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Rassegna ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli
iscritti UIL

 

 

 

 

Anno XII n.10 del 12 marzo 2014

 

Consultate www.uil.it/immigrazione

Aggiornamento quotidiano sui temi di interesse di cittadini e lavoratori stranieri

 

L’impatto della crisi sulle nuove generazioni

Giovani in fuga dall’Italia

4.482.000: sono gli italiani ufficialmente residenti all’estero al 31 dicembre 2013, secondo la Gazzetta Ufficiale. 2.430 mila risiedono in Europa, 1.396mila in America Meridionale, 408mila in America Centro settentrionale, 246mila nel resto del mondo. L’incremento è di circa 140mila connazionali oltreconfine, rispetto all’anno precedente (31/12/2012). E sono solo dati ufficiali, dunque non esaustivi. Il numero di italiani emigrati nel 2012 è stato ufficialmente di 68mila persone, il più alto degli ultimi dieci anni (+35,8% sul 2011). Gli italiani rientrati nel 2012 si attestano intorno a quota 29mila, in calo di circa duemila unità. Nel 2012, dunque, il saldo migratorio negativo è stato pari a – 39 mila. Principali Paesi di destinazione per gli italiani restano Germania, Svizzera, UK e Francia. Sono 14 mila i laureati che hanno abbandonato il Belpaese nel 2012: capitale umano andato in fumo. Loro destinazioni principali: Germania, UK, Svizzera e Francia. Ma anche USA e Brasile. Dati non dissimili registra l’Eurispes nel suo ultimo rapporto, all’interno del quale rileva come nell’ultimo decennio la cancellazione dei cittadini italiani per trasferimenti all’estero sia passata da 50mila a 106mila unità. Tra gli under 35 il tasso di crescita arriva al +54,1%.

 

 

 

 

SOMMARIO

 

 

 

 

Appuntamenti pag. 2

 

Riprende l’emigrazione italiana pag. 2

 

Lavoro nero: aumenta la maxi sanzione pag. 3

 

Fondo UE per l’occupabilità dei migranti pag. 4

 

Frontex: nuove regole per evitare morti in mare pag. 5

Germania: stranieri a massimo storico pag. 6

 

Immigrati negli U.K. pag. 7

 

English news pag. 8 - 9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil                                                   

 

Dipartimento Politiche Migratorie

Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751

E-Mail polterritoriali2@uil.


Dipartimento Politiche

Migratorie: appuntamenti


 

 

 

 


Roma, 15 marzo 2014, ore 10.00, sede nazionale PD, via Sant’Andrea delle Fratte

Forum Immigrazione PD

(Giuseppe Casucci)

Roma, 21 marzo 2014 ore 18. Galleria Colonna

“Italia sono anch’io” incontra la scrittrice Chiara Ingrao in occasione dell’uscita del libro “Habiba la Magica”

(Giuseppe Casucci)

Torino, 14 – 16 aprile 2014, ore 10.00, ITC - ILO

A4I-ETUC - Assistance for Integration of migrants. Network building Conference

(Giuseppe Casucci, Celeste Ramos, Felicitè Ngo, Tonye, Pilar Saravia)


 

Crisi e migrazioni

 


