “L’impiego della manodopera straniera: profili sanzionatori, amministrativi e contributivi”

(Giuseppe Casucci)

Roma, 09 maggio 2014 ore 10. Sala Mappamondo, Camera dei Deputati

Seminario. “la famiglia nel processo migratorio, tra distanze e ricongiungimenti”

(Giuseppe Casucci)

Roma, 16 maggio 2014 ore 10. Via Fornovo, 8

Riunione Comitato Consultivo Tripartito OIL

(Giuseppe Casucci)

Roma, 20 maggio 2014 ore 15.00, Via del Velabro 5

Assemblea dei soci CIR

(Giuseppe Casucci)


 

Mediterraneo

  


Immigrazione: sbarchi continui, 2mila nelle ultime 48 ore

Accoglienza in tilt, Anci protesta, Viminale cerca soluzioni. Da inizio 2014, sbarcati via mare oltre 25 mila tra richiedenti asilo, profughi e migranti economici. Polemica sull’operazione Mare Nostrum.


Migranti a bordo della Fregata Espero (foto: ANSA)Roma, 4 maggio 2014 - Ancora sbarchi, oltre duemila nelle ultime 48 ore e l'accoglienza dei migranti si fa sempre più problematica. Pieni i centri siciliani, voli charter stanno distribuendo i nuovi arrivati in diverse province del Paese, ma crescono le proteste della cittadinanza. L'Anci parla di "enormi problemi" creati dai flussi, chiedendo al ministro dell'Interno di intervenire. Ed al Viminale prende corpo l'ipotesi di un piano di accoglienza per 50mila, sul modello di quello attuato nel 2011, l'anno record degli sbarchi per le primavere arabe e la crisi libica.

Nel 2014 ci si sta avvicinando ormai a quota 30mila arrivi. La cronaca è ormai un bollettino quotidiano di centinaia e centinaia di stranieri soccorsi dalle navi della missione Mare Nostrum su imbarcazioni sempre più fatiscenti. Oggi è arrivata ad Augusta una nave della Marina Militare con 1.170 migranti (oltre 200 minori non accompagnati), mentre un'altra con 358 a bordo (tra cui due donne incinte) è stata fatta attraccare al porto di Palermo, dato che i centri di accoglienza di Pozzallo sono pieni.

La Regione Sicilia ha chiesto a 65 istituti pubblici di assistenza e beneficienza (Ipab) di mettere a disposizione le proprie strutture per accogliere i migranti che sbarcano sull'isola. Per ora il Dipartimento libertà civili ed immigrazione dell' Interno sta gestendo la distribuzione degli stranieri, insieme alla rete delle prefetture, che stanno assegnando una cinquantina di ospiti ad ogni provincia.

Ma, come ha sottolineato nei giorni scorsi il direttore centrale dell' immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, "il sistema di accoglienza è al collasso, non abbiamo più luoghi dove portarli e le popolazioni locali sono indispettite dal continuo arrivo di stranieri". Del disagio degli enti locali si fa portavoce il delegato nazionale Sicurezza, Immigrazione e Legalità dell'Anci, nonché sindaco di Modena, Giorgio Pighi.

"Il ministero dell'Interno - lamenta - dice: 'Ho mille profughi da sistemare' e si muove in maniera quasi autoritativa, 50 a provincia. In questo modo, senza concertazione con Regioni e Comuni, ci mette in difficoltà". Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ha scritto al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, per chiedere che "Chieti sia esclusa dalle città ospitanti i migranti, per oggettiva impossibilità di riceverli". E proseguono anche le polemiche politiche.

"Il territorio siciliano - osserva Stefania Prestigiacomo (Fi) - è in continua agonia, ora basta. Evidentemente convinto che possa fruttargli qualche voto in più, Alfano continua a darsi meriti inesistenti reclamando i successi dell'operazione Mare Nostrum, ma agli italiani non ci pensa nessuno". Mentre il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha annunciato che lunedì prossimo sarà sulla spiaggia di Augusta.


 

 

 

 


ANCI al Governo, affrontare subito nuova emergenza  sbarchi con fondi adeguati e potenziando SPRAR


