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Rassegna ad uso esclusivamente interno
e gratuito, riservata agli |
Anno XII n.15 del 05 maggio 2014 |
Consultate www.uil.it/immigrazione
Aggiornamento quotidiano sui temi di
interesse di cittadini e lavoratori stranieri
"L'operazione Mare Nostrum ha dato
risultati eccellenti, anche se ha incrementato le partenze dalla Libia".
Lo ha detto il direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle
frontiere, Giovanni Pinto, ascoltato in audizione al Senato. Dopo la
tragedia del 3 ottobre a Lampedusa, ha ricordato Pinto, "non abbiano più
morti e questo è un dato oggettivo, anche se un così massiccio arrivo di
persone crea problemi. Mare Nostrum ha svolto un'operazione di drenaggio
delle partenze, raccogliendo finora 25mila persone ".
Gli interventi di soccorso, ha proseguito , "si svolgono a 40 miglia
dalle coste libiche, i trafficanti di uomini lo sanno e ricorrono a natanti
di qualità sempre peggiore. Il prezzo del viaggio si è abbassato rapidamente.
Non hanno bisogno di mettere eccessivo carburante e cibo perché sanno che la
percorrenza massima sarà di 10-12 ore e le organizzazioni stanno lucrando
ingenti somme da questo traffico". Secondo Pinto, serve
"una exit strategy da Mare Nostrum. Bisogna ripensare
l'organizzazione del pattugliamento in mare". Il dirigente ha fornito
alcuni numeri sui costi sostenuti dall'Italia: nove milioni e mezzo di euro
al mese per il pattugliamento; due milioni e mezzo di euro sono stati spesi per gli oltre 50 voli interni di trasferimento
dei migranti dalla Sicilia ad altre località; 1,2 milioni di euro per i 30 voli di rimpatrio.
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Appuntamenti pag. 2 Immigrazione, sbarchi continui pag. 2 Il flop di Mare Nostrum pag. 3 CIE: senza soccorsi, stesse partenze e più morti pag. 4 Spagna: sbarchi diminuiti del 15% pag. 5 Censis: più vigore dagli imprenditori stranieri pag. 6 Riunione gruppo migrazione CES pag. 7 Discriminazioni: con il velo niente stage pag. 9 800.000 migrants from Africa ? pag. 9
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A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil
Dipartimento Politiche Migratorie
Tel. 064753292- 4744753- Fax:
064744751
Migratorie: appuntamenti
Roma,
6 maggio 2014 ore 09.00, Regione Lombardia, Palazzo Pirelli, Sala Pirelli
Seminario: “L’impiego della
manodopera straniera: profili sanzionatori, amministrativi e contributivi”
(Giuseppe
Casucci)
Roma,
09 maggio 2014 ore 10. Sala Mappamondo, Camera dei Deputati
Seminario. “la famiglia nel processo
migratorio, tra distanze e ricongiungimenti”
(Giuseppe
Casucci)
Roma,
16 maggio 2014 ore 10. Via Fornovo, 8
Riunione Comitato Consultivo
Tripartito OIL
(Giuseppe
Casucci)
Roma,
20 maggio 2014 ore 15.00, Via del Velabro 5
Assemblea dei soci CIR
(Giuseppe
Casucci)
Mediterraneo
Roma, 4 maggio 2014 - Ancora sbarchi, oltre duemila nelle
ultime 48 ore e l'accoglienza dei migranti si fa sempre più problematica. Pieni
i centri siciliani, voli charter stanno distribuendo i nuovi arrivati in
diverse province del Paese, ma crescono le proteste della cittadinanza. L'Anci
parla di "enormi problemi" creati dai flussi, chiedendo al ministro
dell'Interno di intervenire. Ed al Viminale prende corpo l'ipotesi di un piano
di accoglienza per 50mila, sul modello di quello attuato nel 2011, l'anno
record degli sbarchi per le primavere arabe e la crisi libica.
Nel 2014 ci si sta
avvicinando ormai a quota 30mila arrivi. La cronaca è ormai un bollettino
quotidiano di centinaia e centinaia di stranieri soccorsi dalle navi della missione
Mare Nostrum su imbarcazioni sempre più fatiscenti. Oggi è arrivata ad Augusta
una nave della Marina Militare con 1.170 migranti (oltre 200 minori non
accompagnati), mentre un'altra con 358 a bordo (tra cui due donne incinte) è
stata fatta attraccare al porto di Palermo, dato che i centri di accoglienza di
Pozzallo sono pieni.
La Regione Sicilia ha
chiesto a 65 istituti pubblici di assistenza e beneficienza (Ipab) di mettere a
disposizione le proprie strutture per accogliere i migranti che sbarcano
sull'isola. Per ora il Dipartimento libertà civili ed immigrazione dell'
Interno sta gestendo la distribuzione degli stranieri, insieme alla rete delle
prefetture, che stanno assegnando una cinquantina di ospiti ad ogni provincia.
Ma, come ha
sottolineato nei giorni scorsi il direttore centrale dell' immigrazione e della
polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, "il sistema di accoglienza è al
collasso, non abbiamo più luoghi dove portarli e le popolazioni locali sono
indispettite dal continuo arrivo di stranieri". Del disagio degli enti
locali si fa portavoce il delegato nazionale Sicurezza, Immigrazione e Legalità
dell'Anci, nonché sindaco di Modena, Giorgio Pighi.