L’emigrazione italiana riprende anche verso America Latina


Crisi: emigrazione italiana riprende anche verso America Latina (ASCA) - Venezia,11 marzo 2014 - Sono 4 milioni e 482 mila (Aire) i cittadini italiani residenti all'estero, le concentrazioni maggiori risultano in Paesi come la Svizzera e la Germania con oltre 500mila italiani, la Francia (366mila), il Belgio (252mila), il Regno Unito (200mila). Questi alcuni dei numeri, tracciati oggi durante il convegno internazionale ''La nuova emigrazione italiana'', organizzato dall'Università Ca' Foscari Venezia (Scuola in Servizio Sociale e Politiche Pubbliche - Master sull'Immigrazione). Ma quali sono le nuove tendenze? Quali sono i Paesi che negli ultimi anni, con l'incidere della crisi, attirano maggiormente il trasferimento degli italiani? E qual e' il volto dell'emigrazione italiana oggi? Pietro Basso, docente dell'Università Ca' Foscari e Direttore del Master sull'Immigrazione: ''I primi sei paesi per destinazione delle migrazioni italiane verso l'estero negli anni 2000-2010 sono stati sei paesi di tradizionale emigrazione italiana come la Germania, la Svizzera, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, l'Argentina - spiega il prof. Basso -. Ma nonostante ciò le novità sono rilevanti perché ci sono anche nuove destinazioni (inclusi alcuni paesi africani come Mozambico e Angola, o come la Cina, dove iniziano ad esserci nelle fabbriche stagisti italiani); perché si tratta quasi sempre di migrazioni di urbanizzati e non di popolazione rurale; perché, rispetto alle grandi migrazioni italiane del passato, diversa, assai più variegata e spostata verso le classi medie, e' la composizione sociale, così come assai più variegati sono le motivazioni e i progetti migratori; perché molto più forte e' la componente femminile, e in particolare delle donne che emigrano da sole; perché assai diversa e' l'Italia di oggi, immersa da più di due decenni in un declino da accelerata deindustrializzazione e da altri mali sociali e politici, rispetto a quella in qualche modo in ascesa di inizio '900 e del secondo dopoguerra''. Per Enrico Pugliese, Cnr-Irpps, ''Nel periodo più recente poi, e con un accelerazione negli anni della crisi, si delinea una ripresa della emigrazione all'estero, anche verso mete che sembravano definitivamente superate come qualche paese dell'America Latina, come l'Argentina. Secondo le più recenti tendenze infatti la Spagna e' diventata un'area di attrazione per italiani, soprattutto giovani, anche se non e' certo tra i paesi in testa alla classifica dei paesi col maggior numero di italiani. Tra i paesi transoceanici il Brasile e gli Stati Uniti d'America seguono l'Argentina per ordine di dimensione della presenza italiana''. Articolata, e molto diversa da quella di qualche anno fa, e' la composizione della emigrazione italiana odierna, ha spiegato ancora Pugliese: ''Si tratta indubbiamente di una emigrazione scolarizzata non sempre però legata a occupazioni intellettuali. Esiste al suo interno una componente intellettuale in senso stretto, costituita da ricercatori e, generalmente giovani, che e' una espressione riduttiva rispetto alla complessità dei nuovi flussi di personale italiano altamente qualificato che lavora all'estero: funzionari di imprese italiane, straniere o multinazionali nell'ambito della industria e soprattutto della finanza ma anche personale a livello medio alto, che rientra nella categoria oggetto di grande attenzione in questo periodo che e' quella delle 'skilled migration', ossia delle migrazioni di persone a elevato livello di qualificazione. Esiste infine una componente di diplomati e anche di laureati che si muovono alla ricerca di un lavoro qualunque''. fdm/sam/



Ecco il nuovo permesso UE per lungo soggiornanti

Modificati gli articoli 9 e 9 bis del Testo Unico sull’immigrazione


(www.immigrazione.biz) Marzo 2014 - Minori restrizioni di rilascio per chi è titolare di protezione internazionale e per i suoi familiari - Il primo grande passo verso una politica comune europea dell'immigrazione è stato fatto. La modifica di alcuni articoli del nostro Testo Unico sull'immigrazione è finalmente entrata in vigore e riguarda principalmente alcuni aspetti fondamentali: oltre alla modifica del nome da "permesso CE per lungo soggiornanti" a "permesso UE per lungo soggiornanti", ciò che è veramente importante riguarda i requisiti del suo rilascio; l'altra riguada la procedura unica di rilascio a livello europeo.
Andiamo con ordine. Con la modifica dell'articolo 9 del testo unico, ai titolari di protezione internazionale e ai suoi familiari non sarà più richiesta la documentazione relativa all'idoneità dell'alloggio
 quando faranno richiesta di rilascio del nuovo permesso UE per lungo soggiornanti, ma dovranno comunque indicare un luogo di residenza ma soprattutto rimane invariato l'aspetto che riguarda la dimostrazione del reddito che in ogni caso non deve essere inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale che viene aumentato in caso di familiari. Per gli stranieri titolari di protezione internazionale che si trovano nelle condizioni di vulnerabilità secondo il famoso decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 140, la disponibilita' di un alloggio concesso a titolo gratuito da parte di qualsiasi ente privato o pubblico, concorrerà a fare reddito nella misura del quindici per cento del relativo importo. 
Altro aspetto da non sottovalutare riguarda la modifica del periodo valido per il rilascio del permesso Ue per lungo soggiornanti. Precedentemente infatti, i cinque anni richiesti iniziavano da quando la protezione internazionale veniva riconosciuta, da oggi invece, il calcolo del periodo di soggiorno è effettuato a partire dalla data di presentazione della domanda
 di protezione internazionale. Con la modifica dell'articolo 9-bis invece, si introduce di fatto una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di Paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro. Per i titolari di protezione espulsi, per esempio da uno stato Membro, potranno essere accolti dallo stato europeo che gli ha concesso la protezione.
Vedi l'articolo 9 e l'articolo 9-bis del Testo unico sull'Immigrazione modificati


 

Economia sommersa

 


Lavoro nero. Aumenta la maxisanzione


Roma, 10 marzo 2014 - Con la circolare n.5/2014 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha spiegato come l’art. 14 del Decreto Legge 145/2013 c.d. Decreto Destinazione Italia (convertito in Legge n. 9/2014) ha cambiato le misure di contrasto al lavoro sommerso e irregolare, maggiorando le sanzioni e rivedendo la procedura premiale della diffida, meccanismo che consentiva di usufruire di sanzioni minime ai datori di lavoro che trasgredivano la legge nel caso in cui regolarizzavano i lavoratori interessati.