Martedì 29 aprile 2014 -  ‘’Mettere subito a sistema la rete Sprar e i 7 mila nuovi posti disponibili. Emanare immediatamente una direttiva che non lasci alle sole Prefetture il compito di smistare i migranti in arrivo, ma preveda la concertazione con i Comuni e gli Enti locali. Convocare subito una Conferenza Unificata sull’emergenza immigrazione, alla presenza del Presidente del Consiglio. Chiedere un incontro straordinario, in vista del semestre italiano di presidenza dell’Ue, al Consiglio e alla Commissione europea. Valutare la possibilita’ di un decreto legge ad hoc’’. Cosi’ Enzo Bianco, Sindaco di Catania, riassume le richieste avanzate oggi a nome dell’ANCI nel corso della riunione del Tavolo di coordinamento sull’Immigrazione al Viminale, alla presenza dei rappresentanti delle Regioni e del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. (http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdSez=810122&IdDett=46704) . ‘‘Solo nelle ultime ore – spiega Bianco – centinaia di migranti sono sbarcati nei porti di Catania, Messina e Augusta. Sono 18 mila dall’inizio dell’anno, contro le poche centinaia degli stessi mesi dell’anno scorso. Il ministero dell’Interno, da parte sua, ha parlato di una stima di 600 mila possibili arrivi nei prossimi mesi, mentre qualcuno ne calcola addirittura di 900 mila’’. ‘‘Un’emergenza di questo tipo – sostiene Bianco – non può essere affrontata con strumenti ordinari. Per questo abbiamo chiesto, raccogliendo il consenso di tutti gli attori presenti al tavolo, di convocare innanzitutto una Conferenza Unificata dedicata a questo tema, alla presenza del premier, del sottosegretario Del Rio, del Tesoro e dei ministri dell’Interno, della Difesa e del Welfare. I Comuni – fa notare Bianco – attendono ancora i risarcimenti per le spese per l’accoglienza sostenute negli scorsi anni, e non possono al momento permettersi anticipazioni, pena il rischio di creare pericolosi debiti fuori bilancio. Chiediamo inoltre che, se i numeri sugli sbarchi verranno confermati, siano il Consiglio e la Commissione europea ad affrontare insieme all’Italia questa emergenza. Al Governo chiediamo innanzitutto di valutare la possibilità di emanare subito un decreto legge per affrontare l’emergenza con adeguate misure e fondi, insieme con una direttiva che stabilisca la concertazione tra Viminale, Prefetture, Comuni ed Enti locali circa le decisioni che riguarderanno l’accoglienza dei migranti nei territori’‘. (mt/mv) 

Fonte: ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani



Immigrazione: il flop di Mare Nostrum

L'Operazione Mare Nostrum sembra giunta al capolinea

di Gianandrea Gaiani - Leggi su Il Sole 24 Ore


Roma, 28 aprile 2014 - La Lega Nord ne chiede l'immediata sospensione, Forza Italia vuole un'indagine conoscitiva per chiarirne le finalità e il governo ha deciso di verificarla e aggiornarla. L'Operazione Mare Nostrum, varata nell'ottobre scorso dalla Marina Militare per far fronte all'emergenza immigrati illegali dalla Libia sembra giunta al capolinea, travolta dai suoi stessi limiti per così dire "strutturali" già ben evidenti sei mesi or sono. L'impiego delle navi militari (fregate, corvette, navi da sbarco) al fianco dei mezzi più leggeri della capitaneria di porto venne messo a punto dal governo Letta sull'onda emotiva degli oltre 300 morti tra i naufraghi di un barcone rovesciatosi al largo di Lampedusa. Gli obiettivi perseguiti con l'impiego massiccio (in media 5 navi mobilitate ogni giorno) della flotta erano di prevenire gli incidenti soccorrendo in alto mare gli immigrati in arrivo soprattutto dalla costa libica ma anche di costituire un deterrente contro i traffici di esseri umani e l'immigrazione illegale. Il ministro degli Interni, Angelino Alfano, annunciando l'avvio di Mare Nostrum, parlò di rafforzamento «della protezione della frontiera» con la «deterrenza del pattugliamento e dell'intervento delle Procure». L'allora titolare della Difesa, Mario Mauro riferì che i migranti raccolti in mare sarebbero stati trasferiti nel porto sicuro più vicino "non necessariamente italiano" e più tardi rese noto che i proventi incassati dai trafficanti finanziavano il terrorismo islamico. Mare Nostrum è riuscita a evitare altre tragedie del mare ma la presenza navale italiana non ha impedito l'incremento dei flussi migratori illegali, garantendo di fatto l'arrivo in Italia a tutti coloro che si imbarcano sulle coste libiche. L'Italia oggi è l'unico Paese ad accogliere chiunque arrivi illegalmente davanti alle sue coste. I numeri parlano chiaro: i 43 mila arrivi del 2013 rappresentano il 70% degli immigrati giunti in Europa visa mare e sono il 224 % in più di quelli sbarcati nel 2012. Nei primi tre mesi e mezzo di quest'anno ne sono arrivati oltre 20 mila e si preannuncia un'altra estate "calda". Specie tenendo conto che, come ha riferito il ministro Alfano, in Libia vi sono tra i 300 mila e 700 mila migranti in attesa di raggiungere l'Italia e l'Europa e altri ne arriveranno  dalla Siria e dall'area del Sahel e subsahariana. «Mare Nostrum è un intervento a tempo» ha detto il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti aggiungendo che «finché lo scenario libico resta instabile non possiamo sospenderlo» perché in Libia «non abbiamo interlocutori istituzionali stabili e non si possono ipotizzare accordi per bloccare il flusso migratorio in partenza». Gli ultimi arrivi di massa hanno messo in crisi le strutture di accoglienza e centinaia di immigrati sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce determinando le polemiche politiche che hanno indotto Matteo Renzi a convocare per il 28 aprile una riunione con i vertici dei servizi segreti, i ministri degli Interni e della Difesa. Difficile ipotizzare quali modifiche possano venire apportate a Mare Nostrum. Nonostante la cattura di 88 scafisti e di un paio di navi-madri (per individuarle sono stati mobilitati anche droni e un sottomarino) la presenza navale ha fallito nella sua funzione di deterrenza favorendo indirettamente gli affari dei trafficanti. I limiti di Mare Nostrum non dipendono dalla Marina ma dall'impiego di potenti navi da guerra per operazioni di puro soccorso. Lo stesso dispositivo navale avrebbe potuto venire schierato a ridosso delle coste libiche per bloccare le partenze e riportare sulla costa i migranti attivando strutture internazionali di assistenza come agenzie dell'Onu e la missione che l'Unione europea schiera in Libia per il controllo delle frontiere. L'assenza di supporto da parte dell'Unione per far fronte all'emergenza è stata denunciata più volte e il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha recentemente evidenziato come l'agenzia europea Frontex abbia messo in campo 7 milioni di euro quando solo l'operazione Mare Nostrum costa all'Italia 9 milioni al mese. Cifra a cui vanno aggiunti decine di milioni al mese per l'assistenza agli immigrati per i quali la Legge di Stabilità stanziò nel novembre scorso 210 milioni. Roma cerca da tempo un accordo con le autorità libiche per fermare i flussi migratori ma l'assenza di interlocutori stabili a Tripoli ha vanificato ogni sforzo. «L'attuale governo libico non ha il pieno controllo del territorio né può garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti e questo rende impraticabile ogni ipotesi di collaborazione finalizzata al rimpatrio dei migranti verso tale Paese», ha detto l'8 aprile il ministro degli Esteri, Federica Mogherini. C'è però il sospetto che a Tripoli abbiano tutto l'interesse a lasciare sulle spalle di Roma la gestione del problema. È vero che la Libia è nel caos e il Parlamento cerca di trovare un'intesa per nominare un nuovo governo, ma nelle scorse settimane le autorità sono state in grado di inviare l'esercito a presidiare due porti petroliferi della Cirenaica per consentire la ripresa del ricco export petrolifero. Perché non presidiano con le truppe anche i porti della Tripolitania da dove partono i migranti? Roma dovrebbe pretenderlo, considerato che i battaglioni di reclute libiche vengono addestrati anche dagli istruttori italiani a Tripoli e a Cassino. emergenza-sbarchi-big350.jpg