"Il ministero
dell'Interno - lamenta - dice: 'Ho mille profughi da sistemare' e si muove in maniera
quasi autoritativa, 50 a provincia. In questo modo, senza concertazione con
Regioni e Comuni, ci mette in difficoltà". Il sindaco di Chieti, Umberto
Di Primio, ha scritto al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, per chiedere
che "Chieti sia esclusa dalle città ospitanti i migranti, per oggettiva
impossibilità di riceverli". E proseguono anche le polemiche politiche.
"Il territorio
siciliano - osserva Stefania Prestigiacomo (Fi) - è in continua agonia, ora
basta. Evidentemente convinto che possa fruttargli qualche voto in più, Alfano
continua a darsi meriti inesistenti reclamando i successi dell'operazione Mare
Nostrum, ma agli italiani non ci pensa nessuno". Mentre il segretario
della Lega Nord, Matteo Salvini, ha annunciato che lunedì prossimo sarà sulla
spiaggia di Augusta.
Fonte: ANCI - Associazione Nazionale
Comuni Italiani
Immigrazione: il flop di Mare
Nostrum
L'Operazione
Mare Nostrum sembra giunta al capolinea
di Gianandrea Gaiani - Leggi su Il Sole 24 Ore
Roma, 28 aprile 2014 - La Lega Nord ne chiede l'immediata
sospensione, Forza Italia vuole un'indagine conoscitiva per chiarirne le
finalità e il governo ha deciso di verificarla e aggiornarla. L'Operazione Mare
Nostrum, varata nell'ottobre scorso dalla Marina Militare per far fronte
all'emergenza immigrati illegali dalla Libia sembra giunta al capolinea,
travolta dai suoi stessi limiti per così dire "strutturali" già ben
evidenti sei mesi or sono. L'impiego delle navi militari (fregate,
corvette, navi da sbarco) al fianco dei mezzi più leggeri della capitaneria di
porto venne messo a punto dal governo Letta sull'onda emotiva degli oltre 300
morti tra i naufraghi di un barcone rovesciatosi al largo di Lampedusa. Gli
obiettivi perseguiti con l'impiego massiccio (in media 5 navi mobilitate ogni
giorno) della flotta erano di prevenire gli incidenti soccorrendo in alto mare
gli immigrati in arrivo soprattutto dalla costa libica ma anche di costituire
un deterrente contro i traffici di esseri umani e l'immigrazione illegale. Il
ministro degli Interni, Angelino Alfano, annunciando l'avvio di Mare Nostrum,
parlò di rafforzamento «della protezione della frontiera» con la «deterrenza
del pattugliamento e dell'intervento delle Procure». L'allora titolare
della Difesa, Mario Mauro riferì che i migranti raccolti in mare sarebbero
stati trasferiti nel porto sicuro più vicino "non necessariamente
italiano" e più tardi rese noto che i proventi incassati dai trafficanti
finanziavano il terrorismo islamico. Mare Nostrum è riuscita a evitare altre
tragedie del mare ma la presenza navale italiana non ha impedito l'incremento
dei flussi migratori illegali, garantendo di fatto l'arrivo in Italia a tutti
coloro che si imbarcano sulle coste libiche. L'Italia oggi è l'unico Paese ad
accogliere chiunque arrivi illegalmente davanti alle sue coste. I numeri parlano
chiaro: i 43 mila arrivi del 2013 rappresentano il 70% degli immigrati giunti
in Europa visa mare e sono il 224 % in più di quelli sbarcati nel 2012. Nei
primi tre mesi e mezzo di quest'anno ne sono arrivati oltre 20 mila e si
preannuncia un'altra estate "calda". Specie tenendo conto che, come
ha riferito il ministro Alfano, in Libia vi sono tra i 300 mila e 700 mila
migranti in attesa di raggiungere l'Italia e l'Europa e altri ne
arriveranno dalla Siria e dall'area del Sahel e subsahariana. «Mare Nostrum
è un intervento a tempo» ha detto il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti
aggiungendo che «finché lo scenario libico resta instabile non possiamo
sospenderlo» perché in Libia «non abbiamo interlocutori istituzionali stabili e
non si possono ipotizzare accordi per bloccare il flusso migratorio in
partenza». Gli ultimi arrivi di massa hanno messo in crisi le strutture di
accoglienza e centinaia di immigrati sono fuggiti facendo perdere le proprie
tracce determinando le polemiche politiche che hanno indotto Matteo Renzi a
convocare per il 28 aprile una riunione con i vertici dei servizi segreti, i
ministri degli Interni e della Difesa. Difficile ipotizzare quali
modifiche possano venire apportate a Mare Nostrum. Nonostante la cattura di 88
scafisti e di un paio di navi-madri (per individuarle sono stati mobilitati
anche droni e un sottomarino) la presenza navale ha fallito nella sua funzione
di deterrenza favorendo indirettamente gli affari dei trafficanti. I limiti di
Mare Nostrum non dipendono dalla Marina ma dall'impiego di potenti navi da
guerra per operazioni di puro soccorso. Lo stesso dispositivo navale avrebbe
potuto venire schierato a ridosso delle coste libiche per bloccare le partenze
e riportare sulla costa i migranti attivando strutture internazionali di
assistenza come agenzie dell'Onu e la missione che l'Unione europea schiera in
Libia per il controllo delle frontiere. L'assenza di supporto da parte
dell'Unione per far fronte all'emergenza è stata denunciata più volte e il
ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha recentemente evidenziato come
l'agenzia europea Frontex abbia messo in campo 7 milioni di euro quando solo
l'operazione Mare Nostrum costa all'Italia 9 milioni al mese. Cifra a cui vanno
aggiunti decine di milioni al mese per l'assistenza agli immigrati per i quali
la Legge di Stabilità stanziò nel novembre scorso 210 milioni. Roma cerca
da tempo un accordo con le autorità libiche per fermare i flussi migratori ma
l'assenza di interlocutori stabili a Tripoli ha vanificato ogni sforzo.