Cosa si intende per lavoro in nero? Si considera lavoro in nero  (lavoro irregolare)  un rapporto subordinato instaurato senza adempiere all’obbligo di procedere all’invio della comunicazione alle autorità (Centro per l’Impiego, Inps o Inail a seconda del tipo di attività di lavoro).

Che cosa cambia? L’art. 14 del D.L. n.145/2013 prevede la maggiorazione delle sanzione amministrative per chi impiega lavoratori “in nero”, per chi viola la disciplina che regola la durata media dell’orario di lavoro e dei riposi giornalieri e settimanali nonché decreta la maggiorazione delle “somme aggiuntive” che si deve versare per evitare la sospensione dell’attività imprenditoriale (art. 14 del D.Lgs. n. 81/2008). In merito alla violazione delle disposizioni in materia di tempi di lavoro, dalla data di entrata in vigore del D.L. 145/2013 (cioè dal 24 dicembre 2013), il datore di lavoro che non rispetta i limiti massimi dell’orario di lavoro, comprese le ore di straordinario, così come i riposi giornalieri e settimanali che spettano per diritto al lavoratore, sarà soggetto ad importi sanzionatori raddoppiati. Per l’individuazione del momento di consumazione dei relativi illeciti, i periodi di calcolo devono ricadere interamente dopo il 24 dicembre 2013. I periodi che ricadono prima di quella data saranno soggetti al pregresso regime sanzionatorio. Inoltre, si stabilisce l’aumento del 30% della sanzione relativa alla sospensione dell’attività lavorativa: € 1.950 nelle ipotesi di sospensione dell’attività per lavoro irregolare e € 3.250 nelle ipotesi di sospensione per gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Per la maxisanzione per il lavoro in nero, le sanzione vengono aumentate del 30%, indipendentemente del fatto che il lavoratore in questione risulti regolarmente assunto per il periodo lavorativo successivo. Inoltre, sino al 21 febbraio 2014 perdurava l’applicabilità della procedura di diffida ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 124/2004.

Quando si applica la maxisanzione? La maxisanzione si applica solo al lavoro dipendente, tranne nel caso si tratti di un rapporto di lavoro domestico (colf e badanti), e pertanto non si applica ai rapporti di lavoro dei collaboratori occasionali, dei co.co.pro., dei co.co.co. e degli associati in partecipazione se vengono rispettati come tali e non utilizzati per maschera veri rapporti subordinati. La maxisanzione si applica quando il datore di lavoro non adempie con l’obbligo della comunicazione preventiva al Centro per l’Impiego per i dipendenti e Inps e Inail per i lavoratori accessori.

Attualmente gli importi della maxisanzione va da un minimo pari a € 1.950 ad un massimo pari a € 15.600 se il lavoratore impiegato non risulta regolarizzato  più € 195 per ogni giorno di occupazione irregolare oppure da un minimo pari a € 1.350 ad un massimo pari a € 10.400 più e 39 per ogni giorno di occupazione irregolare se il lavoratore è stato prima impiegato in nero e successivamente regolarizzato.

Fattispecie particolari e scriminanti: ci sono dei casi particolare e delle circostanze che possono incidere nella diminuzione oppure nell’annullamento dell’imputabilità del reato.

·                         Ravvedimento operoso: Il datore di lavoro procede a regolarizzare spontaneamente e per l’intera durata il rapporto di lavoro inizialmente instaurato senza la comunicazione obbligatoria prima che il personale ispettivo arrivi in azienda oppure di una eventuale convocazione per l’espletamento del tentativo di conciliazione monocratica.

·                         Assenza di volontà di occultare il rapporto di lavoro: si può evitare l’applicazione della maxisanzione se si presenta l’idonea documentazione in merito all’assolvimento degli obblighi contributivi (DM10, EMENS. UNIEMENS)

·                         Causa di forza maggiore ed eventi straordinari: Non solo si considerano gli eventi naturali catastrofici, ma anche quelli che data la propria imprevedibilità rendono improrogabile l’assunzione del lavoratore e, di conseguenza, impossibile la relativa comunicazione. Attenzione! Non rientrano in questo caso le assunzioni d’urgenza e quelle “extra” del settore turistico in quanto è prevista una comunicazione preventiva con dati semplificati da integrare entro 3 giorni dall’inizio della prestazione lavorativa.