 

 


Profughi. Cir: "Senza Mare Nostrum stesse partenze, ma più morti in mare"

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati analizza i dati sugli arrivi via mare. “Aumento dovuto alla crisi in Siria e al caos della Libia”


2 maggio 2014 – “Comparando i dati sugli sbarchi di migranti e rifugiati dal 2011 all’Aprile 2014, si può affermare che, a causa del prolungarsi della crisi in Siria e dell’instabilità in Libia, le persone sarebbero partite dalla Libia e dall’Egitto anche senza ‘Mare Nostrum’, ma molti di loro non sarebbero mai arrivati vivi senza questa Operazione”. È l’analisi del Consiglio Italiano per i Rifugiati, sulla base dei dati sugli arrivi via mare negli ultimi anni. Il forte aumento degli arrivi via mare,  sottolinea il Cir, è  iniziato nel luglio 2013. Nei 4 mesi luglio a ottobre 2013 – prima dell’operazione “Mare nostrum” - sono arrivati 26.085 persone, più che nei primi 4 mesi del 2014.    Durante i primi 2 mesi dell’Operazione (novembre e dicembre 2013) la media mensile degli arrivi (3.920) è stata inferiore alla media mensile dei mesi luglio a ottobre 2013 (5.654 persone). La media mensile degli arrivi durante il periodo marzo ad agosto 2011 (totale 54.000 persone) con 10.800 risulta molto superiore alla media mensile degli arrivi da novembre 2013 ad aprile 2014, ovvero dall’inizio di “Mare Nostrum”.

Secondo il CIR, l’aumento degli arrivi via mare dal luglio 2013 ha due principali motivi: “La crisi prolungata in Siria che vede lo spostamento di una, comunque piccola, parte dei rifugiati siriani dai Paesi confinanti con la Siria verso Nord Africa, Egitto e Libia in particolare. La situazione di instabilità e insicurezza, assieme con l’assenza di anche minima protezione dei rifugiati e migranti in Libia, facilita, da una parte, e causa, dall’altra, il tentativo di imbarcarsi verso l’Italia”. Dai dati risulta che rifugiati siriani sono arrivati in Italia con un numero significativo solo dal luglio 2013 in poi ma rappresentano la maggioranza delle persone arrivate in quest’ultimo periodo di 9 mesi. Il fallimento della conferenza di Ginevra sulla Siria e quindi il mancato prospetto di un pronto ritorno nel loro Paese sta spingendo molti rifugiati siriani di cercare un rifugio più durevole in Europa.