«L'attuale governo libico non ha il pieno controllo del territorio né può
garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti e questo rende
impraticabile ogni ipotesi di collaborazione finalizzata al rimpatrio dei
migranti verso tale Paese», ha detto l'8 aprile il ministro degli Esteri,
Federica Mogherini. C'è però il sospetto che a Tripoli abbiano tutto
l'interesse a lasciare sulle spalle di Roma la gestione del problema. È
vero che la Libia è nel caos e il Parlamento cerca di trovare un'intesa per nominare
un nuovo governo, ma nelle scorse settimane le autorità sono state in grado di
inviare l'esercito a presidiare due porti petroliferi della Cirenaica per
consentire la ripresa del ricco export petrolifero. Perché non presidiano con
le truppe anche i porti della Tripolitania da dove partono i migranti? Roma
dovrebbe pretenderlo, considerato che i battaglioni di reclute libiche vengono
addestrati anche dagli istruttori italiani a Tripoli e a Cassino.
Il Consiglio Italiano per i
Rifugiati analizza i dati sugli arrivi via mare. “Aumento dovuto alla crisi in
Siria e al caos della Libia”
2
maggio 2014 – “Comparando i dati sugli sbarchi di migranti e rifugiati
dal 2011 all’Aprile 2014, si può affermare che, a causa del prolungarsi della
crisi in Siria e dell’instabilità in Libia, le
persone sarebbero partite dalla Libia e dall’Egitto anche senza ‘Mare Nostrum’,
ma molti di loro non sarebbero mai arrivati vivi senza questa Operazione”. È l’analisi
del Consiglio Italiano per i Rifugiati,
sulla base dei dati sugli arrivi via mare negli ultimi anni. Il forte aumento
degli arrivi via mare, sottolinea il Cir, è iniziato nel luglio
2013. Nei 4 mesi luglio a ottobre 2013 – prima dell’operazione “Mare
nostrum” - sono arrivati 26.085 persone, più che nei primi 4 mesi del
2014. Durante i primi 2 mesi dell’Operazione (novembre e
dicembre 2013) la media mensile degli arrivi (3.920) è stata inferiore alla
media mensile dei mesi luglio a ottobre 2013 (5.654 persone). La media mensile
degli arrivi durante il periodo marzo ad agosto 2011 (totale 54.000 persone)
con 10.800 risulta molto superiore alla media mensile degli arrivi da novembre
2013 ad aprile 2014, ovvero dall’inizio di “Mare Nostrum”.
Secondo il
CIR, l’aumento degli arrivi via mare dal luglio 2013 ha due principali motivi:
“La crisi prolungata in Siria che vede lo spostamento di una, comunque
piccola, parte dei rifugiati siriani dai Paesi confinanti con la Siria verso
Nord Africa, Egitto e Libia in particolare. La situazione di instabilità e
insicurezza, assieme con l’assenza di anche minima protezione dei rifugiati e
migranti in Libia, facilita, da una parte,
e causa, dall’altra, il tentativo di imbarcarsi verso l’Italia”. Dai dati
risulta che rifugiati siriani sono arrivati in Italia con un numero
significativo solo dal luglio 2013 in poi ma rappresentano la maggioranza delle
persone arrivate in quest’ultimo periodo di 9 mesi. Il fallimento della
conferenza di Ginevra sulla Siria e quindi il mancato prospetto di un pronto
ritorno nel loro Paese sta spingendo molti rifugiati siriani di cercare un
rifugio più durevole in Europa.
“Si
può affermare – conclude quindi il Consiglio Italiano per i
Rifugiati - che le persone sarebbero partite dalla Libia e dall’Egitto anche
senza l’Operazione Mare Nostrum – ma molti di loro non sarebbero mai
arrivati vivi senza questa operazione.”