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Società

 


Senato: al via esame testo su accoglienza stranieri vulnerabili

Obiettivo è quello di estendere a tutti gli immigrati che versano in situazioni di particolare vulnerabilità le modalità di accoglienza già previste dai richiedenti asilo che si trovano in queste condizioni.


(www.stranieriinitalia.it) Roma, 10 marzo 2014 - Estendere a tutti gli immigrati che versano in situazioni di particolare vulnerabilità - come minori, anziani, donne in stato di gravidanza, genitori singoli con figli minori, persone che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza - le modalità di accoglienza già previste dai richiedenti asilo che si trovano in queste condizioni. Questo l'obiettivo del ddl 1247 ''Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998 n.286, in materia di accoglienza di persone portatrici di esigenze particolari'' di cui la commissione Affari costituzionali del Senato ha avviato l'esame il 5 marzo. Come già disposto per chi richiede asilo, ha spiegato il relatore Francesco Campanella (Misto), e' previsto che nei centri di identificazione e accoglienza siano presenti servizi speciali di accoglienza e cura in collaborazione con la Asl competente che garantiscano misure assistenziali particolari e un supporto psicologico. Il sottosegretario all'Interno Domenico Manzione nel dichiarare l'orientamento favorevole del governo ha osservato, però, che la prestazione di servizi assistenziali da parte delle Asl potrebbe comportare oneri aggiuntivi. Il seguito dell'esame e' stato rinviato ed e' stato fissato al 13 marzo il termine per la presentazione degli emendamenti.



Fondo europeo integrazione per l’occupabilità dei migranti


On line l'avviso pubblico per la presentazione dei progetti. Invio solo per via telematica dal 18 marzo al 18 aprile 2014 - Il Fondo europeo per l'integrazione dei cittadini di Paesi terzi (Fei) ha destinato 12 milioni (Iva inclusa) al finanziamento di progetti a carattere territoriale a valere sull'Azione 2 'Orientamento al lavoro e sostegno all’occupabilità' del Programma annuale Fei 2013. On line l'avviso pubblico per la presentazione delle proposte progettuali. I progetti possono essere presentati esclusivamente da regioni a statuto ordinario, a statuto speciale e province autonome in qualità di capofila di soggetto proponente associato. La presentazione dovrà avvenire esclusivamente attraverso il portale https://www.fondisolid.interno.it, a partire dalle ore 12 del 18 marzo fino alle ore 16 del 18 aprile 2014.
In linea con la strategia nazionale del governo, attuata in collaborazione con le regioni e gli enti locali, i progetti dovranno promuovere l’occupabilità di cittadini di Paesi terzi appartenenti a fasce vulnerabili o in condizione di disagio occupazionale. Tutto questo attraverso servizi di informazione, orientamento al lavoro e valorizzazione delle competenze informali, e servizi individuali personalizzati per la promozione dell’occupazione.

Decreto n. 1543 del 5 marzo 2014 Ministero dell'interno

Avviso pubblico per la presentazione di progetti a carattere territoriale finanziati a valere sul Fondo Europeo per l'Integrazione di cittadini di Paesi terzi - Azione 2/2013 - Orientamento al lavoro e sostegno all'occupabilità

Decreto n. 1517 del 4 marzo 2014 Ministero dell'interno

Fondo per l'integrazione di cittadini di Paesi terzi 2007 - 2013

Decreto n. 1422 del 3 marzo 2014 Ministero dell'interno

Fondo per l'integrazione di cittadini di Paesi terzi 2007 - 2013



Imprese agricole straniere: dal 2006 in Toscana aumento del 15, 1%

Sei aziende su 10 hanno uno straniero come titolare

A Palazzo Vecchio, Salone dei Dugento, il Salone del "Made in Tuscany che viene da lontano" con le storie delle donne straniere che guidano curiose ed interessanti aziende agricole nella Regione.