 “Si può  affermare – conclude quindi il Consiglio Italiano per i Rifugiati - che le persone sarebbero partite dalla Libia e dall’Egitto anche senza l’Operazione Mare Nostrum – ma molti di loro non sarebbero mai arrivati vivi senza questa operazione.”
 – DATI COMPARATIVI dal 2011 al Aprile 2014
Anno 2011
Totale: oltre 62.300 migranti e rifugiati sbarcati in Italia
Gennaio 2011 – febbraio 2011 > 6.300
Marzo 2011 – Agosto 2011 > 54.000
Settembre 2011 – dicembre 2011 > oltre 2.000
Anno 2012
Totale: 13.245 migranti e rifugiati sbarcati in Italia
Gennaio 2012 – Agosto 2012 > 7.849
Settembre 2012 – Dicembre 2012 > 5.396
Anno 2013
Totale: 42.925 rifugiati e migranti sbarcati in Italia
Gennaio 2013 - Giugno 2013 > 9,000
Luglio 2013 – Ottobre 2013 > 26.085
Novembre – Dicembre > 7.840
Principali Nazionalità: 11.300 siriani; 9.800 eritrei, 3.300 somali
La stragrande maggioranza di richiedenti asilo di queste nazionalità hanno ottenuto protezione.
I porti di provenienza: 27.200 dalla Libia e 9.200 dall'Egitto
Anno 2014 – primi 4 mesi
Totale circa 24.600 persone (1 gennaio a 28 aprile). (Secondo alcune fonti, il totale in questo periodo risulta inferiore a 20.000 unità)
Aprile (1-27) 2014 > 7.762
(I dati sono stati elaborati dal CIR, principalmente su fonti del Ministero dell’Interno.)

Da www.stranieriinitalia.it


 

 

 


 


Immigrazione: Spagna, sbarchi diminuiti del 15% nel 2013

'Successo modello spagnolo'. Ma aumentano arrivi Ceuta e Melilla


 (ANSAmed) - MADRID, 29 aprile 2014 - Si è ridotta la pressione migratoria sulle coste spagnole nel 2013, con una diminuzione del 15% degli arrivi di migranti rispetto al 2012, secondo i dati diffusi oggi dal ministero degli Interni. Tuttavia, sono aumentati gli arrivi di migranti clandestini nelle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla. Lo scorso anno, a bordo di barconi, gommoni o imbarcazioni di fortuna sono giunti sulle coste spagnole 3.237 migranti, rispetto ai 3.804 arrivati nel 2012, con una diminuzione di oltre il 90% rispetto al 2006, in cui si registrarono arrivi in massa di 39.180 clandestini. Nelle enclavi di Ceuta e Melilla gli arrivi nel 2013 sono invece raddoppiati rispetto all'anno precedente, con l'entrata di 4.235 persone irregolari rispetto alle 2.841 del 2012. Secondo le fonti, nonostante la pressione migratoria sul Mediterraneo, il "modello di gestione della immigrazione" promosso in Spagna negli ultimi anni "è il principale fattore della diminuzione dei flussi migratori clandestini". Ed è basato sulla cooperazione del ministero degli interni "su diversi piani e con un pluraliTà di interlocutori come sono l'Unione Europea, le sue istituzioni, i suoi Stati membri, le organizzazioni internazionali specializzate come l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), così come con i paesi di origine e transito dei migranti". Un modello che, assicurano le fonti, si basa su quattro assi fondamentali: la prevenzione in origine; la cooperazione operativa con i paesi terzi di origine e transito e dei migranti; la lotta contro le reti criminali che trafficano con i migranti mediante l'adozione di misure concrete. (ANSAmed).


 

 

 

 

 

 

 

 

Società

 


Imprenditori immigrati. Censis: “Vigore per uscire dalla crisi”

Le imprese degli stranieri rivitalizzano l’economia italiana. L’esempio dei negozi: “Il mercato di riferimento non sono più solo i connazionali, l’ibridazione è il loro punto di forza”


(www.stranieriinitalia.it)

Roma - 29 aprile 2014 - Gli imprenditori migranti, insieme alle donne e ai giovani, possono traghettare l’Italia fuori dalla crisi. Le loro imprese rivitalizzano aree delle nostra città con la moltiplicazione di punti vendita” e sono “veri e propri presidi socioeconomici sui territori”. Sono tra le “figure sociali del nuovo vigore” indicate da un rapporto presentato ieri dal Censis. E’ più alta nella crisi, sottolineano i ricercatori, la propensione dei migranti a creare imprese”. Nel 2012 erano 379.584 gli imprenditori nati all’estero che lavorano in Italia, con una crescita del 16,5% tra il 2009 e il 2012 e del 4,4% nel solo ultimo anno: tutto questo mentre le imprese gestite dagli italiani diminuiscono del 4,4% nei quattro anni considerati e dell’1,8% nel solo ultimo anno. L’imprenditoria straniera rappresenta l’11,7% del totale, ma nelle costruzioni sono il 21,2% del totale e nel commercio al dettaglio il 20%. Ci sono poi 85.000 stranieri censiti dall’Istat nell’indagine sulle Forze lavoro che lavorano in proprio e hanno dipendenti (italiani e/o stranieri): unità produttive che negli ultimi quattro anni, mentre quelle di italiani diminuivano del 3,6%, sono aumentate del 14,3%. Altro fenomeno che indica una evidente stabilizzazione è il passaggio di proprietà di negozi, ristoranti e bar italiani a stranieri, soprattutto cinesi.