– DATI COMPARATIVI
dal 2011 al Aprile 2014
Anno 2011
Totale: oltre 62.300 migranti e
rifugiati sbarcati in Italia
Gennaio 2011 – febbraio 2011
> 6.300
Marzo 2011 – Agosto 2011
> 54.000
Settembre 2011 – dicembre
2011 > oltre 2.000
Anno 2012
Totale: 13.245 migranti e rifugiati
sbarcati in Italia
Gennaio 2012 – Agosto 2012
> 7.849
Settembre 2012 – Dicembre
2012 > 5.396
Anno 2013
Totale: 42.925 rifugiati e
migranti sbarcati in Italia
Gennaio 2013 - Giugno 2013 >
9,000
Luglio 2013 – Ottobre 2013
> 26.085
Novembre – Dicembre > 7.840
Principali Nazionalità: 11.300
siriani; 9.800 eritrei, 3.300 somali
La stragrande maggioranza di
richiedenti asilo di queste nazionalità hanno ottenuto protezione.
I porti di provenienza: 27.200
dalla Libia e 9.200 dall'Egitto
Anno 2014 – primi 4 mesi
Totale circa 24.600 persone (1
gennaio a 28 aprile). (Secondo alcune fonti, il totale in questo periodo
risulta inferiore a 20.000 unità)
Aprile (1-27) 2014 > 7.762
(I dati sono stati elaborati dal
CIR, principalmente su fonti del Ministero dell’Interno.)
(ANSAmed) -
MADRID, 29 aprile 2014 - Si è ridotta la pressione migratoria sulle coste
spagnole nel 2013, con una diminuzione del 15% degli arrivi di migranti
rispetto al 2012, secondo i dati diffusi oggi dal ministero degli Interni.
Tuttavia, sono aumentati gli arrivi di migranti clandestini nelle enclavi
spagnole di Ceuta e Melilla. Lo scorso anno, a bordo di barconi, gommoni o
imbarcazioni di fortuna sono giunti sulle coste spagnole 3.237 migranti,
rispetto ai 3.804 arrivati nel 2012, con una diminuzione di oltre il 90%
rispetto al 2006, in cui si registrarono arrivi in massa di 39.180 clandestini.
Nelle enclavi di Ceuta e Melilla gli arrivi nel 2013 sono invece raddoppiati
rispetto all'anno precedente, con l'entrata di 4.235 persone irregolari
rispetto alle 2.841 del 2012. Secondo le fonti, nonostante la pressione
migratoria sul Mediterraneo, il "modello di gestione della
immigrazione" promosso in Spagna negli ultimi anni "è il principale
fattore della diminuzione dei flussi migratori clandestini". Ed è basato
sulla cooperazione del ministero degli interni "su diversi piani e con un
pluraliTà di interlocutori come sono l'Unione Europea, le sue istituzioni, i
suoi Stati membri, le organizzazioni internazionali specializzate come
l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), così come con i paesi
di origine e transito dei migranti". Un modello che, assicurano le fonti,
si basa su quattro assi fondamentali: la prevenzione in origine; la
cooperazione operativa con i paesi terzi di origine e transito e dei migranti;
la lotta contro le reti criminali che trafficano con i migranti mediante
l'adozione di misure concrete. (ANSAmed).
Società
Le imprese
degli stranieri rivitalizzano l’economia italiana. L’esempio dei negozi: “Il
mercato di riferimento non sono più solo i connazionali, l’ibridazione è il
loro punto di forza”
Roma
- 29 aprile 2014 - Gli imprenditori migranti, insieme
alle donne e ai giovani, possono traghettare l’Italia fuori dalla crisi. Le
loro imprese rivitalizzano aree delle nostra città con la moltiplicazione di
punti vendita” e sono “veri e propri presidi socioeconomici sui territori”.
Sono tra le “figure sociali del nuovo vigore”
indicate da un rapporto presentato ieri dal Censis. E’ più alta nella crisi,
sottolineano i ricercatori, la propensione dei migranti a creare imprese”. Nel
2012 erano 379.584 gli imprenditori nati all’estero che lavorano in Italia, con una
crescita del 16,5% tra il 2009 e il 2012 e del 4,4% nel solo ultimo anno: tutto
questo mentre le imprese gestite dagli italiani diminuiscono del 4,4% nei
quattro anni considerati e dell’1,8% nel solo ultimo anno. L’imprenditoria
straniera rappresenta l’11,7% del totale, ma nelle costruzioni sono
il 21,2% del totale e nel commercio al dettaglio il 20%. Ci sono poi 85.000 stranieri censiti
dall’Istat nell’indagine sulle Forze lavoro che lavorano in proprio e hanno
dipendenti (italiani e/o stranieri): unità produttive che negli ultimi quattro
anni, mentre quelle di italiani diminuivano del 3,6%, sono aumentate del 14,3%.
Altro fenomeno che indica una evidente stabilizzazione è il passaggio di
proprietà di negozi, ristoranti e bar italiani a stranieri, soprattutto cinesi.