Assalto alla Toscana: gli imprenditori agricoli stranieri sono il 15,1% in più rispetto al 2006. Complessivamente sono 2.392 gli imprenditori agricoli, tra comunitari ed extracomunitari, che operano in Toscana, il 13,8% degli oltre 17mila imprenditori stranieri che in Italia hanno deciso di vivere partecipando a tutti gli effetti allo sviluppo economico e sociale del nostro paese. E' attraverso il lavoro in agricoltura che molti stranieri hanno visto un'opportunità di crescere professionalmente in maniera autonoma ed intraprendere un percorso di integrazione sociale. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dell'analisi del rapporto dell'Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea-Infocamere) in occasione dell'iniziativa per l'8 Marzo promossa da Donne Impresa "L'agricoltura delle Pari Opportunità" in corso a Palazzo Vecchio, a Firenze (info su www.toscana.coldiretti.it ). Inaugurato, nella Sala dei Dugento, il Salone del "Made in Tuscany che viene da lontano" che mette in vetrina e racconta le storie di donne straniere che in Toscana si sono dedicate all'agricoltura e all'agroalimentare. La Toscana non è solo la regione più sognata per una vacanza. Non è assolutamente un caso infatti che sia presente, ed attiva, la più alta concentrazione di "stranieri" della penisola che in Toscana hanno deciso di vivere, far crescere i loro figli e lavorare: il 4,5% degli imprenditori stranieri è impegnato proprio nel settore primario. Siena (5,8%) e Firenze (5,7%) sono i due capoluoghi con la maggiore incidenza sul numero totale di imprenditori impegnati nelle campagne: Grosseto (511), Firenze (461) e Siena (456) sono invece tra le prime 20 città italiane con la più alta densità di non italiani (al primo posto c'è Perugia con 569 imprenditori). La popolazione più presente in Toscana è rappresentata da 420 tedeschi (17,5%) seguiti da 356 svizzeri (14,9%) e 277 albanesi (11,6%). Poi inglesi (8,5%) e americani (8,3%). Quasi la metà (45,9%) dei 2.392 imprenditori ha un'età compresa tra i 30 e 49 anni, elemento che contribuisce ad abbassare l'età media del settore primario; il 38,1% tra 50-69 anni e solo il 6% ha meno di 30 anni. Il 64% è titolare dell'azienda in cui lavora, il 24% amministratore, il 10,2% socio e l'1,2% ricopre invece altre cariche non definite. L'84,2% delle imprese è attiva nel settore delle coltivazioni agricole e della zootecnia, il 15,3% nella silvicoltura e sfruttamento del bosco e il 0,5% nella pesca e acquacultura.


 

Europa

 


Migranti, ricerca e salvataggio: dall’Unione europea le regole per evitare morti in mare


Migranti, ricerca e salvataggio: dall’Unione europea le regole per evitare morti in mareBRUXELLES (Belgio) – La Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, nella seconda quindicina di febbraio scorso, con 35 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni ha approvato una serie di norme da tenere presente durante un’operazione di soccorso di migranti. Il programma è stato definito “Operazione di Frontex” e riguarda sia la ricerca e sia il soccorso, durante operazioni marittime, da parte delle “guardie di frontiera in servizio”. Il relatore Carlos Coelho (PPE, PT), in proposito ha dichiarato: "Sono stati raggiunti i nostri obiettivi principali: abbiamo delle regole obbligatorie sulle operazioni di ricerca e salvataggio e sull'identificazione dei migranti intercettati in mare, abbiamo eliminato la possibilità di 'push back' (spingere indietro, respingere liberamente tradotto dall’inglese) in alto mare e abbiamo rafforzato il principio 'non-refoulement' (non respingimento, dall’inglese). Queste nuove regole permetteranno di rispondere più efficacemente e prevenire le morti in mare". Suddivise, per comprensibili motivi di praticità, in sei paragrafi, le regole sono state concordate dai negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio europeo. Il documento traccia anzitutto le “Norme imperative di ricerca e salvataggio”. Da rilevare che il testo definisce ‘fasi di emergenza’ le operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti in mare. Quindi ritiene preciso dovere delle unità partecipanti alle operazioni Frontex di intervenire per salvare vite umane. Le norme in materia di operazioni di ricerca e soccorso e lo sbarco dei migranti riguarderanno solo le operazioni che sono coordinate da Frontex. Ciò dovrebbe contribuire a dissipare la confusione creata da diverse interpretazioni del diritto e delle prassi internazionali degli Stati membri dell'Unione europea. Segue la procedura di “Identificazione dei migranti intercettati”. E stabilisce in particolare: il "piano operativo" che disciplina le operazioni coordinate di sorveglianza delle frontiere Frontex deve pertanto comprendere le procedure per garantire che le persone che necessitano di protezione internazionale, vittime della tratta di esseri umani, minori non accompagnati e altre persone vulnerabili siano identificati e dato loro un aiuto appropriato. Solo dopo che i migranti vengono identificati, possono essere adottate eventuali misure coercitive (le norme di identificazione sono obbligatorie, mentre quelle di esecuzione sono opzionali). “Diritti fondamentali e principio di non respingimento” è la successiva norma. Che ha impegnato i deputati in un serrato dibattito in merito alla stesura del testo, al fine di garantire il rispetto del principio di "non-refoulement" (non respingimento, dall’inglese) che dice: gli individui non devono essere restituiti nel loro Paese d'origine o in qualsiasi altro Paese in cui vi è il rischio di persecuzioni, torture o altri danni gravi.