Gli esercizi commerciali vengono  indicati dal Censis come “un caso esemplare relativamente all’evoluzione della soggettività degli stranieri in ambito economico e al suo impatto sul contesto”. Dal 2009 in negozi degli italiani sono diminuiti del 3,3%, mentre i titolari stranieri sono cresciuti del +21,3% nel comparto al dettaglio (gli esercizi commerciali a titolarità straniera sono 120.626) e del 9,1% nel settore dell’ingrosso (21.440 in tutto). A livello locale, in valore assoluto a Roma si registrano quasi 10.000 negozi nella provincia e oltre 7.000 nel capoluogo; la presenza straniera supera di gran lunga la media a Pisa dove i negozi gestiti da immigrati rappresentano il 35,4% del totale, Catanzaro (il 34,5%), Caserta (32,7%), Prato e Pescara con quote superiori al 30%. Quanto alla nazionalità dei proprietari degli oltre 120.000 negozi attivi, oltre 40.000 sono gestiti da marocchini e più di 12.000 da cinesi e senegalesi. Il mercato di riferimento, nota il rapporto,  non sono più solo i connazionali, piuttosto si è in presenza di esercizi che fanno dell’ibridazione il loro punto di forza, come ad esempio i take away gestiti da arabi che offrono pizza e kebab, i supermercati gestiti da stranieri che vendono prodotti nostrani accanto a prodotti etnici, e hanno clienti che vengono da ogni parte del mondo; oppure di esercizi che si sono sostituiti a quelli italiani e che hanno come clienti prevalentemente gli italiani, come nel caso dei cinesi che vendono di tutto a un euro, agli egiziani che vendono la frutta, o ai bar che si sono specializzati nel cappuccino nostrano; o ancora negozi etnici che sono diventati attraenti anche per gli italiani. Altra tipologia che si sta affermando è quello dei minimarket gestiti da stranieri, bazar che vendono di tutto in una piccola superficie. Il Censis stima in oltre 33 milioni gli italiani che dichiarano di effettuare acquisti presso negozi etnici, di prossimità gestiti da cinesi, persone del bangladesh, indiani ecc.; di questi oltre 6 milioni lo fanno regolarmente per almeno un prodotto/servizio. In particolare, acquistano con regolarità in tali negozi oltre 2,6 miloni prodotti alimentari, oltre 2,3 milioni frutta e verdura, quasi 3,5 milioni prodotti casalinghi, oltre 2,3 milioni sapone e detersivi. Oltre il 62% degli intervistati si recano presso i negozi di prossimità gestiti da migranti perché i prezzi sono convenienti, il 34% perché vi si trovano prodotti altrove introvabili e per oltre il 22% per la comodità di orario (non a caso sottolineato dalle donne con oltre il 24%).



Consiglieri aggiunti a Roma. Gli ex sono furiosi: "Immigrati traditi"

Godoy e Salvador denunciano: “Svuotata la rappresentanza, il nuovo regolamento aumenta le distanze rispetto ai consiglieri italiani. Parteciperanno in pochi, valutiamo un ricorso al Tar”


Roma  -24 aprile 2014 - Il nuovo regolamento per l’elezione dei consiglieri aggiunti a Roma non piace ai consiglieri uscenti. “La figura dei rappresentanti degli immigrati  - denunciano – è stata svuotata. I partiti in Campidoglio ci hanno traditi”. E pensare che quel regolamento è nato proprio da una proposta di delibera degli ex consiglieri aggiunti Madisson Godoy Sanchez, Romulo Salvador Sabio, Tetyana Kuzyk e Victor Emeka Okeadu, decaduti il 15 dicembre scorso. Il testo originario è stato però notevolmente cambiato.

Non ci riconosciamo affatto in questo nuovo regolamento, sembra che il Comune di Roma non voglia più avere dei consiglieri aggiunti. Ritengo, ad esempio, sbagliato obbligare i rappresentanti degli immigrati ad apparentarsi politicamente, impedendo loro di avere un gruppo. E il trattamento economico è scandaloso” dice a Stranieriinitalia.it Maddison Godoy Sanchez.

“La vera attività in Campidoglio si fa nelle commissioni – nota l’ex consigliere – e ora si pretende che questa venga svolta gratuitamente. Ai consiglieri municipali si chiede poi di fare puro volontariato. Quanti immigrati potranno permettersi di perdere intere giornate di lavorosenza alcun rimborso? Di sicuro, se il nuovo regolamento fosse stato approvato quando eravamo ancora in carica, come prevedeva lo Statuto, sarebbe stato molto diverso”.

“Tutti i partiti, compresi quelli che ci avevano sempre appoggiati, hanno tradito noi e lo Statuto di Roma Capitale, che equipara i consiglieri aggiunti ai consiglieri italiani. Disconosciamo la paternità di questo regolamento, approvato quasi di nascosto in Campidoglio poco prima della settimana Santa” dice Romulo Salvador Sabio. “Prima che decadessimo ci avevano promesso che avrebbero rafforzato la figura dei consiglieri aggiunti, invece li hanno esclusi di fatto dal lavoro delle commissioni in campidoglio e nei municipi vogliono che lavorino completamente gratis. Poi fanno perdere indipendenza ai consiglieri aggiunti obbligandoli a entrare in un gruppo politico” denuncia Salvador Sabio. Gli ex consiglieri, comunque, non si arrendono e annunciano una battaglia, politica e legale. “Stiamo valutando – rivelano a www.Stranieriinitalia.it  – se presentare un ricorso al Tar contro il nuovo regolamento prima delle prossime elezioni”.