Gli esercizi commerciali vengono
indicati dal Censis come “un caso esemplare relativamente all’evoluzione della
soggettività degli stranieri in ambito economico e al suo impatto sul
contesto”. Dal 2009 in negozi degli italiani sono diminuiti del 3,3%, mentre i
titolari stranieri sono cresciuti del +21,3% nel comparto al dettaglio (gli
esercizi commerciali a titolarità straniera sono 120.626) e del 9,1% nel
settore dell’ingrosso (21.440 in tutto). A livello locale, in valore assoluto a
Roma si registrano quasi 10.000 negozi nella provincia e oltre 7.000 nel
capoluogo; la presenza straniera supera di gran lunga la media a Pisa dove i
negozi gestiti da immigrati rappresentano il 35,4% del totale, Catanzaro (il
34,5%), Caserta (32,7%), Prato e Pescara con quote superiori al 30%. Quanto
alla nazionalità dei proprietari degli oltre 120.000 negozi attivi, oltre
40.000 sono gestiti da marocchini e più di 12.000 da cinesi e senegalesi. Il
mercato di riferimento, nota il rapporto, non sono più solo i connazionali,
piuttosto si è in presenza di esercizi
che fanno dell’ibridazione il loro punto di forza, come ad
esempio i take away gestiti da arabi che offrono pizza e kebab, i supermercati
gestiti da stranieri che vendono prodotti nostrani accanto a prodotti etnici, e
hanno clienti che vengono da ogni parte del mondo; oppure di esercizi che si
sono sostituiti a quelli italiani e che hanno come clienti prevalentemente gli
italiani, come nel caso dei cinesi che vendono di tutto a un euro, agli
egiziani che vendono la frutta, o ai bar che si sono specializzati nel
cappuccino nostrano; o ancora negozi etnici che sono diventati attraenti anche
per gli italiani. Altra tipologia che si sta affermando è quello dei minimarket
gestiti da stranieri, bazar che vendono di tutto in una piccola
superficie. Il Censis stima in oltre 33 milioni gli italiani che dichiarano
di effettuare acquisti presso negozi etnici, di
prossimità gestiti da cinesi, persone del bangladesh, indiani ecc.; di questi
oltre 6 milioni lo fanno regolarmente per almeno un prodotto/servizio. In
particolare, acquistano con regolarità in tali negozi oltre 2,6 miloni prodotti
alimentari, oltre 2,3 milioni frutta e verdura, quasi 3,5 milioni prodotti
casalinghi, oltre 2,3 milioni sapone e detersivi. Oltre il 62% degli intervistati
si recano presso i negozi di prossimità gestiti da migranti perché i prezzi
sono convenienti, il 34% perché vi si trovano prodotti
altrove introvabili e per oltre il 22% per la comodità di orario (non a caso
sottolineato dalle donne con oltre il 24%).
Godoy
e Salvador denunciano: “Svuotata la rappresentanza, il nuovo regolamento
aumenta le distanze rispetto ai consiglieri italiani. Parteciperanno in pochi,
valutiamo un ricorso al Tar”
Roma
-24 aprile 2014 - Il nuovo regolamento per l’elezione dei consiglieri aggiunti a Roma non piace ai consiglieri uscenti. “La
figura dei rappresentanti degli immigrati - denunciano – è stata
svuotata. I partiti in Campidoglio ci hanno traditi”. E pensare che quel
regolamento è nato proprio da una proposta di delibera degli ex consiglieri aggiunti Madisson Godoy Sanchez,
Romulo Salvador Sabio, Tetyana Kuzyk e Victor Emeka Okeadu, decaduti il 15
dicembre scorso. Il testo originario è stato però notevolmente
cambiato.
“Non ci riconosciamo affatto in questo nuovo regolamento,
sembra che il Comune di Roma non voglia più avere dei consiglieri aggiunti.
Ritengo, ad esempio, sbagliato obbligare i rappresentanti degli immigrati ad
apparentarsi politicamente, impedendo loro di avere un gruppo. E il trattamento
economico è scandaloso” dice a Stranieriinitalia.it Maddison
Godoy Sanchez.
“La
vera attività in Campidoglio si fa nelle commissioni – nota l’ex
consigliere – e ora si pretende che questa venga svolta gratuitamente. Ai
consiglieri municipali si chiede poi di fare puro volontariato. Quanti
immigrati potranno permettersi di perdere intere giornate di lavorosenza
alcun rimborso? Di sicuro, se il nuovo regolamento fosse stato approvato quando
eravamo ancora in carica, come prevedeva lo Statuto, sarebbe stato molto
diverso”.
“Tutti
i partiti, compresi quelli che ci avevano sempre appoggiati, hanno
tradito noi e lo Statuto di Roma Capitale, che equipara i
consiglieri aggiunti ai consiglieri italiani. Disconosciamo la paternità di
questo regolamento, approvato quasi di nascosto in Campidoglio poco prima della
settimana Santa” dice Romulo Salvador Sabio. “Prima
che decadessimo ci avevano promesso che avrebbero rafforzato la figura dei
consiglieri aggiunti, invece li hanno esclusi di fatto dal lavoro delle commissioni in
campidoglio e nei municipi vogliono che lavorino completamente gratis. Poi
fanno perdere indipendenza ai consiglieri aggiunti obbligandoli a
entrare in un gruppo politico” denuncia Salvador Sabio. Gli ex consiglieri,
comunque, non si arrendono e annunciano una battaglia, politica e legale.
“Stiamo valutando – rivelano a www.Stranieriinitalia.it
– se presentare un ricorso
al Tar contro il nuovo regolamento prima delle prossime elezioni”.
Elvio
Pasca
Dall’Europa
Riunione del Gruppo
Migrazione ed Inclusione della CES. Bruxelles, 23 aprile 2014.