 Le guardie di frontiera che considerano di sbarcare persone intercettate o soccorse in un Paese terzo dovranno seguire determinate procedure (ad esempio, l'identificazione, la valutazione personale, le informazioni sul luogo dello sbarco, ecc.) Le loro azioni saranno oggetto di ispezione. Tuttavia, al riguardo il relatore ha chiarito: "Anche se nessun migrante è stato finora sbarcato in un Paese terzo come parte di un'operazione di Frontex coordinata, è ancora molto importante per stabilire regole severe per garantire che se questo accade, è stato fatto nel pieno rispetto del 'non -refoulement' principio e il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti interessati”. E la preoccupazione in merito alla citata eventualità di respingimento ha suggerito peraltro di chiarire la posizione della Commissione, nel successivo paragrafo del testo, con il titolo “No ‘respingimenti’ in alto mare”.  Una disposizione che consenta operazioni "push back" (respingere, spingere indietro, dall’inglese) in alto mare è stata eliminata dal testo. L'unica possibilità che rimane è quella di "mettere in guardia e ordine" la nave, ma non entrare nelle acque territoriali di uno Stato membro. Anche se in forma condizionale, il documento richiama l’attenzione su un aspetto umanitario con il titolo “ Salvare le persone in difficoltà non dovrebbe essere un reato”. E fa seguire, virgolettata, la spiegazione: "Il comandante e l'equipaggio non deve affrontare sanzioni penali per la sola ragione di avere soccorso persone in difficoltà in mare e le ha portate in un luogo sicuro", dice un recital inserito dagli eurodeputati nel testo. L’ultima norma riguarda gli “Strumenti di solidarietà e responsabilità di condivisione”. Come richiesto dai deputati, il testo ribadisce che gli Stati membri che affrontano pressioni migratorie possono attivare diversi strumenti di solidarietà (comprese le risorse umane, tecniche ecc.) in caso di afflusso improvviso di migranti. Entro il mese di aprile prossimo, l’accordo sarà sottoposto al voto del Parlamento europeo.



Germania: stranieri a nuovo massimo storico (7,6 milioni). Gli italiani a + 4,4%


Forte impulso dai Paesi dell'Europa centro-orientale (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 07 mar - Aumenta, a un nuovo massimo storico, il numero degli stranieri che vivono in Germania: secondo i dati diffusi da Destatis, l'Ufficio di statistica di Wiesbaden, a fine 2013 il numero degli stranieri che vivono nel Paese e hanno una sola nazionalità ha raggiunto 7,6 milioni su un totale di 80,5 milioni di abitanti in Germania. Si tratta del dato più alto da quando e' partita la raccolta dei dati nel 1967, con un aumento del 5,8% (+419.900 persone) l'anno scorso, il più ampio su base annua dal 1992, dopo il +4,1% del 2012 e il +2,6% del 2011. I nuovi residenti stranieri nel Paese, sempre secondo Destatis, provengono per il 75% da Paesi dell'Unione Europea con la componente principale dai 10 Paesi che sono entrati a far parte della Ue nel 2004 (+127.100 persone, pari a un +15,9% rispetto al 2012), guidati da Polonia (+14,6%) e Ungheria (+26,3%). Il secondo gruppo di immigrati e' composto prevalentemente da cittadini di tre Paesi che sono entrati a fare parte della Ue rispettivamente nel 2007 e nel 2012 (+106mila persone pari a un +19,3%), con in prima fila Romania (+30,4%) e Bulgaria (23,6%). Minore e' il contributo dei Paesi europei più colpiti dalla crisi, che hanno aumentato il flusso migratorio verso la Germania di 63.700 persone, pari a un +6%), guidati da Spagna (+12,7%), Grecia (+6,1%) e Italia (+4,4%). Il Land tedesco preferito dagli stranieri che giungono in Germania e' stato la Baviera, come già nel 2012 (+105.400 persone), seguito dalla Renania del Nord-Vestfalia (+83.500) e dal Baden-Wuerttemberg (+62.500 persone), tutte regioni ai primi posti nella classifica nazionale in termini di pil pro capite. red-mir-


 


Il Fatto QuotidianoU.K., il sorpasso: figli di immigrati migliori a scuola dei “nativi

I bambini e i ragazzi che parlano l'inglese come seconda lingua hanno registrato risultati superiori ai "britannici". Chi porta a casa i voti peggiori sono i giovani bianchi provenienti dalla classe operaia