Elvio Pasca


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dall’Europa

 

 


Riunione del  Gruppo Migrazione ed Inclusione della CES. Bruxelles, 23 aprile 2014.

Resoconto a  cura del Dipartimento Politiche Migratorie UIL


Roma, 24 aprile 2014 - Si è tenuto lo scorso 23 Aprile, presso la sede sindacale di Bruxelles, la riunione del gruppo Migrazione ed Inclusione della CES. Presenti i dirigenti responsabili del settore immigrazione di vari sindacati europei, convocati nell’organismo (gruppo migrazione ed inclusione) della CES per discutere le tematiche all’ordine del giorno in materia, a livello dell’Unione. Per la UIL era presente Giuseppe Casucci. Dall’Italia era anche presente il responsabile immigrazione della Cgil. La riunione è stata presieduta dal Segretario Confederale del sindacato europeo Luca Visentini, accompagnato dall’esperto Marco Cilento. La giornata aveva molteplici ed importanti punti all’ordine del giorno, tra cui:

Ø  Il nuovo programma quinquennale della DG Home Affairs in  materia di immigrazione;

Ø  La risoluzione ETUC per una più efficace protezione dei migranti e dei rifugiati, ai confini dell’Europa;

Ø  Valutazione sulla direttiva 2014/36/UE sui lavoratori stagionali: possibili miglioramenti nella fase di ratifica;

Ø  Stato di avanzamento della direttiva Intra Corporate Transfer;

Ø  Proposta di nuovo regolamento, da parte del parlamento e del Consiglio Europeo, sulla sorveglianza dei confini marini esterni degli Stati Membri (Frontex);

Ø  Stato di avanzamento del progetto CES A4I (costituzione di una rete sindacale europea per il sostegno all’integrazione dei migranti e delle loro famiglie).

Il programma quinquennale su immigrazione e asilo, consiste di un documento presentato da Commissione Europea, Parlamento e Consiglio Europeo, Comitato Economico e Sociale e Comitato delle Regioni: In esso si tenta di tracciare un approccio comune ad una materia che in moltissime parti è ancora di competenza degli Stati Membri. Tra i temi affrontati:

1.     Una politica efficace in materia di immigrazione e mobilità intra- UE;

2.     Valorizzare i benefici della migrazione e della integrazione;

3.     Un approccio credibile al tema dell’immigrazione irregolare e politiche del rimpatrio;

4.     Nuove regole Schengen in materia di visti e confini esterni dell’Unione;

5.     Pratica comune UE in materia di asilo;

6.     Rafforzare l’approccio globale ai temi delle migrazioni e della mobilità;

7.     Lotta alla rete internazionale del traffico di esseri umani;

8.     Rafforzare il livello di sicurezza per i cittadini e le imprese nel Cyber spazio.

Nel dibattito si è rilevato come il documento, pure interessante, affronta il tema migratorio più nell’ottica della sicurezza, che in quello della valorizzazione dell’immigrazione, l’inclusione e la solidarietà. Tra le proposte emerse nel dibattito:

Ø  La necessità di modificare questo approccio;

Ø  Creare una rete di collaborazione tra i Paesi Nord e Sud del Mediterraneo al fine di governare la pressione migratoria e salvaguardare il diritto d’asilo;

Ø  Ratificare le convenzioni internazionali, tra cui la Convenzione Onu su migranti e loro famiglie e le varie Convenzioni ILO in materia migratoria;

Ø  Affrontare il tema concertando aspetti di sicurezza, con quelli relativi al lavoro e la vita delle persone che emigrano;

Ø  Cambiare l’approccio in materia di immigrazione irregolare, valorizzandone il lavoro e cercando percorsi di regolarizzazione, in opposizione alla logica del rimpatrio e del respingimento.

 

Il dibattito è aperto. Appena possibile faremo circolare una versione in italiano del piano quinquennale europeo in materia di immigrazione ed asilo.

La risoluzione ETUC per una più efficace protezione dei migranti e dei rifugiati, è un documento che propone in sostanza di affrontare la gestione migratoria nel Mediterraneo con un nuovo approccio. Tra le varie proposte: a) una politica comune e più potere alle agenzie e istituzioni che si occupano di immigrazione ed asilo; b) non respingimento e soccorso alle persone che arrivano via mare; c) rimuovere nella legislazione UE ogni forma di persecuzione contro chi offre assistenza ai migranti in difficoltà; d) creazione ed implementazione di un programma chiamato Front-aid  (opposto a Frontex), mirato a creare strutture di accoglienza, sotto l’ombrello delle autorità UE, in aree esposte ad eccezionali afflussi di migranti (coste nord del Mediterraneo e Ceuta e Melilla in Marocco), capaci di garantire i diritti fondamentali della persona. Queste strutture, tra l’altro, renderebbero inutili i CIE.

Direttiva 2014/36/UE sui lavoratori stagionali: il giudizio  CES su questa direttiva, entrata in vigore di recente, è abbastanza positivo. Anche se alcuni  emendamenti migliorativi possono essere fatti nella fase di ratifica (entro il 30 settembre 2016). La durata dei periodi di soggiorno di questi lavoratori potrà variare da 5 a 9 mesi; è garantita la parità di trattamento con i lavoratori comunitari; gli stati membri dovranno preoccuparsi di controllare le condizioni di alloggio e la qualità degli stessi, forniti dai datori di lavoro o da amministrazioni locali; tra gli aspetti negativi la non definizione dei settori del lavoro stagionale (verranno definiti paese per paese), poca attenzione alla lotta al caporalato e lavoro nero.