Resoconto a cura del Dipartimento Politiche Migratorie
UIL
Roma,
24 aprile 2014 - Si è tenuto lo scorso 23 Aprile, presso la sede sindacale di
Bruxelles, la riunione del gruppo Migrazione ed Inclusione della CES. Presenti
i dirigenti responsabili del settore immigrazione di vari sindacati europei,
convocati nell’organismo (gruppo migrazione ed inclusione) della CES per
discutere le tematiche all’ordine del giorno in materia, a livello dell’Unione.
Per la UIL era presente Giuseppe Casucci. Dall’Italia era anche presente il
responsabile immigrazione della Cgil. La riunione è stata presieduta dal
Segretario Confederale del sindacato europeo Luca Visentini, accompagnato
dall’esperto Marco Cilento. La giornata aveva molteplici ed importanti punti
all’ordine del giorno, tra cui:
Ø Il nuovo programma quinquennale della DG Home Affairs
in materia di immigrazione;
Ø La risoluzione ETUC per una più efficace protezione dei
migranti e dei rifugiati, ai confini dell’Europa;
Ø Valutazione sulla direttiva 2014/36/UE sui lavoratori
stagionali: possibili miglioramenti nella fase di ratifica;
Ø Stato di avanzamento della direttiva Intra Corporate
Transfer;
Ø Proposta di nuovo regolamento, da parte del parlamento e
del Consiglio Europeo, sulla sorveglianza dei confini marini esterni degli
Stati Membri (Frontex);
Ø Stato di avanzamento del progetto CES A4I (costituzione
di una rete sindacale europea per il sostegno all’integrazione dei migranti e
delle loro famiglie).
Il programma quinquennale su
immigrazione e asilo,
consiste di un documento presentato da Commissione Europea, Parlamento e
Consiglio Europeo, Comitato Economico e Sociale e Comitato delle Regioni: In
esso si tenta di tracciare un approccio comune ad una materia che in moltissime
parti è ancora di competenza degli Stati Membri. Tra i temi affrontati:
1.
Una
politica efficace in materia di immigrazione e mobilità intra- UE;
2.
Valorizzare
i benefici della migrazione e della integrazione;
3.
Un
approccio credibile al tema dell’immigrazione irregolare e politiche del
rimpatrio;
4.
Nuove
regole Schengen in materia di visti e confini esterni dell’Unione;
5.
Pratica
comune UE in materia di asilo;
6.
Rafforzare
l’approccio globale ai temi delle migrazioni e della mobilità;
7.
Lotta
alla rete internazionale del traffico di esseri umani;
8.
Rafforzare
il livello di sicurezza per i cittadini e le imprese nel Cyber spazio.
Nel
dibattito si è rilevato come il documento, pure interessante, affronta il tema
migratorio più nell’ottica della sicurezza, che in quello della valorizzazione
dell’immigrazione, l’inclusione e la solidarietà. Tra le proposte emerse nel
dibattito:
Ø La necessità di modificare questo approccio;
Ø Creare una rete di collaborazione tra i Paesi Nord e Sud
del Mediterraneo al fine di governare la pressione migratoria e salvaguardare
il diritto d’asilo;
Ø Ratificare le convenzioni internazionali, tra cui la
Convenzione Onu su migranti e loro famiglie e le varie Convenzioni ILO in
materia migratoria;
Ø Affrontare il tema concertando aspetti di sicurezza, con
quelli relativi al lavoro e la vita delle persone che emigrano;
Ø Cambiare l’approccio in materia di immigrazione
irregolare, valorizzandone il lavoro e cercando percorsi di regolarizzazione,
in opposizione alla logica del rimpatrio e del respingimento.
Il
dibattito è aperto. Appena possibile faremo circolare una versione in italiano
del piano quinquennale europeo in materia di immigrazione ed asilo.
La risoluzione ETUC per una più
efficace protezione dei migranti e dei rifugiati, è un documento che propone in sostanza di affrontare la
gestione migratoria nel Mediterraneo con un nuovo approccio. Tra le varie
proposte: a) una politica comune e più potere alle agenzie e istituzioni che si
occupano di immigrazione ed asilo; b) non respingimento e soccorso alle persone
che arrivano via mare; c) rimuovere nella legislazione UE ogni forma di
persecuzione contro chi offre assistenza ai migranti in difficoltà; d)
creazione ed implementazione di un programma chiamato Front-aid (opposto a Frontex), mirato a creare strutture
di accoglienza, sotto l’ombrello delle autorità UE, in aree esposte ad
eccezionali afflussi di migranti (coste nord del Mediterraneo e Ceuta e Melilla
in Marocco), capaci di garantire i diritti fondamentali della persona. Queste
strutture, tra l’altro, renderebbero inutili i CIE.
Direttiva 2014/36/UE sui lavoratori
stagionali: il giudizio CES su questa direttiva, entrata in vigore di
recente, è abbastanza positivo. Anche se alcuni
emendamenti migliorativi possono essere fatti nella fase di ratifica
(entro il 30 settembre 2016). La durata dei periodi di soggiorno di questi
lavoratori potrà variare da 5 a 9 mesi; è garantita la parità di trattamento
con i lavoratori comunitari; gli stati membri dovranno preoccuparsi di
controllare le condizioni di alloggio e la qualità degli stessi, forniti dai
datori di lavoro o da amministrazioni locali; tra gli aspetti negativi la non
definizione dei settori del lavoro stagionale (verranno definiti paese per
paese), poca attenzione alla lotta al caporalato e lavoro nero.