di Daniele Guido Gessa | 8 marzo 2014


Regno Unito, il sorpasso: studenti figli di immigrati migliori dei “nativi”Il sorpasso è avvenuto anche sui banchi di scuola. Nell’estate del 2013, per la prima volta, gli studenti delle scuole britanniche la cui prima lingua è diversa dall’inglese hanno ottenuto migliori risultati dei bambini e dei ragazzi britannici. Alla fine dello scorso anno scolastico, il 24,4% degli studenti figli di immigrati ha ottenuto un Ebacc, contro il 22,5% dei britannici. L’Ebacc è un misuratore che registra il risultato in cinque materie, inglese, matematica, scienze, lingue straniere e storia o geografia. È appunto la prima volta che succede, un sorpasso che ha scosso anche i banchi della politica e non solo quelli delle scuole. Come ha commentato Lord Nash, che siede nella Camera alta del parlamento britannico, “ormai è superata l’idea che gli studenti figli di stranieri vadano aiutati di più”. Per anni l’istruzione del Regno Unito ha combattuto per fornire servizi a questo tipo di studenti, come interpreti e traduttori, insegnanti di sostegno o lezioni supplementari di lingua. Ora questo pare il passato, come le statistiche sembrano confermare. Ormai gli studenti che hanno l’inglese come seconda lingua sono più di un milione. Il simbolo di una nuova società sempre più multiculturale e sempre più integrata, almeno nelle scuole, in un Paese dove, comunque, le differenze sociali e di possibilità di carriera sono ancora determinate dal Paese di provenienza e dalla cultura di appartenenza. Lord Nash ha anche rivelato un altro dato: “Ad andare particolarmente male a scuola sono gli studenti bianchi, britannici e provenienti dalla classe operaia. Su questo fronte abbiamo ancora tanto da fare”. In particolare, il peggior risultato scolastico è di quei ragazzi e bambini che nel Regno Unito hanno diritto, a causa del reddito famigliare, a pasti gratuiti nelle mense scolastiche. L’Ebacc fu introdotto non molti anni fa dall’attuale governo di coalizione in carica, per fornire un ulteriore grado di valutazione dei giovani ai datori di lavoro. Non è l’unico metro di misurazione delle capacità dei giovani, ma è sicuramente uno di quelli su cui più stanno puntando formatori – e politici – del Regno Unito. Tuttavia, usando altri parametri, gli studenti di origine non britannica mostrano peggiori performance, seppur di poco. Usando il Gcse, un altro indicatore, nel 2013 il 60,9% dei nativi ha ottenuto almeno cinque “A”, il massimo dei voti, mentre fra gli studenti non britannici il dato si è fermato al 58,3%. Dopo le drammatiche proteste (riot) dell’estate del 2011, il Dipartimento dell’educazione sta impegnando milioni di sterline per le scuole di quartieri e aree disagiate, soprattutto nella capitale. Progetti di formazione contro il bullismo, le gang e il crimine si sono visti a Londra in zone come Tottenham, Brixton, Stoke Newington e Tower Hamlets. Anche altre città del Paese sono state interessate, soprattutto nel povero nord dell’Inghilterra e soprattutto nelle periferie dei più grandi centri urbani come Liverpool, Manchester, Birmingham e Newcastle.


 


Immigrazione: Spagna, nuovo assalto migranti a Melilla

Forze polizia attaccate con pietre e bastoni


Migranti nel centro di assistenza temporanea di MelillaMelilla(ANSAmed) - MADRID - Nuovo assalto di migranti clandestini all'enclave spagnola di Melilla in Marocco: la notte scorsa circa 150 subsahariani hanno tentato di forzare l'ingresso nell'area di Pinares de Rostrogordo aggredendo con pietre e bastoni le forze di sicurezza, come ha reso noto la Guardia Civil. Una ventina di immigrati è però riuscita a superare le reti di recinzione alte sei metri e a entrare. Una volta dentro, i clandestini sono stati individuati e condotti al centro di assistenza temporanea dove sono state avviate le pratiche di espulsione. Il tentativo della notte scorsa segue quello attuato all'alba di ieri da due gruppi di clandestini - 500 e 200 - che erano stati respinti dalla Guardia civil e dalle forze di polizia del Marocco. Secondo la Guardia civil, nelle montagne del Gurugù, attorno a Melilla vi sarebbero circa 30 mila persone intenzionate a entrare nelle enclavi di Melilla e Ceuta.


 

English news

 


Image: €12 million from EU for immigrant workers in ItalyHuman traffickers stopped with 15 migrants in false bottom

Seven minors among Somalis, at Brindisi port


Human traffickers stopped with 15 migrants in false bottomBrindisi, March 11 - Police arrested two men charged with human trafficking in the southern Italian port city of Brindisi Tuesday for smuggling 15 migrants in false bottoms of two freight trucks, among whom seven were minors. The migrants consisted of 13 Somalis and two Pakistanis, police said. They were uncovered during customs checks after the trucks exited a ferry from Igoumenitsa, northwestern Greece. The minors were taken to an immigration center in Italy, while the adult migrants were being sent back to Greece, according to EU protocol which says migrants must register in the European country in which they first set foot.



