Parlamento Europeo: approvata la direttiva sui lavoratori stagionali
 


Le nuove regole dovranno entro due anni e mezzo essere recepite in tutti gli Stati Membri
 
 
 
Il Parlamento Europeo nella seduta del 5 febbraio ha approvato con 498 voti favorevoli, 56 voti contrari e 68 astensioni, la direttiva sui lavoratori stagionali provenienti da Paesi extraUe. La nuova normativa, la prima a livello UE per questa categoria di lavoratori, mira a porre fine allo sfruttamento e a impedire che i permessi di soggiorno temporanei diventino permanenti.
La Commissione europea stima in oltre 100.000 i lavoratori stagionali di paesi terzi che ogni anno entrano nell'UE.
 
In base alle nuove regole i lavoratori stagionali provenienti da paesi terzi potranno beneficiare di migliori condizioni di vita e di lavoro - incluso un alloggio adeguato e un limite all'orario lavorativo . Le nuove norme non pregiudicano il diritto degli Stati membri di decidere quanti lavoratori stagionali ammettere sul loro territorio. Ogni Stato membro dovrà, infatti, fissare una durata massima di permanenza per i lavoratori stagionali, compresa tra i 5 e i 9 mesi su un periodo di 12 mesi. Nel rispetto di detto limite temporale, i lavoratori stagionali potranno estendere i loro contratti o cambiare datore di lavoro.
 
Ecco in sintesi cosa prevedono le nuove regole
 
Contratto di lavoro e alloggio adeguato
 
Qualsiasi richiesta di soggiornare sul territorio comunitario come lavoratore stagionale dovrà includere un contratto di lavoro o un'offerta vincolante di lavoro, che specifichi, tra l'altro, la retribuzione e l'orario di lavoro. La domanda dovrà inoltre essere accompagnata dalla prova che il lavoratore stagionale disporrà di un alloggio adeguato. Qualora fosse il datore di lavoro a fornire l'alloggio, l'affitto non potrà essere eccessivo o automaticamente detratto dallo stipendio del lavoratore.
Parità di trattamento
 
La normativa sancisce che i lavoratori stagionali extracomunitari avranno gli stessi diritti dei cittadini dell'UE per quanto riguarda l'età minima lavorativa, la retribuzione, il licenziamento, l'orario di lavoro, le ferie, la copertura sanitaria e i requisiti di sicurezza. Godranno inoltre del diritto di iscriversi a un sindacato, all'accesso alla sicurezza sociale, alla pensione, alla formazione, alla consulenza sul lavoro stagionale offerto dagli uffici di collocamento e da altri servizi pubblici, ma non all'edilizia residenziale pubblica. Le nuove norme agevoleranno, inoltre, il reingresso dei cittadini di paesi terzi nello Stato membro interessato.
 
Sanzioni
 
Nell'eventualità in cui i datori di lavoro non assolvessero ai loro obblighi, incorreranno, in base alle nuove regole, in sanzioni "effettive, proporzionate e dissuasive", incluso un obbligo di risarcimento al lavoratore stagionale in questione. Anche i subappaltatori possono incorrere in dette sanzioni. Ai datori di lavoro, infine, potrebbe essere imposto il divieto nel futuro di impiegare lavoratori stagionali.
 
Procedure più rapide per il reingresso
 
Le nuove regole semplificheranno e accelereranno le procedure che consentono ai lavoratori stagionali extracomunitari di tornare nuovamente nell'UE per soggiorni temporanei e di lavoro. Ciò può essere fatto accelerando le pratiche burocratiche per il ritorno dei candidati, dando loro la priorità per l'ammissione o con il rilascio di diversi permessi di lavoro stagionali in un unico atto amministrativo.
 
Prossime tappe
 
Gli Stati membri avranno due anni e mezzo per trasporre le nuove regole. Per l’Italia non saranno necessarie grandi modifiche normative, essendo la normativa nazionale sui lavoratori stagionali già in gran parte in armonia con le nuove disposizioni europee.
 
Il testo della direttiva sarà, a breve, disponibile sul sito del Parlamento Europeo 
 
(7 febbraio 2014)