Stato di avanzamento della direttiva Intra Corporate Transfer: la direttiva è stata approvata in questi giorni senza accogliere gli emendamenti sindacali. Il giudizio CES è negativo, in quanto questo dispositivo permetterà ad imprese multinazionali di distaccare lavoratori  (nell’ambito della stessa impresa) da Paesi Extra UE a Stati Membri, non garantendo il rispetto della legislazione vigente del Paese di accoglienza. Per la CES i rischi di dumping lavorativo sono forti.

Sorveglianza dei confini marini esterni: giudizio interlocutorio in quanto il documento utilizza un approccio eccessivamente securitario. Positiva l’attenzione alla necessità di salvare vite umane in mare e l’urgenza di ricercare una maggiore collaborazione tra tutti i Paesi sulla sponda del Mediterraneo, al fine di combattere la tratta e facilitare le forme legali di migrazione ed asilo.

Stato di avanzamento del progetto CES A4I (costituzione di una rete sindacale europea per il sostegno all’integrazione dei migranti e delle loro famiglie). Si è relazionato sul seminario tenuto recentemente a Torino (14 – 16 aprile). Il progetto CES - A4I è un’azione pilota basata sul partenariato transnazionale fra i sindacati e le loro associazioni di migranti situate in 18 paesi. E’ finanziato dal Fondo europeo per l’integrazione e impegnerà tutti i membri della CES per circa due anni. l progetto ha l'obiettivo di migliorare l'assistenza ai cittadini di paesi terzi, attraverso servizi forniti da organizzazioni della società civile (sindacati ed associazioni). L’azione è volta a costruire una rete transnazionale sindacale che provvederà alla realizzazione di strutture e la  fornitura di servizi al fine di aiutare il processo di integrazione dei cittadini di paesi terzi. Tra gli obiettivi dell’iniziativa CES quello di includere l'imprenditorialità dei cittadini di paesi terzi come mezzo di integrazione. Il network A4I, che inizialmente si basa su di una rete di sportelli situati in alcuni Stati Membri tra i quali l’Italia,  si propone di migliorare la qualità e l’accessibilità alle strutture di integrazione a vantaggio dei cittadini dei paesi terzi e delle comunità locali in una logica di processo di integrazione bidirezionale. L’azione pilota si propone di realizzare servizi innovativi in un ambiente transnazionale, al fine di promuovere lo scambio di informazioni e buone pratiche nel gestire strutture per l’integrazione. L’iniziativa si sviluppa attraverso  la rete A4I, costituita da almeno 20 uffici front-desk ubicati in almeno 6 Paesi europei: le attività avranno carattere di sportello e sono rivolte ai lavoratori migranti e le loro famiglie, ai rifugiati e titolari di protezione internazionale. Le strutture utilizzeranno gli sportelli già attivi di patronati e sindacati aderenti alla CES. In alcuni Paesi, dove la struttura sindacale non disponga di proprie risorse, il progetto si incaricherà di finanziare la costruzione dei contact points. La rete verrà poi estesa ad altri paesi, dopo l’azione pilota e prima della fine del progetto.


 


Progetto Costituzione di una rete sindacale europea per il sostegno all’integrazione dei migranti e delle loro famiglie

Verbale dello “steering committee del progetto A4I, riunione del 14 aprile 2014 a Torino


Partecipanti:

Marco CILENTO

Ignacio DORESTE

Lorenza LO SASSO

Ricard Bellera KIRCHHOFF

Carles BERTRAN BRUGUERA

Evelin TOTH

Giuseppe CASUCCI

Maria Ilena ROCHA

Federico CAMPORESI

Francesco LAURIA

David JOYCE

Francine BLANCHE

Philip SCHWERTMANN

 

Assenti giustificati :

Goran LUKIC

Luca VISENTINI

Comunicazioni tra partner 

È necessario predisporre una comunicazione più strutturata e continua dei partner, da  Bruxelles verso le periferie. Inoltre, si afferma che lo Steering Committee gestisce le differenti attività di progetto e non altri organismi di non governo (come la plenaria delle conferenze). I partner hanno presentato una richiesta per disseminare le informazioni raccolte finora. In particolare, le attività dei “contact points” coinvolti nell'azione pilota dovrebbero essere meglio descritti e condivisi. Le informazioni raccolte nella prima parte del progetto possono essere meglio elaborati e diffusi. In preparazione dei corsi di formazione, è importante introdurre contenuti e rilevanza della formazione ai partecipanti. In particolare, è importante capire le esigenze e le aspettative dei partecipanti al fine di progettare il training format ed i moduli. È stato convenuto che: il team di formazione fornirà in anticipo ai partecipanti ai corsi di formazione, un questionario al fine di realizzare questo compito.