Spain to give 500 dollars to immigrants to return home


(ANSAmed) - MADRID, MARCH 10 - Spain's interior ministry will give 500 dollars to every undocumented immigrant that agrees to go back to their country of origin. The initiative, which was used last year for 246 immigrants, has received funding to continue in 2014. Some 400,000 euros have been allocated for the two-year period. Ministerial sources quoted by the media said that it is an attempt to stem the tide of undocumented immigration, which renders Spain vulnerable in its Moroccan enclaves Ceuta and Melilla. The same sources said that the initiative is in line with similar programs run by countries such as Belgium, Switzerland and the Netherlands, and that it is being implemented in collaboration with Morocco. The sources claimed that giving immigrants 500 euros means making them better able to deal with life in their countries of origin, where pro capita income is very low. (ANSAmed).



€12 million from EU for immigrant workers in Italy

by Mattia Rosini, http://www.west-info.eu


To promote immigrants’ occupation in Italy, EIF has allocated €12 million. According to the Ministry of Interior, funds are intended for projects promoting and boosting the employability of unemployed, underemployed or at-risk-of poverty foreigners.  All this through orientation and information services, valorization of competences and personalized procedures to improve their  working conditions. Projects can be presented only by regions and provinces, from 18th Marchat midday to 18th April at 4 p.m. The request can be sent by registering at the EIF website. A large part of funds will be distributed among three regions: Lombardy (€2,35 million), Lazio (€1,5 million) and Tuscany (€1,1 million) that together will get 40% of funding.


 

 

 

 

 

 


http://www.economist.com/

Business and immigration

A plea for open doors

But governments are averting their ears


(from the print edition, Feb, 22nd 2014)

 

 

 

 

 

TRADITIONALLY, COMPANIES HAVE allied themselves with conservative political parties that champion free enterprise and low taxes. But there is one issue where businesses and right-wing politicians do not see eye to eye: immigration. Most conservatives oppose free movement of labour, whereas business generally wants fewer immigration controls. The technology industry in particular is keen to attract the brightest staff from all over the world, and ideally to group all their best engineers in the same place, usually in California. Last year Mark Zuckerberg, the co-founder of Facebook, formed an action group, FWD.us, to campaign for immigration reform. In an editorial in the Washington Post, Mr Zuckerberg recounted that when he was teaching a middle-school class for budding entrepreneurs, he found that many of the children were undocumented and were not sure they would be allowed to go to college when they grew up. “In a knowledge economy, the most important resources are the talented people we educate and attract to our country,” he wrote. “Why do we kick out the more than 40% of maths and science graduate students who are not US citizens after educating them? Why do we offer so few H-1B visas for talented specialists that the supply runs out within days of becoming available each year, even though we know each of these jobs will create two or three more American jobs in return? Why don’t we let entrepreneurs move here when they have what it takes to start companies that will create even more jobs?”

FWD.us also has the support of other technology entrepreneurs, such as Reid Hoffman of LinkedIn, Drew Houston of Dropbox and Andrew Mason of Groupon. Stan Druckenmiller, a hedge-fund manager, backs the campaign, too. According to Joe Green, the founder and president of FWD.us, “the number one thing technology bosses spend their time thinking about is recruiting people; 75% of the money they spend is on payroll.” The two things that would make it easier to recruit talented people are education and immigration reform. “Also, tech people are entrepreneurs who have taken a risk—they appreciate the risk involved in moving halfway round the world to a new country. Some of their ancestors may have done the same.”

The issue has bedevilled American politics for a long time; the most recent reform bill was passed in 1986. One problem is partisan bickering: Republicans do not want to be seen helping Democrats, and vice versa. To get round this, FWD.us set up two separate organisations.

Not surprisingly, the group has exploited its technological expertise. In November last year it held a 25-hour “hackathon” during which techies created new tools to boost the prospects of reform. Among the websites created were Push 4 Reform, which has a page for each member of Congress outlining their stance on issues such as immigration reform, and Undoculife, a game in which players live as undocumented immigrants.

The National Immigration Forum is a more traditional campaign group that has been around since 1982. Ali Noorani, its executive director, says the group concentrates on the three Bs—bibles, badges and business. They have much in common, Mr Noorani believes: the fastest-growing faith group in America comes from the Hispanic community; many badge-wearing law-enforcement officials would rather not get involved in the time-consuming process of checking residency papers; and business has an interest in hiring talented workers. Immigration is a live issue in other countries, too. The British government’s attempts to reduce net immigration are causing problems for its businesses. “Companies are facing skill shortages in science, tech, engineering and maths,” says John Cridland of the Confederation of British Industry. Like America, Britain has a visa programme for highly skilled staff, but it leaves much to be desired. “The problem is not just the number of visas that are issued but the time it can take to process them and whether workers are allowed to bring their families,” says Mr Cridland. As in America and elsewhere, political and business interests in this area are out of kilter.