Stato di avanzamento della direttiva
Intra Corporate Transfer: la
direttiva è stata approvata in questi giorni senza accogliere gli emendamenti
sindacali. Il giudizio CES è negativo, in quanto questo dispositivo permetterà
ad imprese multinazionali di distaccare lavoratori (nell’ambito della stessa impresa) da Paesi
Extra UE a Stati Membri, non garantendo il rispetto della legislazione vigente
del Paese di accoglienza. Per la CES i rischi di dumping lavorativo sono forti.
Sorveglianza dei confini marini
esterni: giudizio interlocutorio in quanto il
documento utilizza un approccio eccessivamente securitario. Positiva
l’attenzione alla necessità di salvare vite umane in mare e l’urgenza di
ricercare una maggiore collaborazione tra tutti i Paesi sulla sponda del
Mediterraneo, al fine di combattere la tratta e facilitare le forme legali di
migrazione ed asilo.
Stato di avanzamento del progetto CES A4I
(costituzione di una rete sindacale europea per il sostegno all’integrazione
dei migranti e delle loro famiglie). Si è relazionato sul seminario tenuto
recentemente a Torino (14 – 16 aprile). Il progetto CES - A4I è un’azione
pilota basata sul partenariato transnazionale fra i sindacati e le loro
associazioni di migranti situate in 18 paesi. E’ finanziato dal Fondo europeo
per l’integrazione e impegnerà tutti i membri della CES per circa due anni. l progetto ha l'obiettivo di migliorare l'assistenza ai
cittadini di paesi terzi, attraverso servizi forniti da organizzazioni della
società civile (sindacati ed associazioni). L’azione è volta a costruire una
rete transnazionale sindacale che provvederà alla realizzazione di strutture e
la fornitura di servizi al fine di aiutare il processo di integrazione
dei cittadini di paesi terzi. Tra gli obiettivi dell’iniziativa CES quello di
includere l'imprenditorialità dei cittadini di paesi terzi come mezzo di
integrazione. Il network A4I, che inizialmente si basa su di una rete di
sportelli situati in alcuni Stati Membri tra i quali l’Italia, si propone
di migliorare la qualità e l’accessibilità alle strutture di integrazione a
vantaggio dei cittadini dei paesi terzi e delle comunità locali in una logica
di processo di integrazione bidirezionale. L’azione pilota si propone di
realizzare servizi innovativi in un ambiente transnazionale, al fine di
promuovere lo scambio di informazioni e buone pratiche nel gestire strutture
per l’integrazione. L’iniziativa si sviluppa attraverso la rete A4I,
costituita da almeno 20 uffici front-desk ubicati in almeno 6 Paesi europei: le
attività avranno carattere di sportello e sono rivolte ai lavoratori migranti e
le loro famiglie, ai rifugiati e titolari di protezione internazionale. Le
strutture utilizzeranno gli sportelli già attivi di patronati e sindacati
aderenti alla CES. In alcuni Paesi, dove la struttura sindacale non disponga di
proprie risorse, il progetto si incaricherà di finanziare la costruzione dei
contact points. La rete verrà poi estesa ad altri paesi, dopo l’azione pilota e
prima della fine del progetto.
Progetto Costituzione di una rete sindacale europea per il sostegno
all’integrazione dei migranti e delle loro famiglie
Verbale dello “steering committee del
progetto A4I, riunione del 14 aprile 2014 a Torino
Partecipanti:
Marco CILENTO
Ignacio DORESTE
Lorenza LO SASSO
Ricard
Bellera KIRCHHOFF
Carles
BERTRAN BRUGUERA
Evelin
TOTH
Giuseppe CASUCCI
Maria Ilena ROCHA
Federico CAMPORESI
Francesco LAURIA
David JOYCE
Francine BLANCHE
Philip SCHWERTMANN
Assenti giustificati :
Goran LUKIC
Luca VISENTINI
Comunicazioni tra partner
È
necessario predisporre una comunicazione più strutturata e continua dei
partner, da Bruxelles verso le
periferie. Inoltre, si afferma che lo Steering Committee gestisce le differenti
attività di progetto e non altri organismi di non governo (come la plenaria
delle conferenze). I partner hanno presentato una richiesta per disseminare le
informazioni raccolte finora. In particolare, le attività dei “contact points”
coinvolti nell'azione pilota dovrebbero essere meglio descritti e condivisi. Le
informazioni raccolte nella prima parte del progetto possono essere meglio
elaborati e diffusi. In preparazione dei corsi di formazione, è importante
introdurre contenuti e rilevanza della formazione ai partecipanti. In
particolare, è importante capire le esigenze e le aspettative dei partecipanti
al fine di progettare il training format ed i moduli. È stato convenuto che: il
team di formazione fornirà in anticipo ai partecipanti ai corsi di formazione,
un questionario al fine di realizzare questo compito.