Team formativo

Il team formativo è composto da: Evelin Toth (ITCILO), Francesco Lauria (CISL-Centro Studi di Firenze), Valerica Dumitrescu (ETUI). Valerica Dumitrescu potrebbe non essere disponibile e in caso un sostituto dello stesso livello ed esperienza deve essere trovato. È inoltre prevista la possibilità di estendere il team di formazione fino a 5 membri. Il training team sarà supportato da esperti / formatori dei partner nazionali. Carles è il formatore per la Spagna. I partner potranno designare una persona che avrà il compito di supportare il team di formazione nella progettazione della formazione e, nel caso, per gestire la formazione loro stessi. Il training team riferirà regolarmente delle sue attività allo Steering Committee. Una riunione è in programma a Berlino il 23 maggio. In occasione di questo incontro del Training Team, può essere organizzata una riunione dello Steering Committee.

Corsi di formazione

I corsi di formazione devono essere organizzati con e sotto la supervisione del partner nazionale.

I partecipanti sono selezionati all'interno dei punti di contatto che sono stati nominati per l'azione pilota.

I punti di contatto pilota sono stati indicati nella descrizione del progetto. Qualsiasi cambiamento nella posizione del punto di contatto pilota deve essere comunicato al CES e ISCOS il più presto possibile al fine di valutare le variazioni della dotazione originaria e, infine, informare la Commissione europea.

Date dei corsi di formazione:

Dublino,  16 – 19  giugno 2014

Barcellona, 16-19 settembre 2014

Firenze,  3-7 novembre 2014

Aspetti finanziari

Tutti i partner che sono beneficiari di una quota di bilancio del progetto dovrebbero firmare un accordo di partnership. ISCOS fornirà un modello per tutte le parti interessate.


 

 

 

 

 

 

 

Discriminazioni

 

 


Le negano lo stage perché non rinuncia al velo: 'Mi hanno discriminata'

(www.immigrazione.biz) Una ragazza 17enne che studia all'alberghiero rifiutata da un hotel della Riviera; il direttore: 'Non accettiamo nemmeno i piercing'. 'Mi hanno detto di toglierlo, ho risposto di no' - A una ragazza che studia in un istituto alberghiero è stato rifiutato uno stage in un hotel di Cattolica perché la giovane indossa il velo. La denuncia arriva da un blogger e dai giornali romagnoli. Alla studentessa la direzione dell’albergo ha posto un aut aut: rinunciare al velo durante le tre settimane di stage perché "gli stagisti si devono comportare e vestire in un certo modo". La giovane ha risposto con un secco diniego: "Mi hanno discriminata ancora prima di vedere le mie capacità e competenze solo per un foulard che è segno irrinunciabile della mia fede e identità culturale".
Lo stage in albergo non si è fatto, dunque, e la giovane ha dovuto ripiegare su un tirocinio in un Municipio della zona, esperienza che però non ha nulla a che fare col suo percorso di studi.
Intervistato dai media locali, il direttore dell’albergo ha provato a giustificarsi così: la ragazza non poteva indossare il velo  "così come non accettiamo piercing, orecchini particolarmente vistosi, capigliature stravaganti. Il nostro regolamento è chiaro, la religione non c’entra nulla. Il nostro compito è fare accoglienza. Un cappuccino servito con un sorriso è più buono, con un velo il sorriso non si vede". Critico il presidente regionale di Federalberghi, Sandro Giorgetti: "E’ un errore impedire a questa ragazza di svolgere lo stage, i colleghi hanno sbagliato".


 

Migration


'800,000 migrants about to depart African coast for Europe'

Italian reception system already at breaking point, say border police

 


ROME, 30 April 2014 - At least 800,000 migrants are about to depart the North African coast for Europe, with Italy's reception system already at the point of collapse, officials in Rome said Tuesday. "We no longer have a place to take them, and locals are overwhelmed by the constant arrival of foreigners," border police chief Giovanni Pinto told a joint meeting of the foreign and defence committees in the Senate. Italy is appealing for international help. During a cabinet meeting on the Mare Nostrum sea patrol and rescue mission in the Mediterranean on Monday, Premier Matteo Renzi vowed to request more commitment from the European Union and the United Nations on tackling undocumented immigration. Mare Nostrum was set up to prevent deaths at sea following two migrant ship disasters in October 2013 in which around 400 people died.
According to Interior Minister Angelino Alfano, more than 20,500 migrants have already landed on Italy's coasts to date this year - an enormous increase over the 2,500 reported during the same period in 2013. Speaking before a committee on the country's borders earlier this month, Alfano stressed that the number of incoming migrants was on pace "to reach the record levels of 2011, when more than 62,000 people entered". Thousands more have arrived since he spoke earlier this month, heightening the concerns about Italy's ability to cope.
Opponents of Mare Nostrum have argued the program only encourages migrants to risk their lives and cross the Mediterranean, often in rickety, overcrowded boats, which tends to increase in spring and summer months as sea conditions improve.
On Tuesday, Pinto told the Senate committees the situation was partly the result of the failed government in Libya, where most migrants from Africa head before setting sail for Europe. "We aren't dealing with a government that can establish treaties. We have no interlocutors...There's no prime minister...there are no ministers. There are two clans. One that's more moderate, the other that's extremist, backed by Qatar. We can offer them all the help they want, but it might be used in a negative way," the border police chief said. Meanwhile, Pinto said the interior ministry was drafting a plan that would accomodate 50,000 incoming migrants.
(ANSAmed).