Team formativo
Il
team formativo è composto da: Evelin Toth (ITCILO), Francesco Lauria
(CISL-Centro Studi di Firenze), Valerica Dumitrescu (ETUI). Valerica Dumitrescu
potrebbe non essere disponibile e in caso un sostituto dello stesso livello ed
esperienza deve essere trovato. È inoltre prevista la possibilità di estendere
il team di formazione fino a 5 membri. Il training team sarà supportato da
esperti / formatori dei partner nazionali. Carles è il formatore per la Spagna.
I partner potranno designare una persona che avrà il compito di supportare il
team di formazione nella progettazione della formazione e, nel caso, per
gestire la formazione loro stessi. Il training team riferirà regolarmente delle
sue attività allo Steering Committee. Una riunione è in programma a Berlino il
23 maggio. In occasione di questo incontro del Training Team, può essere
organizzata una riunione dello Steering Committee.
Corsi di formazione
I
corsi di formazione devono essere organizzati con e sotto la supervisione del
partner nazionale.
I
partecipanti sono selezionati all'interno dei punti di contatto che sono stati
nominati per l'azione pilota.
I
punti di contatto pilota sono stati indicati nella descrizione del progetto.
Qualsiasi cambiamento nella posizione del punto di contatto pilota deve essere
comunicato al CES e ISCOS il più presto possibile al fine di valutare le
variazioni della dotazione originaria e, infine, informare la Commissione
europea.
Date dei corsi di formazione:
Dublino, 16
– 19 giugno 2014
Barcellona, 16-19 settembre 2014
Firenze, 3-7
novembre 2014
Aspetti
finanziari
Tutti
i partner che sono beneficiari di una quota di bilancio del progetto dovrebbero
firmare un accordo di partnership. ISCOS fornirà un modello per tutte le parti
interessate.
Discriminazioni
(www.immigrazione.biz)
Una ragazza 17enne che studia all'alberghiero rifiutata da un hotel della
Riviera; il direttore: 'Non accettiamo nemmeno i piercing'. 'Mi hanno detto di
toglierlo, ho risposto di no' - A una
ragazza che studia in un istituto alberghiero è stato rifiutato uno stage in un
hotel di Cattolica perché la giovane indossa il velo. La denuncia arriva da un
blogger e dai giornali romagnoli. Alla studentessa la direzione dell’albergo ha
posto un aut aut: rinunciare al velo durante le tre settimane di stage perché
"gli stagisti si devono comportare e vestire in un certo modo". La
giovane ha risposto con un secco diniego: "Mi hanno discriminata ancora
prima di vedere le mie capacità e competenze solo per un foulard che è segno
irrinunciabile della mia fede e identità culturale".
Lo stage in albergo non si è fatto, dunque, e la giovane ha dovuto ripiegare su
un tirocinio in un Municipio della zona, esperienza che però non ha nulla a che
fare col suo percorso di studi.
Intervistato dai media locali, il direttore dell’albergo ha provato a
giustificarsi così: la ragazza non poteva indossare il velo "così
come non accettiamo piercing, orecchini particolarmente vistosi, capigliature
stravaganti. Il nostro regolamento è chiaro, la religione non c’entra nulla. Il
nostro compito è fare accoglienza. Un cappuccino servito con un sorriso è più
buono, con un velo il sorriso non si vede". Critico il presidente
regionale di Federalberghi, Sandro Giorgetti: "E’ un errore impedire a
questa ragazza di svolgere lo stage, i colleghi hanno sbagliato".
Migration
ROME, 30 April 2014 - At least 800,000
migrants are about to depart the North African coast for Europe, with Italy's
reception system already at the point of collapse, officials in Rome said
Tuesday. "We no longer have a place to take them, and locals are
overwhelmed by the constant arrival of foreigners," border police chief
Giovanni Pinto told a joint meeting of the foreign and defence committees in
the Senate. Italy is appealing for international help. During a cabinet meeting
on the Mare Nostrum sea patrol and rescue mission in the Mediterranean on
Monday, Premier Matteo Renzi vowed to request more commitment from the European
Union and the United Nations on tackling undocumented immigration. Mare Nostrum
was set up to prevent deaths at sea following two migrant ship disasters in
October 2013 in which around 400 people died.
According to Interior Minister Angelino Alfano, more than 20,500 migrants have
already landed on Italy's coasts to date this year - an enormous increase over
the 2,500 reported during the same period in 2013. Speaking before a committee
on the country's borders earlier this month, Alfano stressed that the number of
incoming migrants was on pace "to reach the record levels of 2011, when more
than 62,000 people entered". Thousands more have arrived since he spoke
earlier this month, heightening the concerns about Italy's ability to cope.
Opponents of Mare Nostrum have argued the program only encourages migrants to
risk their lives and cross the Mediterranean, often in rickety, overcrowded
boats, which tends to increase in spring and summer months as sea conditions
improve.
On Tuesday, Pinto told the Senate committees the situation was partly the
result of the failed government in Libya, where most migrants from Africa head
before setting sail for Europe. "We aren't dealing with a government that
can establish treaties. We have no interlocutors...There's no prime
minister...there are no ministers. There are two clans. One that's more moderate,
the other that's extremist, backed by Qatar. We can offer them all the help
they want, but it might be used in a negative way," the border police
chief said. Meanwhile, Pinto said the interior ministry was drafting a plan
that would accomodate 50,000 incoming migrants. (ANSAmed).